La scienza (e la pseudoscienza) dell’invecchiamento

La maggior parte di noi vuol vivere il più a lungo possibile, ma vorremmo evitare il deterioramento dovuto all’avanzare dell’età. È perciò del tutto naturale che abbondino i rimedi anti-età. Purtroppo, molti di questi rappresentano solo false speranze, sensazionalismo, e rimedi farlocchi. Sul numero 5/2022 della rivista Nessun Dogma ospitiamo un articolo di Harriet Hall tratto da Skeptical Inquirer. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


Alcuni animali (come le idre e alcune meduse) possono apparentemente vivere per sempre, ma noi umani siamo destinati a morire. La longevità è desiderabile, ma invecchiare – il lento processo di decadimento fisico – non lo è. L’udito si indebolisce (metà delle persone con più di settantacinque anni soffrono di una perdita di udito disabilitante) così come la vista (a ottant’anni, il 70 per cento della popolazione americana bianca ha la cataratta [National Eye Institute 2019]).

I riflessi diventano più lenti, i tempi di reazione crescono. L’energia diminuisce e la densità ossea si riduce. La pelle si assottiglia e si ricopre di lividi più facilmente. Le rughe aumentano; i capelli si ingrigiscono e poi diventano bianchi. L’altezza diminuisce dai 2,5 centimetri fino a 7,5. La demenza aumenta con l’età, colpendo il 19 per cento delle persone con età compresa tra i settantacinque e gli ottantaquattro anni e quasi la metà di quelli con più di ottantacinque.

Molte malattie, come il diabete, il cancro e le malattie cardiovascolari, diventano più frequenti. Se vivono abbastanza a lungo, quasi tutti gli uomini saranno colpiti da cancro alla prostata, anche se la maggior parte di loro moriranno con il cancro e non a causa del cancro.

Come dice mio fratello: «la vecchiaia è molto sopravvalutata». La maggior parte di noi vuol vivere il più a lungo possibile, ma vorremmo evitare il deterioramento dovuto all’avanzare dell’età. È perciò del tutto naturale che abbondino i rimedi anti-età. Purtroppo, molti di questi rappresentano solo false speranze, sensazionalismo, e rimedi farlocchi.

Le conseguenze dell’invecchiamento non sono tutte negative: gli anziani hanno un’ampia esperienza di vita, una maggiore conoscenza e sono più saggi. E dichiarano di essere più felici.

Aspettativa massima di vita

Le così dette zone blu sono aree geografiche in cui si ritiene che la popolazione viva più a lungo che in altri luoghi. Queste aree includono la Sardegna, Okinawa, Loma Linda (California), la penisola di Nicoya in Costa Rica, e Icaria (Grecia).

La prima zona blu è stata studiata da Poulain et al. (2004), e il termine è stato reso popolare da Dan Buettner, autore di libri che promuovono la dieta delle zone blu (Buettner n.d.). Tuttavia, i dati sulla longevità sono spesso dubbi, a causa della bassa qualità dei dati raccolti e della confusione tra genitori e nonni che hanno lo stesso nome. Il record per la maggiore longevità verificata appartiene sicuramente a Jeanne Calment, donna francese, che morì nel 1997 all’età di 122 anni.

Era sorda e cieca (avendo rifiutato un intervento alla cataratta) ma rimase mentalmente lucida.

Calment beneficiò di una transazione immobiliare che all’epoca sembrò un’ottima occasione ma che si rivelò invece un pessimo affare per il compratore. Come riportato su Wikipedia: Nel 1965, all’età di 90 anni e senza eredi, Calment firmò con il notaio André-François Raffray un contratto di vendita di nuda proprietà del suo appartamento, con un usufrutto vitalizio e un introito mensile di 2.500 franchi (€ 380).

Raffray morì nel 1995 quando Calment aveva già ricevuto più del doppio del valore del suo appartamento e la famiglia del notaio dovette continuare a pagare. (“Jeanne Calment” 2021)

A che cosa attribuiscono la loro longevità queste persone? Ognuna di loro offre una spiegazione, ma raramente combaciano. Alcune delle loro teorie sono plausibili, ma alcune sono sciocchezze fantasiose e possono persino essere dannose, come ad esempio mangiare uova crude ogni giorno. Qual era il segreto di Calment?

Lei attribuiva la sua longevità a una dieta ricca di olio di oliva, ma era più probabilmente dovuta a buoni geni e a una buona dose di fortuna. Calment veniva da una famiglia di persone longeve. Fumava e beveva alcol ma sporadicamente. Negli ultimi anni di vita era alta 140 centimetri e pesava 40 chili.

Le cause dell’invecchiamento

I ricercatori non sono ancora riusciti a trovare dei fattori univoci che causino l’invecchiamento. Il processo di invecchiamento sembra differire da persona a persona; è variegato, caotico, e idiosincratico.

Probabilmente non esiste un’unica causa, ma molte sono quelle proposte: degradazione del collagene, raggi Uv, ossidazione, infiammazione, insulino-resistenza, glicazione, radicali liberi, accumulo di errori nella riproduzione del Dna, accorciamento dei telomeri, accumulo di sostanze di scarto, perdita di eterocromatina, e molte altre. Si suppone che molti di questi fattori contribuiscano all’invecchiamento e interagiscano uno con l’altro.

Ray Kurzweil è convinto che la scienza troverà presto la chiave per l’immortalità, e se riuscirà a sopravvivere fino ad allora, è convinto che potrà vivere per sempre. Ogni giorno assume ottimisticamente 250 pastiglie di integratori, si sottopone a flebo, usa l’agopuntura ed erbe cinesi, e fa altre cose che pensa aiutino a mantenerlo in vita. Il suo approccio è tutto speranza e speculazione.

Telomeri

I telomeri sono delle sequenze ripetute di nucleotidi all’estremità di un cromosoma. Una delle idee che è sembrata la più promettente per prolungare la vita è basata sull’osservazione che i telomeri si accorciano con l’età. La speranza è che se si riuscisse a evitare questa riduzione, si potrebbe prolungare l’aspettativa di vita.

Per i vertebrati, la sequenza corrispondente è TTAGGG e consta di centinaia e persino migliaia di ripetizioni. Queste proteggono la terminazione del filamento di Dna, analogamente a come un aghetto (la parte rigida finale di un laccio) impedisce allo stesso di sfilacciarsi. Quando le cellule si dividono, il Dna viene copiato, ma la copia non si estende accuratamente fino al termine dei telomeri; perciò, a ogni copia i telomeri si accorciano.

Il numero di volte in cui una cella si può dividere è limitato: questo è quello che viene chiamato il limite di Hayflick che va dalle quaranta alle sessanta repliche per le cellule umane in un ambiente di laboratorio. Si suppone che quando i telomeri diventano troppo corti, le cellule non possono più dividersi, e il risultato è la morte.

È stato dimostrato che l’accorciamento dei telomeri è correlato all’invecchiamento e alle malattie legate all’età; la teoria è che se solo riuscissimo a prevenire l’accorciamento dei telomeri, potremmo sconfiggere l’invecchiamento. L’enzima telomerasi allunga efficacemente i telomeri e molti prodotti anti-età promettono di aumentare i livelli di telomerasi.

Questo può sembrare convincente, ma la realtà è più complicata. La misurazione accurata della lunghezza dei telomeri è problematica. L’accorciamento dei telomeri potrebbe accompagnare l’invecchiamento ma non causarlo. E non è un fenomeno universale. In alcuni animali, i telomeri si allungano con l’età. Aumentare la telomerasi potrebbe non essere una così buona idea perché potrebbe facilitare lo sviluppo di cancri.

I trattamenti mirati all’allungamento dei telomeri non hanno dimostrato di prevenire l’invecchiamento. Esiste una specie di pipistrelli i cui telomeri non si accorciano con l’età (Martella 2018). Vivono molto più a lungo di altre specie di pipistrelli e sono più resistenti alle malattie, ma non producono telomerasi. Gli scienziati li stanno studiando, e sperano che la loro ricerca possa suggerire un modo per affrontare l’invecchiamento umano.

Approcci anti-età

È stato dimostrato che una forte restrizione calorica prolunga la vita e migliora la salute in molti animali. Tuttavia, gli studi sui primati hanno fornito risultati contrastanti e non sono disponibili dati sugli esseri umani.

Si parla di una forte restrizione calorica, una dieta che poche persone sarebbero in grado o disposte a seguire a lungo termine. Il digiuno intermittente può migliorare i sintomi dell’asma e ridurre il rischio di Alzheimer e Parkinson. Il digiuno prima della chemioterapia sembra essere in grado di ridurne gli effetti collaterali e di favorire una migliore risposta al trattamento.

Alcuni studi hanno dimostrato che la rapamicina aumenta la durata della vita negli animali e riduce molti dei segni dell’invecchiamento; tuttavia comporta seri rischi. Conosciuta anche come sirolimus, la rapamicina è un composto scoperto nel batterio Streptomyces hygroscopicus originario dell’isola di Pasqua.

È un farmaco immunosoppressore che inibisce l’attivazione dei linfociti T e dei linfociti B; è molto utilizzato in campo medico, in particolare per prevenire il rigetto dei trapianti di rene, tuttavia fino al 20 per cento dei pazienti sviluppano effetti avversi, che vanno dall’edema e dall’ipertensione alle infezioni, al linfoma e ad altri tumori maligni (Pfizer n.d.).

Il resveratrolo (contenuto nel vino rosso) ha aumentato la sopravvivenza dei topi obesi alimentati con una dieta ad alto contenuto calorico. Alcuni speravano che il resveratrolo avrebbe permesso alle persone di abbuffarsi impunemente, ma gli studi clinici sugli esseri umani sono stati deludenti. La dose giornaliera efficace nei topi corrispondeva a trentacinque bottiglie di vino per un essere umano.

La metformina, l’aspirina, il caffè, l’alcol con moderazione, la curcumina, l’ibuprofene e altre sostanze hanno mostrato risultati positivi in alcuni studi, ma gli effetti non sono stati abbastanza forti da giustificarne una raccomandazione di utilizzo generale.

Esempi di rimedi farlocchi

I prodotti che dichiarano benefici anti-invecchiamento abbondano. Eccone alcuni.

Il Serovital contiene cinque aminoacidi (lisina, arginina, oxo-prolina, N-acetilcisteina e L-glutammina) e un’erba in polvere, l’erba gatta giapponese. Il prodotto sostiene di aumentare i livelli di hGH (l’ormone della crescita n.d.t.) di ben il 682 per cento, ma ciò si basa su un unico studio condotto su solo sedici soggetti.

Anche se ha aumentato effettivamente i livelli di hGH, non ci sono prove né di benefici clinici né che l’hGH rallenti l’invecchiamento. I suoi sostenitori affermano che «aumentare i livelli ematici di hGH può ridurre il grasso corporeo, rafforzare i muscoli, migliorare la vita sessuale, la qualità del sonno, la vista e la memoria, ripristinare la crescita e il colore dei capelli, rafforzare il sistema immunitario, normalizzare il livello di zuccheri nel sangue, aumentare l’energia e ‘portare indietro l’orologio biologico’».

Tutto questo non è vero e l’aumento dei livelli di hGH può essere pericoloso: gli effetti collaterali dannosi includono un aumento del rischio di cancro e di malattie cardiovascolari. Alti livelli di hGH possono addirittura accelerare il processo di invecchiamento. Secondo Quackwatch, i cosiddetti “rilasciatori dell’ormone della crescita” dovrebbero essere considerati fasulli (Barrett 2016).

L’azienda che vende il “prodotto B” sostiene che «quasi tutte le malattie conosciute possono essere attribuite all’accorciamento dei telomeri» e il prodotto B dovrebbe invertire l’accorciamento dei telomeri. Si tratta di un composto di quattro vitamine e di una miscela brevettata di una trentina di prodotti erboristici, come il cardo, l’erba di capra cornea, il ginseng e il tè verde.

Per la maggior parte di queste erbe non è mai stato dimostrato che possano attivare la telomerasi. Anzi, molti di questi ingredienti sono noti per inibire la telomerasi.

PatchMD vende un prodotto che vanta indicazioni anti-invecchiamento grazie alle vitamine A, C, D, B3, B6, B9, alla curcumina; agli estratti di chiodi di garofano, di radice di zenzero, di uva spina; alla L-carnitina, al CoQ10, al resveratrolo, alla colina, al glutatione, al Nac e all’acido alfa-lipoico. Combina tutti questi ingredienti in un comodo “cerotto topico anti-età” che fornisce i nutrienti attraverso la pelle.

L’azienda sostiene che gli effetti anti-età di tutti questi ingredienti sono supportati dalla scienza, ma si tratta di una vera e propria forzatura: si basa principalmente sulle loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Almeno hanno cercato di fornire una motivazione (pseudo)scientifica.

Vital Stem è pubblicizzato come un rimedio miracoloso contro l’invecchiamento. Si tratta di una miscela di vitamina D, leucina, mirtilli, estratto di foglie di tè verde e L-carnosina. Si suppone che aumenti la produzione di cellule staminali da parte dell’organismo. È davvero così? Come possiamo saperlo? Come gli altri discutibili rimedi, non è mai stato testato adeguatamente.

Per dimostrare che un prodotto aumenta la longevità, sarebbe necessario seguire un ampio gruppo di persone con e senza il prodotto per molti anni, per verificare se c’è davvero una differenza clinicamente significativa. Tale studio sarebbe poco pratico, se non impossibile. Non è stato mai fatto e non è probabile che venga fatto.

Per dimostrare che un prodotto ha effetti anti-età, dovremmo conoscere un metodo per misurare tali effetti in modo affidabile. Dovremmo conoscere meglio le cause dell’invecchiamento e dimostrare con un attendibile studio controllato che il prodotto fornisce risultati clinici migliori rispetto a un placebo.

Conclusioni

La scienza ci sta lavorando, ma non ha ancora trovato un metodo affidabile per aumentare la longevità o evitare l’invecchiamento. Tuttavia, la scienza ci ha mostrato come ridurre il rischio di malattie prevenibili e di morte prematura.

Possiamo fare esercizio fisico, smettere di fumare, evitare l’obesità, controllare la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo, vaccinarci e seguire una dieta sana principalmente a base vegetale. Uno studio del 2011 ha dimostrato che se si affrontano i maggiori sette fattori di rischio (diabete, obesità e ipertensione nella mezza età, fumo, depressione, basso livello di istruzione e inattività fisica), si potrebbe prevenire la metà dei casi di Alzheimer (Barnes e Yaffe 2011).

L’autorevole gerontologo e ricercatore Jay Olshansky sostiene che non esiste una medicina anti-età. Secondo lui, il segreto dell’invecchiamento è che non c’è nessun segreto. Il dottor Joe Schwarcz, dell’Ufficio per la scienza e la società della McGill University, lo ha detto nel migliore dei modi: «La scienza [dell’anti-invecchiamento] fa acqua da tutte le parti e gronda di nozioni strampalate».

Harriet Hall

Per gentile concessione dello Skeptical Inquirer. Articolo originariamente pubblicato in inglese sul numero di gennaio/febbraio 2022.

Traduzione a cura di Lucia Mammoliti

Approfondimenti

Per i riferimenti bibliografici si rimanda all’articolo originale


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