Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese di luglio è l’autorizzazione al suicidio assistito per “Gloria”, paziente oncologica di 78 anni. Nel suo caso il diritto all’autodeterminazione sul fine vita ottiene un più ampio riconoscimento: infatti per la prima volta l’Asl riconosce tra i trattamenti di sostegno vitale anche i farmaci antitumorali indispensabili per rimanere in vita, al pari di strumenti come il respiratore, e fornisce l’occorrente per il suicidio assistito. Si tratta della seconda persona che riesce a porre fine alle proprie sofferenze con la morte volontaria, ottenendo il via libera e quanto necessario dall’Azienda sanitaria locale. Gloria aveva commentato: «Ho avuto una vita libera, bella, quando deciderò di procedere con l’aiuto al suicidio per porre fine alle mie sofferenze nonostante tutto l’ultima parola per me sarà che la vita è bella e che sono stata libera fino alla fine». Per il diritto a una morte dignitosa c’è ancora tanta strada da fare in Italia: manca ancora una legge laica e civile sul suicidio assistito e sull’eutanasia, nonostante le sollecitazioni della Corte Costituzionale che si è pronunciata nel 2019.
La Corte dei Conti boccia il “regalino” del Comune di Ossana (TN) al parroco. Nel 2017 l’amministrazione comunale aveva pagato al prete, per il suo congedo, capi di abbigliamento e un pranzo. Il tutto a carico dei contribuenti, come “spese di rappresentanza”. Ma la Procura aveva contestato gli esborsi. La sezione trentina della Corte dei Conti aveva persino sostenuto che «sarebbe stata prassi consolidata quella dei Comuni di approvare e iscrivere in bilancio le spese di saluto ai parroci uscenti tra le spese di rappresentanza». Su ricorso, la Corte d’Appello aveva chiarito invece che tale «prassi» non può essere considerata lecita e non esclude la colpa grave. Alla fine, l’ex Giunta e il vice segretario comunale sono stati condannati dalla Corte dei Conti.
Il Tar della Toscana ha condannato un istituto comprensivo di Firenze che non aveva accolto la richiesta di non frequentare l’insegnamento della religione cattolica con la motivazione che era stata presentata oltre i termini previsti. L’alunna aveva deciso di avvalersi dell’attività alternativa dopo i primi quattro anni di scuola in cui si era scelto IRC. Di fronte all’opposizione della dirigenza, la famiglia ha presentato ricorso. Il Tar toscano ha ribadito che è possibile smettere di frequentare l’insegnamento religioso cattolico e scegliere l’ora alternativa anche se sono trascorsi i termini fissati da circolari ministeriali o di istituto, dato che prevale la libertà di scelta, sulla linea di quanto stabilito dal Consiglio di Stato nel 2018.
La Corte di Cassazione ha stabilito che le scuole paritarie cattoliche di Trento devono pagare l’Imu. Il contenzioso era tra il Comune e la congregazione delle suore di carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, che gestiscono nella città l’Istituto Maria Bambina. La Corte chiarisce che possono essere esentate dall’imposta immobiliare solo le attività didattiche svolte gratuitamente o con importo simbolico.
Il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato apre (parzialmente) alle famiglie omogenitoriali: si è espresso a favore del riconoscimento anagrafico dei figli delle coppie di donne. In un’intervista a La Repubblica ha detto: «là dove non c’è maternità surrogata, nelle coppie omosessuali femminili non vedo ostacoli al riconoscimento della genitorialità piena anche della madre non biologica. Nel diritto, in sostanza, dovrebbero poterci essere due mamme». Anche se, evidenzia Amato, la Corte Costituzionale non si è ancora espressa e la legge sulla procreazione assistita autorizza l’eterologa solo per le coppie eterosessuali. Per Amato la situazione dei bambini nati con gestazione per altri senza riconoscimento non può essere paragonata a quella degli «illegittimi», «dal momento che possono essere adottati dai genitori intenzionali». Ma, ammette, «l’adozione così come oggi è concepita è un congegno molto difettoso»: la Corte l’ha «migliorato», però il Parlamento non ha risposto agli appelli per intervenire. E sull’uscita della ministra della Famiglia Eugenia Roccella, che propone una «sanatoria» per il riconoscimento dei bambini nati con gestazione per altri: «i bambini non sono abusi edilizi».
Diversi politici hanno aderito alla manifestazione di protesta vicino alla sede della Camera a Roma, per contestare l’approvazione della proposta di legge per rendere “reato universale” la gestazione per altri, voluta dal governo Meloni. C’erano tra gli altri Alessandro Zan e Monica Cirinnà del PD, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova di +Europa, la coordinatrice Ufficio diritti lgbt+ di Roma Capitale Marilena Grassadonia.
Il Comune di Sarzana (SP) interviene per non far svolgere nella sala consiliare di Palazzo Roderio il controverso incontro “La famiglia e la tradizione”, organizzato da gruppi di estrema destra, dopo l’appello di associazioni e partiti. Secondo l’assessore alla Cultura Giorgio Borrini era «stata presentata agli uffici come iniziativa squisitamente culturale, a differenza della divulgazione esterna che ne è seguita e incompatibile con la sede richiesta». In pratica tra i relatori vi sarebbero stati esponenti di partiti e i presunti temi culturali si collegavano alle teorie sul rapporto uomo-donna e sul ruolo della famiglia secondo il pensiero di Dante Alighieri, Gabriele D’Annunzio e dell’esoterico filo-nazista Julius Evola. Il convegno, che per gli organizzatori dell’associazione Canto Novo – democrazia futurista è «all’insegna della difesa dei valori della famiglia e della tradizione», viene rinviato a data da destinarsi e non si terrà nel luogo istituzionale. L’appello all’amministrazione è stato sottoscritto da diverse associazioni e da formazioni politiche come il PD, il Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Sinistra per Sarzana, Italia Viva, PSI, Azione, Più Europa.
Alcuni esponenti politici criticano il dietrofront della neosindaca di Latina Matilde Celentano che, accogliendo l’appello del cantante Tiziano Ferro, aveva prima assicurato il patrocinio al Pride locale ma poi se l’era rimangiato. Il capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra in Consiglio regionale Claudio Marotta attacca: «La verità è che la destra ha un volto solo. Quello di chi nega i diritti e il dialogo». Graziano Lanzidei, coordinatore di Movimento POP della Provincia di Latina, fa notare: «la sindaca si era fatta prendere un po’ la mano e si era e si era dimenticata che il Pride fa le stesse dichiarazioni da anni, affinché vengano riconosciute con opportune leggi le rivendicazioni del movimento LGBTQ+».
Il gruppo consiliare del Partito Democratico di Novara ha presentato una mozione per l’istituzione di un “registro alias”, così da attribuire un genere di elezione alle persone transgender in fase di transizione prima del riconoscimento anagrafico formale. La mozione è stata però bocciata dalla maggioranza di centrodestra, in particolare per l’opposizione di Lega e Fratelli d’Italia, nonostante i voti a favore di PD, M5S e gruppi civici. Il primo firmatario della proposta, il consigliere PD Mattia Colli Vignarelli, aveva chiesto «una scelta coraggiosa e lungimirante, coerente anche con quello che pensano molte destre liberali in Europa, un atto di civiltà». Da destra solo l’ex leghista Francesca Ricca (ora nel gruppo misto) ha votato sì.
Anche a Pescara sarà possibile accedere all’interruzione di gravidanza farmacologica, presso l’ambulatorio ostetrico-ginecologico del Presidio di Via Rio Sparto, dopo la deliberazione del direttore generale Vincenzo Ciamponi. La consigliera regionale Sara Marcozzi esprime soddisfazione, «dopo tante interpellanze da me protocollate e discusse in Consiglio regionale sul tema, arriva in Abruzzo un segnale preciso a tutela della donne, che va nella direzione indicata dal Ministero della Sanità nell’agosto 2020».
L’istituzione di un fondo per la “vita nascente” in Umbria viene fortemente contestato dalla deputata Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi Sinistra). «Rischia di essere un grimaldello, come già proprio nella Regione che lo ha inventato, per l’ingresso delle associazioni pro-vita nei consultori», avverte. «Siamo di fronte ad una intollerabile ipocrisia: se il Consiglio Regionale dell’Umbria intendesse sostenere le donne che affrontano una gravidanza dovrebbe semplicemente investire maggiori risorse sui consultori pubblici e potenziare i servizi della Asl, assumendo un numero maggiore di ginecologi, psicologi, assistenti sociali e fornendo loro gli strumenti per assistere le donne anche dal punto di vista economico e lavorativo. Invece no. I consultori vengono dimenticati e di fatto smantellati», fa notare Piccolotti.
A Borgnano, frazione di Cormons nel goriziano, lo scampanio mattutino della locale parrocchia viene spostato dalle 6 alle 7. L’arcivescovo ha ordinato lo slittamento dopo la richiesta di un residente, che ha chiesto l’applicazione della normativa.
La redazione