Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica di gennaio è del tribunale di Nocera Inferiore (SA) che ha condannato una dirigente scolastica per le vessazioni nei confronti di un insegnante di religione “colpevole” di aver denunciato la mancata attivazione dell’ora alternativa. La preside dovrà risarcire quasi 11 mila euro per mobbing, comportamenti vessatori, sanzioni disciplinari nei confronti del docente messi in atto nell’anno scolastico 2018/19; aveva persino chiesto al vescovo di farlo trasferire. L’ora alternativa in quella scuola era iniziata solo dopo sei mesi dall’inizio delle lezioni e non veniva svolta in concomitanza con l’ora di religione, in maniera del tutto illegittima.

Il tribunale di Enna ha rinviato a giudizio il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e il vicario giudiziale Vincenzo Murgano, parroco della chiesa madre di Enna: i due religiosi sono accusati di falsa testimonianza durante il processo a don Giuseppe Rugolo, prete poi condannato a quattro anni e mezzo di prigione per abusi sessuali su minori. Il vescovo avrebbe incontrato il prete abusatore prima di incontrare i genitori di una vittima e gli avrebbe consegnato  copia di una denuncia ecclesiastica; avrebbe inoltre offerto 25 mila euro in contanti in cambio del silenzio della famiglia. Dal canto suo il vicario giudiziale, trincerandosi dietro i «non ricordo» ha negato di aver dato a Rugolo consigli sulla sua difesa in un processo e di averlo accompagnato da un avvocato che lo ha difeso nel procedimento ecclesiastico, venendo però smentito da una registrazione.

Il deputato Igor Iezzi (Lega) ha presentato come primo firmatario una proposta di legge per vietare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici e punire chi costringe a indossarlo. La proposta è stata depositata dal capogruppo in Commissione Affari Costituzionali: prevede una riforma della legge del 1975 che vieta per motivi di sicurezza di nascondere il viso nei luoghi pubblici, con la limitazione delle deroghe per “giustificato motivo”. La giurisprudenza ha infatti ammesso la possibilità di indossare anche il velo islamico integrale proprio per motivi religiosi. La recente proposta consentirebbe l’occultamento solo «nei luoghi di culto, nei casi di necessità per proteggere la salute propria o di terzi, in materia di sicurezza stradale e per i partecipanti alle gare in occasione delle manifestazioni di carattere sportivo che prevedono l’uso di caschi, nonché nei casi di attività artistiche o di intrattenimento». L’iniziativa di Iezzi punisce anche con il carcere fino a due anni e una multa fino 30 mila euro chi costringe con violenza o minaccia a indossare il velo, con aggravante se la vittima è minore, donna o persona disabile. Per i minori il giudice potrà prevedere la decadenza della responsabilità genitoriale e l’allontanamento dalla famiglia. I condannati per tali reati non potranno ottenere la cittadinanza italiana.

Il sindaco di Pavia Michele Lissia ha difeso l’iniziativa “Far bene per star bene”, promossa dall’assessorato per le Pari opportunità e dallo sportello antidiscriminazioni del Comune in collaborazione con alcune associazioni per i diritti e giunta alla nona edizione, per portare nelle scuole locali corsi contro il bullismo e ogni forma di discriminazione, anche quella verso le persone lgbt. L’iniziativa aveva infatti scatenato le ire di integralisti cattolici e destre per una supposta promozione del “gender”, in particolare con la presa di posizione del vicepresidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio. Il primo cittadino ha però chiarito: «I laboratori sono quattro, ma le scuole possono scegliere se attivarli tutti o solo alcuni. Dai genitori non abbiamo ricevuto nessuna protesta. Per questo, va rispettata l’autonomia scolastica». L’assessora del Comune alle Pari opportunità Alessandra Fuccillo ha spiegato che si tratta di «un progetto di alfabetizzazione sentimentale per prevenire ogni tipo di discriminazione» e che finora hanno aderito nove classi delle medie che hanno scelto i moduli su questioni lgbt e tre della primaria che invece hanno scelto quelli sulla disabilità, per un totale di 250 alunni coinvolti. «Finora nessuna primaria ci ha chiesto il modulo di Coming aut e nessuna famiglia ha protestato comprendendo che sono incontri contro il bullismo e le discriminazioni proposti perché gli scolari con due mamme e due papà non si sentano diversi dai loro compagni e per fare in modo che nessun bambino ripeta frasi spiacevoli magari sentite in casa», ha precisato l’assessora. «Quella della destra è omolesbotransfobia», ha ribadito Fuccillo, «il progetto vuole evitare che tanti ragazzi possano soffrire per il loro orientamento sessuale».

Anche Sinistra Italia ha sostenuto il progetto: «Non vi è alcuna “teoria gender” nei progetti proposti. C’è l’idea di fare educazione emotiva, di instradare i bambini e le bambine al rispetto e allontanarli dalle discriminazioni e dal bullismo, già presenti nella scuola primaria». «Nessuno degli esperti che si occupa di questi laboratori è un pericolo per i bambini e nessuno ha intenzione di imporre nulla, al contrario delle destre che puntano a imporre la propria paura a chiunque non si identifichi nel modello eteronormato che pensano di dover difendere», ha ribadito.

Il Pd ha contestato, dando risalto nazionale alla questione, i corsi di educazione sessuale e affettiva tenuti dall’organizzazione di matrice cattolica Teen Star in una classe della scuola secondaria “Lucia Schiavinato” a San Donà di Piave (VE). La deputata Pd Rachele Scarpa ha presentato due interrogazioni parlamentari rivolte al Ministero dell’Istruzione e del merito e a quello della Famiglia e pari opportunità, dopo le proteste di genitori e studenti della zona. Teen Star è un’organizzazione formalmente “laica” ma legata ad ambienti integralisti e che imposta i propri corsi in linea con la dottrina cattolica. Anche la consigliera regionale Francesca Zottis ha protestato. «C’erano state segnalazioni a Torino in passato, ora arrivano anche dalle scuole del Veneziano e a Caorle, anche dalle elementari. Così abbiamo deciso di intervenire politicamente», spiegano Scarpa e Zottis: l’associazione infatti «trasmette una visione ideologica e non scientifica dell’educazione sessuale. Propongono la castità come metodo di prevenzione e hanno legami con il mondo ultra conservatore dei Pro Vita». «I corsi hanno suscitato forte indignazione tra genitori, insegnanti e opinione pubblica, sollevando questioni di trasparenza, rispetto dei principi educativi e dei diritti dei minori», si legge nell’interrogazione. Il capogruppo Pd a San Donà di Piave Daniele Terzariol già ad aprile aveva denunciato che si erano tenute queste lezioni, portando la questione in consiglio comunale. «Mi chiedo perché l’amministrazione abbia scelto questa realtà anziché un soggetto pubblico. Ho chiesto di sapere qual è la documentazione richiesta dal Comune per comprovare l’affidabilità e la professionalità degli operatori che entrano nelle classi». Il risalto nazionale dato alla questione dalle interrogazioni ha fatto sì che il nuovo corso sull’educazione sessuale e affettiva tenuto in una classe della scuola secondaria “Lucia Schiavinato” a San Donà di Piave sarà tenuto ora dall’Ulss 4 e non più da Teen Star. L’assessora ai Servizi sociali Federica Marcuzzo (FdI), che aveva difeso quel presunto «programma laico e aconfessionale» ha annunciato: «Teen Star non sarà ripetuto nelle scuole, ma non mollo sull’attenzione alla crescita emotiva, sentimentale e sessuale dei ragazzi». Ma la deputata Rachele Scarpa ha sottolineato: «altro che ideologia gender! Qui siamo di fronte ad associazioni che non hanno alcuna base scientifica».

L’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno sarà il primo nelle Marche, dopo cinque anni di battaglie dei movimenti per i diritti delle donne, a fornire la pillola per l’aborto farmacologico fino a 9 settimane, seguendo le indicazioni ministeriali del 2020. In una Regione governata dal centrodestra dove i dati ministeriali del 2022 fanno emergere il 67,4% di medici obiettori, con alcune strutture dove non ci sono ginecologi che effettuano interruzioni di gravidanza. La consigliera regionale Manuela Bora (Pd) aveva fatto diverse interpellanze all’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini proprio sulla questione, ricevendo risposte vaghe sul tema nonostante si fosse prodigato a sostenere l’ingresso degli integralisti no-choice nei consultori.

Il sindaco di Modena Massimo Mezzetti ha contestato le recenti manifestazioni anti-abortiste davanti al policlinico e si è detto a favore di una norma che consenta di allontanare gli integralisti anti-aborto dagli ingressi delle cliniche in cui si effettuano interruzioni di gravidanza. La sua presa di posizione è arrivata proprio nei giorni in cui le organizzazioni no-choice si sono mobilitate con preghiere e manifestazioni davanti all’ospedale. «Oggi la normativa non consente al sindaco di vietare questo tipo di manifestazioni», ha chiarito, «Auspicherei che in Italia ci si potesse appellare alla normativa, come quella dell’Inghilterra e del Galles, per cui si vieti in un raggio di 150 metri, nelle aree sensibili sanitarie, lo svolgimento di manifestazioni che possono creare turbativa o turbamento». «Queste preghiere sono una forma di pressione e violenza psicologica sulle donne che vivono un momento delicato, che viene compromesso da questo tipo di manifestazioni che vengono derubricate come semplici preghiere ma servono a fare in modo di convincere o “educare”, come dicono loro, le donne a percorsi diversi. Si conferma che sono delle vere e proprie manifestazioni politiche», ha dichiarato senza mezzi termini il primo cittadino, che ha ricordato pure una recente senza del Consiglio di Stato che ha dato torto a Pro Vita e Famiglia dopo che il Comune di Rimini aveva negato l’affissione di alcuni manifesti anti-aborto, perché «la libertà di espressione non è assoluta e può essere limitata quando il messaggio è diffamatorio, ingannevole o offensivo». Questa preghiera diventa «clava politica, che snatura l’essenza stessa della fede cristiana. È quella che fa, della preghiera e del crocifisso, uno strumento di lotta politica», chiarisce Mezzetti, «Io sono credente, protestante valdese, e ho i miei principi e i miei valori. Ma non li imporrei mai per legge, perché siamo in uno stato laico». «Deve venire tutelata, prima di tutto, la dignità della donna e della persona: una persona deve essere libera di autodeterminare le sue scelte e il suo corpo, in questo caso si parla anche di una legge dello Stato», ha proseguito il sindaco modenese. «Si vuole prevaricare, con una forma di violenza psicologica, la libera scelta della donna. Loro pretendono, tramite questi gruppi organizzati di preghiera, di sostituirsi alle istituzioni per svolgere “un’opera educativa”, come dicono loro, nei confronti delle donne. È una cosa inaccettabile», ha aggiunto il primo cittadino.

Il Comune di Roma ha stanziato 420 mila euro per un bando dedicato all’educazione affettiva e sessuale nelle scuole secondarie di primo grado della Capitale, rivolto ad associazioni ed enti che dovranno elaborare progetti e organizzare incontri e lezioni. L’assessore a Scuola, formazione e lavoro Claudia Pratelli ha presentato così l’iniziativa: «Abbiamo pensato che fosse giusto lasciare agli istituti la facoltà di elaborare le modalità ritenute più adatte per educare studenti e studentesse all’affettività, alla parità dei generi e al contrasto alle violenze. La conta micidiale dei femminicidi, degli episodi di discriminazione e violenza di genere ci dimostra che questa non è un’emergenza ma una condizione strutturale da affrontare con azioni di formazione, come l’uccisione di Giulia Cecchettin ha reso evidente alla sensibilità pubblica, fornendo strumenti a scuole e insegnanti dove l’educazione sessuoaffettiva non c’è». La scelta delle scuole secondarie di primo grado, ribadisce Pratelli, deriva dal fatto che «rappresentano una delle fasi più delicate della vita, si entra bambini e si esce adolescenti, il corpo inizia a cambiare, così come le relazioni, ed è per questo che è fondamentale partire da qui per divulgare una cultura del consenso, della non prevaricazione e del contrasto a ogni forma di discriminazione legata al genere e all’orientamento sessuale».

Marilena Grassadonia, a capo dell’ufficio per i diritti lgbtq+ dell’amministrazione comunale, ha specificato che l’obiettivo è avere almeno una scuola media per ognuno dei 15 municipi di Roma e che per i municipi in cui non si riesce a coinvolgere una scuola verrà aperto un nuovo bando. Non è raro, ha aggiunto, che «a commettere atti e aggressioni omofobe siano proprio i più giovani, come dimostra il pestaggio subito da due ragazzi la notte di Capodanno». Quindi per combattere «le discriminazioni e le violenze lesbobitransfobiche bisogna lavorare a livello formativo con un’educazione alle relazioni, all’affettività, alle differenze. Per questo si farà in modo di agire in tutti i municipi e sarà anche un modo per mettere in rete il lavoro degli uffici Lgbtq+ perché raggiungano tutto il territorio». Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha ricordato che «questi corsi si svolgono in tutti i paesi europei, ma in Italia c’è un forte deficit. Il bando consentirà di finanziare iniziative in tutti i municipi, attraverso la coprogettazione, che rende protagoniste scuole e terzo settore, con un accordo condiviso».

Verranno organizzati progetti per quattro aree tematiche: educazione socioaffettiva e alle relazioni; educazione alla parità tra generi; prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione legate al genere e all’orientamento sessuale; prevenzione e contrasto di discriminazione e violenza di genere nel mondo digitale. Saranno previsti anche percorsi formativi per i docenti e il coinvolgimento delle famiglie. La presidente della commissione capitolina Pari opportunità Michela Cicculli vuole coinvolgere tutti i territori della città: «Ci sono municipi, come il IV, in cui riscontriamo più difficoltà nel portare avanti progetti e iniziative». La consigliera di Roma Futura Tiziana Biolghini, partecipando alla presentazione del bando in Campidoglio ha commentato: «I ragazzini che faranno le medie quest’anno sono quelli che hanno iniziato la scuola negli anni del Covid, quindi nel periodo peggiore per costruire un’idea di relazione umana».

Alcuni esponenti politici del Comune di Roma hanno contestato l’approvazione a novembre della delibera, da parte dell’Assemblea Capitolina, per concedere alla comunità ebraica per trent’anni a titolo gratuito l’ex convento Sant’Ambrogio. La struttura per anni occupata e nota come “Rialto”, era stata sgomberata e da anni versava in stato di abbandono: la comunità ebraica vi creerà nuovi spazi per il liceo privato “Renzo Levi”, provvedendo ai lavori di ristrutturazione. Il gruppo Roma Futura, che fa parte della maggioranza consiliare, si è astenuto durante la votazione. I loro rappresentanti, i consiglieri Giovanni Caudo e Tiziana Biolghini, hanno così espresso i propri dubbi: «La giunta ha deciso con un percorso non inclusivo e non aperto di assegnarlo alla Comunità Ebraica per aprirci il liceo Ebraico. La motivazione di una capacità di investimento di circa 10 milioni di euro da usare per il recupero è un utile argomento a favore, come quello di mantenere una funzione come scuola nel centro città. Eppure, sarebbe stato più utile e anche arricchente un percorso diverso per arrivare alla proposta, un percorso più inclusivo, e non solo burocratico, in grado di integrare altre domande e necessità che venivano dalla città. Un itinerario meno determinato e quasi automatico avrebbe fatto bene alla città». Anche Daniele Diaco (Movimento 5 Stelle) ha criticato: «Chiediamo equità e non troviamo equilibrio politico nelle concessioni. Chiediamo l’utilizzo del regolamento dei beni immobili attraverso bandi pubblici, invece che per assegnazioni. Chiediamo un tavolo tecnico e il coinvolgimento delle realtà territoriali». Anche diverse realtà della società civile romana (tra cui Arci, Sì al parco No allo stadio e Rete Caio) e Rifondazione Comunista hanno espresso la loro contrarietà in una nota: «La vicenda è emblematica della logica di privatizzazione del patrimonio pubblico che ispira le politiche della Giunta Gualtieri. Quello stabile, rimasto a lungo nell’abbandono, è stato assegnato in concessione gratuita per diventare sede di un liceo privato. In questo modo Partito Democratico, Lista Civica Gualtieri Sindaco, Roma Futura e Sinistra Civica Ecologista hanno deciso di andare contro gli interessi della città. Prendiamo atto che l’astensione dei consiglieri di Roma Futura – solo sull’assegnazione del Convento S. Ambrogio – è una risposta parziale all’appello lanciato alla vigilia della votazione da soggetti sociali, politici e sindacali che si battono per l’utilizzo sociale del patrimonio pubblico e per la difesa dei beni comuni».

Esponenti di Alleanza Verdi Sinistra hanno contestato la decisione della Regione Liguria di stanziare 220 mila euro a esclusivo beneficio degli oratori per progetti di educazione sessuale e affettiva. Francesca Ghio, consigliera comunale a Genova per AVS, ha commentato: «Questo iter di raccogliere le richieste della società civile, delle associazioni, dei movimenti per poi stravolgerne il significato, restituendo pura propaganda elettorale, è l’ultima spaventosa strategia di una destra che amministra solo ai propri interessi e non al bene collettivo». Dal canto suo la capogruppo di AVS alla Regione Liguria Selena Candia ha depositato un’interrogazione per «capire perché questo bando sia stato riservato esclusivamente alle parrocchie e non sia stato invece reso pubblico, consentendo a tutte le realtà del settore di presentare i propri progetti». «Esistono numerose associazioni che operano da anni nell’ambito dell’educazione affettiva e sessuale, con esperienza e competenze consolidate, e non si capisce perché siano state escluse da questo processo», ha aggiunto. «Il messaggio politico che stanno dando è evidente. Questi temi, quando vengono affrontati, devono essere discussi all’interno di una visione conservatrice, limitata e priva di una reale apertura alla diversità. Ed è proprio questo che noi vogliamo contestare. Noi chiediamo un’educazione affettiva che sia libera, inclusiva e basata su principi di rispetto, consenso e conoscenza del proprio corpo, senza stereotipi di genere», ha ribadito Candia, che già nella scorsa legislatura regionale aveva presentato per ogni bilancio proposte per destinare risorse a percorsi educativi fin dalla prima infanzia, ma le è stato detto sempre no. «Allarmante l’appropriazione di determinate parole e concetti tipici della sinistra per legittimare iniziative che, nella pratica, vanno in una direzione opposta», avverte la consigliera, «si fa passare l’idea che si stia investendo nell’educazione e nella formazione, quando in realtà il contenuto e le modalità con cui queste tematiche verranno affrontate saranno ben lontane da un approccio inclusivo, laico e libero».

Infine qualche buona novella laica dall’estero.

La Corte suprema del Portogallo, per la prima volta, non ha invitato un rappresentante della Chiesa cattolica per l’apertura dell’anno giudiziario, come avveniva da decenni per “tradizione”.

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Francia per aver attribuito la responsabilità di un divorzio esclusivamente all’ex moglie, in quanto aveva smesso di avere rapporti sessuali con l’ex marito. La Cedu ha ribadito che tra gli obblighi matrimoniali non rientra quello dei rapporti intimi perché ciò «è in contrasto con la libertà sessuale, il diritto all’autonomia corporea e l’obbligo degli Stati di prevenire la violenza domestica e sessuale». Per la Corte «il consenso al matrimonio non può implicare il consenso a futuri rapporti sessuali», a meno di non voler «negare la natura riprovevole dello stupro coniugale».

La redazione

11 commenti

Diocleziano

…tribunale di Nocera Inferiore (SA) che ha condannato una dirigente scolastica per le vessazioni nei confronti di un insegnante di religione…

BEN GLI STA! Chissà se la curia si attiverà per racimolare il prezzo della vergogna? 😛

Diocleziano

La Corte suprema del Portogallo, per la prima volta, non ha invitato un rappresentante
della chiesa cattolica.

Portogallo batte Italia 1 a 0
Come avevo segnalato qualche giorno fa, per lo stesso evento in Italia, seduti accanto a Mattarella, vi erano ben tre tronfi prelati.

enrico

si Diocleziano l’ho notato anch’io con disgusto, i rappresenti di coloro che si battono contro i diritti civili più elementari siedono a stretto contatto con il nostro presidente. Non rappresentanti di medici, insegnanti, volontari e …ma parassiti sociali. Segnalo inoltre come chicca la discesa in campo del vicario dell’inesistente con l’ agguerrita difesa del vescovo Gisana definito perseguitato dalla giustizia italiana. E’ il loro impegno nella lotta alla pedofilia….

Diocleziano

Vedo che sei attento, allora non ti sarà sfuggito il drammatico incidente nel quale è rimasto coinvolto Cecco Bergoglio: lo schianto del suo bastone!

GBK

La preside boicotta l’ora alternativa e l’insegnante di religione si lamenta. Sicuramente ci sono anche altri argomenti di antipatia fra i due, ma la realtá batte sempre la fantasia. La realtá contiene tutte le variabili, mentre la fantasia mantiene un minimo di razionalitá.

GBK

Il comune di Roma dá segni di vita in ambito di laicitá. Vorrei pensare che le critiche (in particolare per l’enorme spreco di soldi pubblici per il giubileo) dei laici e degli atei abbiano avuto un minimo di merito.

RobertoV

Sarebbe ora di finirla con queste deroghe in nome della religione per una pretestuosa interpretazione della libertà di religione e della tolleranza religiosa.
Niqab e burka non possono essere accettati in una società democratica e laica. Andrebbero vietati anche nei luoghi di culto, non solo in pubblico, anche per motivi di sicurezza e di libertà delle donne. Le regole devono essere uguali per tutti e le eccezioni devono avere motivi validi ed il motivo religioso non può essere considerato valido.
Ho visto che in Germania gli antiabortisti nelle loro manifestazioni devono stare a 100 m di distanza dalle cliniche e possono dover pagare multe fino a 5000 euro per occupazione di suolo pubblico.
La Teen Star organizzava corsi di educazione sessuale e all’affettività cattolica con preti pedofili per la “vera affettività”.

laverdure

“…per combattere «le discriminazioni e le violenze lesbobitransfobiche bisogna lavorare a livello formativo con un’educazione alle relazioni, all’affettività, alle differenze.”
Discorso assolutamente ineccepibile.
Peccato che se esaminiamo le cronache,vediamo che le violenze “lesbobitransfobiche”,per quanto frequenti,sono solo un parte ,e nemmeno la principale,delle violenze commesse su giovani ( e anche meno giovani).
Basti pensare ai casi di bullismo del tutto “asessuato”dentro e fuori le scuole.
Dato che e’ superfluo( almeno spero per i presenti)ricordare che non devono esistere “vacche sacre”,temo che il discorso iniziale non centri il problema,se si vuole combattere efficacemente la violenza in generale.

Diocleziano

“…bisogna lavorare a livello formativo…”
Sarebbe una scoperta straordinaria, più straordinaria della scoperta dell’acqua tiepida, ma siamo nel paese dove si spendono fiumi di denaro per sostenere il potere di un maghetto con meno poteri del mago di Oz, il quale può però contare su un esercito di piazzisti che reclamizza un prodotto inesistente, rovinando la formazione e l’intelligenza di generazioni dopo generazioni di bambini e bambine. E tutto ciò a spese nostre.

“…a livello formativo… ” Certo!

Ma da chi dobbiamo cominciare se quelli malformati sono gli adulti?

laverdure

@Diocleziano
Ricordi le “Bustine di Minerva ” di Umberto Eco ?
Piccole dosi di saggezza ?
Ricordo che una volta scrisse :”Quando l’incendio e’ scoppiato,altro che educare la gente alla prevenzione!
Occorre chiamare i pompieri !”
Che se la cosa e’ grave non vanno tanto per il sottile,usano ascie,seghe elettriche ,a volte perfino gli esplosivi.
E nessuno si sognerebbe di criticarli.

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