La clericalata della settimana, 26: il governo Meloni propone una legge sul fine vita gradita ai vescovi

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del governo Meloni che

intende portare in aula un testo sul fine vita scritto con l’ingerenza dei vescovi che rischia di limitare l’autodeterminazione sul suicidio assistito e persino la libertà di aborto.

Nella proposta infatti si legge che «la Repubblica assicura la tutela della vita di ogni persona, dal concepimento alla morte», formulazione che si pone in chiaro contrasto con il diritto delle donne di accedere all’interruzione di gravidanza. Il testo inoltre fa dei passi indietro rispetto ai pronunciamenti della Corte Costituzionale. Prevede infatti l’istituzione di un comitato etico nazionale composto da 7 membri (tre medici, oltre a giurista, bioeticista, psicologo e infermiere) designato dal governo che dovrà autorizzare tutti i casi, sebbene il parere non sia vincolante per i giudici, e a cui si potrà presentare nuova istanza solo dopo quattro anni dalla prima richiesta nel caso fosse respinta. Impone poi tra le condizioni per accedere al suicidio assistito non solo i trattamenti che sostituiscono funzioni vitali (formulazione più ristretta rispetto a quella fornita dai giudici costituzionali) ma anche un percorso di cure palliative, aggiungendo come obbligatorio un elemento che la Corte non aveva considerato vincolante. Una proposta quindi che limita la libertà di scelta non solo sul fine vita e intacca pure il ruolo del Servizio sanitario nazionale e delle Regioni per soddisfare integralisti e Chiesa cattolica.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

La Giunta comunale di Arona (NO) ha adottato una delibera per stanziare 63 mila euro a favore della Casa Religiosa di culture e lingue per l’educazione e l’istruzione, gestita dalle suore Marcelline, a titolo di «contributo a parziale ristoro» per le spese di rifacimento del tetto negli anni precedenti. La decisione è stata presa dopo che il Comune, «preso atto di un mutato orientamento della Corte di Cassazione in materia di IMU dovuta dalle scuole paritarie», ha dovuto emettere tramite l’ufficio tributi una cartella proprio di 63 mila euro a carico dello stesso istituto scolastico religioso, la cui rappresentante è suor Anna Monia Alfieri, nota per la difesa della “libertà” educativa, sostenitrice dei finanziamenti alle scuole confessionali e con un’ampia sponda nel governo Meloni.

I consiglieri di opposizione del Comune di Canosa Sannita (CH) Tonino Settimio (lista Per Canosa Tonino), Antonio Di Sario e Lorenzo Di Sario (lista Siamo Canosa) hanno attaccato la sindaca Costanza Berardi per aver «deliberatamente escluso i rappresentanti della minoranza» dalla partecipazione al giubileo degli amministratori locali, tenutosi sabato 21 giugno in Vaticano. Nella nota i consiglieri denunciano «un atteggiamento autoritario, inaccettabile e profondamente lesivo dei valori costituzionali» per tale esclusione, chiedendo rispetto per «quei 543 elettori esclusi» che li hanno votati.

Il Consiglio comunale di Rimini ha approvato il regolamento per assegnare la quota degli oneri di urbanizzazione secondaria per gli edifici di culto con 19 sì, 2 no e 5 astenuti. Ma in realtà le amministrazioni non sono obbligate a stanziare tali contributi.

I sindaci di Vibo Valentia Enzo Romeo e quello di Mormanno (CS) Paolo Pappaterra, con altri rappresentanti delle istituzioni locali, hanno partecipato al “giubileo del mondo della politica” promosso dalla diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea con dibattito, processione e messa in chiesa presieduta dal vescovo Attilio Nostro.

Il neosindaco di Porto Sant’Elpidio (FM) Gionata Calcinari e gli altri ex candidati, ora consiglieri, Rossano Orsili, Enrico Piermartini e Mirco Romanelli si sono recati tutti alla processione del Corpus Domini e poi a cena con don Enzo Nicolini, parroco della zona. Già i candidati, prima delle elezioni, erano stati convocati dal parroco in chiesa durante la messa della domenica delle palme.

L’ex consigliere leghista di Ferrara Alcide Mosso ha chiesto al sindaco e al Consiglio comunale di condannare la bestemmia pronunciata dal cantante durante il concerto degli Slipknot dal palco del Ferrara Summer Festival. «Inutile ergersi a difensori delle nostre radici cristiane o dell’identità nazionale se poi si tollerano comportamenti diseducativi, indici di maleducazione e inciviltà», ha puntualizzato, auspicando pure che le forze dell’ordine «provvedano a contestare ai sedicenti artisti l’illecito e a darne notizia pubblica».

Le operatrici del servizio dipendenze dell’ASST Bergamo Ovest e gli operatori del Dipartimento Dipendenze della Regione Lombardia si sono recati in udienza da papa Leone XIV in Vaticano. Tra i presenti la dottoressa Mara Marchio (Struttura Dipendenze, Sanità Penitenziaria e Salute Mentale – Direzione Generale Welfare della Regione).

Il Comune dell’Aquila ha promosso un incontro alla Sala Conferenze di Palazzo Margherita dal titolo “Promozione dei territori” con l’ANCI e l’UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) in vista del giubileo delle pro loco, nel quadro dell’edizione annuale de Il Cortile di Celestino. Fra i relatori erano presenti l’assessore al Turismo del Comune Ersilia Lancia, il presidente di dell’UNPLI Abruzzo Sandro Di Addezio, il presidente nazionale UNPLI Antonino La Spina, il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e Forestale Luigi D’Eramo.

In diversi istituti penitenziari è stato celebrato il giubileo delle famiglie: l’evento è stato promosso dalla Commissione giubileo dedicata al mondo carcerario.

Il Comune di Monselice (PD) ha organizzato un giubileo dei giovani con annesso pellegrinaggio.

Anche se non ricadono nella settimana appena trascorsa, questi ulteriori episodi meritano di essere menzionati.

La Giunta comunale di Torre del Greco (NA) ha approvato due delibere, la n. 194 e la n. 198 del 19 giugno 2025, per concedere un contributo 3.000 euro alla parrocchia Santa Maria del Principio per la festa dei santi Gioacchino e Anna e un contributo di 2.500 euro alla parrocchia del Sacro Cuore per la festa omonima.

Circa 1.600 amministratori locali e sindaci con fascia tricolore hanno partecipato al giubileo dei governanti che ha visto un pellegrinaggio in Vaticano con passaggio della porta santa il 21 giugno e la presenza all’Angelus di papa Leone XIV il 22 giugno.

La redazione

3 commenti

enrico

per la cronaca il comune di Arona è retto dal sindaco leghista on. Alberto Gusmeroli, fedelissimo del collezionista di rosari Matteo Salvini. Appare palese l’intervento dell a provvidenza invocata dai due prestigiosi personaggi. E’ stato così evitato lo scandaloso pagamento dell’IMU che, solo casualmente corrispondeva al risarcimento per le opere edilizie. Ma in Italia esistono le opposizioni, siamo ancora in democrazia?

RobertoV

Negli anni ’90 le scuole Marcelline di Arona erano in difficoltà con un forte calo degli iscritti, forse perchè erano un prodotto superato, poi hanno incominciato ad arrivare i copiosi aiuti dallo stato, dalla regione e dal comune con l’ultimo regalo di cui si parla, in cui le tasse dovute vengono pagate dal comune coi soldi di tutti, e si sono riprese. Oggi coprono circa il 30 % degli studenti: strana idea di libertà educativa se l’alternanza è tra una scuola pubblica clericale (la scuola secondaria pubblica è intitolata a Giovanni XXIII, guarda caso in calo di iscritti) ed una scuola privata paritaria cattolica. Strana idea di privato a cui vengono preservati i privilegi e che ha bisogno di aiuti di stato per sopravvivere a scapito magari di altre aziende più capaci di loro e con offerte migliori e più aggiornate a cui vengono preclusi spazi di crescita. Dubito che ad Arona vi siano stati dagli anni ’90 rivoluzioni culturali e sociali da richiedere l’istruzione cattolica a scapito di quella dello stato. Il Piemonte qualche anno fa si era distinto per aver fatto una legge in cui si impegnava a non fare concorrenza alle scuole paritarie cattoliche garantendo loro il lavoro assicurato (e limitando la sua offerta alternativa): bello fare i privati così! Ovviamente lo stesso pubblico invece è obbligato a coprire quelle situazioni non di interesse per le scuole cattoliche perchè non redditizie e che ovviamente fanno lievitare il costo medio per il pubblico con cui poi le scuole paritarie pretendono di essere confrontate per ottenere i loro privilegi.
Il criterio del costo standard sostenuto dalla suora Alfieri è una truffa, perchè nessuno che capisca di economia farebbe un confronto con un costo medio nazionale, tra l’altro calcolato non sulla stessa base di riferimento, con le rette delle scuole paritarie per dimostrarne la convenienza. Primo perchè il confronto si fa sul costo marginale locale, secondo perchè con tutti i privilegi, le sovvenzioni, le diverse regole lavorative, sindacali e di offerta si possono fare utili anche con una retta “apparentemente bassa” (e comunque tra i 3000 e 5000 euro all’anno), gli evasori fiscali insegnano. Come al solito costi per tutti i cittadini, utili e vantaggi privati.
Purtroppo i democristiani e i clericali sono presenti in tutti partiti. Fu il governo D’Alema ad istituire la parità scolastica tra scuola pubblica e privata nel 2000 e mi pare che Renzi le abbia sostenute e continui a farlo.

enrico

Roberto, questa delle marcelline di Arona sarà pure una vicenda marginale ma rappresenta l’emblema di una nazione piegata e succube della chiesa. Ho acquistato un pò di giornali sull’argomento, Corriere di Novara, il Sempione (clericale) ,ebbene il fatturato del 2020 è stato di 1 milione e seicentomila euro, incidenza dell’Imu 3,5 %. La sorella in cristo meloniana ha paventato l’impossibilità di sostenere un simile costo con il rischio chiusura del noto diplomificio.Ma mettiti comodo perchè adesso viene il bello. Dopo la sentenza della cassazione le sorelle hanno versato l’iniqua tassa, di circa seicento mila euro ed hanno inviato senza indugio con una faccia impronunciabile un conto di 537,381 al comune per opere di manutenzione straordinaria sul loro edidificio. Concludo nei prossimi bilanci gli aronesi pagheranno il conto

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