Ecco il nuovo numero del bimestrale dell’Uaar Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Con interviste, rubriche, recensioni per conoscere l’impegno di uomini e donne, dell’Uaar e non solo. Con uno sguardo laico umanista su temi come diritti, etica, filosofia, politica, scienza. Sessanta pagine dedicate a chi vuole cambiare il mondo per renderlo più laico, più umano, più assennato. Con gli approfondimenti e le storie che non trovate altrove.
Sulla copertina del numero 4/2025 campeggia una foto di Mubarak Bala, l’attivista laico umanista nigeriano per anni in carcere per “blasfemia” verso l’islam e ora libero e in esilio in Europa, scattata da Paolo Ferrarini, che lo ha anche intervistato durante l’ultimo congresso di Humanists International in Lussemburgo. Il direttore della rivista Raffaele Carcano si sofferma sulla situazione del Bangladesh, Paese in bilico tra laicità e islamismo. Dal canto suo Valentino Salvatore si dedica alla situazione dell’Algeria, in particolare raccontando le storie parallele di due intellettuali laici perseguitati: Kamel Daoud e Boualem Sansal.

In questa uscita abbiamo affrontato tante altre tematiche. La responsabile iniziative legali Adele Orioli offre un approfondimento su una recente sentenza che riguarda il diritto all’ora alternativa. Il giornalista Federico Tulli racconta l’intreccio tra politica e Comunione e Liberazione che prende forma al Meeting che si tiene ogni anno a Rimini. L’addetto stampa Uaar Daniele Passanante ripercorre le iniziative del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per rendere la scuola sempre più clericale. L’avvocato Alessandro Cirelli denuncia il fatto che il diritto all’autodeterminazione sul fine vita in Italia sia ancora riconosciuto a macchia di leopardo, a seconda della Regione. Il nostro globetrotter Paolo Ferrarini ci ha raccontato l’ultimo Pride di Budapest, che si è svolto nonostante i boicottaggi del regime di Viktor Orban. Ospitiamo la traduzione di un articolo di Hayley Stevens da The Skeptic sulla nuova moda dell’astrologia che si avvale dell’intelligenza artificiale. Il divulgatore Silvano Fuso approfondisce la questione della “fuga di cervelli” dall’Italia e dagli Stati Uniti. Diego Martin del circolo di Pordenone ha intervistato la dottoressa Alice Rotelli, nota divulgatrice scientifica sui social. La critica Micaela Grosso si sofferma sulla serie tv Netflix Adolescence, che offre in disturbante spaccato su questioni come bullismo e misoginia tra i giovanissimi.
Per venire a questioni che vedono l’impegno diretto dell’associazione, abbiamo festeggiato con un festival il 6 e 7 giugno alla Casa Internazionale delle Donne a Roma i cinque anni della rivista con dibattiti, presentazioni, incontri e spettacoli. La responsabile circoli Irene Tartaglia ci presenta le attività del circolo Uaar della Provincia di Salerno. L’associazione ha inoltre donato al Cimitero di Lambrate a Milano l’opera vincitrice del Premio UAART dell’anno scorso (“Agonia dell’identità” di Guido Mitidieri), ora in esposizione permanente: proprio il giorno dell’inaugurazione il segretario Uaar Roberto Grendene ha avuto un interessante dialogo sulle sale del commiato laiche con Gaia Romani, assessora al decentramento, quartieri e partecipazione, servizi civici generali del Comune di Milano, e Valeria Borgese, presidente della commissione politiche sociali, giovanili, sicurezza, coesione sociale e consigliera del Municipio 3 di Milano. Abbiamo inoltre voluto ricordare Mitti Binda, già attivista dell’associazione recentemente scomparsa, che ha contribuito a dare slancio all’Uaar a Milano.
Non mancano le rubriche ricorrenti del bimestrale. L’Osservatorio laico dedicato a leggi e sentenze in Italia e all’estero, positive o negative. Impegnarsi a ragion veduta a firma del segretario Roberto Grendene per ricordare ciò che l’Uaar ha fatto e sta facendo in concreto. La carrellata delle attività dell’associazione sul territorio a cura della responsabile circoli Irene Tartaglia. Il “giro del mondo” per rilanciare iniziative di altre associazioni laico-umaniste, del responsabile relazioni internazionali Giorgio Maone. La rassegna di studi accademici su religione e non credenza che ci presenta Leila Vismara. Le proposte di lettura per segnalare tre libri recenti che ci sono sembrati interessanti. La sezione Arte e ragione in cui Mosè Viero rilegge con sensibilità laica un’opera d’arte per ogni uscita. Infine il riflettore di Agire laico per un mondo più umano, su piccoli e grandi fatti che ci raccontano l’impegno per la laicità e i diritti nel mondo.
Vi proponiamo intanto il redazionale di questa uscita, intitolato Islam.
Come sempre, anche in questo numero parliamo di tanti argomenti diversi. Ma se c’è un tema prevalente, è quello del difficile stato della libertà di espressione e della laicità nei Paesi a maggioranza musulmana. Non è una sorpresa, ovviamente. Ma preoccupano, e non poco, le regressioni a cui stanno andando incontro Stati che sembravano meno peggio di altri. La religione, spesso in una forma fanatica, sembra accrescere il proprio potere. Dall’altra parte, altrettanto spesso, si avverte il vuoto più totale.
È un fenomeno che ha notevoli ricadute anche nelle nazioni europee, dove l’islam è minoranza (in Italia, ancora più che altrove). Perché innesca reazioni politiche molto differenti, ma molto poco laiche. La destra (soprattutto quella estrema) ne approfitta per
chiedere – e lo fa solo in questo contesto – “laicità”, spacciandola ovviamente per un concetto di origine evangelica, e usandola come una stampella per concedere ulteriori privilegi alla confessione cristiana predominante. La sinistra (più o meno tutta), ergendosi a difesa di una minoranza, accetta però di accordarle eccezioni alla legge, a danno innanzitutto delle minoranze interne alle minoranze. Il centro liberale, anche in questo caso, appare sempre più impalpabile.
Cocciutamente, riteniamo che non si dovrebbe mai richiamarsi alla laicità se non si riconosce che la legge debba essere uguale per tutti. Considerazioni elettorali (peraltro non suffragate da evidenze) suggeriscono purtroppo ai politici di agire diversamente. Da questo punto di vista, quelli italiani sono poi così diversi da quelli nigeriani, bangladesi, algerini?
Leila, Massimo, Micaela, Paolo, Raffaele, Valentino
La redazione
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Avete scritto:
“La religione, spesso in una forma fanatica, sembra accrescere il proprio potere. Dall’altra parte, altrettanto spesso, si avverte il vuoto più totale.”
Cosa sarebbe “l’altra parte”?
Forse la versione non fanatica del credente? Il credente “ci credo ma non lo dò a vedere…”
O “ci credo ma non fino al martirio… tipo la messa a ogni domenica”.
@mixtec
“Cosa sarebbe “l’altra parte”?”
Forse semplicemente la parte piu’ istruita e moderna della popolazione,che in passato guradava all’occidente e agli USA come modello.
E che inevitabilmente,visro l’andazzo,si ritrova senza un modello a cui ispirarsi.
Basta guardare come nelle nostre scuole,dove la statuetta del crocefisso e’ intoccabile,
si vanno diffondendo lezioni di islamismo integrale chiaramente col beneplacito della Curia,che spera evidentemente di ricavarne chissa quali vantaggi ,magari benemerenze dalla “controparte”.
“si ritrova senza un modello a cui ispirarsi.”
Il che invita atei ed agnostici a proporne qualcuno.