Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica del mese di agosto è il notevole aumento delle adozioni di libri di testo per l’Attività alternativa nella scuola primaria statale. Una crescita del 90% rispetto all’anno scorso, grazie anche alla campagna Uaar “Libri per chi ha diritto di averli” con la donazione di più di 1.300 libri di testo per l’alternativa e la lettera inviata ai presidi di 5.403 scuole per sollecitare l’adozione dei libri di alternativa.

La Procura della Repubblica di Piacenza ha archiviato le accuse nei confronti di una donna che aveva condotto in Italia una bambina nata tramite gestazione per altri in Georgia. Era indagata per falsa attestazione a un pubblico ufficiale sull’identità della minore, ma la Procura ha lasciato cadere le accuse per «particolare tenuità del fatto». Assieme al marito la donna ha tentato la strada dell’adozione, senza successo. La coppia si era quindi recata all’estero, aiutata da avvocati specializzati, e ha trovato una volontaria che si è prestata alla gpa con l’inseminazione dei gameti dei due. Tornata in Italia con la figlia biologica, la donna piacentina ha trovato un avviso di garanzia ed è stata convocata dalle forze dell’ordine.

La presidente della commissione Cultura del Comune di Benevento Mara Franzese, rispondendo alle critiche all’evento “Cena in Bianco” organizzato dall’amministrazione, ha osato contestare l’inattualità dei riti di penitenza a Guardia Sanframondi: «io mi preoccuperei più del fatto che ogni sette anni continui a ripetersi il Rito dei Battenti, come se fossimo nel Medioevo». «Iniziamo ad amare un po’ di più la vita che ci è stata data, perché a volte il petto ce lo trafiggiamo comunque senza ragione», ha aggiunto, tra l’altro professandosi cattolica. Le sue dichiarazioni hanno scatenato polemiche bipartisan da clericali assortiti, che hanno chiesto le dimissioni di Franzese e chiamato in causa pure il sindaco di Benevento Clemente Mastella affinché prendesse provvedimenti.

Alcuni politici del Friuli Venezia Giulia hanno contestato la scelta di non concedere il patrocinio al Pride locale. Il consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia Furio Honsell (Open Sinistra FVG) ha espresso delusione per il mancato patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro (UD) alla manifestazione del 31 agosto nella frazione di Lignano Pineta. «Come sindaco di Udine fui molto orgoglioso di sostenere tale manifestazione nel 2017 quando si svolse a Udine per la prima in FVG», ha ricordato Honsell. «È una manifestazione dove si celebra il diritto alla libertà di realizzare la propria personalità e quindi anche la libertà di esprimere il proprio orientamento sessuale, come del resto è sancito dalla Costituzione», ha puntualizzato.

La consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi Sinistra) ha affermato, in una nota condivisa dal consigliere comunale di Gemona del Friuli Matteo Della Marina (Sinistra Italiana): «Ci dispiace, ma non ci stupiamo, che la sindaca di Lignano Sabbiadoro non abbia concesso il patrocinio». «Evidentemente i retaggi culturali che prevedevano l’esclusione sociale di persone che non rispondono a cliché, per alcuni ortodossi, faticano a morire», ha aggiunto Pellegrino: «Come partito politico ci siamo da sempre battuti per i diritti di ogni individuo in un’ottica di eguaglianza sociale, politica, affettiva. Si resta basiti davanti all’incapacità e all’insensibilità di quegli amministratori che non vogliono comprendere che il loro ruolo politico non può prescindere dal promuovere politiche inclusive e la conseguente lotta a ogni forma di discriminazione sessuale». Pellegrino ha ricordato inoltre che a Gemona è stata presentata una mozione per chiedere al Comune il patrocinio: «Richiesta che è stata puntualmente rifiutata, adducendo motivazioni non solo non pertinenti, ma di evidente mancanza di conoscenza delle proprie prerogative istituzionali».

Infine qualche buona novella laica dall’estero.

In Svizzera il Movimento per il Socialismo (MpS) ha chiesto la modifica dell’articolo 7 della legge che regola i rapporti con la Chiesa cattolica, relativo ai reati dei membri del clero. L’intento è rendere tempestiva la denuncia da parte delle autorità religiose quando ricevono informazioni su notizie di reato che coinvolgono religiosi. L’iniziativa è stata sollecitata dall’Associazione Svizzera dei Liberi Pensatori e prende spunto dall’arresto di un prete, docente al collegio Papio di Ascona e al liceo di Savosa, per abusi sessuali. «La vicenda ha portato alla luce, ancora una volta, la questione dei rapporti tra Stato e Chiesa, più in particolare tra autorità giudiziaria e autorità religiosa», ha precisato MpS. Viene riconosciuto che «diverse prese di posizione della Curia hanno permesso di chiarire, almeno in parte, la dinamica temporale dei fatti, ma non hanno risolto una serie di questioni di fondo». «Tra queste quella che a noi pare decisiva è quella della tempestività della denuncia da parte delle autorità religiose quando vengono in possesso di informazioni relative alla configurazione di reati che coinvolgono dei religiosi», ha aggiunto il Movimento.

In Polonia sono state approvate le nuove linee guida sanitarie per garantire l’aborto nelle strutture pubbliche o finanziate dal pubblico. La ministra della Salute polacca Izabela Leszczyna ha spiegato: «Una donna incinta che si rivolge a un ente medico che ha un contratto con il Fondo Sanitario Nazionale con un referto medico che attesta che la gravidanza è una minaccia per la sua salute, deve ricevere il servizio medico di aborto in questo ente». Gli ospedali che si rifiutano di praticare un aborto su una donna con un referto medico potrebbero essere multati fino a 500 mila zloty (circa 115 mila euro) o perdere il contratto con il FSN.

La redazione

2 commenti

RobertoV

Anche la Svizzera è un altro mondo nel trattare la pedofilia ecclesiastica, eppure anche li certi privilegi per la chiesa cattolica, retaggi del passato, sono duri a scomparire, come quello che il procuratore deve informare al più presto i superiori di un prete di indagini penali a suo carico. Li almeno qualcuno si muove, sarà perchè all’inizio di quest’anno è risultato che gli areligiosi hanno superato col 34 % i cattolici che continuano a perdere fedeli e le cifre non vengono nascoste come da noi?
Oppure perchè l’anno scorso è stato pubblicato lo studio sulla pedofilia ecclesiastica che la stessa chiesa cattolica aveva commissionato all’università di Zurigo: che differenza con la presa in giro dell’indagine fatta da parte della Chiesa in Italia con l’insabbiatore Zuppi. Da quella indagine sono risultati oltre 1000 casi negli ultimi decenni, in una nazione con solo 2000 sacerdoti, praticamente la stessa cifra “ammessa” in Italia con oltre 30000 preti. Ma la cosa interessante è che sono risultati anche evidenti gli insabbiamenti fatti dalle chiese con distruzione di documenti, sui quali sono in corso accertamenti penali. Ed è interessante l’intervista ad un procuratore svizzero che racconta le difficoltà ad indagare, l’omertà incontrata ed il vizio di spostare da una diocesi all’altra i preti pedofili.
Magari anzichè fare i cortigiani del papa re e relazionarci sulle sue perle e fare interviste in ginocchio, giornalisti e politici italiani dovrebbero chiedere conto sull’argomento anche in Italia.

Commenti chiusi.