In una scuola dell’oristanese una maestra particolarmente zelante faceva pregare i bambini. Dopo le proteste di alcuni genitori era stata sospesa per venti giorni, dato che gli atti di culto sono vietati in orario di lezione. In difesa dell’insegnante si erano schierati i clericali, ma persino il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara aveva dovuto ammettere che la sanzione era legittima. Succedeva tra il 2022 e il 2023. Oggi si torna ancora a parlare della stessa maestra, di nuovo sospesa (ma stavolta per «due schiaffetti» – come sostiene lei – a una bambina). Il segretario nazionale Uaar Roberto Grendene aveva parlato della querelle sulle “preghierine” a scuola nella sua rubrica “Impegnarsi a ragion veduta” sul numero 3/2023 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
Si sono spenti i riflettori sullo strano caso della maestra di Oristano, sospesa dall’insegnamento per venti giorni con conseguente riduzione dello stipendio perché avrebbe fatto recitare due preghiere in classe mentre sostituiva un collega. Una narrazione in cui era evidente che i conti non tornavano. È la stessa insegnante, consigliera provinciale dell’Associazione italiana maestri cattolici, a richiamare l’attenzione della stampa.
Annuncia che farà ricorso perché si sente «messa in croce» e vuole «che venga fuori la verità» sulla «grave ingiustizia» che ritiene di aver subito, convinta che sia «un segno che mi ha dato Gesù». Gli organi di stampa avevano peraltro già (volutamente?) surriscaldato gli animi dei reazionari, lasciando credere che la maestra fosse innocente o perlomeno vittima di un’esagerata sanzione.
E prontamente i forconi si sono alzati: dall’interrogazione parlamentare di Ugo Cappellacci (Fi) contro questo «caso grave di integralismo laico», alla denuncia dell’«affronto alla nostra cultura cristiana» del sottosegretario Vittorio Sgarbi, al posto di lavoro come consulente alla Regione Sicilia offerto dall’assessore leghista all’istruzione Mimmo Turano.
Prese di posizione che non si erano affatto sentite quando a essere condannato a ben trenta giorni di sospensione dall’insegnamento e dallo stipendio era stato il nostro socio Franco Coppoli, reo di togliere il crocifisso dall’aula prima di iniziare le sue lezioni. A mostrare concreta solidarietà rimanendo al suo fianco fino alla vittoria in Cassazione fu invece l’Uaar. La vicenda si concluse con l’annullamento della sanzione e con l’affermazione da parte della Corte che l’imposizione del crocifisso è incompatibile con il supremo principio della laicità dello Stato.
Nel caso della maestra di Oristano siamo invece di fronte a un palese comportamento illegittimo, perché la normativa vieta gli atti di culto durante le lezioni. Resta da capire se la sospensione di venti giorni sia stato un provvedimento eccessivo. Erano solo due preghierine, no? Qualche dubbio al riguardo doveva venire a chi inizialmente ha rilanciato la notizia, ma si vede che ha prevalso la voglia di dare il caso in pasto all’opinione pubblica.
A distanza di qualche giorno è intervenuto il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, chiarendo che la docente era già stata oggetto di «diversi interventi ‘bonari’ del dirigente scolastico» perché «anziché insegnare storia, geografia, matematica avrebbe fatto cantare inni religiosi e pregare, quindi si tratta di una violazione di un obbligo previsto dalla legge».
Teniamo presente che Valditara non è certo un paladino della laicità della scuola. Già preside della facoltà di Giurisprudenza dell’università privata Uer fondata dai Legionari di Cristo, da ministro è praticamente ospite fisso della rubrica Uaar “La clericalata della settimana”. E infatti, nel precisare che la sanzione non è arrivata per un episodio isolato, sembra derubricare la questione a piccola anche se ripetuta forma di assenteismo: «che si tratti di canzoni religiose, di cantare Bandiera rossa o di leggere Repubblica durante l’ora di matematica, non si può fare».
No, caro ministro, proprio perché giurista sa benissimo che gli atti di culto nella scuola pubblica sono espressamente vietati perché gravi violazioni della libertà religiosa, non solo perché distrazioni inopportune. La maestra di Oristano è ora tornata a insegnare, dopo aver dichiarato che continuerà a far recitare le preghiere. Una vicenda che insegna ancora una volta quanto sia complicato, ma necessario, impegnarsi per la laicità della scuola.
Come hanno fatto i genitori, messi alla gogna dagli organi di stampa e sui social e a cui va la nostra solidarietà, che hanno protestato con il preside per l’indottrinamento religioso imposto ai loro figli da un’insegnante che, mentre è pagata dallo Stato, sembra fare la catechista.
Roberto Grendene
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Una persona che dica di avere un incarico direttamente da Gesù dovrebbe essere esaminata da esperti per accertare che non sia pericolosa per i bambini. Che la difenda Sgarbi direi che è un autogol. Cosa aspettano a radiarla, visto che fa qualsiasi cosa tranne quello per cui è pagata?
Però, di “essere messa in croce” dovrebbe essere contenta ed orgogliosa: quale miglior modo di testimoniare la sua fede se non quello di essere un’imitazione di Gesù (imitatio Christi)?
Concordo con Dioclesiano : questa donna ha indiscutibilmente segni evidenti di squilibrio mentale. Quindi necessita una visita approfondita da un neurologo, di preferenza NON bigotto…
In Belgio, ma non solamente insegnanti del genere vengono licenziati, a volte denunciati e condannati a pagare multe salate !
Ringrazio l’UAAR di avere assistito i genitori in questo caso, e in ben altri !
Non solo gli insegnanti: anche certi politici dovrebbero essere esaminati: penso all’infatuazione mistica del Salvini e al suo vangelo tascabile con annesso crocifissino, che fine ha fatto tutta quella fede? Era solo una presa per i fondelli verso gli italiani? E gli strilli della Meloni sul suo essere cristiana mentre ne vìola uno dei punti fondamentali sul matrimonio? Idem sua sorella. Tradizioni di famiglia…
“Idem sua sorella.”
Come sarebbe a dire? Non sono sposati in chiesa il Lollo e la Mela?
Le due Meloncine condividono lo stesso stato, che un becero bacchettone
definirebbe di concubinato. Evidentemente i dogmi valgono solo per il popolo.
Purtroppo la “devozione religiosa”, soprattutto se cattolica in Italia, non viene considerata squilibrio mentale. Ci saranno parecchi clericali che esalteranno la sua devozione alla causa e che sosterranno che dire preghiere e cantare canzoni religiose non possa fare che bene ai ragazzi.
Mi pare che anche diversi politici clericali si fossero attivati a sua difesa contro “il laicismo”.
Anche perchè gli stessi politici non mancano mai anche nelle loro stesse attività pubbliche di testimoniare la loro devozione religiosa, tipo dedicare le città a madonne e santi, partecipare a processioni e messe pubbliche, celebrare reliquie, ecc.
Caro Diocleziano,
Internet mi dice che Arianna Meloni è sposata con il Lollo: sono forse sposati solo in Municipio? (la cosa sarebbe grave, per dei Cristiani Cattolici, ma la Arimela non mi risulta abbia proclamato ai quattro venti di essere Cristiana).
Giorgia invece, in questi giorni, è quella che un tempo si chiamava “ragazza madre”; e la Chiesa in questi casi “dava le botte” ed accoglieva: “hai peccato gravemente, figlia mia, ma non possiamo non accogliere il frutto del ventre tuo, di cui faremo una cristiana possibilmente meno monella.”
“…Dai primi anni duemila convive con Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura dal 2022, e insieme hanno due figlie, Vittoria e Rachele. Vive a Roma…”
Questo è il testo di WP alla voce Arianna Meloni.
Quindi cade anche tutta la satira sul loro ‘cognatismo’ non essendoci nessun legame parentale. Almeno nel senso borghese. E poi, i cognati vanno e vengono… vedi Giambruno.
Caro Diocleziano,
grazie per l’informazione. Che alcuni giornali mi avevano dato invece in modo distorto, scrivendo che l’Arianna aveva “difeso il marito,” (in occasione della fermata del treno).
Forse è un atto di umiltà delle due sorelle e dei loro concubini: non si sentono di essere in uno stato di grazia sufficiente per amministrare il sacramento del Matrimonio. I loro confessori però una parte di colpa ce l’hanno: dovrebbero dir loro “adesso ti assolvo, però tu ora non ritorni a fornicare, come hai fatto finora, e ti amministri il sacramento del Matrimonio.”
Ignoranti !
Non sapete che “Omnia munda mundis !” ?
Ancora un paio di decenni fa la chiesa cattolica si scagliava contro le convivenze e le coppie di fatto, alla fine si è dovuta arrendere, anche molti cattolici scelgono queste modalità. Cosa non si fa per non perdere i fedeli o, soprattutto, gli utili politici clericali.
Adesso se fai notare queste cose vieni considerato “un moralista” o un “bigotto”. Certo fa senso che queste persone poi propagandino e difendano modelli religiosi per gli altri.
Tra le altre incongruenze c’è anche il fatto che pur essendo delle nataliste e si lamentino dell’inverno demografico, poi loro stesse non si siano prodigate molto nel dare l’esempio con solo uno e due figli rispettivamente, pur essendo delle ricche privilegiate. Ed il “contadino” Lollobrigida non ha seguito l’esempio contadino tradizionale del fare parecchi figli. D’altronde il motto della chiesa non è “fate quello che dico, non quello che faccio”? In Germania la chiesa cattolica la chiamano espressamente “gli ipocriti”.
Alla chiesa poi storicamente ha sempre interessato che i politici facessero i suoi interessi e per loro può chiudere un occhio sulle regole. Dimenticato la relativizzazione di monsignor Fisichella per Berlusconi?
Mixtec
In Irlanda ed in Canada sono venute fuori le evidenze di come trattavano le ragazze madri ed i loro figli negli istituti cattolici.