Buona Festa della Liberazione

C’è da festeggiare, tutti, la Festa della Liberazione. Ma diventa ancora più difficile quest’anno, visto che per la prima volta abbiamo a capo del governo chi in campagna elettorale sosteneva che «Dio, Patria e famiglia non è uno slogan politico ma il più bel manifesto d’amore che attraversa i secoli». E per la prima volta la seconda carica dello Stato ha affermato che l’antifascismo non è nella Costituzione.

D’altra parte è lo stesso Ignazio Benito Maria La Russa che da ministro augurò la morte agli attivisti Uaar per la laica richiesta di togliere il crocifisso dalle aule, ossia quel simbolo della religione cattolica che, come ha stabilito la Cassazione nel 2020, «costituiva un fattore di unità della nazione per il fascismo» e la cui esposizione autoritativa «nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato».

Se la sinistra e in generale le opposizioni al governo in carica hanno decisamente più chiaro il significato per l’intera nazione del 25 Aprile, altrettanto nettamente hanno qualche problema a ricordare lo stretto legame tra fascismo e Vaticano, i relativi dannosi effetti che persistono ancora oggi e soprattutto di agire per rimuoverli per essere, tutti, liberi davvero.

Senza cadere nella retorica dell’intoccabile “Costituzione più bella del mondo” sarebbe doveroso invece ricordare che sulla base dell’articolo 7 e del Concordato firmato da Mussolini ancora oggi lo Stato concede alla Chiesa cattolica uno status privilegiato e considera atei e agnostici cittadini di serie Z.

Una Liberazione incompiuta, dunque, finché non verranno aboliti l’art.7 della Costituzione e il Concordato.

Finché non cesseranno le discriminazioni infantili nella scuola pubblica per la presenza dell’insegnamento della religione cattolica «impartito in conformità della dottrina della Chiesa».

Finché le religioni non saranno finanziate dai loro fedeli senza attingere tramite corsie preferenziali alla fiscalità generale.

Finché atti di culto e simboli religiosi non saranno più imposti sul lavoro, a scuola, nei luoghi istituzionali e nelle strutture obbliganti.

Finché ogni Comune non garantirà la presenza di sale per funerali civili e di luoghi solenni per matrimoni e unioni.

Finché il conforto negli ospedali e nelle carceri sarà gestito laicamente senza onerose convenzioni per retribuire a spese della collettività gli assistenti religiosi scelti dal vescovo.

Finché non sarà possibile essere liberi davvero di autodeterminarsi relativamente alle scelte di fare figli o non farne, di interrompere una gravidanza o ricorrere a fecondazione assistita, di costituire famiglie tutte con gli stessi diritti a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale, di porre fine alla propria vita se si versa in condizioni di sofferenza considerate inaccettabili.

Una Liberazione incompiuta finché l’Italia non sarà realmente uno stato laico.

Dobbiamo ancora resistere e impegnarci per essere liberi davvero. E proprio per questo facciamoci i migliori auguri di buona Festa della Liberazione.

Roberto Grendene
Segretario nazionale Uaar

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32 commenti

KM

Una Festa della Liberazione rossa e atea. Reintegriamo il concetto di Resistenza: Resistenza continua contro i fascisti, il clero (di ogni stampo), i reazionari che vogliono riportarci al Medio Evo prossimo venturo.
Diciamolo a voce alta: No pasaran!

laverdure

“No pasaran!”
Io sceglierei uno slogan meno legato a certi ricordi spiacevoli.
Ricordate come commento’ Lui ?
“Siamo passati e passeremo !!”

KM

Saranno pure passati, ma per la via che conduceva a PIAZZALE LORETO!

laverdure

Peccato che in Spagna la democrazia e’ tornata solo alla morte,(per vecchiaia
notare bene)di Franco.
Quanto all’Italia,conosci molta gente che sappia della seduta del Gran Consiglio del 24 Luglio ’43,quando il Duce stesso accetto’ l’Ordine del Giorno
proposto da Dino Grandi,che gli chiedeva di dimettersi ?
Di come il giorno dopo rimise il potere in mano al Re,che lo fece arrestare all’uscita del palazzo ?
Insomma,il fascismo aveva dato forfait da solo,e la presenza di truppe alleate nel sud,in avanzata,non era certo stata un fattore secondario.
E di come poco tempo dopo ,l’8 Settembre il Re,il comandante in capo Badoglio e gli alti papaveri se la filarono a gambe levate,senza lasciare il minimo ordine alle truppe italiane ?
Insomma,il caos piu’ totale ?
Questi piccoli dettagli sono fondamentali perche’ solo a partire da quel momento incomincio in Italia la resistenza al fascismo “rimesso in piedi”alla meglio,ormai divenuto subordinato del nazismo.
Ma,torno a dire,se provi a fare qualche domanda in proposito ai conoscenti,specialmente delle ultime generazioni,troverai che l'”analfabetismo funzionale” impera incontrastato.

Manlio Padovan

Ci siamo fregati il giorno in cui stupidamente abbiamo accettato che si tratti della festa della Liberazione e non la festa della Resistenza.
L’ipocrisia è sempre in agguato in fascisti e preti.
Dovremmo tendere ad un patto costituzionale sulla Resistenza…senza se e senza ma.

GBK

La Resistenza contro il clericalismo mi sembra un ottimo proposito. Non semplice.

KM

Ma perché, la Resistenza di un nucleo di Partigiani italiani, jugoslavi e francesi contro la Wehrmacht era ‘na cosa semplice? Era semplice per Galileo o Bruno operare da soli contro l’onnipotente stato vaticano?

laverdure

Hai centrato il punto :”Resistenza di un (piccolo) NUCLEO di partigiani italiani…”,mentre il resto della popolazione si accontentava di “resistere” nel senso di tirare avanti con ogni piccolo espediente possibile, sperando in tempi migliori,che sono venuti ,qui come in altri paesi,grazie alle forze alleate e in seguito al piano Marshall.
Mentre per 20 anni la grande maggioranza della popolazione aveva la massima riverenza per il Duce esattamente come per il Papa.
Viene da chiedersi come il nostro giornalista di Predappio abbia potuto esercitare per tutto quel tempo un simile potere su un popolo cosi (preteso)
profondamente antifascista.
Che possedesse poteri di controllo paranormale come il Mule,il mutante che compare nel ciclo “La Fondazione” di Isaac Asimov ?
Purtroppo ora l’unica forza che potrebbe ,nel tempo ,sconfiggere lo Stato Vaticano non e’ altro che l’Integralismo Islamico.
Bella prospettiva,vero ?
Paragonabile a quanto sarebbe potuto succedere se l’Italia fosse stata “assorbita” dall’impero comunista stalinista al pari di Polonia,Cecoslovacchia ecc,se gli angloamericani,per i loro interessi beninteso(nessuno fa regali al mondo)non avessero deciso altrimenti.
Che discorso “politicamente scorretto”,vero ?
E viziato di “revisionismo”,come si sente immancabilmente dire,come se il continuo revisionismo non fosse alla base di ogni disciplina scientifica compresi gli studi storici,mentre i dogmi sono il fondamento di ogni religione,come pure di ogni ideologia.
Peccato che i venti della storia logorano anche i dogmi,quello della Resistenza fara’ la fine di quello del Risorgimento : per le nuove generazioni Garibaldi e Mazzini sono semplicemente nomi di strade e piazze.

RobertoV

laverdure
Visto che eravamo in una dittatura è abbastanza normale che il numero di resistenti attivi sia piccolo, ma non si può dedurre da questo che gli altri fossero favorevoli alla dittatura. Matteotti ha protestato ed abbiamo visto cosa è successo, così come a tanti altri che si sono esposti. Con questa logica potremmo anche sostenere che gli ebrei deportati non fossero contrari alla dittatura perchè non sono note grandi proteste o che nell’URSS o in Cina fossero tutti comunisti. Mi sembra una caratteristica tipica di ogni dittatura l’avere una opposizione attiva di pochi.
Lo stesso esercito italiano ha potuto combattere i nazifascisti solo dopo l’armistizio, quando c’erano condizioni più favorevoli. Non mi pare che il fenomeno fosse poi così piccolo visto che oltre ai 100 mila militanti combattenti c’erano quelli che hanno collaborato a nascondere partigiani ed ebrei e l’esercito italiano dell’Italia liberata. Certo senza gli anglo-americani non ci saremmo liberati neanche dalla monarchia e sovrastimare l’azione partigiana è servita a limitare le conseguenze di paese sconfitto.
Inoltre gli italiani non sono mai stati dei cuor di leone, come vediamo anche ai giorni nostri e con le deboli proteste in confronto ad altri paesi: lamentarsi tanto, ma in pochi ad agire in prima linea. Mi risulta che l’unica nazione europea a liberarsi coi partigiani sia stata la ex Yugoslavia, ma anche loro hanno ricevuto armi e sostegni economici.

laverdure

@RobertoV
Infatti non sto criticando il fatto che solo una piccola percentuale di popolazione si impegno realmente nella Resistenza,ma la nostra pretesa di voler far credere il contrario,mettendo contemporaneamente in ombra il fondamentale contributo dei militari angloamericani,molti dei quali ci lasciarono la pelle in casa nostra e altrove per la sconfitta del nazifascismo.
Come pure,ripetiamolo, mi stomacano le accuse di ” revisionismo”ogni volta che saltano fuori particolari poco edificanti a carico di pretesi “resistenti”,o “ridimensionamenti” di pretesi contributi risolutivi alla vittoria,come se avessimo a che fare con dogmi paragonabili a quelli di Nostra Madre Chiesa.
Si cade addirittura nel grottesco quando l’ANPI,una associazione combattentistica che per forza di cose (dopo 80 anni)conta ormai ben pochi membri legittimi,pretende di accettare nuovi soci appartenenti a generazioni successive,che (visto lo stato della cultura italiana in generale)
hanno di quel periodo solo idee molto vaghe,o addirittura extracomunitari,che non hanno nemmeno quelle.
E se possibile ancora piu’ grottesco e’ l’atteggiamento critico ostentato recentemente dai vertici dell’associazione verso la REALE resistenza che il popolo ucraino sta conducendo da oltre un anno contro l’aggressione di Putin.
Cosa che giustifica forti dubbi sull’esempio morale che certe associazioni e forze politiche pretendono di elargire ad ogni pie’ sospinto.

laverdure

@RobertoV
“Inoltre gli italiani non sono mai stati dei cuor di leone,…….”
Chissa,forse il coraggio,la resistenza “naturale”alla paura dipende anche da fattori genetici,come la resistenza alle malattie,e quindi puo’ variare da popolo a popolo,ma io credo che in questo contesto dipenda soprattutto
dalla cultura in cui uno e’ cresciuto,e quindi da quanto possa esserne motivato.
E nazioni unite da molti secoli,come Francia e Gran Bretagna per esempio,hanno goduto di uno spirito di orgoglio nazionale ben superiore a quello di un paese come l’Italia,unita da appena 150 anni.
Spezzettata per secoli in staterelli che si facevano guerra tra loro spesso pur avendo stessa lingiua e religione.
Paradossalmente il primo a instillare un minimo di spirito nazionale,anche se inzuppato di roboante retorica,fu proprio il nostro Benito.
Spirito che nel dopoguerra le due forze prevalenti,Comunismo e Chiesa cercarono di combattere per i propri fini,Internazionale Comunista(sottomessa all’URSS) ed Ecumenismo (sottomesso al Vaticano).
Entrambi fallirono i loro scopi,ma il danno rimase.

laverdure

@RobertoV
” Mi risulta che l’unica nazione europea a liberarsi coi partigiani sia stata la ex Yugoslavia,…”
Infatti anche la tanto decantata (in film e romanzi) resistenza francese,a detta di molti storici,incomincio’solo dopo 2 o 3 anni di occupazione,quando da un lato il peso dell’occupazione stessa stava diventando sempre piu’ insopportabile ( deportazioni di manodopera forzata,razzie di viveri,materie prime e manufatti)e dall’altro era ormai evidente la sconfitta,nel lungo termine,della Germania.

KM

RobertoV, devo dissociarmi NETTAMENTE dalla tua affermazione che gli italiani non siano mai stati cuor di leone. Non voglio fare una lista di persone che hanno combattuto contro i poteri che assillavano e ancora assillano l’Italia, ma un nome su tutti lo voglio fare: Salvo D’Acquisto! Non parliamo poi di quelli che si sono immolati nel nome della democrazia. Dove sono i Falcone, i Borsellino, i Boris Giuliano americani, inglesi, australiani, etc…?

Diocleziano

KM,
tra le abbondanti sbrodolature del 25-4 non sono mancati i ringraziamenti a chi ha combattuto per liberarci. Tra i liberatori quanto ha contato il loro tornaconto di fronte all’eventualità di una supremazia nazifascista? Nelle truppe dei liberatori c’erano anche quei marocchini al seguito degli inglesi che, per invogliarli a combattere, gli hanno dato carta bianca… chissà se chi ha visto il film ‘La Ciociara’ ha collegato i fatti. Più o meno tutto si sta riproponendo in Ucraina. È dura rimanere equidistanti dai rossi e dai neri, a meno che ci piaccia la solitudine.

RobertoV

KM
Io facevo un discorso statistico, di comportamento della maggioranza. Falcone e Borsellino sono morti proprio perchè li hanno lasciati soli. Il nostro risorgimento non è stato un fenomeno di massa, ma di una elite ed abbiamo avuto bisogno dell’aiuto dei francesi.

laverdure

@KM
“Dove sono i Falcone, i Borsellino, i Boris Giuliano americani, inglesi, australiani, etc…?”
Forse non ce ne sono perche’ in quei paesi la criminalita non sia azzarda a
sfidare lo Stato in maniera cosi sguaiata,perche’ ne uscirebbe con le ossa rotte.
Qui da noi invece il “dialogo ” e’ sempre aperto,anche fra Stato e Mafia,senza conseguenze ,come dimostra la recente sentenza di assoluzione di alcuni “interlocutori”.
Ma forse anche di personaggi come il nostro Schettino se ne vedono meno,e questo,notare bene,non necessariamente per maggiore coraggio degli interessati,ma proprio,all’opposto,per puro opportunismo.
Perche’ certi comportamenti,in culture diverse dalla nostra,susciterebbero una tale riprovazione che la paura di sputtanarsi ,(licenza poetica)senza possibilita di appello,supera spesso ogni altra paura,ed e’ un incentivo decisivo al proprio dovere.
Schettino ha avuto la sfortuna di trovarsi in una situazione per noi “eccezionale”,se avesse potuto prevederla anche lui si sarebbe probabilmente comportato diversamente.

laverdure

Tanto per puntualizzare,la nostra e’ una cultura dove l’interrogativo ricorrente :”Ma chi ce lo fa fare ?” trova troppo raramente una risposta valida.
Altrove invece la gente e’ conscia piu’ spesso che troverebbe facilmente chi la farebbe pentire,in un modo o nella’altro,del mancato adempimento dei doveri,anche solo sotto forma di disprezzo ,per cui dalla necessita nasce la virtu’.
Qui invece vale il culto della furbizia,tanto a farne le spese saranno sempre gli “altri”,vero ?

Diocleziano

Se è vero – come è vero – che la religione è in regressione nonostante non ci sia una ‘resistenza’ organizzata, penso che se si uscisse allo scoperto li vedremmo i risultati.
Su YouTube vedo gli interventi di Odifreddi che hanno grande consenso e folto seguito.

RobertoV

Secondo me gli italiani sono nella situazione della favola dei vestiti dell’imperatore. Temono di esporsi vista anche la propaganda clericale e l’atteggiamento intimidatorio dei clericali e del potere che detengono. Tenendo anche conto di quanto “coraggiosi” siano gli italiani. Non ti sembra strano che in Italia non si sia mai fatto un censimento sull’appartenenza religiosa come è normale in tanti paesi evoluti? Temono che se si scoprisse cosa pensano gli italiani veramente vi possa essere un crollo del cattolicesimo per presa di coscienza. Ed invece bisogna continuare con la propaganda che gli italiani sono/devono essere cattolici, che tutti sono cattolici. Anche il film di ieri su Tina Anselmi mi è sembrato un film di propaganda cattolica, per farci credere di quanto i cattolici si siano battuti per i nostri diritti, sia per la liberazione dal fascismo che per i diritti delle donne. Il solito caso singolo utilizzato ad hoc. Mai un film sulle commistioni tra chiesa cattolica e fascismo.

laverdure

La tendenza al misticismo temo sia radicata nell’inconscio collettivo,e quindi
destinata a durare ancora a lungo,mentre le religioni “organizzate” sono soggette al logorio del tempo e della storia,che provocano cambiamenti di mentalita.
Esattamente come le ideologie pretese “laiche” come il Comunismo,Fascismo e Nazismo,che in realta presentavano caratteristiche tipiche delle religioni,come i dogmi e ,ovviamente,l’intolleranza.
Di un sacco di culti poilteistici e anche monoteistici ormai resta solo il ricordo,e lo stesso lentamente capitera al Cristianesimo,e anche all’Islam.

KM

Ma in fatti, Emperor, per questo ci uniamo alla campagna per lo sbattezzo! E a tutte le altre campagne. E’ come la goccia sulla pietra: prima o poi si vedranno i buchi!

G. B.

@ RobertoV
Ho le mie forti perplessità sulla proposta di censimento dell’appartenenza religiosa, e questo sia per ragioni di principio che per ragioni pratiche.
Ragioni di principio: in uno stato laico le chiese dovrebbero essere considerate niente più che associazioni private, come tante altre associazioni culturali o sportive, e l’appartenenza ad una religione una scelta altrettanto privata.
Ragioni pratiche: temo l’autogol, gli italiani (e non solo loro) sono profondamente conformisti e ben pochi avrebbero il coraggio di dichiararsi non credenti in un atto ufficiale, anche se poi di fatto se ne infischiano di chiese e religioni.
D’altra parte esistono altri significativi indicatori sulla percentuale di non credenti, in particolare la scelta del matrimonio civile, che, soprattutto se si tratti di primo matrimonio per entrambi gli sposi, è una dichiarazione aperta di non credenza, o almeno di indifferenza alla religione (meno significativa dovrebbe essere considerata, a mio parere, la scelta, ancora minoritaria, di non far battezzare i propri figli o di non richiedere per loro l’insegnamento religioso; si sa che quando si deve decidere per sè è più facile sottrarsi al conformismo, mentre diventa più difficile farlo quando si deve scegliere per i propri figli, in particolare nel caso della scelta di non avvalersi dell’insegnamento religioso, chiaramente scoraggiata dalle autorità scolastiche).

laverdure

Infatti sarebbe opportuno un referendum puramente “conoscitivo” riguardo alla propria religiosita,condotto a voto segreto.
Allora la maggior parte probabilmente esprimerebbe le proprie opinioni reali,come le esprimerebbe ad esempio sull’accoglienza indiscriminata agli extracomunitari.
Per quanto molta gente su certi temi non e’ sincera nemmeno con se stessa.
(Del resto siamo davvero sicuri di esserlo SEMPRE anche NOI ?)
E ovviamente simili referendum non li vedremo mai per ovvii motivi.

RobertoV

Sai dirmi in quale stato laico le religioni vengono considerate alla stregua di una associazione culturale o sportiva? Neanche nella laica Francia dove i funerali di stato li fanno in cattedrale col vescovo officiante. Ed in quale le religioni più diffuse accettano di essere equiparate ad associazioni culturali o filosofiche? Ed anche associazioni culturali o sportive forniscono i numeri dei loro iscritti. I censimenti si fanno in parecchie nazioni o, comunque, esistono parecchie indagini statistiche che indagano su vari aspetti del fenomeno religioso. Dovrebbe essere normale per uno stato conoscere le esigenze reali dei cittadini per poterle gestire, quindi anche in campo religioso. In Italia l’Istat può indagare su una marea di questioni private, ma può fare ben poco sul fenomeno religioso per pretestuose questioni di privacy di cui invece si scordano in altri ambiti. Da un po’ di anni chiede sulla frequentazione alla messa, ma gli esperti sanno che c’è differenza tra il dichiarare ed il fare, come si vede bene in quelle nazioni dove si conta la presenza alla messa in certe domeniche di riferimento (Austria, Germania, Polonia, ecc.).
Siamo, quindi, all’assurdo che si può dichiarare che gli italiani sono cattolici, che la nostra religione è cattolica, che la religione è importante per gli italiani, avere politici e media che si affannano a sostenere e soddisfare i desideri della chiesa senza averlo mai verificato e senza poterlo fare e senza mai far sapere agli italiani la situazione reale. I sondaggi sono criticabili e con la collaborazione dei media possono essere oscurati se sfavorevoli, un’indagine nazionale no, ed obbligherebbe anche a discuterne.
Vedi l’indagine presentata nel post successivo dove si dice che solo un italiano su tre ha fiducia nel papa e che solo uno su 4 nella chiesa. Questo dovrebbe dare da pensare ai nostri politici e media che continuano, invece, a considerare la chiesa ed il papa il nostro riferimento quotidiano e continuano ad elargirgli favori ed attenzioni. Hai mai visto per esempio un’indagine seria sull’interesse degli italiani per il Giubileo?
Il problema che paventi esiste ed infatti nel censimento in Polonia c’è stato uno scontro tra clericali e attivisti non credenti che invitavano nel censimento a riflettere bene su cosa dichiarano sull’appartenenza religiosa, ma questo problema c’è anche nei sondaggi dove le persone spesso rispondono per conformismo o perbenismo, per malinteso identitarismo, ignoranza e se il numero è piccolo c’è maggior timore di essere controllati o i dati possono essere drogati ostacolando le alternative come si vede bene con l’ora di religione a scuola, l’otto per mille, i matrimoni civili, i battesimi, ecc.
E’ vero che la chiesa ha dichiarato che lei non è democratica ed è un riferimento a prescindere dai numeri e che c’è bisogno di una rievangelizzazione dall’alto, partendo dalla politica. Ma oggi siamo in una democrazia e dovremmo essere nell’era della scelta dove sono i cittadini a decidere e per farlo devono essere informati.

KM

RobertoV, mi accorgo con sorpresa che stai deragliando e neanche poco. Prima il poco coraggio degli italiani, ora la laica Francia? Cioe’ il Paese dove il 95% dei matrimoni viene celebrato in chiesa? Domani? Boh!

KM

Fermo restando quello di cui sopra, per il resto sono d’accordissimo.

Diocleziano

Per avere un parametro di giudizio sull’abbandono dalla religione è utile confrontare
gli orari delle messe (specie domenicali) di qualche decennio fa e quelli attuali: oltre
al pauroso calo dei frequentatori vi è anche un dimezzamento delle divine performances.
Avevo letto anche qualcosa sulla crisi nel settore della produzione di ostie.
(Potrebbero sostituirle con delle pringles… 😛 )

RobertoV

KM
La Francia è comunemente considerata un paese laico in virtù della legge sulla laicità del 1905 (con aggiunta del 2004). Io facevo notare che un paese considerato laico aveva comportamenti non laici e non è riuscito a limitare troppo il potere delle religioni. Non c’è il matrimonio concordatario in Francia. Non so se i matrimoni a cui ti riferisci avvengano in chiese sconsacrate utilizzate per i matrimoni civili. Solo il 15 % dei matrimoni è religioso e non ha valore giuridico, può essere effettuato solo dopo il vero matrimonio, quello civile. Qualche anno fa un vescovo francese è stato condannato a tre mesi per aver coperto un prete pedofilo e la loro indagine sulla pedofilia nel clero l’hanno fatta seriamente. Mi sembra che ci siano delle notevoli differenze rispetto all’Italia.

laverdure

@Diocleziano
“Avevo letto anche qualcosa sulla crisi nel settore della produzione di ostie.
Potrebbero sostituirle con delle pringles…”
Meglio delle bruschette,cosi si manterrebbe la tradizione del “pane e del vino”.
Ovviamente anche il vino dovrebbe essere diviso coi fedeli,come del resto
si faceva un tempo,e non riservato al sacerdote.

RobertoV

Riguardo all’ipotesi referendum vedo il problema del tipo di domanda che si possa fare sulla religione. A livello nazionale può essere solo abrogativo e quelli regionali consultivi dovrebbero essere coordinati. Ma se penso al referendum di Bologna sulle scuole paritarie vinto nettamente col 60 % a favore delle scuole statali, ma ignorato perchè solo il 30 % aveva votato. Il rischio sarebbe una scarsa partecipazione per cui il risultato verrebbe considerato non attendibile e come al solito i non votanti verrebbero considerati cattolici o favorevoli ai cattolici e alla chiesa nel caso specifico (come si fa per l’otto per mille). Per non parlare di come si scatenerebbero i media e i politici su tale referendum (cosa che comunque avverrebbe anche per il censimento, ma almeno con qualche garanzia ed attendibilità in più).

laverdure

E se l’attuale partito di governo conserva nel suo DNA tracce di un passato regime,non si puo’ certo pretendere di ignorare tracce di altri regimi nel genoma delle sinistre.
Basti pensare alle critiche all’appoggio dell’Italia all’Ucraina nella sua lotta di difesa della sua indipendenza.
Si legge che un noto esponente di sinistra ha tra l’altro sostenuto la differenza tra i rifornimenti di armi che gli alleati (bonta sua ammetterlo)fornivano alla resistenza italiana e le armi fornite all’Ucraina,in quanto si trattava solo di armi leggere.
Quel che e’ giusto e’ giusto : carri armati non se ne sono visti,ma a parte le difficolta di consegna, non credo che sarebbero stati utilizzabili nella lotta partigiana.
Stesso discorso per artiglierie pesanti o cacciabombardieri.
Certo,missili anticarro portatili autoguidati tipo Javelin sarebbero stati utilissimi,ma disgraziatamente all’epoca non erano ancora stati inventati.
Ma dopotutto perche mai un politico dovrebbe avere conoscenze di sistemi d’arma ?
A ciascuno il suo mestiere.

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