Le macchine pensanti domineranno il mondo con i loro algoritmi? Intanto scende in campo il Vaticano per imbrigliare con l’etica quell’intelligenza artificiale altrimenti senza dio. Affronta il tema Valentino Salvatore sul numero 3/2024 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
Le recenti innovazioni, di cui le chat “ragionanti” con cui ci trastulliamo sono la versione più accessibile, aprono scenari inquietanti o elettrizzanti. Le ricadute che potrebbero avere su settori produttivi, medici, militari e non solo sono gigantesche. Siamo tra il vaso di Pandora che ci porterà nel gorgo della disumanizzazione e la cornucopia postmoderna che ci offrirà ogni ben di dio?
Da alcuni anni la chiesa cattolica si interessa al fenomeno dell’Artificial Intelligence (in breve Ai) per accreditarsi come l’istituzione più autorevole per porre un freno a derive tecnocratiche. Il 28 febbraio del 2020 viene presentato così Rome Call for AI Ethics, un documento della RenAIssance Foundation. Ovvero un ente vaticano insediato presso la pontificia accademia per la vita.

A rappresentare la Santa sede è il presidente dell’accademia, l’influente arcivescovo Vincenzo Paglia, che dentro le istituzioni “laiche” nostrane capeggia una commissione ministeriale per l’assistenza agli anziani. Per l’Italia Paola Pisano, ministra per l’innovazione tecnologica nel governo Conte II. Figurano pure il presidente di Microsoft Brad Smith, il vicepresidente di Ibm John Kelly III e il direttore generale della Fao Dongyu Qu.
La carta promuove «un approccio etico», con alla base un «senso di responsabilità condivisa» tra istituzioni, imprese, governi per «creare un futuro in cui innovazione digitale e progresso tecnologico garantiscano all’uomo la sua centralità».
All’insegna di una «nuova algoretica» in modo che l’intelligenza artificiale «serva ogni persona e l’umanità», «rispetti la dignità della per sona umana», «non abbia come unico obiettivo un profitto maggiore o il graduale rimpiazzo delle persone sul posto di lavoro». L’algoretica è lo «studio dei problemi e dei risvolti etici connessi all’applicazione degli algoritmi», come spiega l’Accademia della Crusca.
Il Vaticano è preoccupato che le radicali trasformazioni veicolate dall’Ai influiscano sul «modo in cui percepiamo la realtà e la stessa natura umana». Questa tecnologia va usata nel rispetto della dignità umana e dell’ambiente, con un occhio a «coloro che sono più vulnerabili» e a «quelle aree di libertà che potrebbero essere minacciate».
Quindi occorre instillare certi principi nell’algoritmo così da creare un «framework» che lo regoli, per un futuro «dove sia chiaro che il progresso tecnologico valorizzi la genialità della razza umana e rimanga dipendente dalla sua integrità etica». Sulla scorta della Dichiarazione universale dei diritti umani – lo dice il Vaticano – bisogna rispettare diritti e dignità di ogni persona, impedendo discriminazioni per «razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o di altro tipo, origine nazionale o sociale, proprietà, nascita e altro status».
Per un vero progresso servono «tre condizioni»: includere ogni persona, avere a cuore il «bene dell’umanità», salvaguardare l’ecosistema. Inoltre, ognuno deve essere consapevole di interagire con una macchina. L’Ai va usata anche per migliorare e rendere inclusiva l’istruzione. Diventa essenziale il cosiddetto «dovere di spiegazione»: garantire la trasparenza dei criteri per prendere decisioni, dei propositi e degli obiettivi, nonché la responsabilità. L’appello si conclude con l’auspicio di collaborare a livello internazionale per promuovere la «algor-etica» in base ai principi di trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy.
Principi di buon senso su cui tutti, credenti e non, possono essere d’accordo. Ma il diavolo è sempre nei dettagli: basta dare un certo senso ad alcuni termini per far diventare il framework clericale. Il 10 gennaio 2023 arriva l’Abrahamitic Commitment (“impegno abramitico”), che scopre di più le carte, firmato dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, dallo sceicco Abdallah bin Bayyah e dal rabbino capo Eliezer Simcha Weisz.
Il secondo è presidente del forum di Abu Dhabi per la pace, organizzazione nata nel 2019 all’insegna di un’alleanza confessionalista mondiale con papa Francesco e il grande imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib. Ed è anche presidente del consiglio emiratino della sharia, istituzione che emette fatwa nel Paese, a sancire il dominio della legge religiosa con conseguenze che sono ben note per la limitazione di diritti.
L’esponente ebraico è membro del consiglio del gran rabbinato d’Israele, istituzione che controlla non solo aspetti religiosi ma pure civili (si veda il matrimonio): un altro simbolo del confessionalismo che condiziona istituzioni e società del Paese ritenuto più “laico” (ma sempre meno) del Medio Oriente.
Per la dichiarazione abramitica le religioni riconoscono «l’intrinseca dignità dell’essere umano, quale data da dio, al cuore dei loro concetti di relazioni sociali e sviluppo». Quindi «i loro approcci etici non sono utilitaristici, ma assoluti: cerchiamo di far prosperare l’umanità perché siamo comandati a farlo dal nostro creatore».
Tra i punti, beninteso «consapevoli della Rome Call e dei doveri che ci competono in un mondo in cui l’80% delle persone professa una fede», figurano «la necessità della libertà religiosa nella promozione della prosperità umana» e «i contributi vitali dei capi religiosi a un sistema politico ben funzionante e al buon governo». Ad aprile si trova l’intesa tra Vaticano e chiesa anglicana. Sempre con i buoni uffici dell’arcivescovo Paglia, il primate anglicano Justin Welby sottoscrive a Roma l’appello.
L’astro nascente dell’egemonia culturale clericale sull’intelligenza artificiale è padre Paolo Benanti, volto relativamente giovane (è cinquantenne) e lontano dall’altezzosità curiale. Teologo morale francescano, docente alla Pontificia Università Gregoriana, è anche consigliere del papa sul tema: oltre al cursus honorum confessionale si fa strada dentro le istituzioni italiane.
Rispolvera e aggiorna i timori della Chiesa sul “post-umano” e sulle derive della tecnologia, ma lascia la porta aperta a un cauto avanzamento, sempre guidato dall’etica a trazione cattolica. Non spicca per le pubblicazioni accademiche, si segnala piuttosto per l’intensa attività tra social, interviste e conferenze. E per dichiarazioni discutibili – ma pur sempre prevedibili e rientranti nella dottrina cattolica – sul presunto complotto del “gender”, contro i Pride e non molto lusinghiere sull’omosessualità, dispensate nei suoi tour tra parrocchie e circolini integralisti.
Nel 2018 il ministero dello sviluppo economico lo inserisce nel consiglio di trenta esperti che si occupa della strategia nazionale su intelligenza artificiale e tecnologie che usano registri condivisi e blockchain. Verso la fine del 2023 diventa, con il governo Meloni, dominus dell’Ai italiana, con un doppio incarico.
Il sottosegretario alla presidenza del consiglio presso il dipartimento per l’informazione e l’editoria Alberto Barachini lo nomina nella cosiddetta «commissione algoritmi», formata da esperti per studiare l’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’editoria e nell’informazione.
Ne diventa presidente all’inizio del 2024 dopo le dimissioni dell’anziano Giuliano Amato, nominato qualche settimana prima ma poco avvezzo alla tematica e ritenuto troppo “di sinistra” dalla destra meloniana; che attira risatine dopo imbarazzanti dichiarazioni sull’utilità dell’intelligenza artificiale nel trovare ricette con le patate.
Dal canto suo il sottosegretario alla presidenza del consiglio per l’innovazione tecnologica Alessio Butti piazza fra’ Benanti nel comitato che lo aiuta ad aggiornare le strategie sull’utilizzo dell’Ai. Poi il religioso è l’unico italiano scelto dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per far parte del New Artificial Intelligence Advisory Board, formato da 39 esperti da tutto il mondo: il gruppo valuta rischi e opportunità per una governance internazionale dell’Ai, in vista del Summit sul futuro in programma nel 2024.
Papa Francesco, incoronato “progressista”, è tutt’altro che freddo nei confronti dell’attuale governo di destra clericale: la silenziosa intesa tra l’esecutivo e il Vaticano si consolida non solo su conservatorismo, familismo e natalismo ma pure sul controllo dell’intelligenza artificiale. Uno degli ultimi gesti è l’annuncio urbi et orbi della presidente del consiglio Giorgia Meloni: il papa partecipa per la prima volta al G7 di metà giugno in Puglia a guida italiana, nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale aperta ai Paesi non membri, denominata Outreach.
Il clero bussa anche all’Ue. A febbraio 2024 la Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea caldeggia l’approvazione del cosiddetto AI Act, il regolamento presentato dalla Commissione per regolare il fenomeno. I vescovi si raccomandano che i sistemi di intelligenza artificiale siano «progettati per servire e proteggere le persone e l’ambiente, essere privi di pregiudizi o tendenze discriminatorie ed escludere l’antropomorfizzazione».
Sicuramente l’intelligenza artificiale ha bisogno di accountability. Spesso ci rivolgiamo a essa in maniera oracolare, senza comprenderne i meccanismi intrinseci e i bias, senza capire da dove vengano i dati. D’altronde accade con ogni tecnologia di un certo livello, per la gente comune indistinguibile dalla magia – per citare lo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke.
Serve certo una riflessione laica sulla “algoretica”. E già c’è, il Vaticano non ha l’esclusiva. La prima attestazione risale al 2017, con una lezione del professor Luigi Lombardi Vallauri nel ciclo di conferenze “Roboetica, dall’algoritmo all’umanoide” dell’Accademia toscana di scienze e lettere “La Colombaria”.
I timori suscitati dall’incognita Ai permettono al Vaticano di ritagliarsi nuova influenza nelle società in cui perde fedeli. Nonché di rinsaldare i rapporti con la politica e offrire ai grandi potentati del capitalismo tecnologico un manto di spiritualità e buone intenzioni. Le distopie sono (forse) lontane, ma la convergenza tecno-spirituale tra lobby clericale, politica prona e corporation per il “bene” dell’umanità sembra tutt’altro che virtuale.
Valentino Salvatore
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“…per accreditarsi come l’istituzione più autorevole per porre un freno a derive tecnocratiche. ”
E chi potrebbe mettere in dubbio la competenza scientifica e larghezza di idee di una istituzione che ha impiegato pochi secoli per accreditare l’eliocentrismo ?
O l’autorita morale di chi ha al suo attivo esperienze secolari come l’Inquisizione,la caccia alle streghe ecc ?
E che ancor oggi si batte con decisione contro il qualunquismo di chi pretende che la sovrappopolazione mondiale richieda il controllo delle nascite ?
La Chiesa di Roma non e’ riuscita ad impedire l’avvento del divorzio in Italia,sua
“nicchia ecologica” principale.
Credete davvero che possa influenzare il diffondersi di tecnologie di portata epocale nel mondo intero,specialmente di fronte alla rapida avanzata dell’influenza di Russia e Cina,due potenze da un lato impegnate nelle tecnologie avanzate,dall’altro non proprio devote all’autorita religiosa,di qualunque orientamento ?
Naturalmente un po’ di “ammuina” a beneficio della massa dei fedeli gia esistenti non guasta mai.
In realtà la Russia è molto sensibile all’influenza religiosa, basta vedere il sostegno di Kyrill alla guerra russa ed il tentativo di Putin di riportare la chiesa ortodossa all’antico potere zarista.
Invece la Cina è sicuramente poco sensibile alle religioni abramitiche, ma è ancora una dittatura comunista, sempre che possa essere ancora definita tale, e potrebbe avere interessi comuni ad un controllo di tipo religioso, d’altronde già adesso limita l’accesso ad internet.
Se pensi alla diffusione delle fake news, del complottismo ed al basso livello culturale medio della popolazione, non escluderei che su una parte della popolazione riescano ad avere influenza, come si vede anche dal permanere di una elevata diffusione della religione, anche se reinterpretata dagli stessi fedeli.
” la Cina è sicuramente poco sensibile alle religioni abramitiche”
Due delle religioni abramitiche vietano il consumo di carne di maiale: i cinesi non possono rinunciare a mangiare carne di maiale.
Alle religioni abramitiche piacciono il latte e i suoi derivati: i cinesi sono intolleranti al lattosio in età adulta.
I cinesi hanno un’alta considerazione del loro passato: non credo che possanoo essere facilmente convinti che mentre loro avevano un impero il Dio dell’Universo avesse come Popolo Eletto uno sparuto gruppo di pastori abitanti fra il Giordano e il mare.
Questa favoletta è andata bene per i poveracci Europei.
Mixtec,
“…Questa favoletta è andata bene per i poveracci Europei…”
Questa favoletta va tuttora alla grande: ricordo che da bambino ero convinto che la bibbia fosse il libro più antico del mondo, che gli ebrei fossero uno dei popoli più antichi e più importanti nella storia. E tra il loro gregge non è che qualcosa sia cambiato molto.
@Diocleziano
“E tra il loro gregge non è che qualcosa sia cambiato molto.”
Eppure qualcosina e’ cambiata,dato che erano un piccolo popolo di pastori nomadi,divisi in tribu,
quando le civita Egizia,Assira,Babilonese costruivano citta ed opere di ingegneria,e praticava no scienza come
medicina,astronomia,matematica.
Ci sono voluti secoli,ma la cultura ebraica ha prodotto( e lo fa ancora)una percentuale di artisti e scienziati maggiore di
molti altri popoli,tenendo conto della netta inferioita di popolazione.
A meno di credere ad una (improbabile) superiorita genetica,l’unica spiegazione e’ che tale cultura incoraggi piu’ di altre
l’uso dell’intelligenza in chi ne fa parte.
Anche la Diaspora e i disagi e tragedie che ne sono derivate ha senza dubbio stimolato,per pura necessita di sopravvivenza,
uan elasticita mentale che manca in altre culture,come l’islamismo.
@RobertoV
“In realtà la Russia è molto sensibile all’influenza religiosa, basta vedere il sostegno di Kyrill alla guerra russa ed il tentativo di Putin di riportare la chiesa ortodossa all’antico potere zarista.”
Esatto,ma hai dimenticato un dettaglio : la Chiesa Russa e’ a sua volta moto sensibile al potere politico,altrimenti Putin non si sognerebbe certo di
aumentarne il potere,se non fosse sicuro di servirsene a proprio vantaggio.
Niente di nuovo : ricordate i patti Lateranensi ?
Naturalmente,dato che le Chiese ragionano in tempi lunghi oggi come allora,anche i patriarchi ortodossi non escluderanno di sicuro la possibilita che ,in un futuro piu’ o meno lontano il potere politico subisca radicali cambiamenti che consentano loro una maggiore autonomia.( e maggior potere).
Diocleziano
Del mio sussidiario delle elementari, fine anni ’60, dove la 1° parte era dedicata alla religione cattolica (paragonabile come dimensioni a italiano e matematica) mi è rimasta impressa un’affermazione perentoria in cui si diceva “pensate che esistono parti del mondo (sottinteso barbare e sfortunate) come la Cina che non conoscono il nome di Gesù”. Mi ricordo la mia reazione di stupore: “come è possibile, qui Gesù è dappertutto”. Sommerso dalla propaganda cattolica mi era impossibile comprendere come esistessero mondi estranei a tale cultura. A catechismo la bibbia cattolica veniva presentata come il libro più importante del mondo, da custodire con cura. Solo molto più tardi scoprirò che la bibbia cattolica è diversa da quella protestante, ma soprattutto da quella ebraica e che il Corano è un saccheggio e rielaborazione della bibbia ebraica.
In Cina nonostante tutti i tentativi di colonizzazione oggi i cristiani rappresentano poco più del 2 % ed i mussulmani meno del 2 %, cioè le religioni abramitiche non sono mai riuscite a penetrare nella cultura cinese, ma neanche giapponese. E la Cina rappresenta quasi 1/5 della popolazione mondiale. Ed il loro impero è durato di più dell’impero romano e della chiesa cattolica stessa.
Laverdure
Dubito che gli ebrei che hanno dato significativi contributi alla scienza ed alla cultura fossero dei fanatici religiosi. Einstein e Freud non erano credenti e leggevo che parecchi ebrei lo sono. D’altronde anche in campo cristiano non mi pare che i più ferventi credenti siano quelli che hanno contribuito di più alla ricerca scientifica ed all’evoluzione culturale.
Se senti le interviste ai fanatici religiosi ebrei, lo zoccolo duro di Netanyahu, il 13 % della popolazione, questi non sono diversi da Hamas, non lavorano, si fanno mantenere dallo stato perchè devono pregare (mentre le mogli possono lavorare ed accudire ai loro tanti figli), sono guerrafondai, ma non vogliono fare il servizio di leva e combattere. Dubito che gente del genere sia di grande livello culturale.
@RobertoV
Infatti gli ebrei,piu’ che una etnia ( ce ne sono coi capelli biondi e gli occhiazzurri,proprio come Paul Newman in “Exodus”) o una religione,sono una “cultura”,e senza dubbio e’ proprio a tale cultura,nel senso di stile di vita,che si devono tanti intellettuali di valore,mentre la religione praticata dagli ortodossi e ‘ solo un ostacolo,esattamente come la cristiana o islamica.
E una notevole percentuale,pur non essendo praticanti religiosi o praticanti
“superficiali”( come tanti cattolici)tengono invece molto alla loro identita culturale.
Le religioni orientali si prestano poco ai fini delle dittature.
Mentre la Russia ha perso l’occasione di inglobare quella giudaica di tipo cattolico che,
come si è visto storicamente, sarebbe l’ideale per asservire il popolo ai tirannelli
di qualsiasi tendenza.
@Diocleziano
Credo che il patriarca russo Kyrill sia un eccellente collaboratore per Putin,e che la sua influenza sui fedeli non abbia da invidiare quella di Bergoglio sui propri.
Specialmente se si tiene conto del particolare che ,per ovvii motivi storici,
la tendenza alla sottomissione e obbedienza forse e’ ancora oggi un tantino piu’ marcata nel popolo russo che nei popoli occidentali e in quello italiano in particolare.
Anche ammettendo che secondo molti storici il timore delle autorita ha sempre influito sui Russi molto di piu’di una diffusa cultura di disciplina come invece era il caso dei Tedeschi.
Senza contare il patriottismo ancora oggi marcato nel popolo russo,che la chiesa russa si e’ sempre ben guardata dal contrastare, a differenza di quella vaticana
Per chi non conoscesse l’espressione :”facite ammuina!”ecco la spiegazione.
https://it.wikipedia.org/wiki/Facite_ammuina
….. » Le macchine pensanti domineranno il mondo con i loro algoritmi? »….
Le macchine pensanti NON esistono ! E non esisteranno finché l’IA non potrà essere dotata di una coscienza di 2° grado (sa che sa) o pensiero critico ! Non aspettiamoci che questo sia possibile in un prossimo futuro…
….. « Siamo tra il vaso di Pandora che ci porterà nel gorgo della disumanizzazione e la cornucopia postmoderna che ci offrirà ogni ben di dio? »….
E’ probabile che l’A.I. non adatterà i servizi pubblici ai bisogni degli esseri umani: cercherà di adattare gli esseri umani all’estrema voracità dei suoi ideatori per il potere e i profitti. Come fa la Chiesa da millenni. La sua particolare dialettica e retorica lessicale tinte di misticismo perdurera finchè le docili pecorelle rimbecillite si limiteranno a nutrirsi del suo esecrabile credo….
…. « Per la dichiarazione abramitica le religioni riconoscono «l’intrinseca dignità dell’essere umano, quale data da dio, al cuore dei loro concetti di relazioni sociali e sviluppo». Quindi «i loro approcci etici non sono utilitaristici, ma assoluti: cerchiamo di far prosperare l’umanità perché siamo comandati a farlo dal nostro creatore»…..
La Chiesa vuole, da sempre, primeggiare con ragionamenti irrazionali ma anche puerili ! Non ammette altre verità che la sua, pretesa assoluta, non discutibile poiche è Dio che la vuole…….
Senza dimenticare i leader della Silicon Valley e C°, quindi gli ultraliberali senza scrupoli di ogni ceto sociale, per i quali conta solo il profitto espresso in $ !
@pendesini
“Le macchine pensanti NON esistono ! E non esisteranno finché l’IA non potrà essere dotata di una coscienza di 2° grado (sa che sa) o pensiero critico ! Non aspettiamoci che questo sia possibile in un prossimo futuro”
E torniamo a dirlo : negli esseri umani il “pensiero” e’ sempre influenzato dal corpo,
vale a dire dai segnali che il cervello riceve sia dagli organi di senso vero e proprio,
sia dagli organi,in particolare quelli sessuali.
Anche la concentrazione degli ormoni e’ fondamentale.
Tanto che e’ ragionevole pensare che la visione “mentale” di molti aspetti del mondo esterno
possa differire notevolmente nei due sessi,non solo negli esseri umani ma negli animali,in particolare quelli piu evoluti.
E che la selezione darwiniana abbia favorito questa “dicotomia” dei punti di vista perche risulta utile alla specie.
Per cui ,dato che nelle A.I.tutti questi elementi mancano completamente,non sara facile definire una “presa di coscienza”
da parte di una macchina,e ancora di piu’ un pensiero critico.
E malgrado gli innumerevoli esempi della Science Fiction sull’argomento,credo che per ora sia difficile immaginare come sara
l’instaurarsi di un rapporto tra la mente umana e una vera “intelligenza” autocosciente artificiale.
La cosa potra riservare notevoli sorprese.
Come avevo detto in un altra discussione penso anch’io che non si tratti di vera intelligenza ma, almeno per ora, di una questione di memoria digitale disponibile. Lo dimostra anche il fatto che la AI si rifornisca e rielabori soprattutto materiale esistente. Non che anche gli umani non ne approfittino: è noto il caso di plagi ripetuti da parte di un noto cantautore… 😛 Che infatti viene regolarmente ‘pizzicato’ dall’AI.
@Laverdure
In Europa, una rete di laboratori, raggruppati nel “Human Brain Project”, propone puramente e semplicemente di riprodurre, in un supercomputer, la geometria e le proprietà molecolari di tutti i neuroni e di tutte le connessioni di ‘un cervello umano. Dei sistemi (pulci) « neuromorfici» specializzati nella simulazione della fisica delle reti neurali dovrebbero accelerare i calcoli e simulare centinaia di milioni di neuroni in ogni dettaglio. Tuttavia, simulare basterà a capire ? In parallelo con questi sforzi di simulazione, è essenziale sviluppare la teoria matematica dei calcoli neurali. È solo a questo prezzo che arriveremo ad una teoria integrata dell’attività cerebrale oggettiva e dell’esperienza cosciente soggettiva. Quindi la domanda, a mio umile parere, non consiste chiederci è se tutto cio’è possibile, ma tra quanto tempo lo sarà……
@Pendesini
“…propone puramente e semplicemente di riprodurre, in un supercomputer, la geometria e le proprietà molecolari di tutti i neuroni e di tutte le connessioni di ‘un cervello umano. ”
Rimane invariato il problema gia citato : la mancanza delle sensazioni che un cervello umano riceve dal corpo.
Immagina un cervello umano,gia munito di ricordi di vita,trapiantato in un corpo “androide” artificiale,dotato di sistemi di sostentamento che lo
riforniscano regolarmente di ossigeno e sostanze nutritive,sensori ottici,acustici,tattili,nonche di attuatori, che gli consentano le stesse
capacita motorie e prensili di un corpo normale,e ovviamente di “vocalizzare”.
Nella Science Fiction tutto questo e’ un tema ricorrente.
Ma gli mancherebbero un sacco di sensazioni “umane” :battito cardiaco,respiro,sforzi muscolari ecc.
Non pensi che per certi versi proverebbe una perdita di “umanita” ancora maggiore di un tetraplegico ?
Figuriamoci allora un cervello artificiale,installato in un corpo analogo,e che pur avendo raggiunto capacita analoghe di uno umano sia ovviamente privo del bagaglio di esperienze
che ogni umano accumula dalla nascita.
Pur essendo in grado di sviluppare “sentimenti”( qualunque possa essere le definizione di “sentimenti”)temo che saranno estremamente diversi sia
da quelli umani che da quelli degli animali piu’ evoluti.
Per dirla altrimenti anche di quegli istinti frutto di millenni di evoluzione.
E non credo sia tanto facile riprodurli.
Una risposta possibile,anche se un po “estrema” a questo problema la troviamo in questo film :
https://it.wikipedia.org/wiki/D.A.R.Y.L.
Vale a dire un metodo impeccabile per fornire ad un cervello artificiale le stesse esperienze accumulate,fin dalla nascita,da un cervello umano.
Una domanda : che opinione manifesterebbe secondo voi la Santa Sede
su un esperimento di questo tipo ?
Attualmente, i sistemi informatici più “intelligenti” del mondo hanno meno buon senso di un topo ! Le neuroscienze hanno permesso di stimare che il cervello umano sia dotato di circa 86 miliardi di neuroni, quasi tutti presenti fin dalla nascita, e di un milione di miliardi di connessioni sinaptiche, molte delle quali si selezionano durante lo sviluppo dell’intelligenza nei bambini e adolescenti, stabilizzandosi verso 20 anni, raramente anche oltre.
Nell’informatica e nell’intelligenza artificiale, quello che oggi chiamiamo neuromorfismo è molto più limitato: ad esempio, il cervello digitale dell’azienda americana Intel, considerata una delle più potenti al mondo, ha solo 100 milioni di “neuroni”, ossia il cervello di un piccolo mammifero, a metà tra un criceto e un topo. Quindi, fino ad oggi, il cervello umano rimane di gran lunga la migliore sede di intelligenza/e sulla terra. Anche se molto spesso commettiamo errori molto intelligentemente….
@Pendesini
Nel libro : “Internet ci rende stupidi ?Come laRete sta cambiando il nostro cervello”
l’autore Nicholas Carr evidenzia come ,se indubbiamente l’intelligenza dipende notevolmente da predisposizione di nascita,lo sviluppo degli “schemi” di ragionamento di un individuo,che possiamo attribuire allo sviluppo di “connessioni”
interne,viene notevolmente influenzato dall’ambiente,specialmente nell’infanzia e gioventu,che indirizza,si puo’ dire,tali connessioni.
Uno scienziato giapponese ad esempio sosteneva che perfino l’imparare la lingua giapponese come
lingua madre da bambini, a causa della sua particolare struttura faccia si che gli schemi di ragionamento di quel popolo
differiscano per certi versi da quelli degli occidentali,senza necessariamente che uno dei due sia migliore dell’altro.
Personalmente credo che l’educazione impartita in seminario,o meglio ancora melle madrasse islamiche, non predisponga nel migliore dei modi possibili una mente ad affrontare i problemi di una societa tecnologica come la nostra.
“… l’educazione impartita in seminario,o meglio ancora nelle madrasse islamiche, non predisponga nel migliore dei modi possibili una mente ad affrontare i problemi di una società tecnologica come la nostra…”
Qui vinci facile: l’insegnamento coatto di vere scempiaggini come fossero verità assolute, i famosi ‘dogmi’, non facilitano certo l’apertura della mente… a meno che non si vogliano allevare nidiate di scrittori fantasy…
@Diocleziano
Ti stai contraddicendo : quello che manca a chi esce da quelle scuole e’ proprio la “fantasia”,o “creativita”,vale a dire la capacita di inventare cose nuove in qualsiasi campo,anche frivolo,come la moda o la letteratura d’evasione.
Senza contare che la creativita non puo’creare le cose dal nulla,ha bisogno di una cultura di base il piu’ ampia possibile da cui elaborare le sue novita,sia che si tratti di trame di fantascienza sia che si tratti di vera scienza.
Einstein non ricavo la teoria della relativita dal nulla,ma partendo da risultati gia noti e verificati,come le equazioni di Maxwell,il suo genio consistette nel
vedervi delle implicazioni finora sfuggite agli altri.
E nei seminari anche la cultura di base non abbonda di certo,sotto molti aspetti e’ addirittura censurata.