Sondaggio 8×1000 e alluvioni in Emilia-Romagna: gli elettori di tutti i partiti vogliono ciò che i loro rappresentanti non hanno il coraggio di fare

«Deve finire la speculazione politica e deve iniziare una nuova collaborazione istituzionale per l’Emilia-Romagna». Lo ha affermato Michele de Pascale, appena eletto presidente della regione pesantemente colpita dalle alluvioni nell’ultimo anno e mezzo. Visto che si parla di come far fronte ai danni provocati dalle piogge torrenziali e di come limitare quelli futuri andiamo a vedere cosa ne pensano gli elettori dell’Emilia-Romagna, partito per partito.

Dai risultati del sondaggio che l’Uaar ha commissionato a BiDiMedia e che sono stati resi noti la settimana scorsa emerge che 4 cittadini su 5 in Emilia-Romagna vogliono che la scelta “Stato / Calamità Naturali” nell’8×1000 sia promossa da tutte le istituzioni e che in particolare la propria Regione si adoperi attivamente e coordini i Comuni danneggiati, o a rischio di esserlo nell’immediato futuro, per attingere a questi fondi pubblici.

Adesso che il buio elettorale è terminato possiamo diffondere anche l’esito delle risposte date a seconda del partito di riferimento. La parte preliminare del sondaggio prevedeva infatti di dichiarare l’intenzione di voto, e la rilevazione è andata molto vicina alle percentuali di preferenze ufficiali della consultazione elettorale.

Alla domanda «Ritiene che le Istituzioni abbiano il dovere di promuovere tra i contribuenti la scelta “Stato / Calamità naturali” nell’8×1000?» la maggioranza degli elettori di tutti i partiti risponde sì, con in testa Avs (93%) e Pd (92%). Nel centrodestra i sì raggiungono il 73% in FdI, il 67% nella Lega e il 54% in FI. Tra i no, motivati dal fatto che l’8×1000 dovrebbe essere riservato al sostentamento della Chiesa cattolica o altre confessioni religiose, spicca il 31% dell’elettorato di FI, seguito da Lega (20%), FdI (16%), M5s (8%), Pd (4%) e Avs (2%).

Situazione analoga di fronte alla domanda «Ritiene che l’Emilia Romagna debba coinvolgere e coordinare i comuni colpiti dalle alluvioni nell’utilizzo dei fondi dell’8 per mille per “Calamità Naturali”?». I sì nella forma più decisa (perché «l’iniziativa sarebbe già dovuta partire post alluvione del 2023») superano il 78% in tutti i partiti del centrosinistra, con il record dell’85% di Avs.

Ma sono al 65% anche tra gli elettori di FdI e Lega e al 56% in FI. Di nuovo sono coloro che votano FI che mostrano la maggior percentuale di contrari (24%) in quanto «verrebbero sottratti fondi alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni», seguiti da Lega (17%) e FdI (13%). I no rimangono sotto al 5% in tutte le forze del centrosinistra.

Infine la domanda «Quando ha compilato la sua ultima dichiarazione dei redditi era al corrente (o è stato adeguatamente informato da Caaf, commercialista, ecc.) della possibilità di scegliere “Stato / Calamità Naturali” nell’8 per mille?». La maggior consapevolezza, in ogni caso ben al di sotto di un adeguato livello di informazione, si riscontra tra gli elettori di FdI con il 27%, fino ad arrivare al 17% di M5s e al 14% di Avs. Il rammarico dei «no, se l’avessi saputo l’avrei presa in considerazione» è al valore massimo in Avs (70%), seguito da M5s (65%) e Pd (63%), fino a toccare di nuovo il minimo in FI (39%).

Per tornare alle parole del neo presidente de Pascale «è stato un anno e mezzo di speculazioni politiche, di scontri». Eppure, esaminando la volontà degli elettori di tutti i partiti, a iniziare da quelli dei più votati Pd e FdI, i colpi bassi e gli scaricabarile tra governo nazionale e amministrazione regionale potevano trovare una tregua laica nel coinvolgere contribuenti e istituzioni su condurre una campagna di raccolta e utilizzo fondi sfruttando un capitolo di spesa pubblica già esistente e disponibile, quello dell’8×1000 statale per le calamità naturali.

Chissà se il cambio di passo auspicato da Michele de Pascale e l’annunciato dialogo con la presidente Meloni andranno in questa direzione.

Roberto Grendene

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