Al cardinale fresco di conclave Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana non sono piaciute le modifiche unilaterali degli ultimi governi sul tema dell’8×1000.
Dal 2024 sono in vigore nuove procedure per l’utilizzo della quota dell’8×1000 dell’Irpef devoluta alla diretta gestione dello Stato. In attesa che il Ministero dell’Economia e delle Finanze diffonda i dati del riparto 2025 (redditi 2021), sappiamo già che la Chiesa cattolica dovrà fare i conti con 214mila firme in meno, mentre lo Stato potrà invece contare su 80mila firme in più.
Da una decina di giorni Zuppi fa dichiarazioni pubbliche sull’8×1000 rispetto a un contenzioso che la Chiesa cattolica avrebbe con lo Stato italiano. Durante il convegno “8xmille Bene comune. Per migliaia di gesti di amore e di speranza” che si è tenuto a Bologna il 20 maggio scorso, il cardinale ha lanciato un attacco velato al governo in seguito a «interventi apportati unilateralmente» che non avrebbero rispettato il Concordato. Ovviamente il cardinale ha espresso fiducia e certezza su una azione «a correzione», in base a «impegni assunti» dal governo «come anche da diversi altri precedenti, sul sistema dell’8xmille, ripristinandolo così come originariamente stabilito, nel rispetto della realtà pattizia dell’accordo». Un messaggio che inizialmente era davvero sibillino e che con il passare dei giorni è divenuto più chiaro.
In che senso lo Stato non rispetta il Concordato? Ieri Zuppi, scoprendo le carte, l’ha spiegato meglio a un convegno sul sostentamento del clero a Bologna. Ha infatti espresso delusione per la scelta del governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8×1000 di pertinenza dello Stato. Una scelta, definita dal presidente Cei «contro la realtà pattizia dell’accordo stesso», che danneggerebbe sia la Chiesa cattolica che le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato. I vescovi non hanno infatti gradito l’introduzione della possibilità per i contribuenti che firmano per lo Stato di scegliere la specifica tipologia di intervento, che ha effettivamente fatto segnare un deciso incremento di risorse per lo Stato e una contrazione per la Chiesa.
Visto che le pubblicità milionarie per l’8×1000 non bastano ad arginare il calo di preferenze – e di introiti, nello scorso biennio passati da 1,1 miliardi a 900 milioni – i vescovi sembrano voler passare alle maniere forti con ingerenze e pressioni sulle istituzioni della Repubblica.
«L’esecutivo si renda conto che il Concordato con la Chiesa cattolica è una minaccia alla sovranità e un danno agli interessi dell’Italia – dichiara Roberto Grendene, segretario dell’Uaar –. Il governo risponda subito alle ennesime ingerenze della Cei con i fatti: non solo incoraggiando i contribuenti a scegliere lo Stato nell’8×1000, ma rivedendo la legge 222/1985 per fare in modo che le scelte inespresse restino alla fiscalità generale, come da sempre accade nel 5×1000. E iniziando a prendere sul serio la necessità della denuncia unilaterale del Concordato».
Comunicato stampa
Approfondimenti
- Cresce la volontà di un utilizzo laico dell’Otto per mille allo Stato (Uaar)
Le ingerenze del cardinale Zuppi
- La protesta dei vescovi. Zuppi: sull’8 per mille la Chiesa penalizzata (La Repubblica – Bologna)
- Consiglio permanente: card. Zuppi, “la Chiesa continuerà a impegnarsi per tessere relazioni di pace”, “gratitudine” a chi sceglie l’otto per mille (AgenSir)
Le campagne di comunicazione dell’8×1000 allo Stato
- Campagne di comunicazione “Otto per mille allo Stato” (Governo)
Non sono un legale, ma leggendo l’articolo 48 del nuovo concordato sono proprio elencate per lo stato le attività che può finanziare con i soldi dell’8 x 1000 e coincidono con quelle esplicitate. Quindi dove ci sarebbe violazione unilaterale? Ci sarebbero accordi capestro, magari non esplicitati ufficialmente, che impedirebbero allo stato di esplicitare le singole voci per non danneggiare la chiesa cattolica, un po’ come il non poter fare pubblicità per le proprie attività? Cioè la chiesa cattolica può decidere come lo stato deve spendere i soldi dell’8 x 1000 ? Se fosse vero diventerebbe evidente quanto sporco sia l’intrallazzo tra chiesa cattolica e stato e quanto alla chiesa non piaccia competere ad armi pari ed in modo onesto. Non mi pare che la chiesa cattolica si sia mai lamentata quando lo stato ha destinato quei soldi per la guerra in Irak o per girarne un terzo alla chiesa cattolica o per sanare il bilancio, attività non previste nel concordato.
In effetti va ricordato che i due lucrosi concordati sono stati firmati con il dittatore fascista Mussolini e con il ducetto tangentaro e corruttore Craxi, entrambi sconfessati dalla storia.
Zuppi sostiene che quei soldi servirebbero per l’attività caritatevole della chiesa cattolica, propagandando la tesi falsa che quella sia l’attività principale, mentre nei primi anni dell’accordo quella attività rappresentava meno del 10 %, con la quota principale lo stipendio dei sacerdoti, mentre solo col tempo e con l’aumento degli introiti è arrivata a rappresentare a fatica prima il 20 % e attualmente circa il 25 % (anche se facendo le pulci a ciò che loro identificano come attività caritatevole molte attività sarebbero dubbie o ibride), con le quote principali per il culto o per gli stipendi vicini al 40 %. Non proprio l’attività principale.
E Zuppi è lo stesso che ha negato gli indennizzi alle vittime della pedofilia ecclesiastica, evidentemente non meritevoli di attività caritatevole, forse perchè lì la chiesa non ci può guadagnare.
Se la chiesa cattolica fosse così caritatevole non avrebbe accumulato quelle enormi ricchezze, anzi le userebbe vendendole o ipotecandole per aiutare milioni di persone bisognose.
Beh no, non esattamente. Nel concordato sono elencate quattro possibili destinazioni, attualmente invece sono sei perché 12 anni fa è stata aggiunta l’edilizia scolastica e adesso è saltata fuori la lotta alle dipendenze patologiche. Ma concordo che erano molto più fuori dai binari i prelievi per finanziare la campagna in Iraq o il risanamento dei conti pubblici.
Roberto guarda che il cardinale ha precisato che l’accorato appello non riguarda il lato finanziario. A loro i soldi non interessano, quindi tutto a posto. Si fa per dire..li prenderanno con gli interessi da un’altra parte. Mantovano è già al lavoro.
Ha detto anche che la chiesa non vuole privilegi. Tutto molto credibile.
Sono un lamento unico per avere soldi per il giubileo, per le scuole cattoliche, per la manutenzione delle loro ricchezze, per le minori entrate del 8 x 1000, delle minori donazioni dei fedeli, ecc.
La cosa interessante è che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il fatto che il governo per il suo 8 x 1000 ha aggiunto una sesta voce, quella sul recupero delle tossicodipendenze. Fruttava così tanto?
A loro i soldi non interessano… ahhhhh ahhhh ahhaahhh!
Doppio aha aha
Va notato che se la ricchezza si identifica con la proprietà e il godimento delle cose, non è, tuttavia, il possesso e il godimento della proprietà in quanto tale che spiega la passione per l’appropriazione. Ciò che conta, fondamentalmente, è il valore simbolico che il possesso e il godimento visibile della proprietà danno al loro proprietario in termini di status sociale. Essere ricchi “significa” essere più alti nella gerarchia sociale. Quindi dominare gli altri a volte strumentalizzandoli. Da qui il desiderio, il sogno di possedere di più e meglio degli altri. La Chiesa cattolica ne è un esempio lampante, unico : batte tutti i record !
In effetti la chiesa cattolica è un catalogo di sindromi e patologie psichiche.
Chi più del chiromante sa di mentire? E quindi anche il prete…