Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese di agosto è il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune di Roma per aver disposto la rimozione dei manifesti dell’associazione integralista Pro Vita & Famiglia contro il presunto “indottrinamento gender” nelle scuole perché tali da diffondere «allarmismi, sentimenti di paura o grave turbamento» sui minori. Nell’immagine si vedeva il volto imbronciato di un bambino e, su uno sfondo nero, due mani adulte che si avvicinavano al suo volto, una con unghie dipinte con colori arcobaleno che teneva un rossetto e l’altra che teneva un fiocco rosa. Sopra, la scritta «Basta confondere l’identità sessuale dei bambini. #StopGender», e in basso l’invito a firmare una petizione.
L’assessore per le Pari Opportunità di Roma Capitale Monica Lucarelli ha così annunciato la decisione: «è una buona notizia per Roma, gli spazi pubblici non possono essere usati per diffondere messaggi che “ingenerano allarmismi, sentimenti di paura o grave turbamento”, soprattutto quando riguardano i minori». «La libertà di espressione è un valore fondamentale, ma non può mai trasformarsi in strumento di stigma o di discriminazione», ha aggiunto.
La senatrice PD Valeria Valente ha criticato la decisione del governo Meloni di presentare ricorso contro la legge della Regione Sicilia che prevedeva l’obbligo di assumere medici non obiettori. «Il governo Meloni ha confermato ancora una volta la sua vera natura», ha spiegato, «la legge della Sicilia, voluta dal Partito Democratico, avrebbe consentito di assumere operatori sanitari non obiettori per garantire il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e l’applicazione della 194/78». «È un intervento chiaro contro le donne, la loro salute psicofisica e il loro diritto all’autodeterminazione. Che ciò avvenga con una premier è davvero grave, tanto più che Meloni in campagna elettorale aveva promesso di non mettere in discussione la 194, mentre questo è un modo surrettizio di non applicare quella che, piaccia o non piaccia, è una legge dello Stato che il governo ha il dovere di attuare. La verità che Meloni con una mano fa qualcosa per le donne e con l’altra se lo rimangia. E sul corpo delle donne, autodeterminazione e famiglia con questa destra siamo in pieno medioevo», ha concluso Valente.
Sindacati e politici hanno contestato le dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a sostegno delle scuole paritarie, fatte durante il Meeting di Rimini della lobby cattolica Comunione e Liberazione. La segretaria della Flc Cgil Gianna Fracassi ha denunciato il pregiudizio del governo «contro la scuola statale e contro chi vi lavora», ricordando le criticità generate dall’autonomia differenziata e dalla mancanza di risorse nei contratti collettivi: «La Costituzione non è un menù à la carte: il primo obbligo della Repubblica è istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi».
Dal canto suo Irene Manzi, responsabile scuola del Partito Democratico, ha fatto notare: «Mentre la Presidente del Consiglio Meloni, dal palco di Rimini, si lancia in slogan e annunci propagandistici sulla scuola, arrivando perfino a parlare di asili nido gratuiti, che nella realtà non esistono, i dati ufficiali raccontano tutt’altro. Il rapporto “Investing in Education 2025” della Commissione Europea certifica quello che denunciamo da mesi: l’Italia è fanalino di coda in Europa per investimenti pubblici nell’istruzione. Ultima per quota di spesa pubblica dedicata alla scuola, terzultima in rapporto al PIL. Un’umiliazione per il settore della conoscenza e l’ennesima conferma del fallimento delle politiche del governo Meloni e del ministro Valditara».
La segretaria generale di Confintesa FP Claudia Ratti ha contestato la decisione del Ministero della Giustizia di promuovere per il 22 settembre un pellegrinaggio dei dipendenti alla porta santa in Vaticano. «Mi vergogno. Da dipendente del Ministero della Giustizia e Segretario Generale di Confintesa FP, provo un profondo imbarazzo nel vedere la mia istituzione smarrire le proprie priorità. I tribunali sono soffocati da fascicoli arretrati, organici ridotti all’osso e cittadini costretti ad attese infinite per una sentenza. Eppure, il Ministero trova il tempo e le risorse per organizzare un pellegrinaggio giubilare dei dipendenti. Volantini, email istituzionali, moduli di adesione: un’intera macchina organizzativa messa in moto dal Dipartimento per l’Innovazione Tecnologica (DGSIA), che dovrebbe occuparsi di digitalizzazione e processi telematici, ma che si dedica a catechesi, confessioni e passaggi della Porta Santa», ha spiegato Ratti.
Infine qualche buona novella laica dall’estero.
La Corte Suprema dei Caraibi orientali ha dichiarato incostituzionale la legge dell’isola di Santa Lucia, nelle Piccole Antille, che criminalizza i rapporti sessuali tra uomini. La norma contro l’omosessualità, sebbene di fatto non applicata, rappresentava una «violazione dei diritti umani e alimentava ulteriori atti di discriminazione», come hanno fatto notare le associazioni lgbt promotrici del ricorso. Nel corso degli anni simili norme sono state abolite a Barbados, Antigua e Barbuda, Saint Kitts e Nevis, Dominica.
La redazione

Il “pellegrinaggio” alla porta del giubileo di un mnistero e’ abbastanza ridicola e segna l’arretratezza mentale e culturale dei vertici ministeriali. Presumibilmente sará da Roma a Roma e quindi delegabile all’iniziativa dei singoli. Encomiabile il sindacato che critica questa buffonata, perché solitamente i sindacati sono clericali quanto il resto di chi si deve esporre piú o meno politicamente.
Mi rallegro del mio ministero, che e’ generalmente normale e laico, niente del genere.