Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica del mese di settembre è la sentenza del Tribunale dei minori di Trento che riconosce l’adozione di un bambino di quattro anni, nato in Canada tramite gestazione per altri, da parte del genitore non biologico in una coppia gay. L’adozione era già stata riconosciuta dalle autorità canadesi ma non ancora in Italia: nel nostro Paese l’istanza è stata presentata a marzo per i gravi problemi di salute del padre biologico, visto il rischio che il bambino potesse rimanere senza genitori riconosciuti. Il collegio del tribunale, presieduto dal giudice Giuseppe Spadaro, si è espresso a favore dell’adozione dopo una serie di consultazioni anche con i servizi sociali. L’avvocato Michele Giarratano che ha seguito l’istanza commenta che il tribunale «ha garantito in tempi brevi la tutela al minore, nel suo preminente interesse». Il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha promesso di provvedere quanto prima alla registrazione anagrafica: «I due papà non devono preoccuparsi. […] Mi faccio parte attiva perché dopo questa adozione, che mi fa un grande piacere, non ci siano intoppi burocratici per il riconoscimento».

Il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders ribadisce che le coppie lgbt hanno il diritto di vedersi riconosciuta anche in Italia la trascrizione degli atti di nascita dei figli registrati già in altri Stati dell’Ue. E che la situazione italiana viene attentamente monitorata dalle istituzioni europee.
Reynders ha risposto così a una interrogazione del Pd, con prima firma della vicepresidente dell’Europarlamento Pina Picierno, sulla salvaguardia dei diritti delle famiglie omogenitoriali dopo le restrizioni imposte dal governo Meloni sulle trascrizioni anagrafiche. 

Si sono tenuti per la prima volta i funerali di stato laici a Montecitorio di un ex capo dello Stato. Nella sede della Camera si è svolta la cerimonia non religiosa per Giorgio Napolitano, alla presenza dei parlamentari e di diversi rappresentanti istituzionali. Un evento solenne e importante che sicuramente pone all’attenzione dell’opinione pubblica la questione delle cerimonie di commiato laico per i non credenti. Ma ricordiamo che in molte zone del nostro Paese l’attenzione delle istituzioni latita e mancano strutture adeguate per cerimonie dignitose cui possano rivolgersi i comuni cittadini atei e agnostici.

I rappresentanti dell’amministrazione di nove Comuni della Basilicata (Bella, Trecchina, Vietri di Potenza, Rionero in Vulture, Rivello, Miglionico, Matera, Brienza e Picerno) hanno depositato la proposta di legge regionale “Liberi Subito” per consentire il suicidio assistito alla luce della sentenza della Corte Costituzionale sul caso di Dj Fabo. La proposta è stata elaborata dall’Associazione Luca Coscioni e verrà esaminata dalle commissioni del Consiglio regionale. La Basilicata è quindi la prima Regione italiana in cui l’iniziativa è stata depositata su iniziativa dei Comuni. 

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito si attiva per potenziare l’educazione civica, materia obbligatoria nelle scuole. Con una circolare conferma l’impegno del Senato, della Camera e dello stesso dicastero a diffondere tra gli studenti i valori e i contenuti della Costituzione. Vengono messe in campo iniziative principalmente rivolte alle scuole secondarie di secondo grado, con approfondimento su temi quali la legalità, la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale.

Anche a Scafati, in provincia di Salerno, si tiene uno degli ultimi Pride dell’anno nonostante i malumori dell’amministrazione comunale. Presente come madrina anche l’ex senatrice Monica Cirinnà, che ha firmato la legge sulle unioni civili. La Questura di Salerno è intervenuta, a fronte delle divergenze tra il comitato organizzatore e il Comune, consentendo l’arrivo della manifestazione a Piazza Vittorio Veneto. Il sindaco Pasquale Aliberti infatti non si era mostrato molto disponibile: per il comitato del Pride stava cercando di boicottare l’evento, prospettando ordinanze relative al “decoro” e alla “sicurezza”. L’attenzione del primo cittadino è sembrata più concentrata sul pellegrinaggio nazionale delle famiglie e per la famiglia da Scafati a Pompei, promosso dal Rinnovamento dello Spirito Santo, previsto lo stesso giorno.

Non mancano le reazioni politiche ai proclami fatti a difesa della famiglia e di dio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il Budapest Demographic Summit. Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte commenta, nel corso di un confronto alla festa di Sinistra Italiana con Nicola Fratoianni: «Io da cattolico convinto non mi sono mai permesso da premier di esprimermi in questo modo. A parte che mi sembra improprio perché contrasta con il principio di laicità dello Stato. Pensate cosa possono percepire i cittadini italiani in questo momento che non sono cattolici o praticano un’altra confessione religiosa. Io difendo Dio, cosa significa? Io difendo la famiglia. Un single come si deve sentire? È sbagliata l’impostazione, nasce divisiva», si tratta di «pulsioni retrograde e reazionarie». «Se vogliono preoccuparsi di quello che è il fondamento religioso, dovrebbero preoccuparsi dei più bisognosi, degli ultimi e non schiaffeggiarli, soprattutto umiliandoli».
Dal canto suo Fratoianni così critica Meloni: «si inventa una campagna per la difesa di Dio che non ha bisogno di essere difeso dalla Meloni e dalla destra». «Penso che siano altri i soggetti che abbiano bisogno di essere difesi», puntualizza il segretario nazionale di Sinistra Italiana: «chi muore sul lavoro, in una strage infinita, e vanno difese le famiglie che non ce la fanno a star dietro all’inflazione». «Lasciatelo stare Dio per chi ci crede e chi non ci crede. Vuole far nascere più bambini in Italia? Meloni cancelli la selva della precarietà. Invece di fare l’amica di Orban, Meloni dia qualche risposta in più al Paese. Ne gioveranno tutti, Dio per primo».
«Parlare di politiche per “difendere Dio” evoca epoche buie in cui nel nome di dio sono state commesse le peggiori atrocità», ammonisce Marco Cappato, radicale ed esponente dell’Associazione Luca Coscioni candidato alle elezioni suppletive del Senato per il collegio di Monza che fu di Silvio Berlusconi. «Le politiche per la famiglia devono essere fondate sulla libertà e responsabilità individuale. In Ungheria i giovani fuggono dal Paese per mancanza di democrazia, libertà e diritti. In Italia, si ostacolano le scelte individuali sia con il mancato riconoscimento dei matrimoni egualitari sia con l’ostilità verso la scienza», aggiunge Cappato. Ricorda poi come anche Meloni, parte del «fronte clericale», si sia opposta alla riforma delle legge 40 sulla fecondazione assistita, smantellata dai tribunali: «dal 2010 nascono in Italia 14.000 bambini in più che altrimenti non sarebbero mai nati. La libertà e i diritti favoriscono la possibilità di fare famiglia. Così come investire su asili, congedi e servizi, non le chiacchiere demagogiche o la distribuzione di elemosine per ogni figlio nato».

Nel generale mutismo istituzionale per il Venti Settembre, data della Presa di Roma e della fine dello Stato pontificio nel 1870, da segnalare – seppur laconico – il ricordo sui social del Ministero della Difesa. Nell’attesa che la politica abbia il coraggio di ripristinare questa festività abolita dal fascismo dopo i Patti Lateranensi con il Vaticano.

Il Ministero della Salute annuncia che da gennaio 2024 le donne potranno ricorrere alla fecondazione assistita, in tutte le Regioni, tramite il ticket. La procreazione medicalmente assistita avrà un costo di circa 1.500 euro per l’eterologa e sarà gratuita per l’omologa. È una delle misure prese con l’approvazione del Decreto Tariffe per i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Lo ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo al convegno “Natalità: work in progress” promosso dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), descrivendola come «la strada giusta per sostenere le donne che dinanzi a difficoltà nel concepire scelgono la Pma».

La Procura di Milano chiede l’archiviazione per Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni accusato di aiuto al suicidio per i casi di due persone malate accompagnate in Svizzera per mettere fine alle proprie sofferenze. Si tratta di una 69enne veneta con un cancro in fase terminale e un giornalista di 82 anni affetto gravemente di Parkinson, che sono stati condotti nella clinica Dignitas di Zurigo. Cappato, come per altri episodi simili, si era autodenunciato. La Procura, nell’archiviazione, prospetta una interpretazione più estensiva della sentenza della Consulta del 2019 che aveva aperto al suicidio assistito per il caso di dj Fabo. Per i pm il malato terminale potrebbe quindi porre fine alla propria vita anche se la sua sopravvivenza non dipende dal funzionamento di macchinari, quando i trattamenti medici vengono rifiutati perché ormai una forma di «accanimento terapeutico», «non dignitosi secondo la percezione del malato, e forieri di ulteriori sofferenze». Cappato anzi ha consentito «il concreto esercizio del diritto all’autodeterminazione», aggiungono i pubblici ministeri coordinati dal procuratore Marcello Viola, perciò non è punibile per aver accompagnato delle persone per il suicidio assistito nelle cliniche svizzere. La decisione sulla proposta di archiviazione passa ora al giudice per le indagini preliminari. E la questione potrebbe arrivare di nuovo al vaglio della Corte Costituzionale. Dal canto suo Cappato fa notare come la richiesta di archiviazione «conferma così il valore della sentenza della Consulta, nel poter dare risposta concreta ai pazienti irreversibili che chiedono aiuto medico per terminare la propria vita ponendo fine a sofferenze insopportabili, anche in assenza di una legge specifica che comunque non potrebbe andare contro i principi costituzionali».

Non pochi politici – anche del centrodestra – difendono il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, attaccato da alcuni esponenti leghisti per una gestione ritenuta “ideologica” e “razzista” «contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana», come l’ha bollata il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa. La sua colpa? Aver autorizzato una campagna di sconti, per alcuni mesi tra 2017 e 2018, per i visitatori che parlano arabo. Tra coloro che hanno espresso stima e solidarietà a Greco, la segretaria Pd Elly Schlein, il leader di Azione Carlo Calenda, gli assessori regionali del Piemonte Vittoria Poggio e Fabrizio Ricca, il vicepresidente e capodelegazione della Lega nella Giunta regionale Fabio Carosso, il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli, la vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo. Pure il presidente del Piemonte Alberto Cirio invita a fermare polemiche e strumentalizzazioni. Anche Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, e lo stesso ministro Gennaro Sangiuliano stemperano la polemica. Alcuni anni fa proprio esponenti leghisti e di Fratelli d’Italia (compresa l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni) attaccarono il museo lamentando presunte discriminazioni contro i cristiani e il montare dell’islamizzazione.

L’eurodeputata leghista Silvia Sardone è intervenuta al Parlamento europeo di Strasburgo per ricordare la morte di Mahsa Amini, indossando una maglietta con la scritta “No al velo islamico”. Ha anche denunciato quella che definisce «l’incredibile ipocrisia dell’Unione Europa», accusando le istituzioni comunitarie di «promuovere il velo islamico. Ormai sono anni che vediamo l’hijab rappresentato in chiave positiva nelle comunicazioni e sui social delle istituzioni europee». Secondo Sardone «il rischio, dietro l’angolo, è una crescente islamizzazione dell’Europa». A queste dichiarazioni fortemente critiche verso l’integralismo islamico sono seguite numerose minacce da estremisti sui social e via email rivolte a Sardone. A parte le opinioni che si possono avere sull’effettiva gravità del problema della diffusione dell’integralismo islamico (e l’accortezza di non scadere nella xenofobia), bisognerebbe ricordarsi che la laicità non può essere a “corrente alternata” – come invece spesso viene interpretata da esponenti politici che si scagliano contro l’islam ma sono promotori di un identitarismo conservatore cristiano.

Infine qualche buona novella laica dall’estero.

La Corte Costituzionale spagnola respinge un ricorso del Partito Popolare contro la legge sull’eutanasia, approvata nel 2021. I giudici, che già avevano respinto un analogo ricorso del partito di estrema destra Vox, hanno chiarito che «l’eutanasia o la prestazione di aiuto per morire trova fondamento in alcuni valori, principi e diritti fondamentali sanciti dal testo costituzionale».

La redazione

23 commenti

RobertoV

Gli inquisitori difendevano dio, la polizia religiosa difende dio, i fanatici religiosi difendono dio, le leggi anti blasfemia difendono dio, le religioni di stato difendono dio, gli eserciti difendono e massacrano in nome di dio, le “presunte” maggioranze perseguitano e discriminano in nome del loro dio.
A parte che un dio dovrebbe essere capace di difendersi da solo (che scarsa fiducia che hanno in lui i suoi stessi fedeli) questo concetto non ha niente di democratico e di tollerante, ma è un concetto guerrafondaio e così è stato e viene usato. Inoltre i fanatici vedono offese a dio dappertutto, anche nel solo non credere o credere in un altro dio (o nel toccargli i privilegi).
Cosa vuol dire difendere la famiglia? Questi discorsi li si facevano anche per le convivenze qualche decennio fa o per i matrimoni civili, oggi anche i tradizionalisti le accettano e le usano quando fa comodo, vedi diversi di questi difensori della famiglia. Anche la fecondazione assistita era vista come un attacco alla famiglia, oggi la usano anche i suoi oppositori di allora. Bisogna essere dei paranoici per vedere nell’allargamento dei diritti e delle scelte un attacco alla famiglia.
Sul fatto che si facciano pochi figli nei paesi sviluppati è una conseguenza delle scelte delle famiglie stesse e del maggior carico psico-fisico ed economico sulle famiglie, quindi si mettano il cuore in pace, potranno regalare soldi, creare strutture e fare propaganda, ma sposteranno di poco il risultato, come si vede bene in tutti i paesi evoluti. Vedere poi dei ricchi natalisti che dicono agli altri di fare più figli quando loro stessi ne hanno solo uno o due. Vogliono ripristinare la tassa sui single come sotto al fascismo?
Riguardo alle dichiarazioni del commissario alla giustizia UE fanno piacere, ma non danno garanzie visto lo scarso potere di cui gode un commissario e la discrezionalità di accettare le linee europee da parte degli stati, altrimenti Ungheria e Polonia non continuerebbero a fare i cavoli loro.

RobertoV

Ieri a Di Martedì Rotondi di FdI spiegava bene cosa intendono col richiamo a dio. Si lamentano della scristianizzazione dell’Europa e vorrebbero ricristianizzarla (ovviamente dall’alto) e recuperare le fantomatiche radici cristiane dell’Europa da inserire in costituzione (ed ovviamente più potere ai clericali e mantenimento come minimo dei privilegi). Cioè lotta alla secolarizzazione ed alla libertà di scelta perchè secondo loro i nostri diritti, valori e la nostra civiltà dipenderebbero dal cristianesimo. La solita retorica autocelebrativa dei clericali e difesa dell’orticello e pretesa di mettere sotto tutela le persone.

Diocleziano

Di certo ci vuole una bella faccia tosta per personaggi quali Meloni, Salvini e compagnia brutta a proporsi come guide morali per il popolo. Il potere dell’ignoranza è infinito.

Ma non hanno la percezione dei loro limiti?

G. B.

@RobertoV
“Sul fatto che si facciano pochi figli nei paesi sviluppati è una conseguenza delle scelte delle famiglie stesse e del maggior carico psico-fisico ed economico sulle famiglie, quindi si mettano il cuore in pace, potranno regalare soldi, creare strutture e fare propaganda, ma sposteranno di poco il risultato, come si vede bene in tutti i paesi evoluti.”
Hai ragione, tuttavia c’è da chiedersi se ci credano davvero che sia possibile invertire la tendenza al calo demografico o se in realtà non mirino ad altro. Mi spiego meglio. Nei paesi sviluppati, grazie alla maggiore istruzione, al maggiore senso di responsabilità e alla comprensibilissima riluttanza a ridimensionare il MODESTO benessere raggiunto, i CETI MEDI E MEDIO BASSI limitano al massimo le nascite. Fra una certa borghesia medio alta e conservatrice il discorso però è un po’ diverso: certo anche qui non si può scialare troppo e non ci si riproduce come conigli, però al terzo figlio ci si arriva più spesso che non fra gli impiegatucci e le commesse. A queste categorie sociali un discreto sconto fiscale farebbe comodo, così magari potrebbero permettersi un’automobile o una vacanza in più. Mi sa insomma che i fautori delle belle famiglie tradizionali e numerose, più che ad aumentare la natalità, mirino a consolidare il proprio consenso tra la borghesia conservatrice, che i figli già li ha. Con il rischio, tra l’altro, di un autogol, in quanto favorirebbero anche gli immigrati islamici, anch’essi più prolifici della coppia italiana media.

Diocleziano

Chi vorrebbe le massaie-coniglio dimentica che in passato (forse) la maggior parte dei figli era un ‘incidente di percorso’ o, nella consapevolezza della decisione, si trattava di pianificare quanti addetti al funzionamento dell’attività di famiglia erano necessari. E già a sei anni erano messi alla cavezza, oggi si sente parlare di ‘ragazzo di 36 anni…’ ma quando diventano adulti i pollastroni d’oggi dì!?

RobertoV

Ti consiglio di leggere il bel libro “Le ceneri di Angela” un libro che racconta l’Irlanda povera degli anni ’30. Mio padre nato in quegli anni ci si riconosceva molto perchè la situazione italiana non era differente.
Di famiglia povera, in 6 figli tutti seguiti poco dai genitori ha fatto solo le elementari ed ha iniziato a lavorare a 10-11 anni, ma già prima aiutava nel lavoro la famiglia. E’ ovvio che in un sistema del genere è più facile avere tanti figli, da un lato perchè non si può e non si sa fare la pianificazione famigliare, dall’altro perchè i figli sono lasciati a se stessi, gli offri poco ed iniziano a produrre molto presto, diventando presto una voce attiva nel bilancio famigliare.
Oggi uno che non facesse studiare i figli e li obbligasse a lavorare prima dei 16 anni verrebbe denunciato, ma le esigenze moderne portano a prolungare gli studi almeno ai 19 anni se non fino ai 25 anni, cioè i ragazzi restano a carico dei genitori, almeno fino ai 25 anni, ma anche dopo visto le difficoltà di occupazione e di stipendi. Non stupisce quindi che le donne il primo figlio lo facciano a 31-32 anni in media e che spesso le famiglie giovani debbano essere aiutate dai genitori dei ragazzi.
Io ho due figli e sono un bell’impegno, ti cambiano la vita e da piccoli li devi seguire tanto, altro che lasciarli liberi per strada come in passato: pur potendoci permettere economicamente un terzo figlio (siamo entrambi laureati e lavoriamo), ho sempre visto il terzo figlio come un limite fisiologico psico-fisico per i genitori.
E vedo che anche i natalisti che a parole si lamentano dei pochi figli alla fine ne fanno pochi perchè si confrontano con gli stessi problemi degli altri, esclusi ovviamente quelli economici. E questo succede in tutti i paesi evoluti.
La loro ossessione per famiglia e natalità e dio è solo un pretesto di propaganda ed identitario per attaccare gli altri ed alimentare paure che a livello elettorale sembrano rendere, legati alla preoccupazione etniche di avere più figli bianchi, presunti cristiani, senza preoccuparsi del mondo in cui dovrebbero vivere, vedi il disinteresse per l’ambiente, qualità della vita e possibilità di lavoro e sua qualità.

G. B.

@Diocleziano
“Chi vorrebbe le massaie-coniglio dimentica che in passato (forse) la maggior parte dei figli era un ‘incidente di percorso’ o, nella consapevolezza della decisione, si trattava di pianificare quanti addetti al funzionamento dell’attività di famiglia erano necessari.”
Questo nei migliori dei casi. Gli altri erano figli dell’ignoranza, del degrado sociale, del fatalismo, dell’oscurantismo religioso, per cui non si poteva nemmeno parlare dei metodi anticoncezionali (che, ricordiamocelo, esistono da sempre, anche se meno perfezionati e meno praticati di oggi).

Diocleziano

…”figli dell’oscurantismo religioso “… che è la politica tuttora praticata dai missionari.

Manlio Padovan

Non capisco tanto affaccendarsi dei fascisti sul problema della prosecuzione della razza se non per poter fare sempre la solita guerra di cui mai sono stanchi. Per la supremazia della razza.
Se è caduta Ninive, può non cadere l’Italia?
E cosa mai succederà se cadrà?

G. B.

@ Manlio Padovan
Piano, il razzismo fascistoide disgusta anche me, però mi disgusta anche l’idea che le nostre figlie o le nostre nipoti possano essere circondate e magari messe in minoranza da islamisti fanatici che impongano il velo e le frustino se vengono sorprese a fare i compiti con un maschio; e anche i maschietti rischiano, specialmente se amano i salumi e il vino buono.

Maurizio

G.B. Finalmente un po’ di sano realismo senza inutili ipocrisie. Concordo.

Gigi

@ G. B.
L’odio dell’occidente è talmente forte che a certe persone che si spacciano per laiche non dispiacerebbe una situazione del genere, e anche per quello che sono per l’immigrazione incontrollata Pensa che il leader della sinistra francese anni fa era laico e diceva che i musulmani si sarebbero secolarizzati, oggi che la secolarizzazione non è avvenuta e ha bisogno dei voti dei musulmani, dice il contrario che non tutti vogliono vivere all’occidentale e che l’occidente è decadente la prova non fa figli. Comunque anche in Italia si pagano con soldi pubblici professori di “scienze” sociali che dicono che l’islam non ha bisogno di secolarizzazione è già perfetto e tentare di secolarizzarlo è neocolonialismo e che gli atei ex musulmani che criticano l’islam sono “native informant”, una maniera sottile per dire traditori dell’islam.

Gigi

Non capisco cosa ci sia di laico nel difendere un’iniziativa chiaramente discriminatoria come quella del Museo Egizio di Torino. Tra l’altro come facevano ad accordare la riduzione? Un test di lingua araba all’ingresso? Oppure in realtà era proprio sulla base del nome e cognome sulla carta d’identità? Il fatto che la Lega sbagli a bollarla come razzista contro gli italiani e i cristiani non significa che tali iniziative siano accettabili. Oltrettutto ne sa proprio di un’iniziativa di tipo nazionalistico arabo per far piacere alle autorità egiziane che se la sono già presa, più o meno giustamente, con un’esposizione olandese dove si mostrava Cleopatra nera. La solita eterna polemica.

RobertoV

Il museo egizio di Torino è il più grande museo egizio dopo quello di Il Cairo, cioè un museo che ha fatto la sua fortuna con opere trafugate nei secoli agli egiziani. Sarebbe come se negli USA ci fosse il più grande museo dell’epoca Romana. Egiziani ed anche i Greci da anni fanno battaglie perchè le loro opere vengano restituite visto il saccheggio dei secoli passati. Tra l’altro gli italiani sono molto attivi negli scavi della civiltà egizia e collaborano con l’Egitto e a detta di tutti il museo è ben gestito.
Mi sembra quindi un gesto diplomatico distensivo nei loro confronti, magari cercando di far vedere che le opere sono ben gestite e la loro storia ben illustrata in modo da non doverle restituire e avere qualche altro pezzo da mostrare o in prestito visto le periodiche mostre. Inoltre sono anche operazioni di marketing e promozionali, periodiche: tutte sarebbero discriminatorie. Ci vuole una bella dose di malafede e paranoia a tirare fuori uno sconto della durata di tre mesi di oltre 5 anni fa per fare polemica strumentale, addirittura tirando in ballo la laicità. Ma per chi vive di propaganda ogni pretesto va bene.

Gigi

Il fatto che la Lega non sia in malafede non vuol dire che neanche tu non lo sia. Ci vuole una buona dose di malafede a parlare di saccheggi visto che l’antico Egitto non aveva nulla di arabo e sono stati gli arabi-musulmani a conquistarlo e nel non rispondere alle domande poste, visto che questa iniziativa è stata giustificata per la presenza della comunità nordafricana a Torino. Se una persona nordafricana di lingua amazigh, la lingua indigena dei nordafricani si presentava al museo doveva pagare senza sconti? Anche tu vivi di propaganda. Il paragone con gli USA non ha nessun senso al contrario questa iniziativa è simile a un eventuale museo dedicato agli Indigeni d’America in cui si fa sconto a chi parla inglese.

Gigi

Tra l’altro chi ha tirato in ballo la laicità non è la lega che è effettivamente in malafede ma chi pretende che la difesa del direttore si una vittoria laica.

Diocleziano

In quanto a malafede la lega non la batte nessuno: in questi giorni Salvini sta polemizzando con la magistrata poco indipendente: è recente la proposta leghista di impestare tutti i locali quali aule scolastiche, tribunali, caserme, prigioni ecc ecc con il loro patibolo preferito: la croce. Quindi lui vorrebbe impedire all’altra di avere idee proprie ma pretende di imporre le proprie a tutti? Balordo e incongruente, toh! 😛

Gigi

@Diocleziano
Ok dunque visto che la Lega fa schifo approviamo misure discriminatorie per chi non parla arabo e visita un’istituzione pubblica e sosteniamo magistrate che vanno a manifestare contro il governo perché non apre le frontiere a uomini in età di combattere che si spacciano per rifugiati. Ottimo come programma.

Diocleziano

Gigi,
veramente io non davo ragione né all’uno né all’altra.

Penso anche che sconti selettivi siano sempre discriminatori.

Gigi

@Diocleziano
Ah ok, comunque sono curioso di sapere come procedevano per accordare la riduzione. Facevano un test di arabo all’ingresso? A che livello di conoscenza della lingua potevi ottenere la riduzione? Mi sa che bastava che ti chiamavi Ahmed o Samira che la ottenevi.

Gigi

*la lega sia in malafede. E tra l’altro a tirare in ballo la laicità non è stata la Lega ma questo post dove viene presentata questa iniziativa di sconto per chi parla arabo come una vittoria laica.

Francesco S.

La laicità sta nella difesa del direttore accusato di essere contro i cristiani e gli italiani solo perché aveva fatto uno sconto limitato nel tempo a chi conosce la lingua araba, e lo volevano anche far rimuovere per questa cosa. Se non ci arrivi sei in malafede, non è lo sconto il problema ma l’associazione alla cristianità e italianità lesa.

Gigi

@Francesco S.
Non c’è nulla di laico nel difendere un direttore che pratica discriminazioni nei confronti di chi non parla la lingua araba (tra l’altro non si è ancora saputo come veniva attuata questa politica discriminatoria, test di lingua all’ingresso?) solo perché è attaccato da gente che utilizza anche argomenti sbagliati. Se non ci arrivi sei tu in malafede.

Commenti chiusi.