Nel 2007 il rettore della Sapienza invitò papa Benedetto XVI a inaugurare l’anno accademico suscitando indignazione e proteste di molti docenti e studenti. Oggi si ripete a Roma Tre quanto successo alla Sapienza: viene invitato il presidente Cei e cardinale Matteo Maria Zuppi. L’esponente di uno stato teocratico pretende di discettare di diritti in un contesto accademico laico: una contraddizione evidente, come fa notare il comunicato del circolo Uaar di Roma che riportiamo.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi terrà la lectio magistralis su “Educazione ai diritti e alla pace”, cosa difficile da fare da parte di chi per statuto è contro la parità di genere e rappresenta uno Stato teocratico che non ha mai dato adesione alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e non ha firmato la Convenzione europea sui diritti umani.
Attraverso formale invito il professor Massimiliano Fiorucci, rettore di Roma Tre, università pubblica della capitale, convoca studenti e docenti alla cerimonia di inaugurazione dell’anno di studi. Peccato però che a parlare alla cerimonia non sia un accademico, un letterato o uno scienziato, bensì un uomo di fede. Quella cattolica, ovviamente.
Il prossimo 21 febbraio, infatti, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, terrà la lectio magistralis nell’aula magna della facoltà di Lettere del terzo ateneo romano in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico.
«Ci chiediamo – dichiara Irene Tartaglia, coordinatrice del Circolo Uaar di Roma – quali siano le particolari competenze tecniche che rendono “Sua Eminenza” il presidente dell’assemblea permanente dei vescovi la persona giusta per inaugurare l’apertura dell’anno accademico di un’università pubblica, laica e presumibilmente di tutte e tutti. Non solo: evidenziamo come il tema dell’importante lezione sia l’“Educazione ai diritti e alla pace”, cosa difficile a nostro avviso da fare da parte di chi per statuto è contro la parità di genere e rappresenta uno Stato teocratico che non ha mai dato adesione alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e non ha firmato la Convenzione europea sui diritti umani, nonché ripreso dall’Onu per il suo ambiguo atteggiamento nella protezione di preti colpevoli di abusi su minori».
Come Circolo Uaar di Roma cogliamo l’occasione per ricordare quando, nel gennaio 2008, 68 docenti de La Sapienza tra cui Giorgio Parisi, oggi insignito del premio Nobel per la Fisica, si opposero a simile lectio di papa Benedetto XVI per l’inaugurazione del 705esimo anno accademico dell’Università La Sapienza.
Chiediamo che dal mondo accademico e politico siano prese le distanze e avviati provvedimenti in merito a un’evidente offesa del principio di laicità e del necessario pluralismo in un’istituzione pubblica che dovrebbe ambire esclusivamente alla diffusione di sapere e conoscenza indipendentemente da ogni condizionamento religioso.
Comunicato stampa del circolo Uaar di Roma
Se non è zuppi è pan bagnasco. La solita solfa…
Da spisciamme carissimo e intelligentissimo Diocleziano!
Troppo buono! 😛
Spero di no, perche’ lo sai come diceva Carosello:
Tempi duri per i troppo buoni!😊😂
Ti auguro una grande giornata, uomo di buona razionalita’!
Roma 3 è scesa molto più in basso della Sapienza attuale, quanto a clericalismo. Meglio mi fermi qui con i commenti.
“nel gennaio 2008, 68 docenti de La Sapienza tra cui Giorgio Parisi, oggi insignito del premio Nobel per la Fisica, si opposero a simile lectio di papa Benedetto XVI per l’inaugurazione del 705esimo anno accademico dell’Università La Sapienza.”
Riuscirono nell’intento, i 68 facinorosi?
Riuscirono sì. La Santa Sede declinò l’invito, vista la mala parata. Ci fu qualche reazione pro Vaticano da parte di CL, di Giuliano Ferrara, di Ruini. Ma infine la Sapienza non dovette cambiare nome in l’Ignoranza.
Il papa non andò perchè valutò più conveniente fare la vittima che esporsi alle contestazioni, per un imperatore abituato a ricevere solo elogi (perchè se no li perseguitava come capo dell’inquisizione, come ha fatto nella sua attività contro che non la pensava come lui) non era accettabile. Così chiesa e clericali si scatenarono nell’accusare i contestatori di intolleranza e che gli avevano impedito di parlare. Strana idea di democrazia quella di non accettare le contestazioni a cui un politico democratico dovrebbe essere abituato, ma lui era un imperatore di uno stato non democratico, per di più invitato per una lectio magistralis, cioè senza la possibilità di replica e discussioni. D’altronde uno che afferma in modo dittatoriale che la ragione deve essere sottoposta alla fede e che con Galileo la chiesa era dalla parte della ragione, non lascia spazio a discussioni, per questo le giuste critiche. Per dare una idea del personaggio nel suo testamento riportato da der Spiegel ha fatto la vittima lamentandosi che i suoi scritti non venissero più letti nelle università per un presunto bando nei suoi confronti e non che forse prima li leggevano perchè erano obbligati e i tributi precedenti erano inchini dovuti ad un potente che si credeva così di essere capace e di essere un riferimento filosofico.
… lamentandosi che i suoi scritti non venissero più letti nelle università…
Giustamente ignorati, poiché non penso che esista un solo testo di livello universitario
che prenda sul serio l’ipotesi ‘dio’ se non per confutarla o citarla come arcaica credenza
nelle materie umanistiche.
Sempre meno gente è cattolica, sempre meno gente va in chiesa, figuriamoci poi tra i giovani, ed allora la chiesa e i clericali devono invadere ogni spazio nel tentativo di rievangelizzare, appoggiandosi alla politica. Per di più scegliendo la forma della lectio magistralis, cioè non di un dibattito, ma di fornire dall’alto delle linee di indirizzo, senza contradditorio, per far capire chi comanda. Chiedere alla chiesa cattolica di parlare di pace e soprattutto di diritti è come chiedere di parlarne a Khamenei o al patriarca Kyrill, ma si inserisce nel filone propagandistico della chiesa cattolica di attribuirsi i meriti per i nostri diritti occidentali.
Ma basterebbe conoscere un po’ la storia per sapere a quanti di quei diritti la chiesa si è opposta e di come li abbiamo ottenuti con la sua dura opposizione, proprio grazie alla secolarizzazione. Quanti di quei diritti li perderemmo se la chiesa comandasse come un tempo?
Invitare poi un personaggio come Zuppi che è un insabbiatore della pedofilia ecclesiastica: basterebbe leggere ciò che dicevano le vittime della pedofilia ecclesiastica qualche mese fa su critica liberale e la loro denuncia del tentativo di insabbiare il problema proprio da parte di Zuppi con la sua presa in giro con la pseudo indagine di facciata, cosa che in nessun altro pase è stata fatta in questo modo e che avrebbe dovuto generare forti proteste dai fedeli e non, ma in Italia i clericali sono talmente forti ed i fedeli e gli altri talmente passivi che in Italia la chiesa può dormire sonni tranquilli. Negare i diritti alle vittime, ad avere giustizia e risarcimenti, non è un buon biglietto da visita per uno che pretende di parlare di diritti.
“non penso che esista un solo testo di livello universitario
che prenda sul serio l’ipotesi ‘dio’ se non per confutarla o citarla come arcaica credenza
nelle materie umanistiche.”
Caro Diocleziano, la mia esperienza mi dice che se in un testo universitario metti in dubbio l’idea di “dio” difficilmente farai carriera.
È che non riesco a immaginare in quali materie – di livello universitario – possa essere citato dio.
Escludendo ovviamente le facoltà teologiche o di indirizzo religioso. Parlo di università ‘serie’.
Da un punto di vista storico certamente si parlerà di dei o di dio, ma non per affermarne o escluderne l’esistenza… spero.
Caro Diocleziano,
quanti filosofi atei e critici delle religioni ci sono nelle Università italiane? Io, nella grande università che mi capita di frequentare, vedo prof di Filosofia teoretica che scrivono saggi su Pascal (non per confutarlo), o “Aristotele dopo Heidegger: per una riabilitazione dell’onto-teologia”: sono 476 pagine, e l’ho scoperto solo ora, ma mi sembra che il titolo sia eloquente. Poi so di gente che insegna “Filosofia della religione”, o di pastori valdesi che insegnano Storia Moderna (con la Preistoria, a parlare di Adamo ed Eva forse avrebbe qualche difficoltà). Storici e Filosofi del Medioevo sono perlopiù innamorati di Tommaso d’Aquino.
Diocleziano
L’università non è fatta solo di cultura, ma anche di potere e baroni. La chiesa cattolica possiede alcune università ed ha le mani in pasta anche in molte altre come vediamo segnalato nelle stesse clericalate, soprattutto in Italia dove il potere è clientelare. Ha piazzato diverse cappellanie nelle università, gode di favori e privilegi e se guardi a CL sono attrezzati in cordate per favorire la scalata di loro uomini ai vertici universitari o alle cattedre. Se guardi al report sullo stato dell’informazione in Italia sulla secolarizzazione e sui media trovi quanto sia a senso unico sull’argomento religioso. Quindi certi argomenti sono intoccabili o non criticabili e se li metti in dubbio subirai duri attacchi o anche delle ripercussioni lavorative. Pensa al caso del biblista Pesce, duramente attaccato, e nessun professore universitario che intervenisse a sua difesa, o al biblista Bart Ehrman.
Mixtec/ RobertoV
È molto peggio di quanto pensavo.
Penso a certe materie che, per loro natura, dovrebbero essere ‘blindate’.
Non mi illudevo sull’ambiente che certamente soffre degli stessi mali dei mass-media: rai in primis