La clericalata della settimana, 1: il governo nomina un frate a capo della commissione sull’intelligenza artificiale

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è della presidenza del Consiglio che

nomina il frate (e consigliere di papa Francesco) Paolo Benanti nuovo presidente della commissione sull’intelligenza artificiale.

Lo ha annunciato il sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini. Il religioso prende il posto di Giuliano Amato ed è fin dal 2017 inserito in gruppi di lavoro di diversi governi sull’IA. È presente on line ed è noto per corsi e conferenze dai toni conservatori su famiglia e persone lgbt, in particolare contro il “gender”. Un altro tassello della clericalizzazione delle commissioni di governi e ministeri, come è avvenuto nel 2020 con la nomina dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, a presidente della commissione per l’attuazione della riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, da parte del ministro della Salute Roberto Speranza.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri sono stati ricevuti in Vaticano da papa Francesco, nel corso di due diverse udienze. Per Rocca «è sempre una fonte di grande ispirazione il dialogo con il Santo Padre, da cui emergono parole e concetti capaci di promuovere una società più giusta». Gualtieri ha commentato: «è stato un piacere illustrargli l’avanzamento dei lavori dei tanti progetti che abbiamo messo in campo per il Giubileo, per l’accoglienza e per prenderci cura delle persone più fragili». «Roma vuole bene a suo vescovo, che ne rappresenta al meglio la vocazione alla solidarietà, alla fratellanza, alla pace», conclude il primo cittadino della Capitale.

Nella legge di Bilancio Forza Italia ha fatto inserire tra gli ordini del giorno lo stanziamento di 110 mila euro a favore dell’Associazione antichissima rappresentazione misteri di Santa Cristina, attiva nel promuovere il culto della santa.

Il Comune di Canicattini Bagni (SR) pubblica l’avviso pubblico per la presentazione dei progetti relativi al Reddito Partecipativo 2023, con una somma impegnata di 10.178,73 euro. Ma i due progetti finanziabili, ognuno con la metà della somma stanziata, sono limitati all’area tematica “Tutela e valorizzazione delle festività e tradizioni religiose”.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore per il giorno dell’epifania guida un trishaw che trasporta una befana e il cardinale Matteo Maria Zuppi per “portare in dono” alla città la Fondazione Casa dei Risvegli Luca de Nigris, ente che vede la collaborazione della curia e del Comune.

Per la festa della befana organizzata a Casalecchio di Reno (BO) dal Sindacato autonomo di Polizia (Sap) prevista anche una sfilata delle poliziotte «che vogliamo omaggiare non solo per il loro impegno in divisa», recita il comunicato degli organizzatori, «ma anche per il loro ruolo fondamentale nella società come donne e mamme».

Anche se non ricadono nella settimana appena trascorsa, questi ulteriori episodi meritano di essere menzionati.

I politici clericali si scagliano contro l’Istituto Comprensivo “Gatto” di Battipaglia (SA) perché ha rimosso i crocifissi dalle aule, non ha allestito il presepe e non ha organizzato feste natalizie. La referente del dipartimento per la Tutela animali di Noi Moderati di Battipaglia, Stefania Greco, lamenta: «Rispetto non vuol dire forse condividere simboli e usanze diverse? Nelle scuole si dovrebbe insegnare la condivisione, non la privazione». Il coordinatore cittadino di Noi Moderati Enrico Tucci rimarca: «per noi integrazione non significa cancellazione della propria identità. Reputiamo assolutamente inaccettabile la scelta della scuola. I bambini che non credono al Natale sono liberi di non festeggiare e di credere in altro, ma senza far negare ai cristiani il loro credo». Michele Gioia, dirigente di Fratelli d’Italia ed ex assessore all’Istruzione, annuncia di aver inviato pure una PEC all’istituto, «chiedendo cortesemente la presenza del crocifisso nell’aula di mia figlia. Sia ben chiaro, la presenza del crocifisso e non l’esclusione di altri simboli religiosi».

La senatrice Lavinia Mennuni (FdI) proclama così il suo natalismo clericale durante una trasmissione televisiva: «Dobbiamo ricordare alle nostre figlie che esiste la necessità, la missione, di mettere al mondo dei bambini, che saranno futuri cittadini. Dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni a far diventare la maternità di nuovo cool».

Per il primo anniversario della morte di papa Benedetto XVI la presidente del Consiglio Giorgia Meloni esalta questa figura: «un gigante della ragione, della fede, e della sintesi positiva fra l’una e l’altra», «in grado di orientare tutti, credenti e non credenti».

I consiglieri comunali di Cadeo (PC) della lista Rinnoviamo Cadeo Filippo Bruschi, Annalisa Maggi e Massimiliano Dosi, dopo aver ricevuto segnalazioni sulla mancanza dei crocifissi nel nuovo presso scolastico, hanno pensato bene di lamentarsene con l’amministrazione e di pretendere un crocifisso in ogni aula. Pur ribadendo che «è un’ovvietà avere una scuola laica cioè non appartenente allo stato ecclesiale» (sic!), aggiungono: «è una vergogna che un’Amministrazione che si dichiara così attenta alle tradizioni e che badi quasi esclusivamente all’ambiente scolastico si dimentichi della presenza di un oggetto così importante per la nostra cultura e per le nostre tradizioni».

La redazione

6 commenti

laverdure

Per quanto riguarda l’affidamento della regolamentazione dell’intelligenza artificiale
al frate citato,la cosa si puo’ riassumere semplicemente : un incompetente messo
a capo di un compito impossibile.
Perche pretendere di regolamentare (in pratica limitare)la diffusione e lo sviluppo dell’A.I. e’ un’impresa utopistica,dato che tale sviluppo richiede solo individui preparati e motivati,che non mancano di certo al mondo( anche se scarseggiano qui)e computer sempre piu’ potenti,che pure non mancano di certo.
Tutta roba la cui regolamentazione sarebbe una sfida perfino per il “Grande fratello”.
E notare che purtroppo la cosa non manca certo di possibili conseguenze inquietanti,come non sono mancate con lo sviluppo di internet: in quel caso si potrebbe dire che assistiamo spesso ad una diffusione virale di “idiozia indotta” :basti pensare ai no-vax,ai terrapiattisti,ai complotti a volonta.
Per non parlare dell’indottrinamento di accoliti da parte di gruppi estremisti violenti.
Ma cosi va il mondo.

RobertoV

Qualche anno fa dai partiti di governo fu fatta una pesante polemica perchè un membro del governo “di sinistra” era stato consulente per il governo francese, cosa ritenuta inaccettabile per un politico del governo italiano, poi si nomina a capo di una commissione che riguarda aspetti importanti una persona come il sacerdote Benanti che è cittadino del Vaticano e che continua a lavorare in contemporanea per il Vaticano, cosa tra l’altro che succede anche per monsignor Paglia. Cioè se si tratta del Vaticano non ci sono problemi ad utilizzare in Italia persone del Vaticano, per di più in conflitto di interessi: di chi cureranno gli interessi visto che hanno il vincolo di obbedienza al papa? Ma d’altronde la Mennuni ha sostenuto che dobbiamo aiutare il Vaticano a diffondere la sua ideologia in Italia!
Il sacerdote Benanti viene spacciato come un super esperto dell’intelligenza artificiale, tanto da metterlo addirittura in due commissioni italiane, perchè sarebbe nella commissione Onu dimenticandosi che quelle commissioni sono politiche e Benanti ha ben due stati alle spalle a proporlo.
Se si guarda al suo currilum si scopre che è soprattutto un divulgatore, cioè utilizza lavori di altri e praticamente tutte le sue pubblicazioni sono in italiano, cosa abbastanza sconcertante in questo ambito. Negli anni ’90 ha provato a laurearsi in ingegneria abbandonando per poi laurearsi in teologia in Vaticano. E si occupa di etica, morale sessuale, coniugale e famigliare e di gender in Vaticano.
Insomma il classico “esperto” tuttologo italiano, veramente in Italia non abbiamo niente di meglio? E ci vuole un bel coraggio a presentare un cinquantenne come giovane, soprattutto per questo tipo di argomenti.
Quale utilità pratica poi potranno ottenere con queste commissioni? Pensano di poter controllare e rallentare gli sviluppi in Italia in un mondo interconnesso? Probabilmente non ci riescono neanche in Iran.

laverdure

Appunto perche’,ripetiamolo,pretendere di regolamentare l’I.A. e’ un compito del tutto utopistico,indipendentemente dai rischi che essa comporta,forse e’ un bene che tale compito venga affidato ad un incompetente,senza sprecare competenze che sono molto piu’ utili altrove.
Meglio sprecare il tempo di un teologo che di un informatico di alto livello.

GBK

Via Amato, residuato novantenne. Bene, ho pensato, forse si libera un po’ di posto per sessantenni o settantenni. Suona ridicolo, ma ancora si fanno lavorare ottentenni che non vogliono mollare l’osso. E poi chi chi mettono? Un prete.
Questa nazione impiegherá secoli, prima di diventare normalmente laica. Forse l’Iran sta peggio.

Diocleziano

In realtà la religione c’entra poco o niente, come l’astronomia per un astrologo: è solo il pretesto per turlupinare il prossimo. Finché lo Stato distribuisce stipendi, 8×1000, incarichi fittizi e quant’altro faccia felici gli illusi e i superstiziosi, questi ‘ospiti’ non ce li leveremo mai dai co….

RobertoV

Segnalerei due ulteriori clericalate:
– la prima il concorso per 6400 insegnanti di religione, proprio ciò di cui ha bisogno la scuola italiana;
– la seconda il rigetto di Nordio della richiesta di estradizione del prete argentino Reverberi che 10 anni fa era fuggito dall’Argentina per evitare il processo per il suo coinvolgimento con le torture della dittatura argentina di Videla. Da notare che la Cassazione ed il parere del perito medico erano favorevoli, ma Nordio si è sostituito al medico ed ha deciso che il prete non può essere estradato per motivi di salute, secondo il suo insindacabile giudizio. Cioè i criminali nazisti sono rimasti in carcere anche oltre i 90 anni, mentre questi evitano il processo per motivi di salute, classico pretesto utilizzato dai criminali potenti. Da notare che era fuggito per evitare la condanna, un altro criminale ecclesiastico protetto in Italia, aiutato dal papa e dall’Italia, come per i preti pedofili.
https://parma.repubblica.it/cronaca/2024/01/12/news/desaparecidos_associazione_24_marzo_da_nordio_no_a_estradizione_di_don_reeverberi_in_argentina-421867151/?ref=RHLF-BG-P2-S1-T1

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