La pietas sbrisolona. Che differenza c’è fra reliquie e vilipendio di cadavere?

Dall’articolo 410 del codice penale sul vilipendio di cadavere alle curiose pratiche della Chiesa sui corpi dei beati: la responsabile delle iniziative legali Uaar Adele Orioli esplora il bizzarro rapporto tra diritto e devozione sul numero 5/2023 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


«Chiunque commette atti di vilipendio sopra un cadavere o sulle sue ceneri è punito con la reclusione da uno a tre anni. Se il colpevole deturpa o mutila il cadavere o commette, comunque, su questo atti di brutalità o di oscenità, è punito con la reclusione da tre a sei anni».

Così recita l’articolo 410 del nostro codice penale, disciplinando questa particolare fattispecie di vilipendio che a differenza di quello contro la, o meglio le, divinità richiede gesti e atti materiali, non essendo sufficienti i discorsi o le parole offensive (il romanesco “li mortacci” insomma può continuare a sopravvivere nell’alveo della liceità).

Reato questo, comunque, che non esaurisce l’ampia gamma dei delitti contro la pietà dei defunti, di cui al titolo V capo II del codice penale: dalla violazione di sepolcro, al vilipendio di tombe, all’occultamento o all’uso illegittimo di cadavere, di cui all’articolo 413, per «chiunque disseziona o altrimenti adopera un cadavere o una parte di esso a scopi scientifici o didattici in casi non consentiti dalla legge».

L’esigenza di una tutela penale dei corpi dei morti rivela nella nostra regolamentazione tutta la sua matrice di derivazione cristiano-cattolica proprio nella ratio di queste norme e nel bene, nell’oggetto, che il nostro ordinamento si prefigge di tutelare. Non tanto la dignità della persona, seppur morta, o la tutela della salute pubblica, quanto piuttosto un generico e vago sentimento collettivo di onorabilità dei defunti, una delle declinazioni della pietas di latina memoria, che ad autorevoli commentatori già da tempo appare poco congrua con la funzione propria del diritto penale di uno Stato democratico e secolarizzato.

Fin qui, per uno Stato che ancora persegue la blasfemia, tutelando conto terzi l’onorabilità di esseri dall’incerta esistenza, nulla di particolarmente strano. Incrostazioni confessionali pervadono tutta la nostra legislazione, e a volte sono architravi più che incrostazioni, a cominciare da quegli articoli 7 e 8 della Costituzione che tanto quotidianamente incidono sulla vita (e sul portafoglio) di ignari cittadini.

Eppure più di un interrogativo meriterebbe approfondimenti. Non ultimo, esattamente cosa è, e di chi è un cadavere, dal punto di vista giuridico. E per quanto forse ci interessa ancora più da vicino, quali norme civili (nel senso di statuali) sovrintendono a una delle pratiche ancora oggi particolarmente vitali del culto cattolico: quella delle reliquie.

Ovviamente non intendiamo gli oggetti appartenuti o suppostamente appartenuti a santi e beati, e nemmeno i resti antichi o comunque risalenti a epoche nelle quali non vigevano certo regolamenti di polizia mortuaria.

E, sebbene meriterebbe ben più di un articolo a parte, poco ci interessa il divieto di commercio delle stesse stabilito dal diritto canonico, ma di fatto ininfluente per quello italiano (ce ne fossero di più, di queste impermeabilità, saremmo un Paese più laico).

Più che altro ci domandiamo come mai fare una grigliata fra i loculi, come successo scatenando tsunami di indignazione qualche anno fa in Sicilia, sia un reato piuttosto che una mancanza di buon gusto e, ad esempio, estirpare un cuore, imbalsamarlo e mostrarlo in pubblico “nelle grandi occasioni” come è per il muscolo cardiaco di padre Pio, no.

Ancora in tempi più recenti meritano una letta le dichiarazioni del vescovo di Assisi in occasione della riesumazione di Carlo Acutis, il quindicenne morto nel 2006 e beatificato nel 2020, di cui la vulgata vorrebbe il corpo miracolosamente incorrotto:

«All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al Santuario, esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi.

Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone. Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione».

Anche i beati si decompongono, nonostante gli sforzi e il desiderio di gridare al miracolo. E fin qui… Ma ancora. Non so al lettore, ma a chi scrive, per quanto svolta con arte e amore, l’operazione della escissione cardiaca sembra assomigliare parecchio a quella deturpazione di cui all’articolo 410 o a quel dissezionamento di cui all’articolo 413.

Anche l’esposizione al pubblico (ludibrio) di tagli, ritagli e frattaglie – ci si perdoni la citazione obsoleta di un vecchio programma televisivo – non appare almeno a prima vista molto compatibile proprio con quel senso di pietas che per quanto in modo giuridicamente vintage, diciamo così, il nostro diritto secolare tutela.

Eppure pare che la famiglia Acutis abbia potuto donare il corpo del figlio (quel cadavere rebus giuridico che diventa a quanto parrebbe bene di proprietà) alla chiesa cattolica genericamente intesa, senza alcun ostacolo; e pare inoltre che a questa sia concesso il decoupage senza limitazioni.

Fosse altrettanto facile donare il corpo alla scienza, così come peraltro è previsto dal 2020 che si possa disporre tramite Dat! Ma d’altronde, se fosse altrettanto facile, assomiglieremmo pericolosamente a un Paese civile.

Adele Orioli

 


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24 commenti

laverdure

Morto nel 2006 e riesumato nel 2019,e’ facile immaginare in quali condizioni si trovasse,anche se si fossero ( e non e’ detto)verificati quei fenomeni di mummificazione naturale che per necrofori e anatomopatologi sono ordinaria amministrazione, e che la Chiesa ha spacciato tante volte per “miracoli”.
Praticamente hanno dovuto richiuderlo in un involucro totale,come i sarcofagi egizi che recavano il viso del defunto in rilievo e dipinto.
Necrofilia pura e semplice,che va ad aggiungersi a parecchie altre “filie” tipiche di questa e altre religioni.

Diocleziano

Pensa che ancora oggi sono molti quelli che credono autentica la faccia del Forgione.
Un minimo di onestà vorrebbe che sulla vetrina dove è esposto vi fosse una nota esplicativa BEN CHIARA. Anzi, su ogni articolo di quel bric-a-brac esposto alla credulità del gregge. Sindone compresa.

laverdure

“Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi.”

Tecniche che altro non sono che nascondere completamente la verita di un cadavere ridotto ormai ad uno scheletro ricoperto di carne disseccata e marcia,sotto un involucro completamente artefatto e ingannevole.
La cosa paradossale,se ci riflettete solo un attimo,e’ il parallelismo tra questa “mascherata” relativa al corpo di un (preteso)santo,e quella praticata alla sua figura storica,dove spesso gravi magagne vengono minimizzate e coperte da “miracoli” senza la minima conferma storica.
Del resto ci sono parecchi santi che la Chiesa stessa preferisce lasciare nell’oblio,perche’nel migliore dei casi li si potrebbe,con la mentalita di oggi,gravi casi psichiatrici,e in altri casi responsabili di veri crimini di guerra.
Parlo di personaggi distintisi nella lotta agli eretici e simili con mezzi che diedero dei punti a Gestapo ed NKVD messe assieme,cosa che allora gli guadagno la beatificazione.
Anche la morale della Chiesa non e’ poi cosi eterna e immutabile,vero ?

laverdure

Vale la pena di ricordare una vecchia battuta : di certi Santi la Chiesa vanta tante
preziose reliquie ossee, custodite in posti diversi che ,unendole,si potrebbe ricostruire lo scheletro di un dinosauro,anziche di un essere umano.
Frate Guglielmo da Baskerville : “In una chiesa ho visto conservato il teschio del Battista bambino !”
Adso da Melk :”Ma il Battista fu giustiziato da adulto !”
Frate Guglielmo :”Il teschio del Battista adulto evidentemente e’ conservato in un’altra chiesa!”
Indimenticabile Umberto Eco.

Diocleziano

Esiste in Francia un piccolo museo che conserva il cranio di Voltaire…
Forse l’eco è giunta fino a Eco.

laverdure

@Diocleziano
Ma non credo che lo portino mai in processione alla Facolta di Filosofia di quella citta.

Diocleziano

Non ho precisato che sarebbe il cranio di Voltaire a 17 anni.

Maurizio

Nessuna religione è più politeistica del cattolicesimo: adorazione di beati, santi, venerabili, papi, vescovi, statue, quadri, figurine, prepuzi lance, teche, fazzoletti, lenzuoli e cadaveri. Il puro gusto dell’orrido.

Maurizio

Nessuna religione è più politeistica del cattolicesimo: adorazione di beati, santi, venerabili, papi, vescovi, statue, quadri, figurine, prepuzi, lance, teche, fazzoletti, lenzuoli e cadaveri. Il puro gusto dell’orrido.

Manlio Padovan

Se non ricordo male in varie chiese sono conservati ben 13 prepuzi del divino bambino.

Diocleziano

Ecco come ha avuto origine la storia dello stabilire “chi ce l’ha più lungo” 😛 !

Anche i ‘veri’ chiodi della croce in giro per le chiese sarebbero tra 15 e 20.

laverdure

@Diocleziano
Mentre i frammenti della “vera croce” in circolazione sono tanti,diceva frate Guglielmo da Baskerville,che anziche da due assi incrociate sembrano provenire da un’intera foresta !

RobertoV

Come farà in futuro la chiesa ad ottenere nuove reliquie con la diffusione anche tra i cattolici della cremazione? Le stamperanno in 3D ?
Ed in passato quante reliquie corrisponderanno effettivamente al santo venerato, sempre che sia esistito?

laverdure

“Ed in passato quante reliquie corrisponderanno effettivamente al santo venerato, sempre che sia esistito?”
Se e’ per questo tra le reliquie venerate in passato c’erano “fiale di latte della Madonna” come pure “piume dell’Arcangelo Gabriele”,e altre meraviglie analoghe.
Sembra che la Curia,dopo secoli,ha pensato,in tempi recenti,di “sfoltlre” la collezione.
Chissa poi perche’?
Per inciso ho letto che la Chiesa considera anche i “Santi non storici”,vale a dire per i quali ammette non vi siano prove certe che siano davvero esistiti.
Vi risulta ?

laverdure

E mi sembrava (ma non sono sicuro)che tra questi vi fosse perfino San Gennaro,quello del sangue “tissotropico”.

Diocleziano

Sì, Gennaro è stato depennato dalla prima squadra, ora gioca solo partitelle in casa, ‘girone oratori’: forte di una tifoseria ottusa e secolare. Una delle mascalzonate più vergognose è la mistificazione della Caterina d’Alessandria: mai esistita è ricalcata sulla vicenda di Ipazia! È rappresentata sempre con a lato una ruota uncinata per similitutudine con il vero martirio di Ipazia, scorticata dai sicari tel torbido Cirillo.

Diocleziano

“… la Chiesa considera anche i “Santi non storici”, vale a dire per i quali ammette non vi siano prove certe che siano davvero esistiti…”

Dopo le ripetute analisi della sindone – che l’hanno certificata senza dubbio una patacca – la chiesa ha forse rinunciato a lasciare che il gregge la idolatri?

Nel duomo di Milano si spaccia un morso di cavallo per un autentico chiodo del noto patibolo.

laverdure

Nella boiografia dell’Acutis si Wikipedia si legge tra l’altro :
” Tra le sue grandi passioni c’era l’informatica, della quale si serviva per divulgare e testimoniare la fede attraverso la realizzazione di siti web; per questo motivo, da quando è stato beatificato, viene indicato come possibile futuro patrono di Internet e tra i suoi attributi vi è il personal computer”
Infatti al Covent Garden,nella Corpus Christi Chatolic Church,c’e’ una cappella dove la sua immagine,assieme ad un ostensorio,regge un PC portatile.
Chissa perche nella teca ,ad Assisi,tale simbolo manca ?
Pure sarebbe un chiaro simbolo della modernizzazione della Chiesa,no ?

laverdure

Anzi,anziche “sdraiato” nella teca a mo’ di pennichella,il suo “simulacro” avrebbero potuto “montarlo” seduto davanti ad un PC,perennemente acceso ovviamente,sul cui schermo si alternassero immagini sacre.
Inequivocabile dimostrazione di una Chiesa al passo coi tempi.

laverdure

Magari con qualche servomeccanismo nascosto da “animatronics” che gli muovesse le mani sulla tastiera e sul mouse.
Perche fare le cose a meta’?
Che ve ne pare come idea ?

laverdure

Pensierino finale : se qualcuno giudicasse di cattivo gusto le esternazioni espresse
sopra,gli suggerirei di riflettere sul “gusto” mostrato dalle autorita religiose nella
“esposizione” REALE visibile anche nella foto.
E meglio ancora dai famigliari del defunto nel concedere la loro autorizzazione.
Beninteso ognuno puo’ pensarla come vuole.

Maurizio

La cruda verità è che gli stessi credenti credono piuttosto poco in un Dio astratto, invisibile, muto e ineffabile. È molto più convincente un oggetto puzzolente di santità, ancorché macabro, come un cadavere o un suo organo. E via con la squallida parata horror di cuori, fegati, prepuzi, dita, occhi e frattaglie varie.
Cosa dimostra questo nauseabondo spettacolo? A tutti gli effetti quasi nulla, se non che è una sciocca vittima del circo clericale per mantenere il legame con i fedeli e con i loro conti correnti. Quindi perché farsi prendere per il naso in tal guisa? Forse l’incapacità di razionalizzare le favolette inculcate dalla nascita su beati e venerabili operanti miracoli post-mortem. Desolante.

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