Il giurista e politico Giuliano Amato, non credente dichiarato e in teoria “laico”, in realtà si è distinto per le posizioni clericali e la sudditanza al Vaticano. Affronta il tema Adele Orioli sul numero 1/2025 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
Giuliano Amato, il dottor Sottile, così come soprannominato da Scalfari negli anni ‘80, vuoi per l’esile figura vuoi per la, si diceva, limpidezza censoria dei ragionamenti, vanta un lunghissimo cursus honorum e una altrettanto lunga sfilza di gesta più o meno memorabili.
Deputato socialista, più volte ministro (del tesoro, dell’interno, delle riforme costituzionali), presidente del consiglio, autore tanto di una finanziaria da lui stesso definita «da lacrime e sangue» nonché del prelievo forzoso e notturno del sei per mille sui conti correnti di tutti gli italiani.

Docente universitario, presidente dell’antitrust, giudice costituzionale e presidente dal 2016 del comitato scientifico del Cortile dei Gentili, dipartimento del Pontificio istituto per la cultura, fondato su ispirazione ratzingeriana dal cardinal Ravasi nel 2011 per «favorire il dialogo tra credenti e non credenti».
Non credenti addomesticati, come sappiamo, dei quali Amato pare essere fiero sostenitore. Curiosamente proprio il 2016 è lo stesso anno nel quale, come presidente in questo caso della Consulta, firma la sentenza numero 52 che ha negato la giustiziabilità del mancato avvio di trattative in merito alla richiesta di Intesa portata avanti dall’Uaar, ex articolo 8 della Costituzione, fin dal lontano 1996.
Sentenza sulla quale pende il ricorso dell’associazione alla Corte europea e che comunque ha scontentato tutti, anche chi non è assolutamente favorevole alle istanze di equità e uguaglianza dell’Uaar; ma non ha comunque trovato nella scarna decisione la robusta argomentazione contraria desiderata, quanto piuttosto un: così è e così continuerà a essere.
Anche se è sempre più evidente come, anche volendo prescindere dalle nostre legittime istanze, la mancanza di una disciplina generale, la sopravvivenza di normative fasciste come la legge sui culti ammessi, la incontrollata, e a sentire la Consulta incontrollabile, discrezionalità governativa nello scegliere gli interlocutori da privilegiare «determina una latente, continuativa e intollerabile discriminazione», che però per il presidente Amato sembrerebbe riguardare solo le confessioni religiose ancora escluse dal sistema pattizio.
Al dottor Gentile, pardon, Sottile, molto simpatici non dobbiamo essere, visto che spesso e volentieri si riferisce alla vicenda di cui sopra, ma senza mai concederci l’onore di nominarci direttamente. Non ultimo, al convegno di due giorni a Roma nel febbraio 2023 – dal quale deriva il volume Libertà religiosa: il diritto senza legge, pubblicato da Com nuovi tempi con sua postfazione – dove nel suo intervento orale ha sardonicamente paragonato le nostre richieste di pari opportunità a quelle eventualmente avanzate da un Torino calcio del quale pure si dice tifoso.
Come se l’essere una società sportiva potesse pensarsi non tanto comparabile a livello di normativa applicabile (in parte lo è, data l’istituzione di quell’immenso calderone che è il registro unico del terzo settore, dove confluiscono dalle bocciofile alle confraternite religiose alle associazioni di promozione sociale, fra le quali l’Uaar), quanto per scopi e finalità.
E Giuliano Amato, da esponente in tutta evidenza di quel gruppo socio antropologico noto come “atei devoti”, finge di non saperlo, colpevolmente lo ignora e rimanda con convinzione a una data per scontata e immodificabile inesistenza di contenuti, di aspirazioni, di orizzonti valoriali della non credenza.
Pochezza e vuotezza che di norma sono immaginate e propugnate solo dai detrattori, non certo dai “supporter”. E senza remora mette nero su bianco come, secondo la sua personale idea, seguita evidentemente anche dalla Corte costituzionale da lui presieduta, «la dimensione associativa di tale libertà sia qualitativamente diversa da quella di chi è religioso, che trova nei riti comuni, nella compresenza dei confratelli, momenti essenziali per l’esercizio del culto; culto che non c’è per i non credenti».
Prendiamo la definizione di culto, derivante dal verbo latino colere, venerare, della Treccani e tutto ci appare subito più chiaro: «Culto uguale adorazione di dio». Che scoperta, i non credenti nel dio suddetto sono privi di liturgie atte ad adorarlo. Non privi per questo di cerimonie e quindi di ritualità però, come ben dimostra il progetto Cerimonie uniche e la rete di celebranti laico umanisti formati dall’Uaar in tutto il territorio nazionale; ma come in generale si potrebbe anche supporre facilmente, data l’esistenza di riti e cerimonie di passaggio dal pleistocene (circa 30 mila anni fa) e data la natura umana incredibilmente condivisa da religiosi e non religiosi.
Con buona pace di Amato che sembra vivere con sofferenza, pensiamo, questa sua pochezza etica tanto da volerla appiccicare a qualsivoglia “ateo come lui”. Ma quello che sostiene è ancora più grave, seppur non particolarmente sottile. Che cosa è infatti una differenza qualitativa, se non che ce n’è una “migliore” e una peggiore? Peggiore ovviamente è quella degli ateacci, che non avrebbero contenuti da portare in questa dimensione collettiva, non incrociante il culto della trascendenza, non avrebbero eventi comuni o etiche condivise e da condividere.
Gli piacerebbe, a Giuliano nostro, come si dice a Roma. Anche prescindendo da un semplice sguardo alle attività Uaar, questa differenza qualitativo-valoriale non è stata, per dirne una, percepita dal legislatore europeo, che all’articolo 17 del trattato di Lisbona (ora confluito nel Trattato unico sul funzionamento dell’Unione Europea) parifica tutte le confessioni religiose alle associazioni filosofiche non confessionali e impone agli Stati un paritetico dialogo con entrambi i tipi di realtà. Prosegue comunque Amato, dopo la differenza qualitativa, nel sottolineare come l’eventuale Intesa avrebbe dato accesso anche a una quota dell’otto per mille. Addirittura, signora mia!
A parte che il dottore sa meglio di chiunque altro come ciò non sia vero, perché la compartecipazione al peraltro fumoso meccanismo non è né ovvio né automatico che venga applicato senza una apposita formulazione specifica (e in questo caso di una Intesa che non è mai giunta nemmeno all’apertura delle trattative e che quindi non ha visto nascere neppure una rudimentale bozza di testo), ma quand’anche fosse, lo scandalo sarebbe nella possibilità per il cittadino ateo o agnostico di poter finalmente scegliere una realtà che davvero rappresenta la sua cosmogonia e la sua filosofia non religiosa?
Accidenti che brutta cosa. Brutta per la realtà che attualmente beneficia maggiormente delle quote inespresse, la chiesa cattolica, che grazie anche e proprio alle Intese che non arriveranno mai, atei e islam in testa, si pappa l’ottanta per cento della torta con il trentasei per cento di cittadini che la scelgono. Non certo brutta, invece, se la finalità fosse la costruzione di un reale sistema laico e pluralista di sostentamento pubblico della libertà di religione, individuale e collettiva.
Ma come scrive lo stesso Amato in chiusura di postfazione, vi sono sempre in gioco questioni di “opportunità”, nazionali o internazionali, che sconsigliano di intraprendere quelle che sarebbero semplicemente strade uguali e ugualmente tutelanti quella differenza con identici diritti che rappresentiamo, e della quale continueremo a sostenere in ogni sede le istanze, anche quando poco “amate”.
Adele Orioli
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Qualche precisazione :
Persone come Giuliano Amato non sono uniche sia in Italia che nel Mondo…..
Il “sentimento nazionale”, esacerbato da considerazioni etniche e religiose, è un motore di intolleranza. Troppo spesso i partiti politici l’esprimono e se ne nutrono….
La mediacrazia e la mediocrazia trasmesse dalla mediocrazia ambientale stanno progessivamente sostituendo, già da tempo la democrazia.
È importante notare che i « progressi » tanto esaltati, che sono avvenuti e saranno probabilmente raggiunti nel futuro, non sono dovuti o obbediscono a ragioni o fini scientifici, sociali, etici, ma dettati e condizionati, il più delle volte, da ragioni mercantili e fini di potere finanziario e industriale !
NB : La Chiesa non impone le politiche o leggi democratiche del Paese. Da sempre proclama unilateralmente la « verità » di dio, l’unica NON discutibile a cui qualsiasi tipo di politica deve conformarsi….
@Pendesini
Caro Pendesini,paventare i pericoli del nazionalismo in Italia e’ semplicemente come paventare i rischi della sovralimentazione e dell’abuso di medicinali nel Biafra o nel Congo.
Basta guardare come ci inchiniamo davanti all’immigrazione incontrollata e a chi
se ne serve per fare quattrini ( le sedicenti ONG,se non fosse chiaro).
Fa il paio col paventare i pericoli del fascismo ottant’anni dopo la sua caduta.
Che per inciso fu il primo a instillare negli Italiani un sentimento di unita nazionale,
anche se appesantito di roboante retorica,e dopo la sua caduta ovviamente le due forze che cercarono di distruggere tale sentimento furono proprio la Chiesa,in nome dell’Ecumenismo,e le sinistre,in nome dell’Internazionale.
Fallirono entrambi,ma i danni sono rimasti.
E ora che lentamente si sta prendendo coscienza dei danni della tanto acclamata “globalizzazione”,si continua a sottovalutare l’importanza del sentimento nazionale di un paese.
Solo pochi percento dei migranti arrivano salvati dalle ONG, gli altri arrivano direttamente o salvati dalla marina militare. Basta guardare i dati. Stai dicendo che ONG tipo Medici senza Frontiere fanno i soldi con l’immigrazione incontrollata? Ti sei mai guardato i loro bilanci, sono trasparenti e certificati diversamente da quelli della chiesa cattolica o dello stesso governo che ha messo il segreto su quanto spende per foraggiare i criminali libici, tunisini e l’Albania?
Inoltre ti faccio notare che in poco più di due anni e mezzo di questo governo nazionalista e populista nonostante la loro propaganda sono arrivati quasi 290 mila clandestini, nettamente al di sopra della media degli ultimi 30 anni e questo in anni non di emergenza e quest’anno sono pure più elevati di oltre 4000 sbarchi nonostante verso l’UE ne arrivino di meno come certificato da Frontex. Ed i corridoi di ingresso sono in prevalenza gestiti dalle destre.
Ricordo anche che un partito fortemente anti nazionalista è stato fino a poco fa la lega e non mi pare che le destre si siano comportate da nazionaliste, vedi per esempio durante il covid, quando non erano al governo. E comunque che cosa ci sarebbe di positivo nel nazionalismo, causa di una marea di guerre e di problemi anche solo all’interno dell’Europa?
“…Da sempre proclama unilateralmente la «verità» di dio, l’unica NON discutibile a cui qualsiasi tipo di politica deve conformarsi…”
Infatti la religione è quanto di meno democratico si possa immaginare; con i suoi dogmi e ‘verità rivelate’: rivelate da chi? Per questo ritengo che gli atei non si debbano limitare a essere un movimento di opinione ma parte attiva in contrapposizione alle conventicole religiose.
Privati di contenuti valoriali ed etici da condividere con i praticanti del Culto siamo come vascelli senza meta in balie delle delle forze della natura.
In pratica le stesse tesi di don Livio Fanzaga di radio maria con milioni di ascoltatori in tutto il mondo. L’ateo, in assenza del “timor di dio” può commettere qualsivoglia nefandezza. Naviga senza meta ai margini della civiltà…
Giuliano Amato noto nei circoli tennistici di Roma per il suo rovescio (il diritto non gli riesce proprio) pur esendo ateo ha le idee molto chiare e collezziona incarichi e vitalizi in modo maniacale dimostrando che anche noi qualche valore lo coltiviamo…..
Giuliano Amato è coautore del libro intitolato “Il sogno di Cusano”, insieme a Vincenzo Paglia e Giancarlo Bosetti. Di quest’ultimo ho notato il libro, pubblicato nel 2009, titolato “Il fallimento dei laici furiosi. Come stanno perdendo la scommessa contro Dio.” Fra i “laici furiosi” includeva l’Uaar?
In Germania già nel 1919 con la repubblica di Weimar in una visione laica le religioni erano state considerate Corporazioni di diritto pubblico. In Germania ormai da parecchi anni diverse organizzazioni laiche sono considerate equiparate a Corporazioni di diritto pubblico, come l’Associazione umanistica della Baviera e di alcuni altri stati, e possono accedere alla Kirchensteuer che originariamente finanziava solo le chiese.
La visione espressa da Amato è una visione aristocratica, da sangue blu, in cui un po’ come gli aristocratici le religioni pretendono di essere qualcosa d’altro e quindi di avere diritto a trattamenti differenti e privilegi per avere una origine mitologica o una storia e un pseudo dio o più divinità.
Cioè in pratica se in una associazione ci infilo dentro un dio o delle divinità e un po’ di riti devo essere trattato in modo differente e privilegiato. Ma alla fine che cosa è una religione se non una associazione culturale con una visione del mondo, una lobby politica ed economica e sociale. Per esempio in CL che cosa c’è di spirituale? Perchè dicono un po’ di preghiere e vanno a messa?
Amato dimostra di non conoscere lo sport col suo paragone, perchè lo sport è invece molto più simile ad una religione perchè propone anche una visione del mondo e culturale, una visione sociale ed economica ed anche politica. Basta vedere le varie tifoserie, intolleranti verso le altre esattamente come le religioni, violente, idolatranti i loro idoli e che eseguono riti. Anche a livello individuale molti sportivi sono superstiziosi ed eseguono riti: per esempio bastava vedere il tennista Nadal con i suoi riti al servizio o al cambio campo con le bottigliette che dovevano essere sempre rigorosamente messe nelle stesse posizioni.
E se si parla di riti anche la massoneria ha i suoi riti, come la mafia, con il senso di appartenenza alla comunità. Per non parlare anche dei partiti populisti o nazionalisti col culto del capo e della personalità, ed anche il comunismo ed i vari fascismi.
Personalmente ritengo che andrebbero abolite tutte le leggi sulla libertà e tolleranza religiosa, come l’otto per mille (c’è già il 5 per mille) perchè rientrano pienamente nella libertà di pensiero e di associazione. Il problema è che le religioni ed i loro sostenitori clericali pretendono trattamenti di favore per le religioni, anche se si sovrappongono alle altre attività umane e pretendono di sostituirsi allo stato e di essere strumento di governo.