La clericalata della settimana, 15. Il deputato Soumahoro propone il giorno festivo per la fine del Ramadan

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del deputato Aboubakar Soumahoro che

ha presentato una proposta di legge per rendere festivo il giorno in cui si celebra la fine del digiuno del Ramadan (Eid al-Fitr).

Il parlamentare ha fatto sui social gli auguri «a tutte le sorelle e a tutti i fratelli musulmani in Italia e nel mondo» e ha affermato che l’iniziativa legislativa «oltre a rispettare i principi della laicità dello Stato e della pluralità religiosa previsti dalla Costituzione […] sia un modo concreto per riconoscere, aggiornare, adattare e armonizzare le leggi del nostro Paese con la realtà attuale e rinnovata».

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio di «cordiale augurio ai concittadini e agli ospiti che professano la fede islamica in Italia» in occasione della festività che segna la fine del mese di penitenza del Ramadan. Il Capo dello Stato aggiunge che «la Costituzione ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono libere davanti alla legge, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano» e che «la libertà religiosa è uno dei fondamenti della convivenza, riconosciuta dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite». Mattarella sostiene inoltre che «il messaggio delle religioni per la pace è senza confini e ad esso dobbiamo fare riferimento, specie nell’accompagnamento dei giovani all’educazione alla reciproca comprensione».

Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno votato quasi compattamente contro la risoluzione del Parlamento Europeo che chiede di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. La parlamentare europea Simona Baldassarre, responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega, ha espresso «sconcerto per l’approvazione», sostenendo che interferisca «con la competenza esclusiva degli Stati membri», che «si attacca frontalmente un diritto come l’obiezione di coscienza in Italia e si esortano gli Stati membri a garantire “un’educazione sessuale e relazionale completa” nelle scuole». Le uniche europarlamentari a votare a favore, tra i partiti italiani che si sono compattamente opposti all’iniziativa, sono Lucia Vuolo e Alessandra Mussolini (elette in Forza Italia) e la leghista Gianna Gancia.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato, durante una festa della Lega a Varese, un provvedimento per impedire la chiusura delle scuole in occasione di festività non riconosciute dallo Stato. Una risposta alla decisione di un istituto di Pioltello per assecondare le famiglie musulmane in vista della festa di fine Ramadan.

La Terza Commissione del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia ha bocciato la proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi subito” proposta dall’Associazione Luca Coscioni per garantire l’autodeterminazione sul fine vita in materia di suicidio assistito.

L’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni (MI) ha partecipato con tanto di gonfalone alla messa per la Festa del Perdono presso la cappella dell’ospedale, assieme a personale sanitario, forze dell’ordine e associazioni.

Il consigliere comunale di Avezzano (AQ) Nello Simonelli si indigna per la pubblicità delle patatine accusata recentemente di “blasfemia” per l’accostamento all’eucaristia. Pur ammettendo di non essere «un cristiano cattolico integerrimo, ho una mia visione della religione che mi porta al rispetto del Sacro ma, varie volte, non di chi piega le volontà del Sacro alle proprie». Comunque lamenta «un’offesa alla sensibilità di milioni di cristiani, in questa pubblicità, per non tacere dell’oltraggioso e banale accostamento tra il corpo di Nostro Signore e un tubero, paragonabile al grezzo che bestemmia».

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, con fascia tricolore, presenzia alla festa della comunità islamica per la fine del Ramadan al Parco Doria.

Il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice augura «agli studenti e alle studentesse di fede islamica una buona conclusione del Ramadan, nella speranza che tutti insieme si possa contribuire a costruire un mondo di pace».

La redazione

19 commenti

Diocleziano

«…oltre a rispettare i principi della laicità dello Stato…»

Spieghiamo al signor Sumaoro che la laicità dello Stato non consiste nell’accettare o favorire tutte le fisime dei credenti. Vale anche per i cattolici.

RobertoV

Purtroppo questa è l’impostazione che si cerca di dare e non pochi la sostengono. Cioè si vuole far credere che laicità significhi considerare le religioni importanti e parte rilevante della società in virtù del loro ruolo “storico” e questo nonostante l’aumento dei non credenti e del numero di poco credenti e poco interessati alla religione. Insomma la tolleranza religiosa interpretata come concessione di privilegi a tutte le religioni: se veramente seguissimo questa impostazione sarebbe un delirio. Per esempio gli ortodossi sono numericamente simili ai mussulmani in Italia: quindi festeggiamo il Natale ortodosso (che quest’anno era il 7 gennaio), la pasqua ortodossa che è il 5 maggio? E poi ripristiniamo la pentecoste che è festa per tutti i cristiani. E magari anche a fine aprile la pasqua ebraica. E perchè non anche il capodanno cinese? O la principale festa dei Testimoni di Geova. Immagino come crescerebbe la produttività lavorativa.
Oppure la facciamo sulla base del numero dei credenti, così ogni anno si fa una votazione per vedere le classifiche ed in base a quelle si decidono le festività dell’anno.

Mixtec

Capisco che siano ottime per i “ponti”, ma Pasquetta, Santo Stefano, l’Assunzione e l’Immacolata sono giornate festive stabilite da quale legge? E in base a quale ragione?

Maurizio

Ragione? Questa parola è un ossimoro quando è associata ad argomenti religiosi.

Gigi

@ Maurizio
Invece c’e una ragione perche sia in Italia che in Francia ci sono delle feste religiose cattoliche, una ragione storica. Poi possiamo decidere di abolirle e sostituirle con feste laiche in altri giorni (assolutamente impossibile) oppure sostituirle parzialmente con feste di altre religione, ma in base a che criterio la demografia?

Diocleziano

Gigi,
chiamala ‘ragione storica’ o ‘tradizione’ è sempre la solita zuppa su cui si torna spesso su questo blog: comportamenti accettati acriticamente ‘perché si è sempre fatto così’.

Essendo le feste obbligate dal calendario è lecito dire che siamo tutti cattolici il 25 dicembre o tutti socialisti il 1° maggio?

RobertoV

In realtà certe feste, “eredità storiche”, non certo libere scelte dei cittadini, sono progressivamente scomparse senza particolari traumi come si vorrebbe far credere oggi.
Fino alla Repubblica c’erano più feste religiose, quali la pentecoste, poi progressivamente abbandonate. Anche la festività di San Francesco del 4 ottobre era vacanza a scuola quando ero bambino, ed è stata abolita,, come il due novembre Erano festa pure i patti lateranensi.
Nel 1977 ancora con la religione di stato sono state abolite l’Epifania, San Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini, i santi Pietro e Paolo, poi l’Epifania è stata ripristinata.
Inoltre le feste si evolvono: per esempio oggi quanti si ricordano di Ognissanti invece che di Halloween?
E quanti festeggiano effettivamente le festività religiose o sanno che cosa si festeggia in quei giorni, tipo ferragosto?
Inoltre oggi con l’evoluzione del lavoro sempre più persone si trovano a lavorare anche nei giorni che una volta sembravano intoccabili. In compenso abbiamo per esempio aggiunto feste che prima non c’erano come il 2 giugno.
La società si evolve e, quindi, mi sembra normale che ci si ponga il problema di discutere sulle festività e francamente mi sembra assurdo pensare a nuove feste religiose, anzichè limitarle visto che lo stato è laico e quindi la maggior parte delle feste dovrebbero essere laiche, cioè per tutti. Certo alcune feste sono difficili da toccare perchè ormai radicate nell’organizzazione della società, tipo il Natale o ferragosto, ma hanno perso molto del loro significato religioso. D’altronde è quello che i cattolici hanno fatto con le festività pagane.

Maurizio

Gigi,
certo che c’e una ragione perché sia in Italia che in Francia ci sono delle feste religiose cattoliche, una ragione storica. La ragione storica delle attuali feste religiose è semplice: tanti secoli fa c’era un imperatore che istituì la religione di stato. Traduco: Teodosio obbligò tutta la popolazione romana ad adorare il Dio cristiano in cui Lui credeva. Per fortuna oggi nessuno finisce più sotto le torture dell’Inquisizione se si dichiara non credente, e così ci ritroviamo cattolici, ebrei, protestanti, atei, musulmani, induisti che vivono in Italia con regolare cittadinanza o permesso. Vogliamo renderci conto che Natale o Ferragosto (che erano già feste prima del cristianesimo due millenni fa) sono vacanze tradizionali al di là della religione, ma Epifania/Befana, Pasquetta, Ognissanti, S. Questo e S. Quello non li festeggia proprio nessuno ma sono solo una scusa per non andare al lavoro o a scuola? Se mischiamo la religione nella società laica finisce con obbligare tutti a piegarsi alle esigenze, o alle pretese, di un gruppo di credenti, alimentando le pretese degli altri. Gli illuministi lo hanno capito secoli fa, noi ancora ne stiamo discutendo.
Comunque il mio intervento intendeva evidenziare che la religione è agli antipodi della ragione. Tutto qui.

Diocleziano

Non dimentichiamo che il vero movente per mantenere le feste sono gli affari di alberghi, ristoranti, chiese, musei ecc.

RobertoV

Maurizio
Non c’è bisogno di tornare così indietro.
Dopo che le varie confessioni religiose si sono massacrate a vicenda (giusto per parlare di religioni veicolo di pace, tolleranza ed amore) sono giunte dopo la guerra dei trent’anni ad accettare il principio che ogni re decideva la religione del suo popolo, che ovviamente non aveva voce in capitolo. Così assieme alla confessione prescelta si imponevano una religione di stato e le festività religiose da osservare. Senza far riferimento all’inquisizione c’erano leggi che perseguitavano le altre e le discriminavano fino all’ottocento ed anche al novecento e che controllavano il comportamento dei sudditi (tipo polizia religiosa) e lottavano contro l’ebraismo. E la chiesa è stata attiva nel coprire o modificare le festività precedenti per accreditarle come cristiane. Ancora recentemente ha cercato di trasformare la festa dei lavoratori in festa religiosa piazzandovi sopra una sua festività religiosa (dal 1955 San Giuseppe artigiano e 1 maggio beatificazione di Wojtyla). Dall’ottocento col diffondersi dell’illuminismo e della secolarizzazione le festività nazionali hanno subito dei progressivi cambiamenti e nel XX secolo le religioni di stato sono state progressivamente abbandonate, almeno nei paesi democratici ed avanzati, anche se conservano ancora molto potere e cercano di conservare i “loro privilegi storici” e col pretesto della tolleranza religiosa di ottenerne degli altri nonostante il calo di interesse per le religioni.
Per esempio sia al lavoro che a scuola si guardano le festività per vedere come sono distribuite durante l’anno ed i ponti disponibili, non certo perchè la gente è interessata a festeggiarle, ma per vedere le disponibilità di vacanze e viaggi. Quindi se venissero chiamate con altri nomi e scollegate alle ricorrenze religiose per la stragrande maggioranza delle persone non cambierebbe nulla.
Nonostante i tentativi propagandistici della chiesa di collegare religione e ragione è un’impresa disperata: ricordo le arrampicate sugli specchi di quel “dotto” BXVI che cercava di dimostrare il collegamento. Oltre l’ipse dixit non riescono ad andare.

Gigi

@Mixtec
E dunque la tua posizione su questa iniziativa? Perché la tua domanda retorica vecchia come l’invenzione dell’acqua calda non apporta un granché al dibattito.

Mixtec

Caro Gigi,
sono assolutamente favorevole: in questo modo si rompe il monopolio delle feste religiose cristiane, e si rende evidente che ci sono altre religioni, anche se si resta sempre in campo Abramitico. E per evidenziare meglio le radici giudaiche, ad esempio quando si ricordano le “radici giudaico cristiane” dell’Europa, ritengo sia estremamente opportuno celebrare il giorno del Kippur o qualche altro giorno in cui andare in giro con una Kippa in testa. Sostengo vivacemente l’istituzione di un giorno di festa per il “Patto di Abramo” (cfr. Gen cap 17), per ricordarci da dove veniamo (e così qualcuno capisce perchè sono importanti gli odierni “Patti di Abramo,” e cerca di sapere chi minchia era ‘sto Abramo, perchè ancora non lo sa).

Diocleziano

Mixtec

Abbiamo anche molti discendenti dei nobili popoli Inca, Aztechi e Maya: non tralasciamoli.
Doveroso anche un richiamo agli dei dell’Olimpo: Zeus ha dato figli ai terrestri ben di più e ben prima che succedesse in Palestina.

G. B.

A mio modo di vedere le feste “comandate” dovrebbero essere ridotte al minimo, non per far lavorare di più le persone, ma per permettere a ciascuno di beneficiare dei giorni di riposo e di svago quando preferisce. In teoria anche il riposo domenicale non dovrebbe essere obbligatorio, anche se, di fatto, va bene a tutti disporre di un giorno alla settimana in cui la maggior parte delle persone non ha impegni lavorativi e che può essere quindi dedicato non solo al riposo, ma anche agli incontri con familiari e amici. Per il resto, a parte le solennità civili fondamentali, Capodanno, e, per amor di pace, il Natale, ognuno dovrebbe poter stare a casa dal lavoro quando preferisce, nei limiti dei giorni di ferie stabiliti dal contratto. Questo, ovviamente, in alcuni settori sarebbe possibile, in altri, che richiedono la partecipazione contemporanea di tutti o della maggior parte dei lavoratori, chiaramente no. Nel caso della scuola è evidente che non si può far lezione in alcuni giorni ad una parte degli studenti, in altri giorni ad un’altra parte, in altri ad un’altra ancora, etc., per cui è necessario un calendario ben definito.
Premesso ciò, solo dove sia necessaria la presenza contemporanea di tutti o della maggior parte dei lavoratori (e, come nella scuola, anche degli utenti) non troverei scandaloso, sempre nei limiti del numero stabilito di giorni festivi, venire incontro alla richiesta di sospensione delle attività da parte della maggioranza o di una significativa minoranza dei dipendenti (o degli utenti).
In questo senso la decisione dell’istituto di Pioltello non mi pare particolarmente lesiva della laicità, tanto più che la maggior parte delle festività scolastiche è legata a ricorrenze religiose cattoliche: l’errore semmai, da quanto mi sembra di aver capito, è stato quello di non aver programmato per tempo la sospensione delle lezioni, creando così problemi a diversi genitori, che hanno protestato per aver dovuto rivedere in extremis i propri programmi. Altre sono le concessioni indecenti fatte in alcune scuole ai musulmani, come nel caso di mense in cui si serve solo carne conforme ai precetti religiosi islamici o di dirigenti scolastici che hanno invitato docenti e alunni a non mangiare durante il ramadan, e che invece non hanno avuto la medesima risonanza mediatica.

Diocleziano

Sono le solite questioni di lana caprina: tutto si risolverebbe nel far stabilire le feste che ognuno immagina di fondamentale necessità nei sabato-domenica di calendario; ce ne sono 52 in un anno quindi si possono sbizzarrire con la fantasia. Anche il natale e la pasqua possono sottostare a questo metodo: il 25 dicembre è in realtà una data a casaccio, come pasqua e il carnevale.
Eventualmente stabilire, nel corso dell’anno, 4 o 5 fine settimana di tre giorni che ognuno chiamerà come gli pare e nei quali festeggia gli idoli che preferisce.

Gigi

“Realtà attuale e rinnovata” è un’espressione politicamente corretta per parlare di cambiamento demografico :-). Sarebbe particolarmente stucchevole fare questa concessione senza concedere la stessa cosa per Kippur visto che la comunità ebraica è presente sul territorio che oggi chiamamiamo Italia da prima la nascita del cristianesimo!!!

Diocleziano

Le priorità della rai:

TG2DIOore13:

5° minuto: perdibilissima dichiarazione di papafrancesco su ciò che lo rattrista,

segue dichiarazione di Mattarella, politica varia,

dichiarazione della Meloni, idem.

RobertoV

Mattarella sostiene:
“il messaggio delle religioni per la pace è senza confini”.
Ecco i danni della propaganda e del revisionismo storico.
Tutta la storia delle religioni, ed in modo particolare delle più diffuse, smentisce ampiamente questa affermazione falsa.
“in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”.
In realtà questo riguarda con l’Articolo VIII le altre religioni, per quella cattolica non è esplicitato nell’Articolo VII.
Se veramente l’ordinamento giuridico italiano fosse rispettato poche religioni supererebbero la verifica, di certo non quella cattolica e mussulmana.
Anche la tolleranza religiosa non è pienamente garantita visto che si parla ancora di culti ammessi e ci vogliono delle intese dello stato con le varie confessioni.

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