Ecco il nuovo numero del bimestrale dell’Uaar Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Con interviste, rubriche, recensioni per conoscere l’impegno di uomini e donne, dell’Uaar e non solo. Con uno sguardo laico umanista su temi come diritti, etica, filosofia, politica, scienza. Sessanta pagine dedicate a chi vuole cambiare il mondo per renderlo più laico, più umano, più assennato. Con gli approfondimenti e le storie che non trovate altrove.
La copertina del numero 6/2023 di Paolo Ferrarini è un “omaggio” (ironico) alle feste natalizie, tema che affronta anche in un articolo in cui prende di petto la positività “tossica”.
Per venire a questioni che vedono l’impegno diretto dell’associazione, la responsabile circoli Irene Tartaglia ci presenta le attività del circolo Uaar di Napoli. Enrica Berselli, responsabile eventi dell’associazione, fa un resoconto dell’ultima edizione del Premio di laurea dell’Uaar, con l’assegnazione dei riconoscimenti ai vincitori presso la nostra sede nazionale a Roma. L’associazione lancia inoltre un’iniziativa per fornire alle scuole libri per l’insegnamento alternativo all’IRC. Pamela Deiana, insegnante e referente Uaar di Cagliari, esamina gli unici due libri di testo di editori italiani per le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica nella scuola primaria. Loris Tissino, responsabile organizzazione dell’Uaar, commenta le statistiche sull’utilizzo di libri per l’ora alternativa. Cogliamo anche l’occasione per ricordare il vignettista Sergio Staino, uno dei presidenti onorari dell’Uaar scomparso lo scorso ottobre, anche con le riflessioni del segretario nazionale Roberto Grendene.
In questa uscita abbiamo affrontato tante altre tematiche. La giornalista Ingrid Colanicchia indaga l’incognità dell’assistente materna, figura che il governo Meloni intende istituire. Il medico e docente Davide Mazzon traccia un bilancio della legge sul testamento biologico introdotta nel 2017. La responsabile iniziative legali Adele Orioli commenta la controversa richiesta di assoluzione di un pm nei confronti di un cittadino bengalese accusato di maltrattamenti verso la moglie, nel nome della sua “cultura”. Orioli intervista anche lo scrittore e poeta Franco Buffoni, storica voce intellettuale della comunità lgbt+, partendo dal suo ultimo libro Il Gesuita. Il direttore Raffaele Carcano indaga il rapporto tra religione cattolica e malavita organizzata. Il fenomeno degli atei “di destra” in Italia viene esplorato da Valentino Salvatore. Il giornalista Federico Tulli si concentra sulla transizione in Polonia dal governo conservatore clericale all’esecutivo laico guidato da Donald Tusk. Il chimico e divulgatore Silvano Fuso fa chiarezza sulla posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità nei confronti delle medicine “tradizionali” e “complementari”. Da Skeptical Inquirer vi proponiamo la traduzione di un articolo della presidentessa del Center for Inquiry Robyn E. Blumner dedicato alle problematiche create dalla sovrappopolazione mondiale. Micaela Grosso recensisce con un occhio laico il film El Conde di Pablo Larraín.
Non mancano le rubriche ricorrenti del bimestrale. L’Osservatorio laico dedicato a leggi e sentenze in Italia e all’estero, positive o negative. Impegnarsi a ragion veduta a firma del segretario Roberto Grendene per ricordare ciò che l’Uaar ha fatto e sta facendo in concreto. La carrellata delle attività dell’associazione sul territorio a cura della responsabile circoli Irene Tartaglia. Il “giro del mondo” per rilanciare iniziative di altre associazioni laico-umaniste, del responsabile relazioni internazionali Giorgio Maone. La rassegna di studi accademici su religione e non credenza che ci presenta Leila Vismara. Le proposte di lettura per segnalare tre libri recenti che ci sono sembrati interessanti. La sezione Arte e ragione in cui Mosè Viero rilegge con sensibilità laica un’opera d’arte per ogni uscita. Infine il riflettore di Agire laico per un mondo più umano, su piccoli e grandi fatti che ci raccontano l’impegno per la laicità e i diritti nel mondo.
Vi proponiamo intanto il redazionale di questa uscita, intitolato Alternative.
Una caratteristica saliente delle società moderne è la presenza di alternative. In quelle medievali c’era un unico sovrano, un’unica religione ufficiale, un unico modo di pensare: oggi viviamo invece in un’epoca di pluralismo senza precedenti. I nostri antenati rimarrebbero probabilmente sorpresi dall’aumento esponenziale delle scelte che è possibile compiere.
A cominciare da quelle in occasione delle feste, ormai non più comandate (e che quando leggerete saranno forse già alle spalle, ma ne saranno comunque imminenti altre). Possiamo citare anche le opzioni, importantissime, di tipo politico: la democrazia è basata soprattutto sull’alternanza al potere tra schieramenti alternativi, e ogni tanto capita che a vincere sia quello che si oppone al nazionalismo religioso – come per esempio è accaduto in Polonia. In Italia, indaghiamo invece su quei non pochi intellettuali non credenti che prendono la direzione opposta.
Oggi disponiamo anche di alternative nel fine vita (prima ancora che giunga quel momento), mentre cominciano finalmente a essere disponibili testi specifici per l’ora alternativa, che è diventata un diritto non comprimibile grazie all’Uaar.
La cosiddetta medicina alternativa è invece una scelta peggiorativa: l’unica medicina che funziona è quella basata sulle evidenze scientifiche. Avere più alternative implica infatti anche la possibilità di prendere più decisioni sbagliate, e non è un caso che anch’esse siano in crescita. Non si tratta di vietarle. Si tratta di avere cittadini che sanno valutare le alternative tra cui scegliere. Un obiettivo a cui anche Nessun Dogma vuol dare il suo contributo.
Leila, Micaela, Mosè, Paolo, Raffaele, Valentino
La redazione
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“In quelle medievali c’era un unico sovrano, un’unica religione ufficiale, un unico modo di pensare: oggi viviamo invece in un’epoca di pluralismo senza precedenti.”
E’ vero che viviamo in un’epoca di pluralismo senza precedenti, almeno nei paesi occidentali, ma siamo ancora lontani da una piena libertà di scelta e ci sono spinte nostalgiche anche oggi verso quel periodo passato e verso l’uomo forte che non è stato limitato al solo medioevo, ma è arrivato fino quasi ai giorni nostri (la religione di stato ufficialmente è stata abolita in Italia solo 40 anni fa anche se di fatto continua ad essere sostenuta e privilegiata).
E’ vero che per fortuna oggi in Italia non rischiamo più la fine di un Giordano Bruno o di un Galileo e che le donne (non solo) vengano bruciate come streghe o maltrattate come negli istituti cattolici, sottraendole i figli, o di finire in galera per le nostre idee o comportamenti, o più recentemente le condanne ed i danneggiamenti subiti dai coniugi di Prato per non essersi sposati religiosamente, ma il criticare la religione dominante è considerata lesa maestà anche dagli stessi politici e media e si può rischiare di avere problemi lavorativi come il giornalista RAI che aveva fatto notare la scarsa partecipazione all’angelus o per le cordate di CL nei luoghi di lavoro, e l’ateismo gode ancora di una propaganda contro, a meno che non sia devoto.
Per una piena libertà di scelta deve esserci una equilibrata libertà di informazione e di critica e, questa non è garantita in Italia perchè siamo immersi in una pesante propaganda a favore della chiesa cattolica, spesso anche revisionista su cosa sia stata e cosa sia ancora la religione, dipinta come pacifica, tollerante ed egualitaria e guai a porre dubbi.
Proprio di oggi la notizia delle reazioni alla tanto pubblicizzata e minimale benedizione alle coppie irregolari, comprese quelle omosessuali, con forte rimostranze ed opposizione soprattutto da vescovi dell’est e dell’Africa (dove nel cristiano Uganda è previsto per loro il carcere e la pena di morte), a dimostrazione che queste pseudo ed ipocrite aperture di facciata sono fatte solo in paesi democratici ed evoluti per venire incontro in modo opportunistico alle richieste della società civile e dei fedeli stessi, non certo perchè condivise dal clero e dai “veri credenti” tradizionali.
Chissà come faranno a graduare la benedizione per i gay. Usando acqua ad alta o bassa gradazione? O semplicemente usando acqua pulita? Quindi si potrà capire la bontà di una benedizione dal tempo che impiega il prete a eseguirla? Il ‘concentrato’ di benedizione chi lo stabilisce? E se il prete indugia troppo su uno e tira via su un altro, non potrebbero scoppiare scenate di gelosia? 😛 … che miseria!