Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica del mese di marzo è l’approvazione, da parte del Parlamento Europeo, di un emendamento presentato da Renew Europe che «condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali». Il Parlamento Europeo, si legge ancora nell’emendamento, «ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli».

Il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders aveva già chiarito che gli stati membri dell’Ue hanno l’obbligo di riconoscere i figli di genitori dello stesso sesso. La presa di posizione a seguito di una interrogazione sui diritti delle famiglie lgbt promossa dagli eurodeputati del Movimento 5 Stelle. Il governo Meloni è intervenuto per limitare le trascrizioni anagrafiche dei figli delle coppie omogenitoriali e diversi esponenti in questi giorni hanno lanciato strali reazionari contro i diritti lgbt.

Intanto in Italia l’attacco della destra alle famiglie omogenitoriali viene rintuzzato da diversi esponenti politici, Pina Picierno (Pd) replica all’uscita del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI) sui bambini “spacciati” come figli dalle coppie lgbt così: «una frase cattiva, non soltanto nei confronti delle coppie che scelgono di accogliere con amore un figlio, ma soprattutto nei confronti dei figli stessi». Il sindaco di Milano Beppe Sala partecipa alla manifestazione indetta a Milano a sostegno delle famiglie arcobaleno. Alessandro Zan, deputato Pd che aveva proposto una legge contro omofobia e altre forme di discriminazione poi naufragata in aula, critica la «campagna d’odio» volta a «criminalizzare le famiglie arcobaleno». Per Francesco Boccia è «disumano e disonesto» aver «trasformato un dibattito così serio sui diritti di migliaia di persone in uno sull’utero in affitto e la maternità surrogata». Roberto Fico (M5S) contesta la «nuova battaglia ideologica del centrodestra», ricordando le aperture sui riconoscimenti da parte dell’ex sindaca Chiara Appendino.

Diversi sindaci esprimono dissenso verso la circolare del Ministero dell’Interno ai prefetti volta a bloccare le trascrizioni anagrafiche dei figli delle famiglie lgbt. Tra questi, Marco Dori di Mira (VE), che commenta: «prima i bambini e il loro diritto ad essere riconosciuti questa è innanzitutto una questione d’amore e di giustizia». Per il sindaco di Verona Damiano Tommasi «il nostro primo obiettivo è tutelare le bambine e i bambini che già ci sono». Anche il primo cittadino (leghista) di Treviso Mario Conte annuncia il dissenso rispetto alla dura presa di posizione del suo partito e del governo Meloni: «non c’è nulla di scandaloso: è giusto creare l’iter corretto e parificare la condizione a tutte le altre famiglie». Sergio Giordani, sindaco di Padova, intende confermare le procedure che fin dal 2017 sono state applicate dall’amministrazione: «come sindaco, ben lontano dal farne una questione ideologica o di parte, ho il dovere di tutelare anzitutto gli interessi preminenti delle bambine e dei bambini».

La consigliera regionale dell’Emilia Romagna Nadia Rossi (Pd) reagisce alle esternazioni omofobe del sindaco di Pennabilli (PN) Mauro Giannini durante il programma radiofonico La Zanzara: «a questo Sindaco, come a tutti i suoi colleghi, vanno ricordati i dettami della nostra Costituzione. […] è bene quindi cercare di amministrare con una visione inclusiva», aggiunge citando esempi di politici di centrodestra aperti verso le istanze delle famiglie lgbt. Il primo cittadino Giannini, già noto per l’attacco alla laicità di un istituto di Maiolo, aveva affermato che «essere gay è contronatura, non deve passare che sia normale. In religione si dice “andate e moltiplicatevi” non “andate e prendetelo in c**o».

Il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Massa Finalese nel Comune di Finale Emilia (MO) Tiziano Mantovani non ha dato l’autorizzazione per la benedizione pasquale in orario scolastico nelle classi, spiegando che si tratta di «un atto di culto e gli atti di culto non si fanno nella scuola. La scuola è laica». Come «compromesso», aggiunge, «ho concesso lo stesso di fare la benedizione, ma non nelle aule bensì davanti alla scuola. Averlo concesso in passato di sicuro non è stata una scelta inclusiva. Io non entro nel merito, però non è una cosa da fare a scuola anche se la maggioranza sono cattolici».

La laicità della scuola sotto attacco trova difensori. I genitori di alcuni studenti del Quarto Istituto Comprensivo di Nocera Inferiore (SA) hanno segnalato all’Ufficio scolastico regionale la lezione di stampo “catechistico” tenuta dalla dirigente Annarosaria Lombardo per esaltare la figura del beato Carlo Acutis. Il comunicato dei genitori parla di fatto «grave nell’ambito di una scuola statale e laica e che, oltre a violare la normativa vigente, tocca la delicata sfera del processo di formazione e dello sviluppo psicologico e cognitivo di bambini di massimo 11 anni». Secondo le ricostruzioni, la dirigente ha riunito gli studenti, posizionato la reliquia su un drappo religioso e fatto recitare preghiere, mostrando sul cellulare la foto della salma di Acutis. Per giunta l’evento non era stato deliberato dagli organi collegiali, né i genitori erano stati avvisati. La dirigente si è giustificata dicendo di voler «solo educare i nostri alunni a quelli che sono dei valori importanti, come la libertà, l’onestà, la cristianità».

Possibile, con la campagna per la scuola #Allabasedellascuola, ha ricordato come la laicità sia «un valore imprescindibile dello Stato» e condannato l’iniziativa del sindaco Giannini, ribadendo la proposta di «abrogazione o radicale revisione del Concordato per superare l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, non solo perché impartito da docenti scelti dalle curie e pagati dallo Stato, ma anche perché improntato a una logica confessionale».

In uno stato laico anche i preti devono prendersi le proprie responsabilità. Il tribunale di Verona stabilisce che un prete, tuttora in “servizio”, dovrà riconoscere come figlia una bambina avuta nel 2017 da una relazione con una donna e versare gli alimenti arretrati (circa diecimila euro). Il sacerdote si era rifiutato di riconoscere la figlia ed era stato trasferito da Garda in un Comune del Friuli Venezia Giulia dalle gerarchie cattoliche dopo l’emergere dello scandalo. La donna l’aveva quindi denunciato per non avere ottemperato ai suoi obblighi di assistenza familiare, ottenendo infine ragione in sede civile.

 

Continua il processo di secolarizzazione del nostro paese. In Italia si riprendono matrimoni e unioni civili, sempre però sotto i livelli pre-Covid, mentre continua il declino delle nozze religiose. I dati provvisori del 2022 elaborati dall’Istat indicano una lieve crescita generale delle nozze (+4,8%) dovuta alla spinta dei matrimoni civili (+10,8%); le unioni civili registrano un aumento del 32%. Nel 2021 i matrimoni civili sono al 54,1% riallineandosi, rispetto al picco del 71,1% del 2020 dovuto alle misure di sanitarie, all’andamento crescente osservato negli ultimi anni, con il sorpasso rispetto alle nozze concordatarie. I matrimoni in Comune si consolidano in particolare come preferenza per le prime nozze e per quelle tra sposi italiani.

La commissione prefettizia che amministra il Comune di Nocera Terinese (CZ) ha emesso un’ordinanza per vietare le sanguinolente processioni di “vattienti” (flagellanti), per motivi di salute pubblica. Nel periodo pasquale infatti, in diversi Comuni della zona e non solo, gruppi di fedeli particolarmente devoti pensano bene di flagellarsi a sangue durante le processioni per rievocare la “passione” di Gesù. I prefetti spiegano che la decisione è stata presa per questioni igienico-sanitarie, dato che «lo spargimento di sangue per le vie cittadine unita all’apposizione dello stesso sulle mura degli edifici è in assoluto contrasto con le primarie esigenze di tutela della salute pubblica e salubrità dell’ambiente», considerato pure che queste processioni vedono una notevole concentrazione di persone. Già negli anni della pandemia di Covid-19 la pratica era stata sospesa.

La sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint (GO) si schiera contro l’imposizione del digiuno del Ramadan agli alunni che frequentano gli istituti della zona, inviando una lettera per chiedere l’intervento del Ministero dell’Istruzione. «Nelle nostre scuole i bambini di famiglie islamiche vengono esclusi dal consumo dei pasti nelle classi a tempo prolungato», scrive Cisint, per la quale è «gravissimo» che non si parli della «tutela dei minori», tenendo conto degli «aspetti pedagogici, educativi e sanitari ed il portato delle conseguenze e degli effetti di un digiuno, che preclude di norma persino l’assunzione della semplice acqua e che si protrae per un periodo così lungo». In questo come in altri casi chi ha davvero a cuore sempre la laicità e contesta sempre il confessionalismo nota come i conservatori nostrani siano molto solerti quando si tratta di arginare le pretese confessionali delle religioni di minoranza (come l’islam), mentre rimangano silenti di fronte all’invadenza della religione cattolica nelle scuole, quando ad esempio vengono imposti riti e benedizioni in aula. Di recente infatti anche sul caso della scuola di Firenze che ha concesso un’aula per la preghiera del Ramadan durante l’intervallo sono scattati i politici locali di destra, con toni da laicità “a corrente alternata”. Per Fratelli d’Italia, il capogruppo nel Consiglio regionale toscano Francesco Torselli e il capogruppo in Consiglio comunale Alessandro Draghi si chiedono chiedono dove siano i «progressisti di sinistra di fronte a questa virata confessionale», lamentano un «sentimento anti-italiano e di avversione verso la nostra cultura e le nostre tradizioni» da parte di chi tollererebbe le pretese islamiche ma non gradirebbe «la presenza del simbolo della cristianità delle scuole».

La redazione