La Corte d’Appello condanna al risarcimento di 50 mila euro il Comune di Verona che nel 2013 aveva rifiutato l’affissione dei manifesti della campagna dell’Uaar Viviamo bene senza D.
Dopo un iter travagliato che dal 2013 vede l’Uaar in causa con il Comune di Verona, con sentenza resa nota ieri, la seconda sezione della Corte d’Appello di Roma ha definitivamente condannato la città veneta al risarcimento di 50 mila euro nei confronti dell’associazione, al pagamento integrale delle spese di giudizio, nonché alla immediata affissione dei manifesti a suo tempo censurati.
Manifesti della campagna informativa circolata nel 2013 liberamente in tutto il resto d’Italia, Viviamo bene senza D: una grande immagine giallo-nera (i colori sociali Uaar) con la scritta Dio, la cui iniziale sbarrata da una X ricordava ai cittadini che «dieci milioni di italiani vivono bene senza D». E che «quando sono discriminati, c’è l’Uaar al loro fianco».
Messaggio censurato dall’allora giunta leghista di Flavio Tosi come «offensivo e potenzialmente lesivo di qualsivoglia religione». Finalmente la Corte d’Appello – seguendo peraltro la Cassazione che si era già pronunciata nel 2020 annullando con rinvio la precedente sentenza – ritiene al contrario meritare «la tutela di cui all’articolo 19 della Costituzione accordata alla “libertà di coscienza”, in questo caso riferita alla “professione di un credo religioso negativo” (…) e alla prospettazione in senso positivo dell’esistenza senza Dio. Il messaggio contenuto nel manifesto merita altresì la tutela di cui all’articolo 21 della Costituzione, riguardante la libertà di manifestazione del pensiero».
Discriminatoria quindi la condotta del Comune, che nell’immotivata e pretestuosa censura ha leso il «diritto di coloro che si riconoscono in tali valori, di professare il credo ateo e/o agnostico razionalista, del quale l’Uaar è portatore e garante» e che è pertanto tenuto a risarcire il danno non patrimoniale arrecato.
«Esprimo viva soddisfazione per questa sentenza – afferma Roberto Grendene, segretario Uaar – Sono state ribadite le nostre ragioni che denunciavano una conclamata discriminazione e una illiberale censura, tanto della libertà di espressione quanto della libertà di non credere. Censura poi ancor più grottesca a fronte dello spazio sempre invece concesso senza remora alcuna alla comunicazione religiosa anche negli spazi pubblici».
«Questa decisione – dichiara Adele Orioli, responsabile delle iniziative legali Uaar – seppur per merito dell’Uaar va ben oltre la sua dimensione associativa, perché riguarda le singole individualità di tutti i non credenti italiani che possono finalmente e liberamente dire di essere “senza dio”. Ringraziamo inoltre per questa storica conclusione gli avvocati Fabio Corvaja e Francesca Leurini per la costanza e l’ineccepibile professionalità dimostrate».
Comunicato stampa
Povero (D) comincerà ad avere crisi di identità? 😛
Beh, puo’ sempre fare la parte del cittadino del regno d’iD, quindi come quelli del Qatar sono qatar…ioti, lui sara’ un iD…iota!
Bella comunque la battuta, come sempre Divo Cesare!
Ricordiamoci una cosa, però, al Tosi ed al suo entourage, non gliene frega niente della sentenza, perchè il loro obiettivo politico lo hanno raggiunto, in quanto possono dire all’elettorato cattolico: “Noi quello che dovevano fare l’abbiamo fatto, ma purtroppo, i giudici (che sono tutti terribili atei), ci hanno impedito di tutelarvi fino in fondo. La buona volontà da parte nostra c’è stata, ma, come si dice: “.
Ci sarebbe il problemino dei soldi da pagare, ma tanto non saranno mica il Sindaco di Verona ed i suoi collaboratori, a sborsarli di tasca loro.
Il popolo ha la memoria corta: oggi sanno che il Comune ha fatto la figura del cioccolataio
e che se lo ricordino in futuro.
I 50.000€ mettiamoli nel registro delle perdite causate dalla Città del Male.
In politica come in tanti altri campi, non cerchi il consenso da chi gia’ te lo da, ma cerchi di attirare quelli che sono indecisi, i cosidetti ‘donkey voters’, (i ciucc’, come dicono a Napoli).
Quindi il ‘donkey’ che ha li ha votati, oltre a vederli sconfitti deve fronteggiare il fatto che sara’ il Comune – e quindi anche lui contribuente – a dover sborsare fior di quattrini. E se qualcuno facesse una bella campagna su questa situazione? Perche’ i cittadini, che non solo non hanno votato la Giunta ma sono in disaccordo con essa sulla questione della D barrata, debbono incolarsi le spese di risarcimento e quelle legali? Che siano la Giunta, il Vaticano (per conto del quale ha fatto questa mossa) e chi li ha votati e/o e’ d’accordo con loro, a pagare. Basta sperperare denaro pubblico per motivi ideo-teologici!
Detto questo, complimenti alla UAAR per la vittoria e anche ai vari gradi di giudizio che hanno restaurato un minimo di fiducia nella Giustizia italiana e nella laicita’ dello Stato.
errata corrige:
“…….la buona volontà da parte nostra c’è stata, ma il destino cinico e baro si è messo di mezzo”.
…”…leso il diritto di coloro che si riconoscono in tali valori, di professare il credo ateo e/o agnostico…”. Pur lieto per il favorevole esito giudiziario, non posso esimermi dal rammarico per questo insopportabile ossimoro credo-ateo presenti nella stessa frase. Non potevano scegliere una formula più felice?
Anche a me non è piaciuta l’espressione, ma sembra che i credenti non riescano a concepire che non si possa credere e che quindi considerano che anche un ateo sia un credente. Forse per come sono scritte le leggi italiane non potevano scrivere diversamente. Come ho sempre sostenuto una religione dovrebbe essere considerata una associazione filosofica, ma vallo a dire a loro che credono di avere il sangue blù che sono una associazione filosofica.
Quello del ‘credo ateo’ era uno dei cavalli da battaglia dei cuginetti sfortunati che popolavano un forum, ahimé, estintosi. Sfuggiva loro la contraddizione che pone agli antipodi le definizioni di ‘credo ateo’ e ‘credo’: se può esistere un ‘credo ateo’ dove
si colloca il ‘credo’ puro e crudo? Nel nulla.
Penso che la soluzione sia semplicemente nel dire ‘pensiero ateo’.
Non c’è bisogno di credere nelle cose vere, evidenti di per sé.
Se ‘bisogna’ credere c’è qualcosa che non funziona, no?
Interessante notare che si può dire da ogni media, pulpito, anche da parte di politici e del governo ed in modo anche aggressivo che si è cattolici, anzi che gli italiani sono cattolici, straparlare di tradizioni che tutti devo rispettare senza aver mai democraticamente dimostrato in 75 anni che sia così, ma non si può dire apertamente che non si crede in dio, che esistono anche gli altri. Ed avevano addirittura avuto il coraggio di sostenere che affermare che esistono anche gli atei sarebbe lesivo della libertà religiosa: mentre affermare che gli italiani sono cattolici o devono identificarsi come cattolici che cosa sarebbe?
In qualsiasi paese democratico i giudici non avrebbero potuto che dare ragione all’UAAR e così è andata anche se in Italia non si può mai sapere, Come segnalato dai Valdesi in Italia non esiste ancora una legge sulla libertà religiosa perchè in realtà viene ottenuto un surrogato con leggi ad personam per la chiesa cattolica e poi altre leggi che ammettono la presenza di altre forme religiose, subordinandone l’accettazione al governo. Cioè mentre la chiesa cattolica può fare quello che vuole riconoscendola come stato nello stato le altre sono sottoposte a censura ed obbligate a mantenere un profilo basso che non entri in conflitto con la chiesa cattolica e con i clericali. Sarà interessante vedere come reagiranno ed i commenti dei bullisti clericali. Mi aspetto ondate di vittimismo e rifiuto a pagare con campagne diffamatorie.
Mah…sarà…..per me per diranno che i politici i quali hanno cercato di bloccare l’iniziativa dell’UAAR erano nel giusto e sono stati bloccati da un potere ostile (e probabilmente demoniaco). Il risarcimento non è altro che un piccolo martirio che bisogna accettare.
Per cui sopporteranno anche quel danno economico (peraltro inavvertibile sul piano personale).
Ricordatevelo sempre, per certo mondo cattolico più intransigente, quello che dicono e fanno loro, va interpretato e contestualizzato, quello che dicono e fanno i loro avversari, va preso alla lettera e, se occorre, isolato dal contesto.
Ricordiamoci sempre che non abbiamo di fronte nemico leale sul piano intellettuale e con il senso dell’equità nel confronto, ma un nemico che esalta la logica e che, però, la usa in modo intermittente (e a pro suo).
…sopporteranno anche quel danno economico…
Quale danno? I soldi dovrebbe sborsarli il Comune e quindi denaro pubblico = danno pubblico.
La parrocchia potrebbe fare il bel gesto – visto che la Città del Male, bene o male è la mandante –
di sganciare la grana. Che poi sappiamo da dove gli arrivano i soldi. La solita partita di giro.
veramente l’avevo detto anch’io che, come “danno” è cosa di poco momento.