Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica del mese di ottobre è la sentenza della Cassazione che apre al divorzio “veloce”, confermando che «è ammissibile il ricorso dei coniugi con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio». Una facoltà introdotta dalla riforma Cartabia ma oggetto di sentenze discordanti di vari tribunali. Ora i giudici hanno chiarito i dubbi interpretativi: le coppie che intendono divorziare potranno quindi contare su procedure più chiare e rapide, contribuendo a ridurre conflitti familiari e dispute economiche.

Il tribunale di Perugia ha accolto il ricorso dei legali di Laura Santi, donna affetta da sclerosi multipla che ha chiesto il suicidio assistito. La Usl Umbria 1 dovrà verificare le condizioni della donna, individuare il farmaco e consentirle di esercitare la propria autodeterminazione.

A Lucca diversi politici criticano come lesiva della laicità la scelta del sindaco Mario Pardini e della Giunta di accogliere l’invito del parroco della chiesa di san Pietro a Vico per partecipare a una preghiera di consacrazione della città al cuore immacolato di Maria. I gruppi di opposizione (Pd, Lucca Futura, Sinistra con Lucca, Lucca è un grande Noi, Lucca Civica, Volt, Lucca Popolare e gruppo misto) reagiscono con «grande stupore»: «siamo sinceramente allibiti da un’operazione del genere non tanto per le implicazioni religiose o di coscienza che ognuno può liberamente valutare nel proprio foro interno, quanto per le modalità completamente inaccettabili di questa iniziativa». Nella nota evidenziano come «siano stati avvisati solo alcuni amministratori comunali, mentre altri ne sono venuti a conoscenza solo per vie traverse e perché qualche fedele, evidentemente perplesso, ha chiesto conto delle ragioni di questa iniziativa». «Intendiamoci, Mario Pardini può recitare privatamente tutte le preghiere che vuole in qualsiasi parrocchia desideri, ma il sindaco di Lucca quanto agisce in veste ufficiale, lo fa a nome di 90.000 lucchesi e, se decide di andare a San Pietro a Vico con la fascia tricolore per mettere Lucca sotto la protezione della Madonna, dovrebbe quanto meno comunicarlo affinché se ne possa discutere l’opportunità», continua il comunicato. Dal canto suo Paolo Bertolozzi, segretario del circolo di Lucca di Rifondazione Comunista, ha parlato di «triste teatrino che ha coinvolto il sindaco Pardini», che «ha immediatamente risposto “presente” alla sollecitazione» del parroco. «Dove è finita la laicità delle istituzioni», si chiede Bertolozzi, «Svenduta per un po’ di consenso elettorale, evidentemente». Il segretario ricorda che «dal 1984 la religione cattolica non è più la religione di Stato e che la Nostra Costituzione propugna la laicità e il rispetto di tutte le credenze religiose. Questo atto si insinua nella retorica reazionaria e ultra-conservatrice che la giunta sta perpetrando sin dal suo insediamento».
Pure i rappresentanti di Impegno civico per Lucca sono rimasti «interdetti» per le dichiarazioni del primo cittadino fatte durante una riunione del Consiglio comunale in cui parlava di «preghiera privata»: «perché se è un atto pubblico come dichiara il parroco riteniamo che sia un atto politico a tutti gli effetti», fanno notare. «Ribadiamo la nostra laicità e sarebbe importante che lo facesse anche il sindaco», chiosa la nota.
Proprio la nostra referente di Lucca Maria Pacini ha evidenziato questo e altri episodi clericali di cui si sono resi protagonisti diversi esponenti politici locali. Anche la Chiesa valdese ha espresso «grande disappunto» e ci ha tenuto a ricordare «ai rappresentanti delle istituzioni la loro responsabilità di tutelare la laicità dello Stato». Persino un prete della zona, il rettore della chiesa di San Giusto don Franco Cerri, ha definito quella del sindaco «una decisione molto grave» perché «bisogna fare molta attenzione a evitare miscugli: siamo in uno Stato laico».

Il tribunale di Napoli ha dato ragione a una coppia, formata da un italiano e una marocchina, che contestava l’obbligo di conversione all’islam del marito per ottenere il nulla osta alle nozze da parte delle autorità del Marocco. I giudici della prima sezione civile chiariscono che «il mancato rilascio del nulla osta per soli motivi religiosi è contrario ai principi di uguaglianza e libertà di culto ed è chiaramente in contrasto con l’ordine pubblico costituendo un’arbitraria preclusione del diritto di contrarre matrimonio». Per la legge del paese arabo infatti una donna musulmana non può sposare un non musulmano. L’ufficiale di Stato civile del Comune di Napoli non aveva proceduto alle pubblicazioni perché mancava questo nulla osta.

Il Comune di Livorno ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il coordinamento Livorno Rainbow (di cui fa parte il circolo Uaar locale) per il contrasto alle discriminazioni nei confronti delle persone lgbt, alla presenza del sindaco Luca Salvetti che ha dichiarato: «sono molto contento di mettere la firma dopo questi quattro anni e mezzo in cui sono stati tanti i momenti in cui la città di Livorno ha lanciato dei messaggi chiari, ha messo dei puntelli a terra su ciò che vuol dire sul tema dei diritti di tutti e tutte». L’assessore al Sociale Andrea Raspanti ricorda che il protocollo fa seguito a un precedente documento siglato nel 2019 e contiene tra le novità l’istituzione dell’Approdo, un centro contro le discriminazioni basate su identità sessuale e di genere.

Ha suscitato reazioni politiche lo smaccato sostegno del vescovo di Mileto, Attilio Nostro, alla raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per obbligare le donne che abortiscono ad ascoltare il battito cardiaco. Il prelato aveva anche invitato i fedeli, durante la messa, a firmare presso un banchetto allestito da un’associazione integralista proprio di fronte alla chiesa.
Le organizzazioni per la tutela dei diritti delle donne si sono mobilitate. La coordinatrice delle donne democratiche Teresa Esposito ha definito questo obbligo «una vera e propria violenza psicologica nei confronti delle donne che si trovano a dover prendere questa difficile decisione». Loredana Pileggi, consigliera comunale di Vibo Valentia e consigliera regionale per le Pari opportunità in Calabria, ha commentato: «In una tiepida giornata di ottobre sbarca a Vibo il movimento “pro vita e famiglia” sotto forma di un innocente banchetto, davanti ad una chiesa, per la raccolta delle firme, che vuole far sentire il battito cardiaco del feto, alle donne che hanno già deciso di abortire; il mentore di questa agghiacciante proposta ha gli occhi azzurri e il sorriso aperto del vescovo Nostro, che invita la gente a firmare per una modifica di legge, che prevederebbe l’introduzione obbligatoria di questo, nella legge 194 sull’aborto. Come dire, un distillato di cattiveria pura, con lo stato che la fa da protagonista , con il ruolo di torturatore». Pileggi aggiunge: «La mia generazione ha fatto battaglie epocali su questo per l’autodeterminazione della donna sul proprio corpo, e perché l’aborto avvenisse in ambiente sanitario sicuro»: «L’aborto è una questione centrale, un campo di battaglia nel quale la Chiesa tenta di introdursi da sempre con forti ingerenze politiche».
Un fronte si apre, su questa proposta di legge, anche a Grosseto: non mancano le reazioni laiche dei politici alle sparate del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna contro l’aborto. Il primo cittadino aveva infatti sostenuto apertamente questa proposta integralista per la modifica della 194. Il Partito Democratico ha commentato: «l’obiettivo è chiarissimo e non ha niente di “sociale” né di “sentimentale”, non c’è alcuna reale volontà di accompagnare e stare vicino alle donne, peraltro trattandole come soggetti incapaci di prendere decisioni autonome e autodeterminate». Anzi, si tratta di una proposta «già stroncata come irricevibile e interpretata da più parti come esempio di crudeltà di stampo reazionario e maschilista». Anche Grosseto Città Aperta ha criticato: «Vivarelli Colonna si definisce civico e liberale, ma la realtà è che fa parte a pieno titolo di quel filone reazionario che va da Trump a Orban». E ha contestato anche il sostegno al sindaco su questo fronte da parte della presidente della Commissione Pari opportunità Carla Minacci, «incurante del ruolo ricoperto che dovrebbe indurla a maggior rispetto non solo verso le donne, ma anche nei riguardi della pluralità di idee propria della commissione che presiede». La consigliera comunale e componente della commissione Gabriella Capone (Pd) ha scritto: «Non sposo affatto questa iniziativa, anzi la contesto, a titolo personale e non solo». Il consigliere regionale toscano Iacopo Melio (Pd) ha spiegato: «Imporre un simile trattamento è solo una vera e propria violenza verso le donne che hanno tutto il diritto di scegliere cosa fare del proprio corpo e della propria vita». La segreteria dell’Unione comunale del Pd ha aggiunto: «L’idea che una donna che accede all’interruzione volontaria di gravidanza, per ragioni e motivi che nessuno può sondare e dei quali non deve rendere conto se non a se stessa ed eventualmente al proprio partner debba essere obbligata a questo trattamento è qualcosa di una crudeltà inaudita».

La Regione Veneto sta esaminando la proposta di legge regionale di iniziativa popolare sul suicidio assistito, promossa dall’Associazione Luca Coscioni. Il testo è approdato alla V Commissione del Consiglio Regionale. Nei mesi scorsi il governatore leghista Luca Zaia si era mostrato favorevole a una riforma per garantire l’autodeterminazione sul fine vita, commentando i primi casi avvenuti nella sua Regione.

A Roma, nella zona di Casal Monastero, un Istituto comprensivo viene intitolato a Piero Angela, grande divulgatore scientifico scomparso nel 2022. Sulla pagina della scuola si rende omaggio «all’uomo speciale che ha reso accessibile a tutti la conoscenza, suscitando sempre interesse e curiosità». Il via libera alla proposta dell’istituto di chiedere il cambio del nome era stato dato dal Campidoglio a febbraio, con il sostegno della vicepresidente del IV Municipio Annarita Leobruni.

La Procura di Firenze ha chiesto l’archiviazione per Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che si era autodenunciato per aver aiutato un 44enne della Provincia di Livorno malato di sclerosi multipla a raggiungere la Svizzera per effettuare il suicidio assistito. Si attende la decisione del gip.

Il sindaco di Milano Beppe Sala dichiarandosi cattolico ha sostenuto la candidatura di Marco Cappato, esponente radicale e attivista, per il seggio vacante del Senato del collegio di Monza dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Sala ha chiarito: «da cattolico in passato ho appoggiato le posizioni di Marco con dei turbamenti all’interno, uno riconosce da che tipo di cultura è stato generato e io vengo da una famiglia ultracattolica, ma è chiaro che la contemporaneità è tutto e deve guidare le nostre scelte».

Il Comune di Trieste ha inviato diversi accertamenti per il pagamento dell’Imu alle scuole cattoliche della zona. Si parla in alcuni casi di somme fino a 100 mila euro per anni di arretrati dell’imposta sugli immobili. Gli istituti legati alla Fism (Federazione italiana scuole materne), in gran parte caratterizzati in senso confessionale, lamentano il rischio di chiusura o parlano della necessità di aumentare le rette.

La redazione

8 commenti

Diocleziano

“…Il tribunale di Perugia ha accolto il ricorso dei legali di Laura Santi per il suicidio assistito…”

Qualche giorno fa la solita stampa ‘illuminata’ stigmatizzava la decisione, presa dalla sanità

inglese, di staccare la spina a una neonata senza speranza di vita, quindi ne proponevano

il ricovero in Italia a spese dello Stato… italiano, naturalmente! E perché non a carico della CDM,

visto che tutto ciò sarebbe fatto solo per soddisfare il desiderio di dolore del loro idolo?

laverdure

Veramente non capisco una cosa : cosa c’entra col divorzio il suicidio assistito ?
Ricordo che tempo fa una moglie favori al massimo il divorzio dal proprio marito perche’ questi potesse sposare in extremis una donna malata terminale.
Forse perche in tal modo la figlia di questa potesse portare il suo nome ?
Non ricordo bene,ma poco importa.
Ma in questo caso che legame c’e’ ?

Diocleziano

Tra divorzio e suicidio non c’è nessun nesso, a meno che qualcuno scelga il secondo come scappatoia dal primo… 😛

Però le due questioni sono collegate dalle interferenze della CDM.

laverdure

@Diocleziano
“Tra divorzio e suicidio non c’è nessun nesso, a meno che qualcuno scelga il secondo come scappatoia dal primo…
Però le due questioni sono collegate dalle interferenze della CDM.”

Ricordate come certa stampa paventava che con l’approvazione del divorzio tanti quarantenni( e magari pure cinquantenni)si sarebbero affrettati a “svincolarsi” per poter sposare qualche “ninfetta” ventenne o poco piu’ ?
Chissa perche’ non paventano che col suicidio assistito legalizzato tutti si affretteranno a “terminarsi” come una massa di lemmings ?
Perche’ farlo da soli con pistole,lamette,corde,veleni ecc e’ tutta un’altra cosa,vero ?
Del resto il reato di suicidio e’ stato eliminato dal codice da tempo,non e’ cosi ?

Diocleziano

La realtà è che per loro si tratta solo di continuare a marcare il terreno.

Ma si rendono conto di essere vecchi, in fase calante e anche la pipì scarseggia…

giancarlo bonini

Sinceramente, sono perplesso nel leggere frasi come: “dov’é finita la laicità dello Stato”; mi chiedo piuttosto se sia mai iniziata.

Diocleziano

«… Il Comune di Trieste ha inviato diversi accertamenti per il pagamento dell’Imu alle scuole cattoliche della zona. Si parla in alcuni casi di somme fino a 100 mila euro per anni di arretrati dell’imposta sugli immobili…»

Com’era quella storiella del ‘date a Cesare quel che è di Cesare’?

Manlio Padovan

” Ecclesia aborret a sanguine” si dice nel film Giordano Bruno .
Cioè: la chiesa ti condanna a morte e ti consegna allo Stato. Lo Stato fa le leggi per ucciderti come vuole la chiesa.
E loro, così, si sentono con la “coscienza” a posto…e continuano a non pagare ICI/IMU.

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