Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese di novembre è la scelta del sindaco di Arese (MI) Luca Nuvoli di non far celebrare dal Comune la festa del 4 novembre con riti religiosi (cattolici). Niente messa e benedizione delle corone di alloro da depositare nei due cimiteri cittadini e presso il cippo in ricordo dei caduti nel corso delle commemorazioni pubbliche. Quella che dovrebbe essere una scelta laica di buon senso, senza marcatura confessionale – e che lascia alla coscienza dei singoli eventuali partecipazioni e riti religiosi – viene duramente contestata da esponenti della minoranza locale di centrodestra. Con una lettera, i clericali così si lamentano per la perdita della tradizione: «come cristiani ci sentiamo profondamente discriminati». Dal canto suo il primo cittadino replica facendo riferimento alla laicità «come elemento caratterizzante del nostro Stato democratico, repubblicano e liberale», una «laicità che difende e garantisce la coscienza e la libertà individuale di tutti, che definisce e protegge le reciproche prerogative tra Stato ed enti religiosi e morali. Io intendo esercitare la mia funzione di sindaco rappresentando la comunità nella sua interezza. È coerentemente con questo che abbiamo escluso la messa e la benedizione delle corone dal programma ufficiale pur organizzando il tutto in modo da garantire a chi vorrà di partecipare alla celebrazione in parrocchia». Anche altri Comuni della zona come Bollate e Garbagnate hanno scelto di non far celebrare messe o benedizioni per l’occasione.
Il Senato approva l’istituzione della commissione di inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Già a marzo la Camera aveva dato il suo assenso, approvando il testo della commissione Affari costituzionali. Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha affermato: «Sono contento, aspettavo con fiducia questa notizia. Questa commissione potrà fare tantissimo. Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre». Sul caso pesano anche i silenzi di decenni del Vaticano e sembrano ancora insufficienti le recenti iniziative del Promotore di giustizia Alessandro Diddi.
La preside dell’Istituto comprensivo “Fontamara” di Pescina (AQ) Maria Cristina Bonaldi desta scandalo tra i clericali della Marsica per l’attenzione alla laicità della scuola e per il pluralismo. Il 4 novembre non ha imposto agli alunni di partecipare alla messa organizzata nel contesto dei festeggiamenti dal Comune del San Benedetto dei Marsi e ha espresso anche l’intenzione di rivedere la “tradizione” delle recite a tema natalizio, chiarendo che «lo Stato è laico» e che eventuali iniziative religiose si debbano svolgere fuori dalla scuola e dall’orario di lezione. L’Istituto è frequentato da alunni dalle scuole dell’infanzia fino alle medie di diversi Comuni della zona.
Diversi politici capitolini contestano la decisione del VI Municipio di Roma di pubblicizzare sul profilo social ufficiale la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che vuole obbligare le donne ad ascoltare il battito cardiaco del feto, modificando la 194. Emanuela Droghei, consigliera regionale e coordinatrice della segreteria Pd Roma, è «rimasta sconcertata. […] Pensavo fosse uno scherzo, magari un profilo parodia, invece è tutto vero e inaccettabile». Il segretario del Pd romano Enzo Foschi commenta: «è una vergogna che il profilo Facebook istituzionale del Municipio VI faccia propaganda alla proposta dei movimenti parafascisti, perché solo così possono essere definiti, e contro le donne».
La Procura di Padova, che aveva preteso l’annullamento degli atti di nascita di 37 bambini figli di coppie omogenitoriali, ora chiede alla Corte Costituzionale di intervenire. Un cambio di orientamento giudicato positivamente dai legali delle famiglie coinvolte, arrivato dopo aver ascoltato le ragioni delle famiglie. Un’iniziativa che apre nuovi spiragli e viene accolta con ostilità dagli integralisti cattolici, che la giudicano un cedimento ideologico. Gli atti erano stati registrati fin dal 2017 dal sindaco Sergio Giordani e riguardavano coppie di donne in cui una partner ha concepito il figlio all’estero ricorrendo alla fecondazione assistita. Dopo la circolare del Ministero dell’Interno Matteo Piantedosi che a gennaio aveva intimato ai sindaci di non trascrivere i certificati anagrafici di bambini nati all’estero con gestazione per altri è partita una stretta indiscriminata contro le famiglie omogenitoriali, comprese quelle composte da donne che avevano utilizzato la fecondazione assistita all’estero.
La Corte d’appello di Palermo condanna il Comune e il Ministero dell’Interno per la mancata trascrizione in Italia delle adozioni da parte di coppie di uomini all’estero. Due coppie (entrambe con un cittadino italiano) avevano adottato bambini britannici e francesi, con sentenze riconosciute nel Regno Unito tra il 2012 e il 2017, e avevano fatto richiesta di trascrizione in Italia. L’amministrazione di Palermo aveva rifiutato la trascrizione parlando di assenza di chiare disposizioni dal ministero dell’Interno, sebbene fosse un atto dovuto come già stabilito dalla Cassazione e riconosciuto dalla normativa internazionale.
Il tribunale civile di Vicenza ordina la trascrizione anagrafica dell’atto di nascita di una bambina ormai di 4 anni, nata in Ucraina tramite gestazione per altri, che risultava apolide, con gravi e quindi oggetto di discriminazioni come l’impossibilità di ottenere documenti o di iscriversi all’asilo. Il padre biologico ha ottenuto quindi il riconoscimento e sua moglie potrà quindi adottare la minore con procedura semplificata. Il ricorso della coppia era stato inizialmente respinto dal tribunale di Vicenza e poi dalla corte d’appello di Venezia, ma la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva dato ragione alla famiglia.
La vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno contesta l’assegnazione della presidenza del Forum sociale del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani all’Iran: «questa scelta è assolutamente inaccettabile ed impropria. Il regime iraniano zittisce, tortura, incarcera e uccide chiunque provi a non essere d’accordo con i tiranni a capo della Repubblica islamica. […] Sarò sempre al fianco delle donne iraniane, della democrazia e dei diritti umani».
Patrizio Onori, componente della segreteria provinciale del Partito Democratico e attivista lgbt, non si allinea al coro di giubilo istituzionale per l’apertura ad Asti (con fondi dell’8×1000) di un ambulatorio della diocesi per persone in condizioni disagiate. Pur riconoscendo il merito alla Chiesa cattolica, commenta: «a me pare sia la plastica rappresentazione della resa e della disfatta dello Stato italiano in materia di assistenza sanitaria pubblica che prefigura un modello, già realtà, nel quale chi ha i soldi per curarsi si affida a strutture private e chi, invece, non ha le possibilità economiche è costretto a piagnucolare l’elemosina alle varie associazioni caritatevoli o religiose, in questo caso la Chiesa Cattolica Romana». Il caso di Asti è l’ennesimo episodio del processo di smantellamento del welfare laico e pubblico nel nome della sussidiarietà confessionalista, come la nostra associazione denuncia da anni.
La politica reagisce alle uscite imbarazzanti del consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi, che ha risposto alle dichiarazioni di Elena Cecchettin, sorella della giovane Giulia vittima di femminicidio, parlando a più riprese di “satanismo” (per l’immagine su una felpa indossata e alcuni post) e facendo allusioni. Più voci chiedono le dimissioni di Valdegamberi per le sue affermazioni imbarazzanti, anche con una petizione di Europa Verde. La senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia parla di «violenza verbale inaudita nei confronti della sorella di Giulia, veicolando di fatto un messaggio pericolosissimo, che alimenta la fonte socio-culturale della violenza sulle donne» e di «comportamento inqualificabile per il ruolo istituzionale che ricopre, che non può essere tollerato». La deputata Isabella De Monte (Italia Viva) aggiunge: «In un momento di grande lutto qual è quello di Elena Cecchettin per la brutale uccisione della sorella Giulia, il consigliere regionale veneto Valdegamberi non trova niente di meglio da fare che attaccarla sui social. Di fronte a un’Italia che si è stretta ai familiari per sollevarne il dolore, Valdegamberi abbia un sussulto di buongusto e si dimetta, poichè anche il presidente Zaia, come chiunque di buonsenso, si è dissociato da questa penosa uscita». L’eurodeputata Pd Alessandra Moretti commenta: «Non si fatica a pensare che queste parole siano il frutto di un patriarcato antico che ha trovato spesso nella Lega il suo referente politico». Chiedono l’intervento del presidente della Regione Veneto Luca Zaia dal Pd la segretaria comunale di Verona Alessia Rotta e il segretario provinciale Franco Bonfante, da +Europa veronese Lorenzo Dalai ed Enrico Migliaccio, i parlamentari veneti del Movimento 5 Stelle Barbara Guidolin ed Enrico Cappelletti. Dal canto suo il governatore del Veneto Luca Zaia ha chiarito: «Mi son dissociato da quello che dice Valdegamberi, parla a titolo personale e non rappresenta nessuno quando parla e soprattutto di questi temi che vanno condannati senza se e senza ma».
La preside dell’Istituto comprensivo “Fontamara” di Pescina (AQ) Maria Cristina Bonaldi desta scandalo tra i clericali della Marsica per l’attenzione alla laicità della scuola. Per la festività del 4 novembre non aveva imposto agli alunni di partecipare alla messa organizzata dal Comune a San Benedetto dei Marsi e ha espresso anche l’intenzione di rivedere la “tradizione” delle recite a tema natalizio, chiarendo che «lo Stato è laico». L’Istituto è frequentato da alunni dalle scuole dell’infanzia fino alle medie di diversi Comuni della zona.
La redazione
La buona novella “Fontamara” ha un replicante in fondo.
(Distruggete questo messaggio dopo averlo letto…) 😛
Dovevi scriverlo con inchiostro “simpatico”…😂😂😂😂
Non ho capito in che cosa l’istituzione della commissione sui casi di EO e MG sarebbe una buona novella laica. Secondo me è l’ennesimo spreco di soldi pubblici come l’aver seguito regolarmente tutte le piste fantascientifiche di questi due casi che non hanno nulla a che vedere tra di loro sostanzialmente. Ho appena finito di leggere il libro di Nicotri, ateo, piuttosto anticlericale, che dimostra che la responsabilità del Vaticano in questi casi non è assolutamente dimostrata e che la Magistrata Gerunda all’inizio seguiva la pista famigliare. Nicotri, ateo anticlericale, è persona non grata nei dibattiti televisivi perché non va nel senso delle teorie complottare. Tra l’altro ha dimostrato, come nella prima dichiarazione appena uscito dall’incontro con il Papa, il fratello di Emanuela disse che il Papa aveva detto “SE Emanuela è in cielo” e non “Emanuela è in cielo”. Il fratello di è poi giustificato dicendo che l’entourage del Papa gli avrebbe chiesto di riportare la frase dal Papa diversamente. Ma figuriamoci, tanto più che era uscito sorridente dall’incontro col Papa. Ti suggeriscono che è morta tua sorella e tu esci sorridente? Ora per carità è possible che il Vaticano c’entri eccome e che il responsabile sia pure stato protetto dal Vaticano, ma finora tutte le piste che hanno tentato di inserirci il Vaticano sono dimostrate completamente deliranti. Eppure anche il documentario Vatican girl continua a dare credito alla Minardi che invece in un’intercettazione con la sorella è chiaramente dimostrato che è totalmente mitomane. Quello che è allucinante è il numero di giornalisti che in questo caso inventano piste e legami non dimostrati come con il caso Skerl. Su Mirella Gregori c’è da dire che, anche se non è stato il Papa dell’epoca il primo a fare il legame, parlando dei due casi nell’Angelus ha fatto un grosso errore. Ma su Mirella Gregori cosa intendono fare chiamare l’amica Sonia in commissione? Alessandro? Qui la pista dell’oratorio potrebbe starci, ma se ci mettiamo a fare commissioni per tutti i caso irrisolti allora non si capisce perché dobbiamo farlo in particolare per loro.
Da appassionato di true crime mi piacerebbe sapere se c’è qualcuno sul sito che ha seguito questi due casi e sa che l’implicazione del Vaticano è lungi da essere evidente.
All’inizio tra l’altro la magistrata incaricata indagava in ambito famigliare. Tutte le piste fantascientifiche che partivano dall’implicazione del Vaticano si sono rivelate un buco nell’acqua. Per inciso quando il fratello è uscito dal colloquio con l’attuale Papa era sorridente e ha riportato le frasi del Papa come segue “Se Emanuela è in cielo” e non “Emanuela è in cielo”. C’è il video. Quindi non vedo come una buona novella laica l’istituzione di questa commissione che seguira le solite piste deliranti promosse da personaggi che è meglio perdere che trovare, screditati più volte dai verbali d’intercettazioni e non si interesserà del caso di Mirella che non c’entra nulla a mio avviso. In questo caso semmai la pista dell’oratorio dovrebbe essere percorsa, ma quella delle guardie svizzere, se si leggono attentamente i verbali delle intercettazioni no.
Con un parlamento così clericale dubito che una commissione d’inchiesta possa ottenere risultati validi e temo che serva a tutelare il Vaticano, a maggior ragione dopo l’opposizione del clericale Casini e le sue pretestuose “giustificazioni”.
Una indagine valida dovrebbe implicare la piena collaborazione del Vaticano che non c’è mai stata e non credo mai ci sarà, a maggior ragione se dovesse venire fuori qualche coinvolgimento Vaticano. Credo che come al solito il Vaticano abbia voluto vendere illusioni, come ha fatto per le indagini sulla pedofilia, a maggior ragione dopo l’intervento a prescindere a tutela dell’intoccabile GP II.
Ma all’Onu che criteri usano ultimamente: diritti umani all’Arabia Saudita, adesso all’Iran ed il COP 28 agli Emirati Arabi?
Che non ci sia mai stata collaborazione da parte del Vaticano è una mezza leggenda. Gli atti, se letti, non permettono di essere così lapidari. Chiedeti piuttosto perché la telefonata anonima a Chi l’ha visto che segnala la tomba di De Pedis è partita … dall’interno della RAI. E questo risulta dai tabulati telefonici. Perché una commissione possa avere risultati bisogna innanzittutto scartare tutte le piste che hanno condotto a flop interestellari, e spreco di soldi, come quella della Magliana, uno scenario altrettanto delirante riportato dai mass media, Purgatori in testa che correva dietro a tutte le teoria complottiste e non solo su questo caso, non l’ho mai visto, meno male che i DNA delle ossa nel cimitero teutonico se le è pagate la famiglia e soprattutto non a partire dal presupposto mai provato che il Vaticano c’entra senz’altro con la scomparsa di Emanuela. Con quella di Mirella poi ancora di meno.
Ma certamente: come si può accusare la CdM di ambiguità e mancanza di collaborazione, quando ha sempre collaborato diligentemente, soprattutto nei casi di pedofilia.
Ringraziamo lo zuccone vanesio per aver regalato uno stato alla CdM, dandogli la possibilità di sfuggire a tutte le leggi, in primis quelle sbandierate come volere del loro idolo immaginario.
@ Diocleziano
Al contrario, è evidente che in questo caso è possibile accusare il Vaticano con le teorie più deliranti, senza mai apportare nessuna prova. Invece se provi ad avanzare la pista famigliare seguita dalla Gerunda, la prima magistrata che si è occupata del caso ma poi interrotta perché sostituita con Sica e dall’irrompere del delirio sul terrorismo, stai tranquillo che nei mass-media non t’invita più nessuno. Comunque ritornando all’accusa di mancata collaborazione, non possiamo utilizzare la proprietà transitiva. Quali sono concretamente le richieste legittime dello stato italiano, dove è scomparsa Emanuela, non accolte dal Vaticano? Se scavi non è che ce ne siano tantissime. Anche io prima di approndire il caso partivo dal pregiudizio che il Vaticano sa, il Vaticano è in qualche modo responsabile. Poi, come spesso succede per i casi irrisolti, mi sono accorto che ci sono tante leggende create e/o diffuse da giornalisti importanti, che ci scrivono su libri e poi si faranno pure pagare dalla commissione come esperti. Ovvio che se ci si interessa al caso unicamente per anticlericalismo di strada non se fa tanta nella sua comprensione.
Comunque ci tengo a precisare che non credo molto alla pista famigliare, piuttosto a quella di un conoscente. Che sia poi un cittadino vaticano o attinente al Vaticano o nessuno dei due sono tutte piste credibili. Semplicemente credere ai deliri della Minardi (la cui mitomania è largamente provata dalle intercettazioni) secondo la quale non solo Emanuela sarebbe stata rapita per farsi rimborsare dallo IOR una somma di denaro ridicola per il Vaticano e che al tempo stesso Markinkus andassa a violentarla nella casa in cui era trattenuta dagli stessi rapitori che lo ricattavano è allo stesso livello del credere al loro idolo immaginario.
“…ritornando all’accusa di mancata collaborazione, non possiamo utilizzare la proprietà transitiva. Quali sono concretamente le richieste legittime dello stato italiano, dove è scomparsa Emanuela, non accolte dal Vaticano?…”
È una cosa che succede comunemente nei casi irrisolti: mancano le prove, il colpevole la fa franca. Certo che se si chiede di scavare nella fossa del De Pedis, conviene alla CdM esaudire celermente la richiesta; soprattutto se si ha la certezza che lì non c’è niente. Il Vaticano è grande… pensa che la tomba di Pietro l’hanno trovata dopo 1900 anni. Praticamente in cantina. Forse tra altri 1900 anni i Pastafariani, che nel frattempo avranno catechizzato il mondo, scopriranno dei resti ‘di una giovinetta immolata da una setta che si ispirava ai sacerdoti abramitici’.
@ Diocleziano
L’unica cosa che si è scoperta con quella pista è che De Pedis non è il figlio biologico di De Pedis. C’è pure qualcuno che sostiene che se è sepolto in quel luogo è perche è il figlio di un prelato. Per il resto la magistratura sapeva già che De Pedis era sepolto in quel luogo, aveva già indagato e non aveva trovato nessun rapporto tra tale sepoltura e il caso Orlandi.