Scampanio “selvaggio”: alcune storie di cittadini che si sono rivolti allo sportello SOS Laicità

Il disagio causato dalle campane rumorose ben oltre i limiti di legge è diffuso in tutta Italia. Come associazione riceviamo tantissime richieste di aiuto da persone esasperate allo sportello SOS Laicità. Talvolta parroci arroganti sono spalleggiati da sindaci “più papisti del papa” e le istituzioni che dovrebbero vigilare invece latitano. Paradossalmente sono le diocesi a essere più sensibili alla questione: recentemente il vescovo di Savona-Noli ha dato ad esempio disposizioni più rigide per i parroci “campanari”. Ma il problema si fa ancora molto sentire. Il segretario nazionale Uaar Roberto Grendene ha riportato alcune storie nella sua rubrica “Impegnarsi a ragion veduta” sul numero 5/2022 della rivista Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


In quest’estate torrida tanti hanno deciso di agire per far cessare un altro tormento, l’inquinamento acustico prodotto dalle campane. O almeno per ridurlo in intensità e frequenza.

Tra questi E., R. e M. che si sono rivolti allo sportello SOS Laicità. Il loro impegno laico ha dovuto fare i conti non solo con burocrazia e privilegi normativi su base religiosa, ma anche con sindaci più papisti dei prelati e con preoccupanti segnali di ostilità da parte di un numero sempre più esiguo, ma probabilmente più agguerrito, di sostenitori dell’identità religiosa da imporre a suon di martellate su superfici metalliche.

Il solito Concordato assegna alle autorità ecclesiastiche una speciale libertà di manovra pure nel campo dei richiami acustici agli affiliati. Ma al di fuori dei momenti liturgici trovano applicazione le regole dei comuni mortali.

E così, a suon di esposti e di condanne per risarcimento danni, parroci e vescovi alla prima lamentela ricevuta si affrettano a interrompere le scampanate notturne e a ridurre frequenza e volume di quelle diurne. Come accaduto ad Alberona (FG) dopo la segnalazione da parte di alcuni turisti. Il sindaco ha accolto con favore l’accordo? Niente affatto, ha detto ai turisti che «possono scegliere un’altra località di villeggiatura» e ha invitato il parroco a riprendere con le emissioni rumorose «anche nelle ore notturne».

Ha invece colto l’occasione per migliorare a tutti la qualità della vita il referente Uaar per Foggia, Pio Savelli, che ha chiesto pubblicamente che anche nella vicina Panni cessi il tormento delle campane fatte suonare pure di notte a intervalli di 15 minuti.

Sindaci più clericali dei parroci che promuovono il turismo al di fuori dei confini del proprio comune possono far (amaramente) sorridere. Non altrettanto le testimonianze di E. e R., due situazioni in cui il disagio personale passa in secondo piano rispetto a quello causato ai propri figli piccoli.

In un caso con sveglia di soprassalto durante i sonnellini che dovrebbero caratterizzare pacificamente le giornate quando si hanno pochi mesi di vita; nell’altro con il manifestarsi di una vera e propria paura dell’ossessivo rumore delle campane.

Queste mamme hanno chiesto e ricevuto istruzioni e moduli dallo sportello SOS Laicità per chiedere al Comune di intervenire. Avrebbero potuto rivolgersi direttamente al parroco o al vescovo, visto che ad esempio nel caso dei turisti di Alberona qualche risultato è stato raggiunto? Forse. O forse sarebbero sorti problemi che un turista di passaggio non deve affrontare.

È il caso di M., che scrive una garbata lettera alla diocesi per evitare di essere bruscamente svegliato ogni mattina alle 6:45 dai trenta potenti rintocchi che per tre interminabili minuti provengono dal campanile di Fivizzano (MS). Con suo stupore il vescovo accoglie la richiesta e fa in modo che il parroco modifichi gli orari delle emissioni rumorose.

Ma da quel momento arrivano amare sorprese. Si ripete il triste copione del sindaco che scende in campo, promettendo pubblicamente di scrivere alle autorità religiose per ripristinare la situazione precedente, illegittima e dannosa per la salute pubblica.

Una pagina Facebook legata al territorio pubblica un articolo che dipinge M. come personaggio ostile alla comunità e alle tradizioni locali, raccontando di come il parroco si sia lamentato durante l’omelia e abbia fornito dettagli che potrebbero identificare chi ha scritto la lettera alla diocesi.

Tra i commenti all’articolo si possono leggere insulti e richieste di rendere pubblico il nome di questo “nemico della comunità”, oltre a minacce velate ed esplicite. Al neo socio M., che pur temendo ripercussioni continua a lottare per un paese laico e civile, vanno la nostra solidarietà, il nostro ringraziamento e l’impegno di essere al suo fianco.

Roberto Grendene

 

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6 commenti

Diocleziano

…sindaco che scende in campo, promettendo pubblicamente di scrivere alle autorità religiose
per ripristinare la situazione precedente, illegittima e dannosa per la salute pubblica…

Un vero genio del marketing questo sindaco: Fivizzano, dai dati di Wikipedia, negli ultimi novant’anni ha perso 2/3 dei suoi abitanti. Che dire?
Forse hanno seguito il suo consiglio di andare altrove, e così i villeggianti.
In compenso chissà che pace nel paese… silenzio di tomba di giorno, inferno di notte!
Non sarà che il sindaco viva in una villa a 10km. dall’abitato?…

RobertoV

La cosa assurda è che il parroco è stato semplicemente costretto ad applicare il regolamento della diocesi che prevede orari differenti da quelli da lui praticati, cioè sono il parroco ed il comune che violano le regole della stessa diocesi. in pratica i cortigiani peggiori del re.
Il sindaco dubito che sia stato votato per suonare le campane. Dalla reazione intollerante ed intimidatoria sua e del parroco direi che si capisce bene perchè solo una persona abbia avuto il coraggio di lamentarsi. Siamo ancora all’idea che si possa danneggiare una persona non allineata alla chiesa, senza sporcarsi direttamente le mani? Minacciare di rendere pubblico il nome nella speranza che qualcuno faccia “giustizia”!
Certo che sentire che nel 2023 il suono delle campane sarebbe fondamentale per scandire i ritmi della comunità (ma sono tutti e solo cattolici?)! Pure di notte! Gli abitanti non sono stati raggiunti dalla civiltà dell’orologio e dei cellulari?

Maurizio

La funzione delle campane aveva un senso nel medioevo, prima dell’invenzione degli orologi: dava la sveglia, l’inizio attività, la pausa pranzo, la fine lavori, la buonanotte ai bimbi. Nulla di religioso, tranne il richiamo del gregge a messa.
Dopo secoli il gregge si è convinto che a suonare le campane sia Dio in carne e spirito santo e dunque zittirle rappresenterebbe una bestemmia. Manco fosse una disposizione presente sui Comandamenti: “suonerai le campane a tutte le ore…”. Quando la tradizione diventa legge. Insopportabile.

KM

Ragazzi, ve l’ho detto mille volte. Questi sono i colpi di coda di un’istituzione morente. La miglioria prima della morte. Non significa assolutamente che dobbiamo dormire sugli allori, ma cambiare la tattica e essere piu’ “duri”. Non lasciamoci intimidire. Ci vogliono identificare e esporci al pubblico ludibrio? I preti saranno anche dispensati da tante cose, ma i sindaci? Costituiamoci tutti e diamo il via ad una bella “class action” che esponga tutti, sindaci, politici, clerici. Io sono ancora all’estero ma a marzo-aprile torno per un bel po’. Prontissimo a dare il mio sostegno. E la mia solidarieta’ a M. E. e R. e a tutti i soci dell’UAAR.

De pie, luchar Que vamos va a triunfar. Avanzan ya Banderas de unidad. Y tú vendrás archando junto a mí Y así verás Tu canto y tu bandera florecer La luz De un ateo/rojo amanecer Anuncian ya La vida que vendrá.
El pueblo unido, jamás será vencido.

Ottima giornata a tutte le persone di buona razionalita’.

Diocleziano

“…Questi sono i colpi di coda di un’istituzione morente…”

In prima pagina oggi La Verità titola:
«Il mondo vuole eliminare dio, senza la dottrina la chiesa è finita». Parola di monsignore.
E bravo! Con più schiettezza poteva dire: senza il condizionamento dei bambini siamo fo††u†i!

RobertoV

Si illude chi crede di poter dialogare con questa gente. Chiesa e clericali capiscono solo di rapporti di forza e azioni legali e su quest’ultime purtroppo ci sono limitazioni perchè grazie a concordato e privilegi storici possono o pretendono di derogare non riconoscendo lo stato democratico, ma solo le proprie leggi. Nel caso delle campane si riconosce che la legislazione a proposito è lacunosa, consentendo ampia discrezionalità al giudice e addirittura riconoscendo alla Chiesa cattolica di deciderne la regolamentazione. Comunque anche la chiesa cattolica è in genere giunta alla conclusione che è meglio non suonarle di notte (dalle 21 alle 7), mentre non si pone limiti durante il giorno nonostante gli scampanii al di fuori dei motivi di culto dovrebbero essere regolamentati dalle stesse limitazioni valide per tutti. Ma anche per il culto non si capisce perchè dovrebbe essere lecito derogare visto che solo una minoranza è interessata agli aspetti religiosi. Aveva senso in un’epoca liberticida di religione di stato dove i sudditi erano obbligati a rispettare le regole imposte, ma in un’epoca democratica anche i fedeli devono essere liberi di scegliere e non di essere controllati dalla loro setta e dalla polizia religiosa dei clericali.
Non è un caso che chiesa e clericali rimpiangano i bei tempi coercitivi in cui potevano controllare la popolazione: non è il mondo che vuole eliminare dio, ma semplicemente vuole la libertà di scegliere e non vuole più l’obbligo. Anche in passato molta gente avrebbe fatto volentieri a meno di dio, ma non poteva.

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