Il processo Scopes cent’anni dopo

Nel 1925 il “processo della scimmia” segnò lo scontro tra scienza e integralismo negli USA. Proprio il 25 maggio il docente John T. Scopes veniva incriminato per aver insegnato l’evoluzionismo. E ancora oggi il creazionismo influenza politica e scuola, minando la laicità e promuovendo l’ingerenza religiosa nell’istruzione. Analizza il tema Nicola Nobili sul numero 2/2025 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


Nel 1925 gli Stati Uniti erano un Paese benestante e progressista. Le donne avevano il diritto di voto. In Europa c’erano sovrani per volere di Dio, negli Usa c’erano diritti ed elezioni libere. La gente ballava al suono del jazz e sognava grazie alla nascente industria cinematografica.

Fino a fine ottocento, le istituzioni statunitensi erano state piuttosto laiche. Alcuni dei Padri fondatori si dichiaravano non cristiani. La Costituzione americana non invoca un Dio: comincia con We, the people. Tra otto e novecento, con un lento, paziente lavoro, che continua ancora oggi, certi gruppi integralisti cristiani cominciarono a penetrare la politica, l’istruzione, i mass media.

In questo contesto in Tennessee una legge, il Butler Act, vietò che si insegnasse la teoria dell’evoluzione di Darwin nelle scuole. A proporla fu John Washington Butler, ricco agricoltore e parlamentare del Tennessee. Costui riteneva che: «La Bibbia è il fondamento su cui è costruito il Governo americano […] L’evoluzionista che nega la storia biblica della creazione, nonché altri racconti biblici, non può essere un cristiano […] mina le fondamenta del nostro Governo».

Butler non era un fanatico puritano, quanto piuttosto uno sprovveduto. Era un brav’uomo, incline ad abbracciare l’aspetto della sua religione che esprime l’amore, anziché la punizione: «Non credo […] che Dio condannerebbe un uomo solo perché non ha mai sentito parlare del Vangelo» [1].

Purtroppo era anche ignorante: come ammise egli stesso, non conosceva Darwin: «Non sapevo nulla sull’evoluzione quando ho introdotto la legge. Avevo letto sui giornali che c’erano ragazzi e ragazze che tornavano a casa da scuola e dicevano ai loro padri e alle loro madri che la Bibbia era tutta una scemenza» [2].

Il testo del Butler Act è il seguente: «Viene statuito dall’assemblea generale dello Stato del Tennessee che sarà illegale per qualsiasi insegnante di qualsiasi università, scuola di specializzazione per insegnanti e in tutte le altre scuole pubbliche dello Stato, che sono sostenute in tutto o in parte da finanziamenti scolastici pubblici dello Stato, insegnare qualsiasi teoria che neghi la storia della Divina creazione dell’uomo come viene insegnata nella Bibbia, e insegnare al suo posto che l’uomo è disceso da un ordine inferiore di animali».

La proposta destò non poche perplessità, ma venne approvata perché Butler era influente tra i battisti, religione dominante nel Tennessee. In seguito Butler ammise: «Non avevo proprio idea che la mia proposta di legge avrebbe sollevato un tale polverone. Pensavo semplicemente che sarebbe diventata legge e che tutti l’avrebbero rispettata, e che non avremmo mai più sentito parlare di evoluzione nel Tennessee» [3].

Pochi mesi dopo un giovane insegnante, John Thomas Scopes, violò la legge, spiegando Darwin in una scuola di Dayton, Tennessee. Venne arrestato e cominciò uno spettacolo tragicomico. Il processo, detto monkey trial (processo delle scimmie), fu il primo ad attirare l’attenzione mediatica: il tribunale era zeppo di giornalisti e per la prima volta venne ammessa la radio in aula. L’America si spaccò in due: ben prima del verdetto in tribunale, ognuno aveva già deciso con chi schierarsi. Il processo Scopes fu un affascinante duello tra due dei migliori avvocati d’America e tutto ciò che rappresentavano.

L’avvocato dell’accusa era William Jennings Bryan, un uomo che aveva alle spalle una carriera politica in cui si era battuto per molte cause meritevoli: ridurre la giornata lavorativa a otto ore, salario minimo, diritto allo sciopero per i sindacati, suffragio femminile. Non era affatto un bigotto ignorante, quindi, ma purtroppo credeva in un’interpretazione letterale della Bibbia. Qualsiasi cosa indebolisse il suo credo era pericoloso per la società.

L’avvocato della difesa era Clarence Darrow, uno scettico dichiarato. Quando gli venne chiesto se era agnostico, rispose: «Lo sono, e non considero un insulto, ma anzi un complimento essere chiamato agnostico. Non fingo di sapere ciò di cui molti ignoranti sono sicuri». Nel 1929, lo stesso Darrow avrebbe dato alle stampe il saggio Why I Am an Agnostic, in cui dichiara: «Il timore di Dio non è l’inizio della saggezza. Il timore di Dio è la morte della saggezza. Lo scetticismo e il dubbio conducono allo studio e all’indagine, e l’indagine è l’inizio della saggezza».

Darrow cominciò asserendo che il Butler Act era incostituzionale, perché conferiva un privilegio a una religione rispetto alle altre. Perché si cita la storia della creazione nella Bibbia e non nel Corano? Rispose l’accusa: «Non siamo un Paese pagano, quindi è chiaro che la legge preferisca la Bibbia al Corano».

Darrow sostenne quindi che la teoria dell’evoluzione non è in contrasto col racconto della creazione; per provarlo, chiamò a testimoniare otto scienziati di varie discipline. Solo uno però, uno zoologo, venne ammesso al banco dei testimoni: il giudice Raulston proibì l’interrogatorio degli altri sette ritenendoli «non rilevanti al fatto». In effetti il giudice non parve molto imparziale per tutto il processo.

Bryan invece si scagliò contro l’evoluzione, perché a suo dire non solo era immorale insegnare ai bambini che l’uomo fosse un mammifero, ma per giunta che discendesse «Neppure dalle scimmie americane, bensì dalle scimmie del Vecchio Mondo».

Verso la metà del processo, Darrow segnò un punto a suo favore: commentando le parole «creazione divina come viene spiegata nella Bibbia», insinuò un dubbio: quale Bibbia? All’epoca nel Tennessee si leggeva la Bibbia di re Giacomo. Darrow evidenziò come quella traduzione dall’ebraico fosse piena zeppa di errori.

L’ultimo giorno del dibattimento Darrow ebbe un colpo di genio, a buon diritto passato alla storia: chiamò a testimoniare Bryan, l’avvocato dell’accusa. Il giudice Raulston era in imbarazzo: la possibilità di chiamare a testimoniare la controparte non era contemplata dalla legge! Astutamente, disse a Bryan che se avesse avanzato un’obiezione, l’avrebbe accolta, ma che se voleva testimoniare, non ci vedeva nulla di male.

Bryan accettò la sfida di Darrow, che l’interrogò in qualità di esperto della Bibbia. L’interrogatorio è affascinante, vale la pena leggere gli atti del processo o guardarne la bellissima resa cinematografica nel film …E l’uomo creò Satana con Spencer Tracy.

Darrow cercò di dimostrare al collega che la Bibbia contiene ambiguità e contraddizioni, quindi non può essere presa come indicazione per stabilire leggi o teorie scientifiche. Per esempio, in Genesi si dice che Caino si sposò: da dove sbucava la signora Caino? Bryan rispose e non rispose: «Lascio che siano gli agnostici a darle la caccia».

Poi Darrow chiese a Bryan se sapeva quante persone vivessero nell’antico Egitto: se dopo il diluvio tutta l’umanità era ricominciata da appena otto persone, all’epoca in Egitto dovevano esserci quattro gatti, ma per costruire una piramide ci vuole uno Stato di decine di migliaia di persone. A ogni domanda Bryan rispondeva in modo indisponente: «Non mi interessa». «Io credo nella Bibbia». «Me lo dica lei se lo sa». Darrow perse la pazienza: «Lei insulta qualsiasi uomo di scienza e di cultura al mondo, perché non crede nella sua sciocca religione».

Il vice di Bryan avanzò un’obiezione: «Vostro Onore, dove vuole andare a parare Darrow con queste sue domande?». Prima che questi potesse rispondere, Bryan replicò: «Vuole gettare nel ridicolo tutti coloro che credono nella Bibbia», ma Darrow lo corresse: «Abbiamo l’obiettivo di impedire ai bigotti e agli ignoranti di prendere il controllo sull’istruzione negli Stati Uniti» (questa frase mi fa rabbrividire: i bigotti e gli ignoranti sono più vicini a questo obiettivo oggi rispetto al 1925).

Il 21 luglio 1925 vi fu il verdetto. Colpevole. La sentenza fu un colpo di scena: ammenda di 100 dollari (1.700 dollari odierni, una miseria), la pena minima prevista dal Butler Act. Ci rimasero male tutti. I creazionisti volevano una pena esemplare; per la difesa anche un solo dollaro di ammenda sarebbe stata un’ingiustizia. Fu una sentenza “di comodo”: la corte non voleva sbilanciarsi a favore dell’una o dell’altra fazione, quindi dando un contentino ai creazionisti, ma con una punizione ridicola per gli evoluzionisti, salvava capra e cavoli.

L’appello fu il capolavoro del machiavellismo: rilevata una piccola violazione procedurale nel primo processo, venne annullata la sentenza, ma Scopes non venne mai dichiarato innocente. Non poteva appellarsi ulteriormente, non essendo più soggetto ad alcun provvedimento, mentre l’accusa non poteva proseguire perché il processo era stato annullato. Nessun colpevole, nessun innocente, nessuna sentenza e tutti vissero infelici e scontenti.

Gli strascichi del processo Scopes furono enormi.

  • La scelta ardita di Darrow di interrogare la controparte fu discussa dalla Corte costituzionale, che decise che un avvocato può chiamare a testimoniare la controparte, chiudendo la lacuna legislativa.
  • i parlamenti di Mississippi e Arkansas, sulla scia del dibattito scatenato dal processo, approvarono leggi analoghe al Butler Act, che rimasero in vigore per decenni.
  • da allora, l’America è divisa tra evoluzionisti e creazionisti; questi ultimi sarebbero circa il 44% della popolazione secondo sondaggi recenti, una percentuale che nessun politico può ignorare.

Forse vi siete accorti che ho citato la teoria di Darwin ma non ho mai parlato del suo contenuto: non ha importanza. È una teoria scientifica; l’unica cosa che può confutarla, o modificarla, non è una sollevazione popolare, una credenza ideologica o l’interpretazione soggettiva di un vecchio libro sacro. Può farlo solo un’altra teoria scientifica.

Dal 1925 in America ci sono state battaglie senza esclusione di colpi da parte degli integralisti cristiani per cercare di togliere finanziamenti alle scuole pubbliche, imporre l’insegnamento della Bibbia e la preghiera cristiana nelle scuole, influire sui corsi di scienze su basi ideologiche. Il motto degli Stati Uniti sarebbe E pluribus unum, ma da metà novecento è sempre più sostituito da In God we trust. Questa deriva religiosa e antiscientifica dovrebbe essere fonte di preoccupazione.

Nicola Nobili

Approfondimenti

  1. Ray Ginger, Six Days or Forever? Tennessee v. John Thomas Scopes, Oxford University Press, 1958.
  2. Idem.
  3. Hariman, Robert. Popular Trials: Rhetoric, Mass Media, and the Law. Tuscaloosa, University of Alabama Press, 1993, p. 57.

 


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11 commenti

pendesini alessandro

Secondo i creazionisti americani è meglio smettere di insegnare l’evoluzione piuttosto che vietare la vendita di armi. I creazionisti attivisti sono i fratelli dei creazionisti più attivi e radicali che lottano per la libertà morale, l’abolizione della pena di morte e l’interruzione volontaria della gravidanza; Credono che l’AIDS sia una punizione divina; I più estremisti tra loro uccidono in nome della loro verità. L’ignoranza è la fonte di tutti questi anatemi infondati. È comprensibile che l’insegnamento della biologia evolutiva dia fastidio ai predicatori di ogni credo….
Ultimamente il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha inserito nelle nuove indicazioni nazionali nientepopodimeno la lettura della Bibbia fin dalla scuola primaria per « rafforzare le conoscenze delle radici della cultura italiana » !…. Quando leggo strafalcioni del genere mi vergogno essere d’origine italiana…
PS : La scuola in Italia è didatticamente strutturata secondo un’impostazione « autoritaria », che al massimo consente l’acquisizione delle nozioni, non certo delle modalità creative e critiche attraverso cui avviene la produzione della conoscienza scientifica…Question : à qui profite le crime ?….

Diocleziano

«… il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara…»

Ci sono ministri senza portafoglio e ministri senza un perché.

RobertoV

La prima domanda sarebbe quale bibbia? Perché ci sono differenze anche tra quelle cristiane (per esempio secondo i protestanti Gesù non ha mai voluto creare la chiesa cattolica e strutturarla in quel modo, ammetterebbe anche le donne al sacerdozio oppure Gesù avrebbe parecchi fratelli) e le deduzioni morali dai testi sacri sono differenti tra le varie confessioni cristiane, mentre gli ebrei non contemplano Gesù come riferimento o figlio di dio, cioè manca completamente il nuovo testamento. Facendo riferimento agli USA c’è anche la bibbia dei mormoni ed anche dei testimoni di Geova. Come si concilierebbe questo con la costituzione americana che rifiuta il concetto di religione di stato e a parole non dovrebbe privilegiare nessuna religione?
Pretendere di imporre come radici la bibbia significa avallare la visione liberticida di una religione di stato imposta, perché quelle presunte radici non sono mai state scelte liberamente dai sudditi/fedeli.
Riguardo alla scuola italiana e la revisione di Valditara andrebbe fatta la considerazione che se tanti laureati, e non, vanno all’estero, forse la precedente scuola non era poi così male nonostante tutti i tentativi di delegittimarla. Valditara vuole tornare ad una scuola di altre epoche, dove si costruivano i cittadini/sudditi: per esempio erano gli studenti mediocri che cercavano di imparare le cose a memoria per passare gli esami, dato che non erano in grado di comprendere. In capo scientifico/tecnico quello che conta è la capacità di ragionare, l’analisi critica, non la memoria. Per esempio ci sono persone con disturbi mentali che hanno memorie incredibili, anche se ovviamente non capiscono il significato di quanto citano a memoria. Privilegiare la memoria significa tornare all’epoca dei supposti eruditi che millantavano le loro conoscenze tra gli ignoranti continuando a citare (basterebbe leggersi qualcosa di Ratzinger infarcito di citazioni con collegamenti a sensazione, altro che capacità di ragionare).
Oltre al voler tornare al latino, spacciato come metodo per stimolare le capacità logiche e di ragionamento: ma se il latino servisse così tanto gli antichi romani avrebbero dovuto essere i più grandi filosofi e matematici, ma non sono famosi per questo, al massimo sono stati dei grandi geometri.
Il mondo va verso un mondo tecno-scientifico in cui la bella retorica serve in genere a coprire l’assenza di argomenti, ed evidentemente Valditara non è in grado di comprendere questo nuovo mondo (d’altronde è laureato in giurisprudenza e si è avvalso del pseudostorico nostalgico Galli della Loggia).

pendesini alessandro

@Roberto
….”erano gli studenti mediocri che cercavano di imparare le cose a memoria per passare gli esami, dato che non erano in grado di comprendere. In campo scientifico/tecnico quello che conta è la capacità di ragionare, l’analisi critica, non la memoria”…..
Centrato in pieno, una verità di manuale….
…..”ci sono persone con disturbi mentali che hanno memorie incredibili, anche se ovviamente non capiscono il significato di quanto citano a memoria”……
Infatti, ne ho cosciuto diversi, nei quali lo sviluppo dell’intelligenza di un individuo non è omogeneo e non esiste una assoluta polivalenza dell’intelligenza (o più esattamente delle intelligenze), anche se un livello eccezionale di questa(e) facilita, in generale, la risoluzione di vari problemi per colui che ne è dotato. Un individuo, anche molto talentuoso, può avere punti deboli di ragionamento in certi campi e questo è ciò che spiega, quando è spinto al culmine. Il caso di persone autistiche (calcolatori prodigi, memoria eccezzionale -pur recitando come pappagalli -, a volte analfabeti e altri casi simili), alcune forme di autismo (sindrome di Asperger), in cui un’attitudine molto specializzata mobilita tutte le risorse intellettuali del soggetto mentre le altre attitudini sono sovente carenti o inesistenti.

laverdure

@Pendesini
….”erano gli studenti mediocri che cercavano di imparare le cose a memoria per passare gli esami, dato che non erano in grado di comprendere. In campo scientifico/tecnico quello che conta è la capacità di ragionare, l’analisi critica, non la memoria”…..
Attento caro Pendesini,questo discorso e’ valido,ma a condizone,come dice il discorso stesso,di applicarlo ragionando.
Non mancano gli ” estremisti” che negherebbeo la necessita di imparare un
sacco di nozioni cosi come sono,perche’ sono una base indispensabile per i veri ragionamenti.
Il teorema di Pitagora,la legge di Archimede,la legge di Ohm la legge della gravitazione di Newton e un’infinita di altre vanno accettate cosi come sono,
beninteso afferrandone il significato,su di esse non c’e niente da ragionare,ci ha gia pensato chi le ha formulate.
Chi ha i numeri potra semmai,raggiunta una padronanza sufficente,scoprirne delle nuove.

RobertoV

Laverdure
Uno studente ignorante potrebbe imparare a memoria la definizione del teorema di Pitagora, della legge di Archimede, ecc. come si impara una poesia, ma senza averne capito il senso, quando si applica e come si applica, senza avere capito le unità di misura, ecc. In questo caso dimostrerebbe di avere solo una buona memoria, ma scarsa intelligenza e scarsa capacità di comprensione. Non è un caso che la maggior parte degli studenti abbia meno problemi ad imparare qualcosa a memoria, che a comprendere e risolvere problematiche di matematica o fisica.
Nel caso della poesia chi è più intelligente? Chi la sa citare a memoria, ma non ne ha capito il significato, non la sa analizzare o chi anche non ricordandola a memoria è in grado leggendola di analizzarla e di spiegarne il significato? Lo stesso vale per esempio per impararsi a memoria i cantici della Divina Commedia come si faceva una volta e come sembra voler fare Valditara con la sua riforma.
E’ ovvio che nessuno nega che alcune nozioni siano comunque importanti, ma che uno deve avere sempre capito che cosa sta facendo e di cosa si sta parlando e, questo, è sicuramente più importante in campo matematico-scientifico. Io ho fatto ingegneria e ad ingegneria è impossibile passare gli esami basandosi sulla memoria.

Diocleziano

RobertoV,
Tutto quello che si è detto sulla memoria e sul capire l’intima essenza dei problemi si può applicare all’apprendimento del catechismo… sarà un caso? 😛

Tra le ultime performance di papafrancesco c’è stata la ridicola pretesa di sorprendere i bambini con la baggianata dell’uno che è tre e viceversa; ovviamente i bambini avevano dato la risposta corretta, ma lui li ha voluti correggere. Sbagliando. Il loro contributo alla sapienza umana.

RobertoV

La cosa bella è che per esempio sulla trinità la risposta tra cristiani è differente tra cattolici, protestanti e ortodossi. In più ci sono i testimoni di Geova e i mormoni che non sono trinitari, come gli ariani una volta, per i quali è stato utilizzato il classico metodo delle persecuzioni e discriminazioni per l’affermazione della “interpretazione religiosa giusta”.

pendesini alessandro

La scienza è una modalità di interrogazione del mondo che si basa su modelli e ipotesi che sono soggetti a test di osservazione e sperimentazione. Un paradigma, un modello rimane vero fintanto che non sono stati confutati; Questo è il principio di confutabilità o falsificazione di Popper. Ora “Creationist Science” non risponde affatto a un programma scientifico. Per schematizzare: non è verificato che l’ipotesi quadri con i fatti; si controllano solamente che i dati siano compatibili con il dogma. È il dogma che impone ciò che è vero e ciò che è falso, ma lui rimane incolume dalla prova dei fatti…SIC

laverdure

@pendesini
“Un paradigma, un modello rimane vero fintanto che non sono stati confutati…”
Ti correggo : una teoria ( e la scienza e’ fatta ESCLUSIVAMENTE di teorie,non ci sono ne’ dogmi ne’ verita rivelate)e’ presa in considerazione se e’ verificabile,vale a dire
confutabile,come diceva Popper.
Se “sopravvive ” a numerosi test senza contraddizioni,sara giudicata degna di essere sfruttata,ma rimarra sempre aperta a eventuali contestazioni nate da nuovi esperimenti.
In una parola : Il REVISIONISMO e’ alla base di qualunque disciplina scientifica
malgrado gli attributi dispregiativi nati da atteggiamenti dogmatici e di parte.

pendesini alessandro

@Laverdure
« Paradigma : il termine è stato recentemente introdotto nella sociologia e filosofia della scienza per indicare quel complesso di regole metodologiche, modelli esplicativi, criterî di soluzione di problemi che caratterizza una comunità di scienziati in una fase determinata dell’evoluzione storica della loro disciplina: a mutamenti di paradigma sarebbero in tal senso riconducibili le cosiddette «rivoluzioni scientifiche».
(Treccani)
Ma anche un qualsiasi paradigma scientifico può essere considerato come una sorta di “quadro concettuale” che guida la ricerca e l’interpretazione dei dati. Quando un nuovo dato o una nuova scoperta non si adatta a questo quadro concettuale, può essere necessario rivedere il paradigma scientifico esistente.
PS : A proposito, già che ci siamo : “di che sesso sono gli angeli” ?

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