Nessun partito in Parlamento propone l’abolizione del Concordato, che garantisce immensi privilegi alla Chiesa cattolica. Il tema resta tabù, mentre la politica celebra i Patti Lateranensi. Solo l’azione dal basso potrebbe stimolare un cambiamento. Affronta il tema Raffaele Carcano sul numero 1/2025 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
Un articolo sui partiti italiani anticoncordatari sarebbe più breve di un sms: non esistono partiti italiani anticoncordatari.
Perlomeno in parlamento. Per scrupolo, ho verificato i siti internet dei partiti che esprimono qualche deputato o senatore: nessuno di essi affronta la questione. Poiché oggi la maggior parte dei siti di partito si limita però a semplici richieste di voti/iscrizioni/2×1000, ho compiuto anche una ricerca mirata su Google, circoscritta all’ultimo anno: sarò sfortunato o incapace io, ma non ho individuato pressoché nulla nemmeno in questo caso.
Ho fatto un ultimo tentativo esaminando l’attività parlamentare. Ho intercettato soltanto un disegno di legge della senatrice Michaela Biancofiore (Noi Moderati), che ha proposto di modificare l’articolo 7 della Costituzione in senso peggiorativo, aggiungendo che «la Repubblica si riconosce nei valori storico-culturali e sociali delle sue radici giudaico-cristiane».

Nient’altro. La scorsa legislatura il deputato Elio Vito aveva proposto l’abolizione del riferimento costituzionale ai Patti Lateranensi, ma il disegno di legge non è arrivato nemmeno alla discussione in aula. Ed Elio Vito non si è (o non è stato) riproposto alle elezioni. I candidati che avevano segnalato all’Uaar la disponibilità ad abolire il Concordato non sono stati eletti.
Sembra proprio che i partiti non ne parlino, né in bene né in male. Va detto che tutti citano, e con una frequenza per certi versi sorprendente, la laicità, ma più o meno tutti usano questa parola non per convinzione, quanto per supportare strumentalmente le proprie posizioni quando fa comodo. Lo stesso fa persino il papa, in fin dei conti. Questo riconoscimento d’immagine al concetto di laicità può anche essere valutato positivamente. La sostanza, ovviamente, molto meno.
Alla fine, l’unico momento “concordatario” della politica nostrana si riduce all’incontro bilaterale italo-vaticano che si svolge ogni anno a palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa sede. Organizzato e pagato dal nostro Stato, è dedicato, secondo la dizione ufficiale, «all’Anniversario della firma dei Patti Lateranensi e dell’Accordo di Revisione del Concordato». Finisce spesso che, da ambo le parti, alla parola “anniversario” si sostituisca “celebrazione”.
Il colore dei governi ogni tanto cambia, ma all’appuntamento sembra che amino andarci quasi tutti. Tutti non ci possono andare, ma è sempre presente una nutrita pattuglia di ministri. Per esempio, nel 2024 hanno presenziato Meloni, Tajani, Giorgetti, Piantedosi, Calderone, Roccella, Valditara, Schillaci e Mantovano. C’erano anche i presidenti di camera e senato, Fontana e La Russa, e il presidente della Corte costituzionale Barbera. Lato Vaticano erano presenti il numero due Parolin, il presidente della Cei Zuppi e diversi cardinali e vescovi.
Gli unici che, salvo errori, non ci sono mai andati sono Bergoglio e Salvini. Il presidente della Repubblica Mattarella non ha invece mai mancato un’occasione. Un comportamento un po’ incoerente per chi è spesso ricordato per aver sostenuto che è «gravemente sbagliato dire che il fascismo ebbe alcuni meriti», visto che i Patti Lateranensi che va a festeggiare recano la firma di Benito Mussolini [1].
La circostanza curiosa è che, usciti dall’happening, le autorità cattoliche sono le sole a rilasciare dichiarazioni, rassicurando il gregge che tutto procede per il meglio come nel 1929, quando Pio XI disse che, con il Concordato, credeva «di avere ridato Dio all’Italia e l’Italia a Dio».
Da parte italiana, anche in questo caso, poco o nulla. Forse perché il Vaticano impone una clausola di riservatezza. O forse perché c’è un po’ di imbarazzo, a far sapere al popolo che si festeggia un evento che il popolo stesso, a ben vedere, non apprezza poi così tanto. Se guardiamo ai contenuti “hard” del Concordato, sia del vecchio che del “nuovo”, notiamo infatti un calo nelle scelte dell’8×1000 in favore della chiesa cattolica, un calo nella frequenza dell’ora di religione, un calo nei matrimoni detti per l’appunto “concordatari”.
E se si chiede ai cittadini cosa pensano del Concordato, come ha fatto la Doxa per conto dell’Uaar nel 2019, vien fuori che il 45% vorrebbe rivederlo completamente o aggiornarlo in una direzione laica. Inevitabilmente, in quel 45% ci sono anche persone che si dichiarano cattoliche. Persone che probabilmente si rendono conto che il Concordato non serve a tutelare i fedeli, ma a garantire benefici all’organizzazione-Chiesa.
I politici lo sanno. Forse è per questo che, nonostante scrivano ormai di tutto, sul Concordato preferiscono il silenzio. Lo si nota anche da un altro dettaglio: la ricorrenza dei Patti Lateranensi è una solennità civile, che imporrebbe l’imbandieramento degli uffici pubblici. Ma non si vedono tanti uffici pubblici imbandierati, l’11 febbraio.
Resta purtroppo il fatto che i partiti non se la sentono, oggi, di fare qualche passo in avanti, anche soltanto in direzione di una revisione. È per questo motivo che occorre agire dal basso. Molti cittadini lo stanno facendo con le loro scelte, e sull’8×1000 la Corte dei conti ha già chiesto più volte una revisione del meccanismo. L’Uaar lo fa da quattro decenni. E continuerà a farlo. E poi chissà, magari accadrà qualcosa che, di colpo, cambierà completamente lo scenario. Una grande inchiesta sulla pedofilia religiosa, per esempio, che finora ha stranamente risparmiato il nostro Paese.
Del resto, la legislazione italiana esenta gli ecclesiastici dal dovere di fornire alla magistratura le informazioni sui reati di cui sono venuti a conoscenza. Avete indovinato: anche questo è un privilegio derivante dal Concordato.
Raffaele Carcano
Approfondimenti
- In realtà il presidente, da buon ex democristiano, disse qualcosa di leggermente diverso. Eppure, persino Avvenire ne riportò la versione “sintetica”, quella secondo cui il fascismo non ebbe meriti.
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“… il presidente, da buon ex democristiano…”
Veramente da buon ex tutto, perché, se non ricordo male, da WP risulta che abbia transitato praticamente da tutti i partiti possibili, eccetto forse i nazisti dell’Illinois…
… terminando tra i fondatori del PD.
Hei, ragazzi… ci siete ancora?
O siete tutti là a passare dentro e fuori dalle porte del giubileo?…
Fa impressione l’elenco dei partecipanti politici governativi alla celebrazione dei Patti Lateranensi: Mattarella, Meloni, Tajani, Crosetto, Piantedosi, Giorgetti, Roccella ed il sottosegretario Mantovano, quello che va in Libia a trattare coi torturatori libici ed avvisarli di procedimenti internazionali. Su un sito cattolico riportano che il sottosegretario Mantovano è considerato il pontiere tra la politica ed il Vaticano, anche grazie al fatto che in passato è stato vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino, un think tank di giuristi con posizioni affini a quelle della Chiesa cattolica su temi come l’aborto, inoltre, anche il suo assistente è legato fortemente al mondo cattolico. Cioè la nostra sicurezza ed i servizi segreti in mano a persone collegate al Vaticano, dopo magistrati che passano dall’Italia a lavorare per il Vaticano e viceversa. Una commistione di potere pensando anche a monsignor Paglia e Benanti che lavorano anche per l’Italia.
Ovviamente hanno parlato anche del Giubileo: pare che non stia andando così bene, 1300000 pellegrini in un mese e mezzo, ne prevedevano 32 milioni in un anno e gli albergatori già si lamentano.
ho letto proprio stamattina che la riunione è servita ai rappresentanti vaticani per chiedere in modo definitivo l’esenzione dell’ IMU per le scuole paritarie. L’hanno inserita tra i principi non “negoziabili”. Il Dio denaro è effettivamente l’unico che riconoscano e venerano quotidianamente…..
Non negoziabili?!
Fosse qualcosa che va contro la loro morale potrei capire (ma non accettare) ma qui si tratta di una tassa dovuta al Comune; c’è anche una sentenza della UE che impone all’Italia di riscuotere il dovuto. Dov’è finito il “date a Cesare…”? Ma sono discorsi al vento: pretendere che i seguaci di uno che campava a sbafo senza fare nulla capiscano, è pia illusione.
Ci sarebbe una sentenza recente della cassazione che ritiene che se la retta non è simbolica, debbano pagare l’IMU. Il problema è che si può giocare sul concetto di retta simbolica, da questo anche i contenziosi. Grave che lo stato abbia risposto positivamente alle loro solite richieste di privilegi. Battono cassa per il Giubileo, per le paritarie e per tante altre ragioni. Più che una celebrazione era un summit economico, sempre a battere cassa. Non ha caso c’era anche Giorgetti che avrà guardato dove poteva tagliare soldi agli italiani per darli alla chiesa cattolica.
nel testo di Giovanni Spadolini ” I radicali dell’ottocento” Giuseppe Garibaldi si dichiarava disgustato che lo stato italiano di destra riconoscesse 62 milioni al clero. una cifra pari a miliardi odierni. A tale proposito sosteneva che ai preti malalati e poveri andava garantita una “minestra” ma gli altri dovevano prendere in mano una “vanga e rendersi utili”. Non mi sembra cambiato molto…..
E’ cambiato che all’epoca c’erano deputati e personaggi pubblici apertamente anticlericali, oggi essere anticlericali è considerato una cosa negativa e praticamente tutti i politici, sia di destra che di sinistra, fanno a gara a favorire la chiesa cattolica e concederle privilegi.
Una volta che si accetta l’idea che non esiste più una religione di stato, le religioni dovrebbero essere trattate tutte come società private che devono vivere dei guadagni dai loro clienti/fedeli e dalle loro attività.