Paradisi artificiali (e clericali) sul n. 1/2025 della rivista Nessun Dogma

Ecco il nuovo numero del bimestrale dell’Uaar Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Con interviste, rubriche, recensioni per conoscere l’impegno di uomini e donne, dell’Uaar e non solo. Con uno sguardo laico umanista su temi come diritti, etica, filosofia, politica, scienza. Sessanta pagine dedicate a chi vuole cambiare il mondo per renderlo più laico, più umano, più assennato. Con gli approfondimenti e le storie che non trovate altrove.

La copertina del numero 1/2025 elaborata da Paolo Ferrarini ironizza con straniante essenzialità sui “paradisi artificiali” – religiosi e non. In evidenza anche la questione del Concordato tra Stato e Chiesa cattolica (di cui a febbraio ricorre il triste anniversario) e dei patemi degli ex musulmani. Il direttore della rivista, Raffaele Carcano, ricorda l’inazione della politica sul problema dei Patti Lateranensi, che si riduce a una acritica celebrazione con le gerarchie ecclesiastiche. La tragica vicenda dell’attentatore ex musulmano che ha fatto strage nel mercato natalizio di Magdeburgo in Germania viene raccontata da Valentino Salvatore. Paolo Ferrarini dal canto suo intervista lo youtuber e influencer exmuslim Apostate Aladdin sulle storture causate dalla rigida educazione islamica nei rapporti affettivi e nelle relazioni sessuali. L’attivista Giovanni Gaetani invoca una prospettiva laica e razionale sul controverso tema delle droghe. Micaela Grosso prende spunto dal film One Love dedicato a Bob Marley per affrontare gli aspetti più controversi del devotissimo musicista giamaicano.

In questa uscita abbiamo affrontato tante altre tematiche. La responsabile iniziative legali dell’associazione Adele Orioli traccia un ritratto del giurista Giuliano Amato, autorevole esemplare di non credente prono al clericalismo. Il giornalista Federico Tulli indaga lo stato delle finanze del Vaticano. Lo scettico Ciro D’Ardia riflette sul bias di conferma, in particolare quando applicato ai testi religiosi. Il chimico e divulgatore Silvano Fuso si sofferma su una recente indagine Ocse che evidenzia il basso livello sulle competenze di base (come capacità di comprensione del testo e di fare calcoli) nella popolazione italiana. Paolo Ferrarini poi commenta l’utilizzo da parte del Vaticano di Luce, mascotte per il giubileo ispirata all’estetica giapponese kawaii.

Per venire a questioni che vedono l’impegno diretto dell’associazione, la campagna per l’adozione dei libri di testo per l’insegnamento alternativo è il tema dell’approfondimento del giornalista e addetto stampa Uaar Daniele Passanante. Il responsabile della campagna “Liberi di scegliere” e tesoriere Massimo Maiurana traccia un bilancio dei cinque anni dall’istituzione della banca dati che raccoglie le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), ricordando l’impegno associativo con l’iniziativa “Che fine hanno fatto le nostre Dat?”. La responsabile eventi Enrica Berselli presenta le opere finaliste e quella vincitrice della prima edizione del Premio Uaart, dedicato a una rappresentazione laica del lutto e della morte. La responsabile circoli Irene Tartaglia ci presenta le attività del circolo Uaar della Provincia di Torino.

Non mancano le rubriche ricorrenti del bimestrale. L’Osservatorio laico dedicato a leggi e sentenze in Italia e all’estero, positive o negative. Impegnarsi a ragion veduta a firma del segretario Roberto Grendene per ricordare ciò che l’Uaar ha fatto e sta facendo in concreto. La carrellata delle attività dell’associazione sul territorio a cura della responsabile circoli Irene Tartaglia. Il “giro del mondo” per rilanciare iniziative di altre associazioni laico-umaniste, del responsabile relazioni internazionali Giorgio Maone. La rassegna di studi accademici su religione e non credenza che ci presenta Leila Vismara. Le proposte di lettura per segnalare tre libri recenti che ci sono sembrati interessanti. La sezione Arte e ragione in cui Mosè Viero rilegge con sensibilità laica un’opera d’arte per ogni uscita. Infine il riflettore di Agire laico per un mondo più umano, su piccoli e grandi fatti che ci raccontano l’impegno per la laicità e i diritti nel mondo.

Vi proponiamo intanto il redazionale di questa uscita, intitolato Paradiso.

Un’accusa che alcuni fedeli scagliano contro i miscredenti è di parlare di Dio più spesso degli stessi credenti. In realtà, se non esistessero le religioni, i non credenti non penserebbero proprio a nessuna realtà sovrannaturale. Ma, visto che le religioni esistono, sono portati a pensarci sopra, concludendone che è una creazione umana. Quindi artificiale. Come la stessa idea di paradiso.

L’espressione “paradisi artificiali” è stata creata da un ateo, Charles Baudelaire, in un saggio sulla sua sperimentazione delle droghe. Non lasciava quindi intendere che esistessero paradisi “naturali”, quanto piuttosto che l’uomo fosse in grado di inventarsi qualcosa che nemmeno un inesistente Dio era riuscito a creare. In questo numero discutiamo laicamente e razionalmente di questo argomento, non mancando di ricordare la vita di un notorio consumatore (credente).

Ma raccontiamo anche le vicende di quegli atei che in occidente
credevano di trovare, se non un paradiso, quantomeno un posto meno infernale di quello di provenienza, e che invece rischiano di finire politicamente e socialmente accerchiati. In realtà, di paradisi terrestri effettivamente ne esistono. Per esempio, ce n’è uno (fiscale) all’interno della nostra capitale, e che recentemente ha cominciato a piangere miseria. E non dovrebbe, visti anche gli edenici privilegi che gli ha concesso lo Stato italiano – a partire, ovviamente, dal Concordato e da tutto ciò che ne discende.

Troverete articoli anche sulla scuola (dai libri per l’alternativa alla necessità
di fronteggiare l’analfabetismo funzionale) e su numerosi altri temi: non vi porteremo in paradiso, ma il nostro contributo per migliorare il mondo reale abbiamo, anche questa volta, cercato di darlo.

Leila, Micaela, Paolo, Raffaele, Valentino

La redazione

 


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Diocleziano

“…Un’accusa che alcuni fedeli scagliano contro gli atei è di parlare di dio più spesso degli stessi credenti…”

Veramente gli atei non parlano di dio: parlano di quelli che credono di parlare con dio.
E la maggior parte delle volte parlano dei soldi che il clero riesce a incamerare con il pretesto di dio. È pacifico che, data l’inesistenza degli dei, si tratta di un fantoccio al quale i credenti attribuiscono qualsiasi potere, preferibilmente alieno dalla realtà, spesso contraddittorio come l’immensa bontà e la capacità di sterminare gran parte dell’umanità. Per i credenti tutto ciò è razionale.

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