L’eredità di Piero Angela

In ricordo del più importante divulgatore scientifico che l’Italia abbia mai avuto riportiamo un articolo di Silvano Fuso, chimico e saggista e amico personale di Piero Angela, pubblicato sul numero 5/2022 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


Piero Angela è scomparso lo scorso 13 agosto. Era nato a Torino il 22 dicembre 1928 e il prossimo dicembre avrebbe pertanto compiuto 94 anni.

Piero è un personaggio ben noto a tutti e la sua biografia è stata ampiamente ricordata dai media in occasione della sua scomparsa. Da giovane il suo principale interesse fu la musica, passione che lo accompagnò per tutta l’esistenza e che continuò a praticare fino all’ultimo. I casi della vita lo portarono però a intraprendere la carriera giornalistica.

Nel 1952 entrò nella Rai, quando l’ente pubblico stava muovendo i primi passi e quando la televisione ancora non esisteva. Piero lavorò ininterrottamente in Rai per settant’anni, coronando un giubileo simile a quello della regina Elisabetta, come lui stesso ebbe a commentare nella puntata di SuperQuark andata in onda il 6 luglio scorso. Nonostante le allettanti offerte propostegli da alcune reti commerciali, Piero restò fino all’ultimo fedele al servizio pubblico.

Dopo l’attività radiofonica, le sue prime apparizioni in tv lo vedono conduttore di telegiornali e corrispondente dall’estero. La sua svolta professionale si ebbe quando venne incaricato di realizzare vari servizi sulle missioni spaziali degli anni sessanta, in particolare le missioni Apollo. Questo fece scattare in Piero un grande interesse per la scienza e la tecnologia. La passione per queste discipline era evidentemente già latente (in gioventù fu infatti iscritto alla facoltà di ingegneria) e non lo abbandonò più per tutta la vita.

Il successo di Piero come divulgatore è ben noto e i principali ingredienti di tale popolarità sono stati la chiarezza comunicativa, la semplicità espositiva anche su temi complessi, il garbo, la gentilezza e l’umiltà. Tutte caratteristiche che chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ritrovava nella sua persona anche nella vita quotidiana.

Come più volte ha lui stesso ricordato, il principio ispiratore di tutta la sua opera di comunicatore della scienza è stato il seguente: «dalla parte degli scienziati per i contenuti e dalla parte del pubblico per il linguaggio». Come ebbe a dire lo stesso Piero in una vecchia intervista alla rivista Tempo medico del dicembre 1980 (n.187):

«L’onestà intellettuale è la premessa indispensabile. Bisogna porsi di fronte a un problema consapevoli che il primo dovere è di non essere al servizio di alcun interesse, e quando dico interesse non parlo solo di interessi materiali ma anche di ideologie. Il divulgatore deve comunicare la verità scientifica senza chiedersi a quale visione del mondo essa possa nuocere o portare vantaggio. La seconda qualità, quella della competenza, può esserci oppure no. Quando non c’è, e il giornalista è un incompetente per definizione, bisogna raccogliere tutte le informazioni necessarie, capirle nel loro vero significato e sottoporsi poi al giudizio dei competenti per verificare se si è capito bene. Io non esito mai a far rivedere il mio lavoro agli esperti, poiché desidero che nessun errore o inesattezza mi sfugga

Oltre a consultare gli esperti per la correttezza dei contenuti, Piero attribuiva altrettanta importanza al linguaggio e non esitava a mostrare i suoi testi al primo che capitava (tecnico Rai, addetto alle pulizie, eccetera) per verificarne la comprensibilità da parte di chi non aveva adeguate competenze.

Altro principio fondamentale in tutta l’opera di Piero è stata la razionalità che, come lui stesso affermò nell’intervista citata, gli derivava dalla famiglia in cui era cresciuto:

«Ha influito certamente l’ambiente familiare. Mio padre era medico, uno psichiatra della vecchia scuola organicista, e mi ha certamente educato a considerare le cose e il mondo secondo schemi molto razionali

Il padre Carlo, tra l’altro, durante la guerra contribuì a salvare la vita a numerosi ebrei e per questo venne insignito del titolo di “Giusto fra le nazioni” dalla comunità ebraica.

L’amore per la razionalità condusse Piero a occuparsi di temi controversi di cui tanto si parlava negli anni settanta: i cosiddetti fenomeni paranormali. In quegli anni questi presunti fenomeni divennero piuttosto popolari. L’israeliano Uri Geller divenne famoso in tutto il mondo sostenendo di possedere straordinarie facoltà che gli avrebbero consentito di piegare i metalli con la forza del pensiero e di leggere il contenuto di buste chiuse.

Anche alcuni ricercatori che lo esaminarono si convinsero della genuinità delle sue performance. Nel popolare programma televisivo Rischiatutto, inoltre, divenne campione il dottor Massimo Inardi, grande appassionato e cultore di parapsicologia. Piero, da buon razionalista, si occupò di questi fenomeni cercando di fare, come era nel suo stile, chiarezza. Come lui stesso ebbe a dichiarare:

«I fenomeni paranormali esistono oppure no? Se non esistono sarebbe bene saperlo; se invece esistono perché mai non ci sono massicci programmi di ricerca in quella che sarebbe la più grande rivoluzione scientifica dopo Galileo?»

La curiosità di Piero lo portò a svolgere approfondite inchieste che lo condussero alla realizzazione del programma Indagine sulla parapsicologia, andato in onda in cinque puntate nel 1978 sulla Rete 1 della Rai. Dal programma venne poi tratto il libro Viaggio nel mondo del paranormale, pubblicato da Piero nello stesso anno.

Nel corso delle sue indagini Piero venne in contatto con personaggi come Paul Kurtz, Ray Hyman, James Randi e altri che nel 1976 avevano fondato negli Usa lo Csicop (Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal; oggi Csi, Committee for Skeptical Inquiry). I membri dello Csicop si erano da tempo resi conto che quella del paranormale era solo una grande illusione.

Nessuno aveva mai dimostrato sotto controllo l’esistenza di tali fenomeni e coloro che dichiaravano di possedere facoltà straordinarie (a cominciare da Uri Geller) erano imbroglioni che usavano trucchi da illusionista oppure semplici vittime di auto-illusioni. Da queste sue esperienze Piero dedusse quella che viene chiamata scherzosamente “legge di Angela”: «Controlli zero, fenomeni 100; controlli 100, fenomeni zero!».

In particolare Piero strinse una solida amicizia con James Randi (1928-2020), illusionista che mise la sua esperienza in fatto di trucchi al servizio della scienza. Randi comparve in diverse occasioni nel programma di Piero e l’amicizia tra i due, che erano coetanei, durò per tutta la loro lunga vita.

Terminato il programma e il libro, Piero sentì l’esigenza di fare qualcos’altro per contribuire a diffondere il pensiero razionale nella società e arginare di conseguenza il dilagare di false credenze. Dapprima riunì un gruppo di illustri scienziati (tra cui Edoardo Amaldi, Daniel Bovet, Silvio Garattini, Danilo Mainardi, Aldo Visalberghi, Adriano Buzzati-Traverso, Giorgio Tecce, Roberto Vacca) formando un comitato che avesse il compito di contrastare le informazioni distorte e pseudoscientifiche.

Successivamente pensò però che l’iniziativa non dovesse essere riservata ai soli scienziati, ma dovesse essere aperta a chiunque amasse il pensiero razionale e la scienza. Per questo motivo, con la collaborazione dello Csicop, fece scrivere una lettera ai trentadue abbonati italiani della rivista Skeptical Inquirer, pubblicata dallo stesso Csicop, proponendo un incontro.

L’incontro vide la nascita del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) e tra i partecipanti vi furono, tra gli altri, l’attuale presidente del Cicap Sergio Della Sala, il vicepresidente Lorenzo Montali e il segretario nazionale Massimo Polidoro.

Il nome Cicap venne proposto dallo stesso Piero per una certa assonanza con ‘check-up’. L’associazione infatti avrebbe avuto il compito di controllare lo stato di alcune affermazioni diffuse nel dibattito pubblico. Nel 2013 il Cicap cambierà il significato della lettera ‘p’: non più paranormale, bensì pseudoscienze. Nel corso degli anni infatti il paranormale è divenuto meno popolare, ma in compenso si sono diffuse a macchia d’olio molte discipline pseudoscientifiche.

Piero ha sempre contribuito attivamente alle iniziative del Cicap, fino all’ultimo intervento (in collegamento) al Cicap Fest, svoltosi a Padova dal 3 al 5 giugno 2022. In quell’occasione Piero ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dalla scuola nella diffusione del pensiero critico e razionale, invitando il Cicap a intensificare le sue iniziative rivolte a docenti e studenti. Fino all’ultima puntata di SuperQuark da lui realizzata, inoltre, non è mai mancata la rubrica “Psicologia delle bufale”, curata da Massimo Polidoro.

Per tutta la vita Piero ha avuto un approccio razionale in ogni ambito, senza mai cedere a tentazioni di tipo metafisico e/o trascendenti. Tale atteggiamento ha caratterizzato anche gli ultimi giorni della sua vita, come ha sottolineato il figlio Alberto nel suo toccante discorso tenuto il 16 agosto in occasione delle esequie in Campidoglio.

Anche nei confronti della morte, Piero non ha mai abbandonato la sua consueta serenità e la sua razionalità. Sia pure considerando la morte una “scocciatura” (come lui stesso amava affermare), l’accettava come un fatto perfettamente naturale e l’ha affrontata in piena lucidità e tranquillità. Lo dimostra anche il bel messaggio che ha voluto lasciare a tutti coloro che gli volevano bene, comunicandolo ai figli Alberto e Christine solo 24 ore prima di lasciarci.

L’esempio di Piero smentisce le tante dicerie sulle presunte conversioni religiose di molti non credenti in punto di morte. Si può affrontare il momento supremo mantenendo la propria coerenza e le proprie idee. Coerenza rispettata anche dalla famiglia di Piero che gli ha tributato esequie rigorosamente laiche.

Personalmente ho avuto la fortuna di conoscere da vicino Piero e tantissimi sono i ricordi a lui legati. Come tanti, sono cresciuto seguendo i suoi programmi televisivi e leggendo i suoi libri. Il suo Viaggio nel mondo del paranormale (1978) rappresentò una svolta nella mia vita: l’indignazione nei confronti dei tanti imbroglioni che sfruttano l’altrui credulità mi spinse ad avvicinarmi al Cicap nel 1994.

Nei giorni 17 e 19 novembre 1995 partecipai al IV Congresso nazionale del Cicap a Macerata e fu in quell’occasione che conobbi di persona Piero. L’emozione fu grande e la soggezione nei suoi confronti pure. Lui mostrò immediatamente la sua cortesia, la sua modestia e la sua affabilità e mi invitò da subito a dargli del tu. È difficile dare del tu a un vero “mito” e passò diverso tempo prima che io riuscissi a farlo.

Da quel giorno furono tantissime le occasioni di incontro e posso affermare, con una punta di orgoglio, che diventammo amici.

L’ultimo incontro di persona risale al 2019, in occasione del Cicap Fest di Padova. La pandemia fece poi saltare molti eventi programmati.

Il 20 settembre 2021 interagii online con Piero in occasione della tavola rotonda Divulgazione scientifica e immagine della chimica (insieme a Massimo Polidoro, Luigi Campanella e Giorgio Cevasco), nell’ambito di SCI2021, XXVII Congresso della società chimica Italiana.

L’ultima telefonata con lui risale invece al 2 maggio di quest’anno. Mi telefonò lui per dirmi che aveva terminato di scrivere la prefazione del mio ultimo libro Sensi chimici (Carocci, 2022) e che me l’avrebbe inviata via mail. Una bellissima prefazione in cui dimostra, al solito, la sua competenza, ma anche la sua generosità e benevolenza.

Il libro è uscito a settembre e confesso di aver provato un forte disagio e una forte tristezza all’idea che la sua prefazione sia stata pubblicata postuma, senza che lui potesse vederla. La considero però, con non poca commozione, il suo ultimo regalo. Un dono prezioso che va ad aggiungersi al grande insegnamento di Piero che è stato per me (come per molti altri) un riferimento costante di tutta la mia vita.

Grazie di tutto Piero!

Silvano Fuso


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2 commenti

KM

Anche io dico: grazie Piero. Ne abbiamo bisogno proprio di gente come te, Piergiorgio, Richard e tutti quelli di buona razionalita’ che ci aiutano a diradare PER SEMPRE questa densa, tossica nuvola della superstizione, della pseudoscienza, e, in ultima analisi, della religione, la piu’ grande e potente superstizione antiscientifica che l’umanita’ abbia MAI creato.
Un grazie anche a Silvano Fuso, per il suo contributo nel farci conoscere Piero un pochettino di piu’.

RobertoV

Piero Angela è stato un grande divulgatore e giornalista scientifico che ha fatto molto bene e professionalmente il proprio lavoro cercando di appassionare le persone agli argomenti scientifici. Magari ci fossero più giornalisti e divulgatori come lui è stato. E pensare che diversi clericali lo hanno contestato in passato e consideravano le sue trasmissioni propaganda atea, come se informare su argomenti scientifici debba richiedere di inserirci anche la religione e qualche teologo o prete, come fanno spesso i media.
https://blog.uaar.it/2009/09/22/emergere-uno-squadrismo-giornalistico-anti-laici-anti-scienza/#comments

D’altronde viviamo in un paese dove un ministro voleva che si insegnasse nelle scuole il creazionismo accanto alla teoria dell’evoluzione come ipotesi alternativa.

Commenti chiusi.