“Tutela dei minori tra diritto e religione”: il convegno dell’Uaar all’Università di Firenze

Per il 20 novembre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, l’Uaar organizza in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli studi di Firenze e il Centro di ricerca interuniversitario su carcere, devianza, marginalità e governo delle migrazioni (ADIR – L’Altro Diritto) un convegno dal titolo “Tutela dei minori tra diritto e religione”. Un evento che si inserisce nel solco dell’impegno della nostra associazione per riconoscere e valorizzare in chiave laica l’autodeterminazione dei minori rispetto alle dottrine religiose, da un lato con iniziative di sensibilizzazione come la campagna “Posso scegliere da grande?” e il progetto Ora alternativa, dall’altro con il contributo alla riflessione su tali argomenti, spesso poco trattati, con un approccio scientifico che comprenda l’analisi accademica e giuridica.

Il convegno, che si tiene a Villa Ruspoli a Firenze dalle 10 alle 19, vede la partecipazione del mondo accademico e ha l’obiettivo di affrontare importanti questioni giuridiche che pongono in relazione l’autodeterminazione e i diritti dei minori e la religione. Tra i temi affrontati, la posizione giuridica del minore in Italia e all’estero, la sua educazione ed istruzione, l’affidamento, la circoncisione rituale, con uno sguardo interdisciplinare anche al diritto canonico e alla dottrina islamica.

Sarà possibile seguire la diretta streaming della giornata di lavori su YouTube.


Programma

Ore 10 – 10,30
Registrazione dei partecipanti, caffè di benvenuto

Ore 10:30 – 11
Saluti istituzionali

Ore 11 – 13
I sessione – Il minore come soggetto di diritto

Presiede: Maria d’Arienzo (Professore ordinario di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università Federico II di Napoli; Presidente ADEC)

A. Gorgoni (Professore associato di diritto privato nell’Università di Firenze)
La posizione giuridica del minore nell’ordinamento italiano

D. Russo (Professore associato di diritto internazionale nell’Università di Firenze)
Il minore nell’ordinamento internazionale

S. Angeletti (Professore associato di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università di Perugia)
Il minore tra diritto e religione 

Ore 13 – 14
Pausa pranzo

Ore 14 – 17
II sessione – La tutela del minore in rapporto al fattore religioso

Presiede: Roberto Mazzola (Professore ordinario di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università del Piemonte Orientale)

D. Durisotto (Professore associato di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università di Cagliari)
Affidamento del minore ed educazione religiosa

A. Angelucci (Professore associato di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università dell’Insubria)
La circoncisione rituale nello spazio di libertà religiosa in Europa

M. Foglia (Professore associato di diritto privato nell’Università di Bergamo)
Fattore religioso, consenso e cura del minore

M. Rizzuti (Ricercatore di diritto privato nell’Università di Firenze)
Le problematiche dei minori e l’Islam

C. M. Fabris (Ricercatore di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università degli studi di Roma Tre)
Disposizioni normative a tutela dei minori nell’ordinamento canonico

S. Ciuffoletti (Ricercatrice del Centro Interuniversitario ADIR)
La valutazione in concreto del best interest of the child in rapporto alla libertà di pensiero, coscienza e religione 

Ore 17 – 17:15
Pausa caffè

Ore 17:15
Tavola rotonda

Pierluigi Consorti (Professore ordinario di diritto ecclesiastico e canonico nell’Università di Pisa)
Raffaella Di Marzio (Psicologa della religione e Direttrice del Centro Studi sulla Libertà di Religione Credo e Coscienza)
Federico Tulli (Giornalista)

Modera: Adele Orioli (Iniziative giuridiche Uaar)

Ore 18:30
Conclusioni

Comitato scientifico e curatori del volume: Marco Croce – Antonio Gorgoni

Segreteria organizzativa: Silvia Baldassarre – Marco Croce – Adele Orioli

In corso di accreditamento da parte del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Firenze

Gli atti del convegno saranno pubblicati per la collana IURA di Nessun Dogma, progetto editoriale dell’Uaar.

La redazione

 

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9 commenti

Diocleziano

Il modo migliore per tutelare i minori è tenerli lontano dai preti.

Preservandoli così anche dall’influsso deleterio della religione.

Mixtec

Lontano anche da rabbini e imam, ma questo mi sembra più difficile.
PS: ma guarda un po’ quante università hanno un canonico (ma non è che ce l’abbiano tutte?)

Diocleziano

È un po’ come per i cappellani militari: ce li mettono per spirito di contraddizione. 😛

Diocleziano

Sua Banalità lancia l’ennesimo proclama sul problema degli abusi:

“Gli abusi vanno denunciati e cercata la verità” Denunciati a chi? Allo scaccino del convento?

“Cercare la verità” Perché sia mai che un prete venga calunniato da un perfido bimbo di 6 anni!

Curioso il programma per le vittime: “Custodire, ascoltare, curare…” Ma chi volete prendere in giro?

laverdure

Ma credi davvero che le sue “esternazioni” siano farina del suo sacco ?
O che piuttosto provengano dall’ufficio “public relation” della Curia ?
Che peraltro non mostra certo grande fantasia e consapevolezza della mentalita dei tempi attuali.
D’altra parte ovviamente tutte le “uscite” devono essere approvate dalla Curia, i cui membri risentono pesantemente dell’educazione ( AKA condizionamento)
ricevuta nella giovinezza,che non ha certo giovato alla loro elasticita mentale.

Diocleziano

Forse gli servirebbe davvero un copywriter (tipo quelli dello staff di Crozza) ma mi sa che è l’attore a essere troppo scarso. 😛 Non si applica… magari con il metodo Stanislawskij…

RobertoV

“Perché sia mai che un prete venga calunniato da un perfido bimbo di 6 anni!”
Più o meno quello che dice Zuppi con altre parole. E prima di lui non pochi altri del clero.
La chiesa non insabbia. Certo, e noi ci crediamo. Basta vedere l’indagine italiana sulla pedofilia: una presa in giro, guarda caso strutturata in modo completamente diverso da quello fatto nelle altre nazioni: non sia mai che si scopra uno scandalo anche da noi e che si debba indennizzare le vittime come nelle altre nazioni.
Sono 10 anni che il papa fa proclami ed alla fine non è cambiato niente: e di tanto in tanto si fa scappare difese d’ufficio a prescindere, dimostrando cosa pensi realmente al di fuori della recita per il pubblico ed i media.

Manlio Padovan

L’ipocrisia del papa

Se nell’autunno del 2022 il papa tacque sulle manifestazioni delle donne in Iran, evidentemente le donne dell’Iran non piacciono a sua santità se “dal Vaticano il 27 ottobre 2023” papa Francesco ha inviato un messaggio a RAI Radio 1 per appoggiare la “campagna nazionale contro la violenza sulle donne”. Un messaggio letto con particolare enfasi in occasione nientepopodimeno che di un giornale radio. Con quel messaggio il papa dimostra una evidente ed insuperabile dose di profonda gesuitica ipocrisia -una ipocrisia così palese e assoluta e pesante e spudorata che chiunque lo offendesse con l’accusa più grave e la più infamante che si possa immaginare per un uomo gli farebbe solo un complimento- perché egli dimentica che il «dominio» -è parola sua- è già nella Bibbia dei cattolici in Genesi 1.28 -con le conseguenze che da due millenni e più viviamo e a tutti ben note- e che la sopraffazione sulle donne è un portato di «quelle radici culturali e mentali» -sono sempre parole sue- che ci sono state trasmesse nei duemila anni della sua criminale religione.
Tutte le donne che frequentano la religione non hanno capito e quindi non riescono a vedere, e le troie delle fonti di informazione ne approfittano, che la chiesa ha organizzato da sempre un modello sociale basato su una tradizione sessuofobico-misogina, che tuttora perdura, che consente il controllo delle donne: ancora oggi in evidenza nonostante i processi di emancipazione ottenuti dalle donne. L’attuale femminicidio è fenomeno linearmente conseguente del patriarcato e della secolare caccia alle streghe e l’ultima strega in Europa fu bruciata nel 1782! In termini storici: l’altro ieri. Non per nulla è fenomeno che tanto ci caratterizza! E non sanno che il detto “«chi dice donna dice danno» risale a san Girolamo, l’illustre padre della Chiesa che preferì evirarsi per non cadere in tentazione.” (M. Mantello Sesso Chiesa Streghe/una storia vecchia e nuova di femminicidi) Per tacere di altri illustrissimi personaggi come Cirillo, il mandante dello strazio del corpo di Ipazia, Agostino, Paolo, Alberto Magno e molti altri, tutti santi, che costituiscono i pilastri della teologia cattolica per alimentare continuamente una sindrome maschilista che intende mantenere in vita il patriarcato.
Senza dimenticare il fatto che, se proprio fosse animato da onesta disposizione d’animo, comincerebbe a correggere il patriarcato che impera a casa sua.
La circostanza può manifestarsi appieno e senza la minima critica pubblica, sempre per il solito motivo della meschinità delle fonti di informazione.
Quanto ho scritto è la dimostrazione palese che le religioni sono false, altro che “rivelate”. E sono falsi i testi che le testimoniano: per l’A.T la cosa è ormai da tempo ufficiale, fu inventato di sana pianta e nei personaggi e nei fatti narrati, attorno al VI secolo prima di Cristo; per lil N. T. la cosa è ormai certa in egual modo, ma non hanno ancora il coraggio di ammetterlo esplicitamente.
Insomma: ci hanno fatto vivere per 2500 anni di menzogne.
Perché il fondamento di un sentimento “religioso” sta nell’antropologia, quindi nelle necessità pratiche della specie uomo e nei desideri intimi e personali e sociali profondamente sentiti dagli uomini e dalle donne ma che trovano nella religione una forte opposizione. Cioè: le religioni si organizzano e si strutturano allo scopo di strumentalizzare quei sentimenti originari. Di conseguenza le religioni sono false ed approfittano di quei sentimenti “religiosi”; non sono orientate verso l’evoluzione della società con il loro presunto e tanto sbandierato messaggio alla pace alla concordia all’altruismo ecc. ecc. ma, piuttosto, organizzate a conservare le condizioni sociali in cui esse si trovano a vivere per non mettere a repentaglio la loro stessa esistenza e quella delle loro gerarchie; ed è tanto vero ciò, che le religioni hanno sempre opposto una ferma resistenza ad ogni tentativo di progresso sociale e di evoluzione della masse popolari. Non intendono mettere a repentaglio la loro esistenza qui sulla terra; ecco perché rimandano tutto ad un aldilà indefinito. Ma, come ha affermato Freud, è ovvio che: …”Finché la virtù non verrà premiata qui sulla terra, l’etica predicherà invano.” (S. Freud Il disagio della civiltà)
La politica, a sua volta, trova utile spesso strumentalizzare la religione…e il gioco è fatto!

Mixtec

Caro Manlio, quanto tu hai scritto:
“per l’A.T la cosa è ormai da tempo ufficiale, fu inventato di sana pianta e nei personaggi e nei fatti narrati, attorno al VI secolo prima di Cristo;”
è riferibile alla Scuola minimalista di Copenhagen; io preferisco l’ipotesi documentaria, che considera inventato il solo Deuteronomio, e per gli altri quattro libri fa un discorso più complicato.
In questi giorni circola fra i docenti di una Università meridionale, ma non solo fra essi, uno scritto, di cui riporto uno stralcio.

“Cari Destinatari, a quanto pare ci dobbiamo occupare di lasciti divini.
Se possibile, consentiamoci di dare un’occhiata ad una di queste assegnazioni, ad esempio quella narrata nel Capitolo 17 della Genesi, e i cui primi versetti, nelle varie traduzioni in uso, suonano più o meno così (in questo caso si tratta della Bibbia di Gerusalemme):
“Gen 17 (1) Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. (2) Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto, molto». (3) Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui …” cambiandone il nome da Abram in Abraham (trascritto anche Abramo o Abrahamo) (v. 5), e assegnandogli “tutto il paese di Canaan in possesso perenne” (v. 8). In cambio Dio prescrisse la circoncisione di ogni maschio nel suo ottavo giorno di vita (v. 12).
Nel cap. 18 il “Signore” incontra di nuovo Abramo, che lo riceve, gli lava i piedi e gli dà da mangiare e bere, a lui e ad altri due uomini che erano con lui, e tutti, dopo aver mangiato, fanno una passeggiata e vanno a guardare Sodoma dall’alto delle colline che circondano la valle del Giordano. Nel corso della camminata, il “Signore” confida ad Abramo di voler distruggere Sodoma con tutti i suoi abitanti, e Abramo tenta una trattativa, ottenendo un buon risultato, che però (come si capisce dal seguito nel cap. 19) non sarà verificato, e quindi Sodoma sarà distrutta con tutti (tranne Lot e le sue due figlie) i suoi abitanti (un piccolo sterminio, comunque: quante migliaia potevano essere gli abitanti di Sodoma? E poi, l’ha fatto il “Signore” direttamente e personalmente, e chi siamo noi per criticarlo?)
Gentili Destinatari, ancora un po’ di pazienza (ammesso ne abbiate avuta abbastanza da giungere fin qui). Riguardiamo i primi tre versetti del cap. 17.
Facendo un controllo col testo originale ebraico troviamo “YHWH” al posto di “Signore”,” El Shaddai” al posto di “Dio onnipotente”, ed “Elohim” al posto di “Dio,” I tre versetti dovrebbero essere resi come:
“Gen 17 (1) Quando Abram ebbe novantanove anni, YHWH gli apparve e gli disse: «Io sono El Shaddai: cammina davanti a me e sii integro. (2) Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto, molto». (3) Subito Abram si prostrò con il viso a terra ed Elohim parlò con lui dicendo: …”
Quindi, dove nella nostra Bibbia italiana troviamo “Signore” dovremmo sostituire YHWH, ovvero il nome proprio di Dio “Creatore del Cielo e della Terra”, rivelato a Mosè nel libro dell’Esodo (cap. 3, v. 14). Ma se proseguiamo la lettura del libro dell’Esodo, poco dopo, al cap. 6, vv. 2-3 leggiamo che “Dio parlò a Mosè e gli disse: Io sono il Signore! Sono apparso ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe come Dio onnipotente, ma con il mio nome di Signore non mi sono manifestato a loro.” Non sembra un discorso molto comprensibile (che vuol dire “il mio nome di Signore”?); andiamo a controllare sulla Bibbia ebraica, dove troviamo: “Elohim parlò a Mosè dicendogli: «Io sono YHWH: sono apparso ad Abramo,ad Isacco e a Giacobbe come El Shaddai, ma il mio nome YHWH non l’ho fatto loro conoscere»”.
Ci viene detto chiaramente che Abram/Abramo non conosceva il nome “YHWH,” eppure, se torniamo al libro della Genesi ,al cap. 12, v. 8, nella versione ebraica, troviamo scritto che Abram aveva costruito un altare a YHWH e invocato il nome YHWH.
Dai vv.2 e 3 del cap. 6 del libro dell’Esodo possiamo dedurre che molti passi del libro della Genesi dicono il falso. O no? Per spiegarlo dobbiamo ricordare come sono stati assemblati dai vari scrittori (lo jahvista e l’elohista in particolare) i racconti della Genesi.
La spiegazione più semplice è che, nel comporre la sua narrazione, lo scrittore jahvista ha sostituito nei racconti concernenti Abramo il nome divino che c’era, nelle fonti, a noi non pervenute, che egli utilizzava, con “YHWH.”
Ma anche se supponiamo, secondo quanto detto in Esodo cap.6, che l’El Shaddai che parla con Abramo sia lo YHWH che parla con Mosè, permangono delle differenze notevoli fra i due: il primo parla, mangia e cammina con gli esseri umani (parla perfino con una donna, Sara) mentre il secondo non si fa vedere di faccia (al massimo da tergo, come in Esodo cap. 33, v. 23).
Nel saggio in stile epistolare di Manacorda “Lettura laica della Bibbia” (1989) la studiosa giapponese Yukiko Ueno espose (pp. 216-217) diverse osservazioni sui due tipi di YHWH, interpretando lo YHWH (ovvero El Shaddai) dei racconti di Abramo come “divinità umana” (come l’imperatore del Giappone, un esempio calzante proveniente dalla sua cultura) e lo YHWH come un “dio trascendente, non umano.”
D’altra parte, a pensarci bene, che El Shaddai fosse stato YHWH sotto mentite spoglie lo dice l’autore di Esodo cap. 6, ma noi non siamo obbligati a crederlo, se vogliamo fare una “lettura laica.”
Supponiamo dunque che lo “YHWH” che al cap. 12, v. 1 fece la famosa “chiamata” ad Abram, che si trovava nei pressi di Harran (ad est dell’Eufrate, nell’Alta Mesopotamia), sia stato un “re umano considerato divino,” siamo in grado di identificarlo?
Può sembrare strano, ma secondo gli storici c’è stato un solo “re-dio” che abbia attraversato l’Eufrate e sia giunto nei pressi di Harran, guerreggiando ma non troppo, da quel grande stratega che era (Napoleone avrebbe dovuto imparare da lui, prima di avventurarsi in Russia).
Lo conosciamo per “nome e cognome”e ne abbiamo diversi ritratti: era Thutmosis III, di cui conosciamo anche l’abitudine di farsi adorare dai popoli che sottometteva con il nome di una loro divinità. Se l’ipotesi è corretta, a Salem (odierna Gerusalemme) era adorato come El Eljon (Genesi cap. 14). El Shaddai invece era suo figlio Amenhotep II, crudele e spietato come lo “YHWH” distruttore di Sodoma, ed in effetti sappiamo anche che in una stele egli racconta come abbia distrutto una località chiamata Shmash-Edom (e ricordiamo anche che nella Bibbia ebraica Sodoma è Shedom).”

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