L’Uaar scrive al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per ricordare che, per ragioni di coscienza, la scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica può essere revocata anche nel corso dell’anno
Solita storia: all’inizio di ogni nuovo anno scolastico non mancano le polemiche legate all’ora di religione. Come nel caso del bambino della scuola elementare di Piverone in provincia di Torino che ha scelto di non frequentare l’Insegnamento della religione cattolica oltre il termine fissato da una circolare e il dirigente scolastico l’ha costretto a frequentarlo.
Anche l’Uaar ha ricevuto numerose segnalazioni di dirigenti che negano la possibilità di interrompere la frequenza dell’Irc, in quanto ritengono termine ultimo utile per la revoca la data di scadenza delle iscrizioni. Ma è davvero così? Decisamente no. Tale interpretazione è infatti errata, come stabilito dal Consiglio di Stato, che sottolinea inoltre che il termine è solo funzionale a esigenze organizzative interne della scuola, ma «non può ritenersi preclusivo di una scelta diversa successiva, anche nel corso dell’anno scolastico».
Per ragioni di coscienza è del tutto legittimo smettere di frequentare l’ora di religione cattolica quando si vuole, anche mesi dopo l’inizio della scuola e in qualsiasi momento dell’anno scolastico. Lo dicono diverse sentenze:
- Tar Molise, 22 giugno 2012: «l’indisponibilità del diritto e la revocabilità del consenso inducono a ritenere che, anche nel corso dell’anno, si possa cambiare idea e non frequentare più l’ora di religione».
- Consiglio di Stato, 15 marzo 2018: «il termine ancorato all’atto dell’iscrizione al singolo anno scolastico, funzionale alle esigenze organizzative delle istituzioni scolastiche e degli insegnanti di religione, non può ritenersi preclusivo di una scelta diversa successiva, anche nel corso dell’anno scolastico».
- Tar Lombardia, 3 dicembre 2022: «il termine normativo per la scelta di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (all’atto di iscrizione) non può essere inteso come decadenziale».
- Tar Toscana, 28 luglio 2023: «[lo studente] potrà sempre esprimere la propria volontà di non proseguire la fruizione dell’Irc, in modo vincolante per la scuola, anche dopo la scadenza della data ultima fissata per l’iscrizione al nuovo anno, e persino nel corso dell’anno».
L’Uaar, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, ha quindi scritto al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: «Abbiamo chiesto al ministro – spiega Roberto Grendene, segretario dell’Uaar – di inviare una tempestiva comunicazione agli istituti scolastici per chiarire che il termine indicato dal Ministero entro il quale esprimere la scelta di non avvalersi dell’Irc ha meramente carattere ordinatorio, che per personali e insindacabili ragioni di coscienza la scelta di avvalersi dell’Irc può essere revocata anche in corso d’anno e che in tale caso i dirigenti scolastici devono impegnarsi a garantire agli studenti le possibilità previste dal “Modulo integrativo per le scelte degli alunni che non si avvalgono dell’Insegnamento della religione cattolica”». Una questione di correttezza e legalità nei confronti di chi sceglie di non avvalersi di Irc, il cui numero è in continua crescita.
Comunicato stampa
Domanda pertinente : l'”ostracismo” di certe autorita verso l’ obiezione all’ora di religione,pensate dipenda dalla convinzione che tale frequentazione contribuisca efficacemene a creare leali “soldati di Cristo ” ?
Che non credano insomma all’opinione del trattarsi sempre piu’ ,di fatto,di una “ora del parrucchiere” ?
O piuttosto temano che una sempre piu’ scarsa frequentazione indebolisca la sua importanza e favorisca le critiche da parte di chi vorrebbe abolirla ?
Cosa che,anche trascurando eventuali altri fattori,sarebbe un inequivobile nuova crepa nel prestigio della Curia ?
Penso più a un bieco interesse di bottega: pensa se in una intera classe di 25/30 ragazzi la maggior parte non si avvalesse: cosa farebbe il domatore di piccoli atei: starebbe a casa sua… dovrebbe trasferirsi in un’aula vuota con i piccoli devoti… rifugiarsi nelle catacombe della scuola? E lo stipendio?
Probabilmente il preside non avrà voluto complicazioni di tipo organizzativo, così, cercando di evitare un fastidio, se n’è procurato uno maggiore.
Ad ogni modo ricordo che il corso di IRC viene regolarmente attivato anche in presenza di un solo alunno in tutta la classe, senza procedere ad alcun accorpamento. Non scherzo, è uno fra i tanti privilegi dei clericali.
Nonostante parlino della necessità di una nuova evangelizzazione dell’Italia e dell’Europa (che non è stata per niente pacifica in passato) penso che neanche loro credano di poterla ottenere con mezzi come l’ora di religione. Ma fa parte della marcatura del territorio e della difesa di privilegi e della giustificazione della loro presenza. D’altronde alle critiche all’IRC rispondono che alla fine oltre l’85 % delle persone da credito all’IRC e, quindi, la considera importante dimenticandosi di dire quanti ostacoli, intimidazioni e ricatti vengano fatti per gonfiare tale risultato. Oltre alla falsità sull’importanza per comprendere la nostra storia come se per conoscerla fosse necessario un corso approfondito sulla religione cattolica, fatta solamente da propagandisti avallati dal vescovo, che vedendo la scarsa conoscenza degli stessi fedeli cattolici non è di certo l’obiettivo.
Fa parte della politica clericale di nascondere la realtà, d’altronde in quasi 80 anni non si sono degnati di fare dei censimenti sull’appartenenza religiosa e le poche indagini vengono poco pubblicizzate o al massimo utilizzate come allarmismo sociale sul presunto degrado della società.
Inoltre come giustificherebbero tutti quegli insegnanti di religione, per di più a migliaia assunti proprio negli ultimi anni, nonostante il calo?
Certo che un solo studente per giustificare l’ora di IRC è veramente assurdo: per confronto nella cattolica Austria ce ne vogliono almeno tre, cosa più ragionevole (e loro hanno più religioni ammesse ed anche l’ora di etica).
@G.B.
“.. viene regolarmente attivato anche in presenza di un solo alunno in tutta la classe,…”
E i gentori si azzardano sempre a lasciare un minore DA SOLO in presenza di uno
magari laico ma comunque strettamente legato all’ambiente clericale ?
Una domanda : gli insegnanti di religione nelle nostre scuole possono essere donne ?
Sì
Domanda pertinente ma inutile rivolta a chi fa i c***i suoi facendo scegliere il personale a una setta che gode di extraterritorialità, può licenziare per motivi arbitrari e altre astruserie antisindacali.
@Diocleziano
Intendi che la Curia preferisce gli uomini per questi incarichi ?
Più che una questione di genere, per la CdM l’essenziale è mantenere comunque il controllo.
Ma appunto perche ‘ la scelta degli insegnanti e’ monopolio della Curia,qualcuno sa se il rapporto tra i due sessi nel corpo insegnante e’ paragonabile a quello nelle altre materie,dove la scelta e’ (sperabilmente) laica?
Non che ovviamente la cosa significhi molto :cosi come parte degli insegnanti sono preti,immagino possano esserci anche delle suore.