Oggi è morto Sergio Staino, dal 2003 tra i presidenti onorari dell’Uaar.
Nato l’8 giugno 1940 a Piancastagnaio, in provincia di Siena, è stato un prolifico giornalista, vignettista e anche regista. Tra le creazioni più note nel mondo dei fumetti, l’iconico personaggio di Bobo: il suo alter ego che dava voce alla coscienza politica di sinistra. Ha collaborato con quotidiani come l’Unità (che ha diretto tra il 2016 e il 2017), Il Messaggero, La Stampa, Avvenire e Il Riformista. È stato anche autore del programma Cielito lindo per la Rai e ha diretto due film (Cavalli si nasce e Non chiamarmi Omar).
Alla passione politica e all’impegno sociale ha unito un taglio irriverente, pronto a contestare anche l’invadenza e il fanatismo delle religioni. Ha partecipato a diversi eventi organizzati dalla nostra associazione, in particolare quelli dedicati alla difesa della satira e della libertà di espressione. Le sue vignette sono state pubblicate anche su L’Ateo, il bimestrale dell’Uaar uscito fino al 2019 prima di passare il testimone alla nuova testata Nessun Dogma, oltre ad accompagnare l’Uaar in occasioni quali i congressi e per celebrare i Darwin Day. Staino nel corso del 2018 ha collaborato con il quotidiano dei vescovi Avvenire, esperienza conclusa perché forse il suo “Jesus” era troppo dissacrante per il pubblico medio del giornale cattolico (esperienza su cui non a caso avevamo espresso al nostro presidente onorario le nostre perplessità). L’ultimo evento organizzato dall’Uaar con Sergio Staino si è tenuto a Trento nel maggio dello scorso anno, sul tema “Religioni e satira”.
Vogliamo ringraziare Sergio e ricordarlo con simpatia per la fiducia che ha accordato alla nostra associazione. Ma anche per la sua ironia, la sua sensibilità e per le risate laiche che ha saputo regalarci con la sua penna tagliente.
L’Associazione
“…il loro potere è fondato su fondamentalismi dogmatici e, poiché la satira per la sua natura
disincantata è seminatrice di dubbi, non può che essere mal vista…”
Come in tutte le dittature e regimi autoritari.
Probabilmente quelli di ‘Avvenire’ speravano di metterlo a razzolare nel ‘cortile dei gentili’.
Non ho sentito pronunciare in nessun telegiornale la parola ateo o anticlericale…forse non sono stato attento.
La chiamano democrazia?
Neanche per Napolitano ho sentito dire esplicitamente che era ateo, però non hanno potuto nascondere che il funerale era ‘laico’; con grande scorno dei ranocchi azzurri che non si capacitavano di sentire nella stessa frase le parole ‘funerale’ e ‘laico’. C’è stato qualcuno che ha fatto notare le cafonata del Banale che non ha potuto fare a meno di farsi vedere alla camera ardente in abito di scena.
Non possiamo escludere il solito scoop della solita conversione in extremis…
In realtà ci ha provato. Ha raccontato che negli ultimi tempi gli avesse confidato di essersi messo a leggere Pascal, quello della scommessa. Così da instillare qualche dubbio su una possibile conversione in extremis.
Che la terra ti sia lieve. Un abbraccio.