Alluvioni in Emilia-Romagna: 77 elettori su 100 vogliono che Regione e Comuni usino i fondi dell’8×1000

I cittadini emiliano-romagnoli vogliono che la scelta “Stato / Calamità Naturali” nell’8×1000 sia promossa dalle istituzioni. Chiedono quindi a chi governerà la propria Regione che si adoperi attivamente e coordini i Comuni colpiti dalle alluvioni per attingere a questi fondi. A sei giorni dalle elezioni regionali sono questi i risultati del sondaggio BiDiMedia su un campione di maggiorenni residenti in Emilia-Romagna, commissionato dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar).

Delle tre domande del sondaggio, la prima riguarda il dovere in capo alle istituzioni di promuovere la scelta “Stato / Calamità naturali” nell’8×1000: risponde sì il 77% (con il 45% che lo considera un dovere prioritario per il Paese), no il 10% in quanto l’8×1000 sarebbe fonte di sostentamento per le chiese. La seconda domanda si focalizza sul comportamento degli enti locali in merito a questi fondi: l’81% ritiene che la Regione Emilia-Romagna si deve adoperare e deve coordinare i Comuni colpiti dalle alluvioni per utilizzare l’8×1000 per le calamità naturali (per il 70% doveva farlo già in seguito all’alluvione del 2023), mentre soltanto l’8% si dice contrario in quanto diminuirebbe il finanziamento a Chiesa cattolica e altre confessioni religiose.

«Il giudizio da parte dei cittadini dell’Emilia-Romagna è netto» dichiara Roberto Grendene, segretario nazionale Uaar: «bocciatura dell’inerzia istituzionale con annesso scaricabarile tra Governo e Regione e richiesta di impegno concreto utilizzando l’8×1000 statale per le calamità naturali per far fronte ai disastri provocati dalle alluvioni. Non giriamoci intorno, il silenzio della classe politica ha un nome: sudditanza alla Chiesa cattolica. Hanno fatto un gran parlare di fondi Pnrr, quasi tutti prestiti da restituire con gli interessi, mentre l’8×1000 che è una risorsa statale già a disposizione sembra intoccabile, perché mangiatoia per le gerarchie ecclesiastiche».

«Abbiamo scritto ai candidati presidente per le elezioni regionali – aggiunge il coordinatore regionale Uaar Roberto Vuilleumier – ma solo Federico Serra ha risposto. I big Michele De Pascale ed Elena Ugolini, in perfetta armonia clericale, hanno preferito non rispondere. Chissà se lo faranno adesso».

Dalle risposte all’ultima domanda del sondaggio emerge la scarsa conoscenza della possibilità di scegliere “Stato / Calamità naturali” nell’8×1000: nel momento in cui ha presentato la dichiarazione dei redditi solo il 23% risponde che era al corrente di tale possibilità, contro il 17% che non lo sapeva o non era stato informato dal Caaf o dal professionista che lo ha assistito. Spicca la percentuale del 52% di contribuenti che, se solo lo avessero saputo, avrebbero preso in considerazione la scelta “Stato / Calamità naturali”.

L’8×1000 ammonta a circa 1,4 miliardi l’anno e le ultime dichiarazioni dei redditi hanno visto un costante calo di preferenze per la Chiesa cattolica, che nel riparto 2024 ha ottenuto il minimo storico di 911 milioni. La scelta Stato è invece in costante crescita e ha raggiunto i 340 milioni. L’Uaar chiede l’abolizione del meccanismo dell’8×1000, perché le confessioni religiose dovrebbero essere finanziate dai rispettivi fedeli e non dallo Stato. Nell’attesa che ciò accada chiede che lo Stato non stia in disparte, ma si adoperi per coinvolgere i contribuenti a sostegno di interventi per far fronte alle calamità naturali.

Comunicato stampa

4 commenti

Diocleziano

Quelli che si preoccupano perché il clero non faccia la fame, si mettano il cuore in pace: la CdM galleggia su 2000 miliardi di sterco del diavolo nelle loro disponibilità (cifra ammessa da loro stessi).

“…le confessioni religiose dovrebbero essere finanziate dai rispettivi fedeli e non dallo Stato…”
Giusto, ma s’intende che le donazioni NON devono essere deducibili da quanto si dichiara, perché sarebbe caricarne il costo sullo Stato. La beneficenza sia tale, non pretesto per fare i furbi;
certamente il vostro dio ve ne darà riconoscimento… 😛

KM

In effetti, il patrimonio, gestito esclusivamente dal papa, rende Frances co l’uomo piu’ ricco del mondo almeno 20-30 volte piu’ dei paperoni di Forbes. Il totale e’ circa 7-8000 miliardi.

laverdure

@KM
“…il patrimonio, gestito esclusivamente dal papa,….”
Gestito dal Papa esattamente come il Sovrano d’Inghilterra gestisce la G.B.
Con la differenza che laggiu’ il Parlamento e’ ufficiale e il governo e’ eletto democraticamente.
Mentre la gestione del patrimonio vaticano,come del resto anche i problemi “teologici”,chi li gestisce lo sa il Padreterno

KM

Il pa(p)pa e’ l’unico gestore del tesoro di san pietro – volutamente in minuscolo – secondo lo statuto del vaticano. Ed il sovrano inglese e molto piu’ che una figura rappresentativa, come ben sanno gli australiani il cui legittimo governo Whitlam, nel 1975 fu affondato dal GG John Kerrs nel 1975 su ordine di elisabetta II – a sua volta imbeccata dagli USA –

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