La clericalata della settimana, 6: Monza stanzia 220 mila euro per gli edifici di culto

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del Comune di Monza che

stanzia 220 mila euro per gli edifici di culto, in base a una legge della Regione Lombardia che impone di destinare l’8% degli oneri di urbanizzazione a tale scopo.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

L’Assemblea regionale siciliana fa slittare la seduta per l’approvazione della legge finanziaria a causa delle festività per sant’Agata.

Anche il sindaco di Zocca (MO) Federico Ropa, l’assessore Susanna Rossi Torri, il consigliere delegato Erminio Bernardi in rappresentanza del primo cittadino di Montese (MO) partecipano alla messa per sant’Agata all’oratorio nella frazione di Salto Santa Maria.

Anche se non ricadono nella settimana appena trascorsa, questi ulteriori episodi meritano di essere menzionati.

Il sindaco di Aversa (CE) Alfonso Golia dalla propria pagina ufficiale su Facebook esprime la sua gioia per l’ordinazione episcopale di don Emilio Nappa, «sia come fraterno amico che come sindaco della comunità cittadina che Le è vicina tutta nella preghiera».

La redazione

3 commenti

RobertoV

La legge che obbliga la regione a versare l’8 % degli oneri di urbanizzazione ad opere religiose, cioè cattoliche in pratica, è stata decisa nel 2005, in prossimità delle elezioni politiche, da Formigoni, cioè del condannato per corruzione. Evidentemente un regalo clientelare agli amici di CL. Per quale ragione una regione dovrebbe obbligarsi a versare delle quote per legge alle opere religiose, tenendo conto che già c’è l’otto per mille per questo? Non mi pare che gli edifici di una parrocchia siano luoghi di culto. Gli eventuali finanziamenti regionali dovrebbero seguire le regole ed i criteri validi per tutti, non avere un percorso privilegiato. Nel caso specifico non possono neanche portare la giustificazione di importanza come opere d’arte, visto che ben 130 mila euro vanno alla parrocchia di San Biagio che ha edifici di recente costruzione (la chiesa è degli anni ’60, quella vecchia è stata abbattuta perché pericolante e vari palazzi sono degli anni ’80 e ’90) ed anche i 51 mila euro vanno alla parrocchia di santa Maria Nascente che è stata costruita nella 2° metà dell’ottocento, non proprio così antica.

Diocleziano

Inutile ripetersi: finché non si conteranno le pecore del gregge ‘tutti gli italiani sono cattolici’.
E poi è molto comodo dare soldi a chi non ha nessun obbligo di rendicontazione. Ci siamo capiti…

RobertoV

Sono andato a vedere il testo della legge regionale, è chiaramente una legge fatta ad hoc per la chiesa cattolica. All’art. 71 al comma 1 parla delle condizioni per la chiesa cattolica, mentre al comma 2 per tutte le altre, con guarda caso, condizioni molto più stringenti, tipo che le altre confessioni religiose devono aver firmato delle concessioni col comune, devono avere una presenza stabile e diffusa sul territorio. Ma come fanno ad averla se fino a poco fa c’era la religione di stato e ancora oggi hanno grosse difficoltà ed ostacoli a diffondersi?
Inoltre viene specificato che i fondi verranno dati sulla base del peso delle religioni sul territorio: ma come fanno a determinarlo se non esistono dati ufficiali sulla appartenenza religiosa e sull’utilizzo delle strutture religiose? Lo faranno sulla base del peso politico? Inoltre vengono considerati luoghi di culto gli edifici dell’intero oratorio, cioè in pratica un’attività ludica, commerciale o ricreativa o educativa in parrocchia ha diritto ad incentivi, in altri contesti no.
Basterebbe anche vedere come per esempio per l’ambiente la stessa legge preveda molti più adempimenti e condizioni per ottenere finanziamenti rispetto ai cosiddetti “luoghi di culto”.

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