In vista del giubileo della Chiesa cattolica nel 2025 lo Stato italiano già stanzia enormi cifre, che si sommano ai quasi sette miliardi di euro ogni anno documentati dalla nostra inchiesta “I costi della Chiesa”. Per monitorare le spese pubbliche per l’anno santo cattolico l’Uaar ha dato vita al progetto “Caro giubileo”: ad oggi i fondi stanziati sono arrivati a 3,69 miliardi di euro.
E dire che erano “solo” 2,1 miliardi di euro quando la rappresentante iniziative legali Uaar Adele Orioli qualche mese fa ha lanciato questo osservatorio laico, sul numero 2/23 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
Aqualche anno da I costi della Chiesa, l’inchiesta che permette di calcolare da vicino in oltre sei miliardi e mezzo di euro i contributi pubblici che ogni anno finiscono a vario titolo nelle casse cattoliche, il 7 marzo scorso l’Uaar ha lanciato “Caro Giubileo”, un osservatorio laico che monitori da vicino, molto vicino, tutte le “spese pazze” che lo stato italiano si troverà ad affrontare per il nuovo anno giubilare del 2025.
Già partiamo male: più di 2 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati ufficialmente dirottati per il soddisfacimento temporaneo di esigenze confessionali altrettanto temporanee, a favore di pellegrini in rapido passaggio e verso progettazioni faraoniche che probabilmente nel 2025 non saranno nemmeno completate. O nemmeno iniziate…
Il giubileo del 2000 ci ha lasciato parecchi ricordi in tal senso e venticinque anni dopo non sembra esserci una gran differenza: già ci sono le prime gare d’appalto andate deserte, già ci sono le prime migliorie che vengono dichiarate inattuabili nei tempi previsti. Esigenze temporanee e progetti faraonici dicevamo che, anche a voler pensare bene e non è certo facile, in ogni caso già da oggi anzi da ieri drenano fondi pubblici che sarebbero più che mai necessari altrove.
Un gigantesco counter campeggia sulla home page di carogiubileo.it, counter che via via si aggiornerà in tempo pressoché reale seguendo i finanziamenti piccoli e grandi che pioveranno non dal cielo a dir la verità, ma dalle nostre tasche di cittadini italiani. L’impegno sarà anche nell’intercettare, nonostante la non sempre preclara trasparenza delle nostre amministrazioni, quei rivoli di denaro che spesso si perdono in mezzo ad altri clamori ma che poi ritroviamo, almeno come incidenza, nel bilancio non certo florido della nostra repubblica.
E questo potremmo dire drammatico contatore continuerà ad aggiornarsi anche ben oltre il 2025, tanto in termini di esborsi quanto in termini di ricadute effettive sulla qualità della vita di chi a Roma ci vive e ci lavora non solo come giubilante, ma troppo spesso come giubilato.
Invitiamo tutti a collaborare a Caro Giubileo e al lavoro di inchiesta, segnalandoci stanziamenti, articoli, ma anche circolari di Comuni e di istituzioni apparentemente lontane dalla capitale. Terminato l’anno giubilare, e già scaldando i motori per l’annunciato bis del 2033, dopo l’analisi e la schematizzazione dei dati, ne uscirà, speriamo e ci impegneremo per questo, un conto reale e realistico: a ragion veduta.
Adele Orioli
Per approfondire: carogiubileo.it
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Una nota personale da romano sui lavori del Giubileo. E’ notizia di ieri che un disabile che si è avventurato nella metropolitana, è stato liberato dopo ore dai vigili del fuoco per gli ascensori rotti. Spesso sono rotte o inesistenti anche le scale mobili. Anche chi è giovane e non si allena come Rocky ha grosse difficoltà con tutte le scale da salire e scendere. Ecco, a noi romani, atei e credenti, del giubileo ci importa come del due a briscola. Se ci sono dei soldi devono andare là e a tutti i servizi penosi che fornisce il Comune. Sconvolgere ancora di più la città per lo stupido giubileo e addirittura allargare la ztl impedendo a quasi tutti di andare al lavoro è un pessimo esempio di “governance”.