Si discute poco di sovrappopolazione mondiale eppure è una questione essenziale per inquadrare l’attuale crisi ambientale. L’avvocata e presidente del Center for Inquiry Robyn E. Blumner affronta l’argomento in un articolo dello Skeptical Inquirer tradotto e pubblicato sul numero 6/2023 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
In questi giorni abbiamo sentito parlare molto di ChatGpt e della minaccia esistenziale che rappresenta. ChatGpt è un modello linguistico di intelligenza artificiale che consente agli utenti di avere conversazioni apparentemente naturali con un computer.
Può svolgere compiti come scrivere saggi e rispondere a domande con notevole velocità e solerzia e con uno stile abbastanza umano da ingannare insegnanti e datori di lavoro. L’invenzione ha evocato lo spettro che sia dietro l’angolo una distopia dovuta all’intelligenza artificiale, in cui le macchine arriveranno per prendere il nostro lavoro, se non la nostra vita.
Persone serie sono preoccupate per questo, e forse è ragionevole. Ma trovo conforto nel punto di vista di una delle persone più esperte sull’argomento, Jeff Hawkins, che ha scritto il rivoluzionario libro di neuroscienze A Thousand Brains (Mille cervelli in uno è la traduzione italiana, Ndt).
Secondo lui i profeti di sventura dell’intelligenza artificiale sbagliano, perché le macchine imparano meglio all’interno di sistemi statici e non quando le condizioni cambiano costantemente, come succede nella vita reale. È improbabile che perderemo il controllo, assicura Hawkins, perché le macchine non avranno pulsioni e motivazioni umane, come quelle di auto-replicarsi o dominare; mentre l’intelligenza artificiale può offrire grandi benefici all’umanità se ben utilizzata.
Ma quest’articolo riguarda un’altra minaccia esistenziale i cui rischi non sono teorici: la sovrappopolazione. Nel novembre 2022 la popolazione mondiale ha superato gli otto miliardi di persone. Era di tre miliardi nel 1960, un anno prima della mia nascita e nel decennio in cui venne pubblicato La bomba demografica. Il libro dell’autore Paul Ehrlich è stato accusato di un catastrofismo le cui previsioni non si sono mai avverate.
(Anne Ehrlich, moglie di Paul, era coautrice ma non è stata accreditata a causa delle pressioni dell’editore). Ma il fatto che la nostra scienza e tecnologia abbiano permesso di aumentare la popolazione e di sfamare contemporaneamente la maggior parte di noi non significa che non ci sarà una resa dei conti. Alla fine dovremo frenare la crescita della popolazione, o lasciare che sia la natura a farlo per noi.
Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, entro la fine del secolo supereremo i dieci miliardi di persone su questo piccolo punto blu: ciò è completamente insostenibile.
La popolazione umana è il motore essenziale del cambiamento climatico perché i bisogni umani generano l’uso e il consumo di energia. La sovrappopolazione è la ragione per cui stiamo spogliando il pianeta di risorse e habitat. Ed è in gran parte il motivo per cui stiamo depredando l’unica casa che probabilmente potremo mai avere.
Ma se ne parla poco. La sovrappopolazione è la minaccia esistenziale che non osa pronunciare il suo nome, tanto tabù quanto logica conseguenza.
Per quanto riguarda il clima, non c’è azione più vantaggiosa per ridurre le emissioni di gas serra della scelta di non avere figli (o almeno di averne in minor numero). Il grafico qui pubblicato lo chiarisce meglio di qualsiasi parola.
Tonnellate stimate di emissioni equivalenti di CO2 risparmiate ogni anno per varie azioni ambientali. Sulla base dei dati di Wynes e Nicholas [1].Un articolo di Max Callaghan, pubblicato lo scorso anno su The Conversation e basato sulla ricerca sul clima presso l’Università di Leeds, aveva il titolo: Ecco le cose più efficaci che puoi fare per combattere il cambiamento climatico[2]. Tra le decine di azioni suggerite menzionava la rinuncia all’uso dell’auto, la diminuzione del numero dei voli, il passaggio a una dieta vegana, il non possedere animali domestici e il vivere in uno spazio più piccolo o in convivenza. Da nessuna parte si faceva cenno alla dimensione della famiglia o al fatto di avere meno figli.Il sito web delle Nazioni Unite dedicato all’azione per il clima [3] parla della scienza del cambiamento climatico ed elenca le principali cause, tra cui «generazione di energia», «produzione di beni», «utilizzo di mezzi di trasporto» e altre.
Sotto la voce «consumare troppo» si punta il dito contro i ricchi che contribuiscono con una percentuale di emissioni di gas serra pro capite di gran lunga superiore a quella dei poveri, il che è sicuramente un problema. Ma anche in questo caso non si dice che la sovrappopolazione sia una causa (o che i poveri abbiano famiglie sproporzionatamente numerose).
Non è solo il numero grezzo delle persone che abitano il pianeta, ma anche il luogo in cui queste persone nasceranno, ad aumentare la miseria umana. Si prevede che la maggior parte della crescita della popolazione mondiale avrà luogo in Africa, dove gli impatti negativi del cambiamento climatico saranno probabilmente estremi.
Secondo Wikipedia, si prevede un aumento della popolazione di 1,9 miliardi di persone tra il 2020 e il 2050. A questa cifra l’Africa contribuirà con 1,2 miliardi di persone, l’Asia con 0,7; non si prevedono aumenti netti altrove. Questi numeri per l’Africa sono previsti anche se il tasso di fertilità dovesse diminuire, perché la popolazione africana attualmente conta una percentuale molto elevata di giovani. Si prevede che entro il 2050 la Nigeria, la nazione più popolosa dell’Africa, avrà più abitanti degli Stati Uniti.
Attualmente, un bambino nato in una nazione africana genera emissioni di gas serra in quantità nettamente inferiore rispetto a un bambino nato negli Stati Uniti. Ma i Paesi in via di sviluppo si stanno impegnando per migliorare i propri standard di vita, cercando di replicare quelli degli Stati Uniti e di altre parti del mondo sviluppato.
È una magra consolazione il fatto che i bambini in più nei Paesi africani non siano così pericolosi per il clima come quelli nati nei Paesi più ricchi. È semplicemente un riflesso della povertà, non di una conservazione consapevole e di una gestione ambientale.
Il cosmologo e astrofisico britannico Martin Rees ha recentemente messo in guardia circa l’impatto della crescita della popolazione e il modo in cui si concentrerà in Africa. Nel suo discorso davanti alla Royal Society for the Encouragement of Arts, Manufactures and Commerce (Rsa), basato sul suo libro If Science Is to Save Us, Rees afferma che la questione della popolazione non è riconosciuta come una terribile minaccia per l’umanità [4] .
Prevede migrazioni di massa e disordini sociali se non verranno fatti interventi decisivi e raccomanda una sorta di piano Marshall per le nazioni africane, per far crescere le loro economie con un salto di qualità verso energia e tecnologie sostenibili.
E che dire anche circa il fatto di fornire gratuitamente anticoncezionali, aborti, legature delle tube, vasectomie ed educazione alla salute riproduttiva a chiunque sia interessato? Sento già le insensate accuse di razzismo coloniale per aver osato proporre soluzioni per persone con un problema di sovrappopolazione acuto (e sul punto di peggiorare).
Parlare di controllo della popolazione evoca l’autoritaria politica cinese del figlio unico e il programma di sterilizzazione forzata di Indira Gandhi in India. Qualsiasi discorso sul contenimento responsabile della sovrappopolazione umana è denunciato come razzista e colonialista, come tante altre cose al giorno d’oggi.
Comprensibilmente, le brave persone preferiscono lasciare da parte l’argomento piuttosto che sentirsi chiamare con queste brutte parole. Ultimamente abbiamo anche assistito a una “fibrillazione” per il crollo dei tassi di fertilità in Giappone e nella maggior parte delle economie avanzate. Persino la Cina sta cercando di aumentare le nascite.
Ciò è incredibilmente miope e irresponsabile. Dovremmo incoraggiare tassi di natalità bassi ovunque. Dovremmo usare adeguati incentivi per indurre le persone ad avere meno figli, magari concedendo agevolazioni fiscali a chi non ha figli rispetto a chi ne ha.
Dovremmo assicurarci che anticoncezionali e aborto, facili da ottenere e a prezzi accessibili, siano disponibili per le ragazze e le donne di tutto il mondo. (Non parliamo del percorso inverso che gli Stati Uniti stanno compiendo grazie alla religione. È troppo deprimente). Anche istruire le donne e fornire loro opportunità economiche è un noto fattore di riduzione delle dimensioni delle famiglie.
Chiunque abbia a cuore l’azione per il clima dovrebbe conoscere l’impatto che la nascita di un figlio avrà sulle emissioni di gas serra in modo da poterlo considerare nella propria pianificazione familiare.
La sovrappopolazione non è semplicemente un fattore che contribuisce al cambiamento climatico; è il fattore che contribuisce. Se ne dovrebbe parlare con la profondità, la frequenza e l’urgenza che merita.
Robyn E. Blumner
Dal volume 47, numero 4 di Skeptical Inquirer – luglio/agosto 2023, che si ringrazia per l’autorizzazione alla traduzione
Traduzione a cura di Leila Vismara
Approfondimenti
- Seth Wynes and Kimberly A. Nicholas, The climate mitigation gap: education and government recommendations miss the most
effective individual actions. (Il divario nella mitigazione del clima: le raccomandazioni dell’istruzione e del governo non riescono a
cogliere le azioni individuali più efficaci). Environmental Research Letters 12(7), 2017. Online su go.uaar.it/50lg0q4. - Max Callaghan, Here are the most effective things you can do to fight climate change. (Ecco le cose più efficaci che puoi fare per combattere il cambiamento climatico), The Conversation (1 luglio 2022). Online su go.uaar.it/ngizkwd.
- go.uaar.it/fsdfpw2.
- Martin Rees, If science is to save us (Se la scienza deve salvarci), Replay Rsa, 2022. (video). Online su go.uaar.it/pp4zfst.
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Personalmente credo che il pericolo REALE sia l’opposto di quanto crede la gente,che ritiene che l’I.A.venga sottovalutata al punto che ad una certo punto possa prendere il sopravvento sull’uomo,come in tante storie di fantascienza : ricordate “V.I.K.I” dal film “Io robot”,o “Skynet” dal film “Terminator”,o meglio ancora “Colossus”,dal film”The Forbin project” (noto solo agli appassionati di fantascienza.
Il vero rischio e’ che venga sopravvalutata,al punto di affidarle compiti per i quali,ancora per molto tempo,non potra uguagliare l’intelligenza umana.
Basti pensare alla guida di autoveicoli,che e’ in grado di gestire efficacemente nella maggior parte dei casi,peccato che la “minoranza” di casi restante puo’ trasformarsi in vere tragedie.
E il problema e’ aggravato dal fatto che con l’inevitabile diffusione di I.A. in applicazioni aperte direttamente al grande pubblico,privo ovviamente di preparazione specifica,si moltiplicheranno i casi di individui che vi si affideranno ciecamente.
Un paragone calzantissimo e’ ricordare quanti si affidino gia da molto tempo ormai,per sviluppare le loro opinioni su temi di notevole importanza,(come pandemie,vaccini,fonti energetiche,ecc)esclusivamente a forum web e social media,dove la competenza
delle intelligenze UMANE presenti si misura con lo zero in buona parte dei casi.
Con le conseguenze note.
Concordo in toto su quanto affermato da Jeff Hawkins. Finché l’intelligenza artificale (IA) non sarà dotata di raziocinio o ragionamento critico verbale non dobbiamo temere che possa essere nociva o in grado di prendere decisioni contrarie a quelle dei software masterizzati decise da persone (spero) “responsabili”….Anzi, attualmente possiamo affermare che se l’IA è ben utilizzata puo’ essere di un certo aiuto in diverse branche, particolarmente quelle mediche, statistiche ecc…
Il problema relativo all’incremento demografico, ampiamente sottovalutato da diversi politici e leader delle principali religioni monoteiste ! E’, e rimarra il problema N°1 da risolvere attualmente e, sempre più in un futuro prossimo…. Oggi vivono nel mondo oltre 8 miliardi di persone; di questi 8 miliardi, oltre un miliardo occupano delle baraccopoli. La popolazione mondiale raggiungerà nel 2050 se non cambia nulla, circa, se non oltre, 10 miliardi ! Praticamente tutte le persone che verranno aggiunte a oltre 8 miliardi attuali finiranno nelle baraccopoli: vale a dire che nel 2050 non sarà 1 ma 3 a 4 miliardi, cioé il 30-40% dell’umanità, che vivra senza acqua potabile, senza fogne, senza fosse settiche, e come un « bene considerato importante », (unica consolazione oltre quella di riprodursi come conigli), la televisione… ovviamente piccolo schermo ! E, non puo essere questione di separare la demografia quantitativa ed approccio culturale…. Da notare che tra gli elementi culturali –o, più esattamente tradizionali-, è impossibile ignorare l’impatto della religione cattolica. La Chiesa si dimostra chiaramente reticente, o contraria, di tutto ciò che riguarda la pianificazione familiare e controllo delle nascite. Dio vede, e Dio provvede, dicono !… Come potremmo essere indifferenti al tasso estremamente elevato di natalità in alcuni paesi in via di sviluppo, o del terzo, quarto mondo ? Come possiamo ignorare simultaneamente che, in situazioni di grande –o estrema povertà, i bambini siano voluti « per amore » quando sono considerati come una fonte di reddito o di assicurazione per la vecchiaia? Quando c’é abbastanza da mangiare per dieci e sono in cento a doversi sfamare ? Non sono affatto convinto che il discorso religioso dei monoteisti, cristiani, cattoloici, islamici e israeliti faccia sufficientemente prova di un semplice « buon senso » o comunque realismo. L’umanesimo, cosi come l’etica, devevono operativamente essere reinventati !
P.S. ; A l’occasione dell’ultima conferenza del Cairo, delle voci sia cattoliche che musulmane si sono unite per opporsi a qualsiasi politica di controllo delle nascite !…Homo sapiens o Homo demens ?
“A l’occasione dell’ultima conferenza del Cairo, delle voci sia cattoliche che musulmane si sono unite per opporsi a qualsiasi politica di controllo delle nascite !…Homo sapiens o Homo
demens ?”
Quando gli atei si decideranno a criticare seriamente le basi scritturali delle religioni abramitiche sarà sempre tardi (anche perchè prima dovrebbero attrezzarsi; l’UAAR non è interessata all’argomento, io sì).
Mixtec:
Non sono le intenzioni, buone che siano, che possono contribuire ad un qualsiasi cambiamento di paradigma, ma i fatti ! E, per quanto l’UAAR (e non solamente) possa essere criticabile –premesso che le critiche siano pertinenti, razionali, che possano contribuire al miglioramento o progresso umano- non è esente da queste…
Detto questo, a mè risulta che l’UAAR è un’organizzazion che da anni protesta publicamente e DENUNCIA fatti che considero scandalosi dal punto di vista etico in un paese ufficialmente laico !….Allora mi chiedo, e se permetti ti chiedo : cosa faresti tu al posto dell’UAAR se fossi il suo segretario e che l’UAAR non fa ?
Grazie per la risposta
Caro Pendesini,
” l’UAAR è un’organizzazion che da anni protesta publicamente e DENUNCIA fatti che considero scandalosi dal punto di vista etico in un paese ufficialmente laico !”
Sì, ma siccome è anche un’associazione filosofica, oltre che giuridica, potrebbe, ad esempio in occasione dei Darwin Day, far presente ai credenti nelle tre religioni abramitiche che i signori Adamo ed Eva non sono mai esistiti, che, secondo Darwin, l’uomo e la “scimmia” hanno antenati comuni, anzi, secondo Linneo, l’uomo è una “scimmia” (cioè appartiene all’ordine dei Primati), che i signori che fanno il verso della scimmia al portiere del Milan sono solo delle scimmie sbiancate, mentre il portiere del Milan è una scimmia che ha mantenuto il colore originario (più o meno), che le scimmie umane, sbiancate o no, o divenute giallastre od olivastre, sono tutte scimmie che possiedono gli stessi livelli di intenzionalità, e che amano inventarsi dei miti per spiegarsi l’origine della mortalità, caratteristica questa che dà loro molto fastidio.
Sarebbe pure un bene fare un giro per le Università e vedere quanti sono gli studiosi che si interessano di studi cognitivi ed evoluzionistici sulle religioni.
Mixtec
L’acqua calda è già stata inventata…Quindi chiedere all’UAAR di diffondere quello che la scienza ci rivela, particolarmente nella branca evoluzionistica a certi credenti, e tempo perso ! Al minimo ti sbattono in faccia il DIDEGNO INTELLIGENTE come risposta “razionale”…IL cervello di questi illuminati, sovente fanatici, ha definitivamente perso la propria plasticità : è (sovente) definitivamente rigido, incapace di un qualsiasi cambiamento di paradigma !
NB Ho frequentato il loro sito CXXR diversi anni, e costatato una ignoranza becera, testardaggine, cinismo, perfidia ed, a volte insulti tipo “caprone” ripetuto 8 volte di seguito, censurato oltre 70 volte senza il minimo motivo ! Sic
Nell’UAAR ci sono stati probabilmente più filosofi che scienziati, ma da quello che leggo ultimamente la loro dialettica e visione è più olistica, da “filosofica” diventa sempre più scientifica quindi squisitamente razionale…Questa è l’arma la più micidiale per combattere l’ignoranza, fanatismo e dogmi puerili, per non dire assurdi di questa brava gente…
Forse sei troppo abituato ad ambienti universitari ed a discutere con persone razionali. Non mi pare che la maggior parte dei fedeli sia disponibile a discutere in modo razionale di religione. Già hanno la pretesa che la religione sia una cosa diversa e che quindi non possa essere discussa, criticata o analizzata in modo scientifico. Alla fine si inventeranno sempre delle scuse per continuare a credere ed a considerare lesa maestà qualunque critica o dubbio.
Guarda quello che succede sui social o a livello politico: credi che sia possibile discutere con chi vive di propaganda e di affermazioni false, ma che piacciono, con argomenti razionali?
Se pensi che sull’intelligenza artificiale qui in Italia il riferimento governativo è il teologo padre Benanti del Vaticano e che le proposte di dialogo erano la presa in giro del cortile dei gentili.
A livello concreto nei paesi dove si rilevano e si analizzano cali notevoli della religione le cause sono pratiche: scandali della chiesa tipo pedofilia ecclesiastica, arricchimenti di vescovi, negazioni di diritti o questioni economiche. E se vai a chiedere agli stessi fedeli sulla loro religione scopri che in molti non la conoscono o hanno visioni molto personali della loro religione.
Mixtec/Pendesini/RobertoV,
ho frequentato anch’io il sito di cui parla Pendesini, nello stesso periodo, e a qualcosa è servito visto che nel volgere di quei quattro anni hanno chiuso il sito tre volte di cui l’ultima definitivamente. Frequento questo blog da una quindicina di anni e ricordo che c’era una presenza non sporadica di credenti: il risultato è che sia qui che là sono spariti tutti i credenti. Era evidente che, nonostante dicessero di cercare il dialogo, cercavano solo di indottrinare il prossimo. Altrettanto evidente l’impossibilità, da parte loro, di sostenere un dialogo razionale, che non finisse regolarmente con il giustificare l’inspiegabile e l’incomprensibile con la FEDE, placebo universale. Per concludere: la critica serve e ciascuno di noi la può fare. Meglio se organizzata, magari con delle ‘dritte’ ad hoc per evitare errori; ricordiamoci che i credenti sono permalosi e non amano sentirsi criticare su cose che, dopotutto, nemmeno loro hanno compreso appieno.
“Forse sei troppo abituato ad ambienti universitari ed a discutere con persone razionali.”
All’Università circolano cattolici, valdesi e rabbini a bizzeffe. Siamo in attesa degli Islamici.
E questi sono solo gli abramitici. Forse verranno anche buddisti e indù, che sono più simpatici, nel senso di più esotici.
“Non mi pare che la maggior parte dei fedeli sia disponibile a discutere in modo razionale di religione. Già hanno la pretesa che la religione sia una cosa diversa e che quindi non possa essere discussa, criticata o analizzata in modo scientifico.”
Io mi riferivo a quelli che ancora non hanno ricevuto l’imprinting, o che vanno incontro ad una età critica quale ad esempio quella che precede la giovinezza. Ricordo uno che scoprì il Modernismo, e Loisy, grazie ad Augusto Guerriero che ne scriveva su “Epoca,” in qualche settimana in cui c’era poco da dire sugli affari esteri.
E mica si nasce atei, e nemmeno lo si diventa per cause naturali.
@Pendesini
” A l’occasione dell’ultima conferenza del Cairo, delle voci sia cattoliche che musulmane si sono unite per opporsi a qualsiasi politica di controllo delle nascite !…Homo sapiens o Homo demens ?”
Nel caso delle forze musulmane si tratta piuttosto di “Homo furbo”.
Ricordate come diversi leader di quella parrocchia hanno ripetutamente affermato che la loro migliore arma e’ “La pancia delle loro donne!” ?
E ne stiamo subendo gli effetti crescenti ,tra l’altro, con l’immigrazione incontrollata,che paradossalmente le “voci cattoliche” si affannano ad appoggiare.
Convinte evidentemente che la loro “religione di pecore” possa affrontare,se dotata di una massa di adepti adeguata,una religione di “combattenti di Dio” come quella della controparte.
Appoggiate beninteso,nella loro politica di accoglienza,da notevoli forse laiche “politicamente corrette”.
La dementia purtroppo e’ unilaterale.
@laverdure
Vero che anche certe voci laiche l’appoggiano. Per diversi motivi, alcune, le voci laiche di estrema sinistra, sanno benissimo quello che stanno facendo, cioè creare una massa di ribelli antagonisti da utilizzare contro l’occidente che odiano. Altre hanno semplicemente il prosciutto davanti agli occhi e quando si sveglieranno sarà troppo tardi.
La sovrappopolazione rappresenta il piú grave problema dell’umanita, secondo il mio punto di vista. Anche le guerre sono competizioni per le risorse (spazio, acqua, cibo, economia).
Secondo le previsioni il problema della sovrappopolazione dovrebbe attenuarsi, si fa per dire, nel giro di sette decenni. Salire fino a un massimo di 10-11 miliardi e poi scendere. a quel punto si stimano 4 miliardi di consumatori di risorse paragonabili agli europei e agli americani e i meno sviluppati che ci arriveranno in seguito. Chissá quanto dell’ambiente naturale sará sopravvissuto a questi numeri di consumatori famelici, forse niente.
Si dimentica sempre che la Cina ha cominciato ad arricchirsi, con la regola del figlio unico per coppia e oggi non ne ha piú bisogno, anzi si ritrovano meno giovani e piú anziani come gli altri popoli sviluppati. Sarebbe semplice se gli ambientalisti europei volessero applicarsi a questi temi, invece di progetti ridicoli e irrealizzabili.
Gli ambientalisti europei a parte contribuire a rendere l’europa improduttiva e dipendente dalle importazioni di derrate alimentari e di fonti di energia extra-europee, fanno altro?
@GBK
“Anche le guerre sono competizioni per le risorse (spazio, acqua, cibo, economia).”
Esatto,e nel prossimo futuro potrebbero diventare lo strumento principale di “contenimento demografico” ovunque.
E non c’e niente di nuovo : guarda al Giappone,un paese dal territorio poco ospitale,a causa di elevata sismicita,uragani,scarsezza di terra coltivabile.
Credete che sia un caso la cultura che vi si e’ sviluppata nei secoli,che favoriva guerra sanguinose e costumi spietati perfino piu’ di quella occidentale (il che e’ tutto dire!)dove i vinti commettevano suicidio rituale risparmiando perfino al nemico il disturbo di ammazzarli !
Siamo sicuri che il nostro “buonismo” sopravvivera alle necessita di sopravvivenza ?
Purtroppo gli interventi sulla natalità comportano decenni di ritardo per vederne gli effetti. La Cina quando ha applicato la regola del figlio unico nel 1979 aveva 970 milioni di abitanti, oggi ne ha raggiunti circa 1.4 nonostante questa rigida politica. L’India che si è sviluppata di meno, ma oggi è vicina ad un tasso di fecondità di 2.1, prossima al mantenimento, ha visto invece crescere la propria popolazione nello stesso periodo da 680 milioni ai circa 1.4 attuali e crescerà ancora di circa 300 milioni fino al massimo raggiunto tra 30 anni.
E questo succederà anche in Africa dove diverse nazioni hanno oggi ridotto i loro tassi di fecondità, ma hanno una popolazione molto giovane che causerà lo stesso un notevole incremento nei prossimi decenni. Per non parlare di quelle nazioni del centro Africa dove i tassi di fecondità sono ancora molto elevati.
Sono decenni che organizzazioni ed istituzioni cercano di ridurre la natalità, ma si scontrano con ostacoli religiosi, cultural, sociali e politici nazionalistici (l’idea che più siamo più pesiamo e siamo forti) di modo che certe politiche hanno poco successo in certe zone.
La tecnologia ci permette di risolvere molti dei problemi connessi e di ridurre l’impatto, ma fatica a fronteggiare gli aumenti dovuti alla crescita economica dei paesi in via di sviluppo che da un lato contribuisce a ridurre la natalità, ma dall’altra aumenta le risorse richieste e l’impatto delle singole persone, anche perchè non dispongono o rifiutano tecnologie più efficienti.
La Cina dopo una iniziale opposizione a politiche più efficienti e di contenimento, sembra iniziare a comprendere la necessità di cambiamenti sostenibili.
Il problema non è solo della fame di risorse, ma anche di spazi, cioè l’aumento della popolazione comporta una occupazione maggiore del territorio e della densità della popolazione che ha effetti sulla qualità della vita. Ed i cambiamenti climatici non faranno che peggiorare tale problema riducendo le zone abitabili.
Per curiosità quali sarebbero i progetti ridicoli ed irrealizzabili?
ovviamente “1.4 miliardi” di abitanti”
Che nell’Universo esistano pianeti con caratteristiche simili alla nostra Terra, e quindi una forma di vita biologica, è più che probabile. Sembra ragionevole stimare che l’uomo possa un giorno arrivare su un altro pianeta del nostro sistema solare, Marte, questo è quasi certo, e forse anche oltre. Ma si convincano miliardi di persone che se la demografia umana aumenta di qualche miliardo di individui a breve o medio termine – il che è quasi certo se non cambia nulla – è possibile trasferire milioni – o addirittura miliardi – di persone attraverso un sistema “ad alta performance sideral bus” su un pianeta anni luce dalla nostra Terra per viverci e… godere di esserci… È semplicemente una follia o delirio !
La tecnica più efficace per ridurre la natalità è quella di sviluppare un paese, cioè tutti i paesi sviluppati hanno una bassa natalità, tanto che in quei paesi ci si pone il problema opposto della bassa natalità e dell’invecchiamento della popolazione. Il problema è che lo sviluppo comporta anche un incremento delle risorse necessarie e dell’impatto sull’ambiente, solo in parte mitigabile con l’efficienza e lo sviluppo tecnico-scientifico. Per fare un esempio se tutti i paesi raggiungessero gli standard europei i consumi energetici mondiali aumenterebbero di 2.5 volte. Lo stesso vale per l’acqua potabile, mentre europei o Nord Americani consumano pro capite alcune centinaia di litri di acqua potabile al giorno, in Etiopia solo 10 l a persona al giorno, con una riserva effettiva di acqua di 2-3 volte inferiore a quella del Nord America, situazione destinata a peggiorare coi cambiamenti climatici in atto.
Spesso si parla in modo generico di piano Marshall senza pensare all’effettiva realizzabilità di questo piano. Il famoso piano Marshall corrispondeva ad alcune centinaia di miliardi di euro attuali ed ha sostenuto solo 16 nazioni europee che in genere non erano arretrate prima della guerra e corrispondevano a circa 300 milioni di persone, ma l’Africa già oggi è ad 1.4 miliardi di abitanti con la prospettiva di raddoppiare la propria popolazione nei prossimi 40 anni.
Quindi il piano non può che essere dell’ordine delle migliaia di miliardi perché raggiunga effetti concreti. Basterebbe pensare al Next Generation EU che ammonta a 750 mld di euro di cui quasi 200 vanno alla sola Italia tramite il PNRR, senza che questo porterà a rivoluzioni.
Ma già oggi ci sono notevoli finanziamenti: l’OCSE ha stanziato 200 mld di $, mentre anche l’UE ha stanziato 150 mld con la prospettiva di arrivare a 300 mld, e le stesse nazioni hanno progetti nazionali (la Germania da oltre 6 mld per il cambiamento climatico), oltre ai finanziamenti volontari dei cittadini tramite le ONG. Eppure non si notano grandi cambiamenti. Oltre al fatto che voglio proprio vedere i cittadini occidentali che si tassano in modo consistente per aiutare l’Africa per progetti a lungo termine (direi anche con difficoltà di successo).
Il problema è che quando si va a vedere nel concreto ci si rende conto delle enormi difficoltà perché spesso questi finanziamenti vengono dati nell’ottica politico-economica delle nazioni “donatrici” e non dei reali bisogni dei riceventi, gli stessi riceventi non accettano le condizioni imposte o i controlli (per esempio la Tunisia ha rifiutato i 2 mld del FMI perché li vuole senza condizioni), ma gli stessi che dovrebbero riceverli sono nazioni non democratiche, autoritarie, comandate da oligarchie pesantemente corrotte. Proprio ieri è stato pubblicato l’indice di corruzione delle varie nazioni mondiali ed i paesi africani hanno i paesi più corrotti al mondo. Le stesse ONG che operano sul territorio evidenziano proprio questi problemi: difficoltà ad essere accettati, diffidenza verso l’occidente, ostacoli culturali e religiosi, difficoltà ad operare, corruzione delle istituzioni, scarso controllo del territorio da parte dei governi, presenza di bande militarizzate, guerre e violenze.