Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che
ha partecipato alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno accademico 2025/26 della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli.
Il cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo partenopeo e gran cancelliere della stessa Facoltà, ha accolto il Capo dello Stato e una targa è stata dedicata alla sua visita.
A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella è intervenuto alla quinta edizione degli Stati Generali della Natalità, organizzati presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Città Metropolitana di Roma hanno stanziato rispettivamente 9 mila e 17.100 euro per il progetto “Percorsi giubilari mariani – Madonnelle di Roma, Castel Gandolfo e Albano” dell’Associazione Internazionale Karol Wojtyla (che contribuirà con 1.900 euro), volto a valorizzare il cammino della Via Francigena Sud.
Il Ministero della Cultura ha stanziato 2 milioni e 225 mila euro, nell’ambito dell’investimento 2.4 del Pnrr “Sicurezza sismica nei luoghi di culto”, per interventi nelle chiese del viterbese. Nel dettaglio sono stati riservati 300 mila euro per la chiesa di Santa Lucia Filippini a Viterbo; 275 mila alla chiesa di Santa Maria Assunta a Montecalvello; 500 mila euro alla chiesa di San Clemente a Latera; 300 mila euro alla chiesa di Santa Maria Assunta a Capodimonte; 300 mila euro alla chiesa di San Felice Martire a Tessennano; 260 mila euro alla chiesa di Sant’Egidio a Vetralla; 290 mila euro alla chiesa di San Giuseppe a Tuscania. Il deputato Mauro Rotelli, presidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, ha ringraziato il ministro Alessandro Giuli «per l’attenzione dimostrata verso i territori e per una visione lungimirante che mette in sicurezza il nostro passato, restituendo bellezza e identità alle comunità e guardando con responsabilità al futuro».
Presso la cattedrale di Macerata si è tenuto il giubileo degli operatori di giustizia, organizzato dalla diocesi, alla presenza di diversi rappresentanti di istituzioni, autorità di sicurezza e giudiziarie, ordini professionali, personale del tribunale, esponenti del mondo accademico. Tra loro anche Pino Morandini, ex magistrato del Tar Lombardia ed esponente del Family Day. L’evento, che prevede diversi interventi e in chiusura la messa presieduta dal vescovo Nazzareno Marconi, è accreditato dall’Ordine degli avvocati di Macerata con un credito formativo in materia deontologica.
La Lega e Fratelli d’Italia si sono scagliati contro la scelta dell’Istituto comprensivo “Civinini” a Magliano in Toscana (GR) di far cantare una versione della canzone Din don dan (la trasposizione cristianizzata di Jingle Bells in italiano) senza riferimenti a Gesù per rispettare la laicità della scuola. L’eurodeputata Susanna Ceccardi (Lega) ha parlato di fatto «grave», «rappresenta un copione che vediamo ripetersi ogni anno: sotto la maschera della cosiddetta laicità, si tenta di espellere Gesù dal Natale, trasformando una festa che appartiene alla nostra storia in un generico cartone animato con renne e pupazzi», «una forzatura ideologica che offende il buon senso, la cultura italiana e la sensibilità della maggioranza silenziosa delle famiglie». «Laicità non significa censurare le tradizioni», ha aggiunto Ceccardi, «laicità significa libertà, non imposizione da parte di qualche dirigente scolastico che decide di rimuovere la storia pur di non pronunciare la parola Gesù. È una deriva che colpisce l’identità italiana, ed è paradossale che avvenga proprio nelle scuole, dove dovremmo trasmettere cultura e radici, non eliminarle per paura di disturbare qualcuno». Dal canto suo il deputato Filippo Rossi (Fratelli d’Italia) ha sostenuto: «siamo arrivati al punto di censurare i canti dei bambini pur di evitare il fastidio di pronunciare il nome che dà origine alla celebrazione stessa. Un paradosso che non regge né sul piano culturale né su quello educativo. Da anni si tenta di annacquare il Natale con invenzioni goffe come la “Festa d’inverno” nella convinzione che basti cambiare etichetta per recidere secoli di storia e identità. Ma questa non è inclusione: è auto-cancellazione».
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha preso parte al convegno “Sua cuique tribuere. Giustizia tra fede e diritto. Riflessioni giubilari dei giuristi”, promosso dal Consorzio Universitario Humanitas e aperto da monsignor Fabio Fabene, segretario del Dicastero vaticano delle cause dei santi.
Duecento tra dirigenti scolastici, docenti e studenti e l’ex senatore Pietro Grasso hanno partecipato al giubileo del mondo della scuola organizzato dalla diocesi di Noto presso il seminario vescovile, alla presenza del vescovo Salvatore Rumeo.
Il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha emanato una nota per garantire l’esonero dall’obbligo di servizio per i docenti che parteciperanno al seminario di studio dal titolo “Talenti e lavoro. Verso un consapevole percorso di inclusione delle persone con disabilità” organizzato dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale italiana, in programma il 2 dicembre.
L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal), in collaborazione con la diocesi di Lamezia Terme e il patrocinio della Regione Calabria e del Comune di Lamezia Terme (CZ), ha organizzato la conferenza “Curare l’ambiente. Custodire il creato” presso il Chiostro San Domenico, nell’ambito della serie di eventi “Filo Verde per un Giubileo Sostenibile” promosso da Ispra in tutta Italia per riflettere sull’enciclica di papa Francesco Laudato Si’. Tra i presenti, il direttore generale Arpacal Michelangelo Iannone, il vescovo Serafino Parisi, il dirigente del Dipartimento Regionale Ambiente Salvatore Siviglia, il sindaco di Lamezia Terme Mario Murone e il dirigente scolastico Giuseppe De Vita, nonché gli studenti dell’Istituto “Perri-Pitagora”.
La redazione

Da Mattarella sulla natalità:
“la natalità è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo”. Allora in Afghanistan, Mali, Somalia ecc. sono proiettati verso il futuro….., mentre Singapore guarda al passato.
“I ricchi fanno meno figli, riflettere sulla contraddizione.” Falso!!!
Sono i paesi sviluppati ed emancipati che fanno meno figli rispetto ai popoli poveri ed arretrati, ma all’interno dei paesi sviluppati ed emancipati i ricchi fanno in media più figli delle famiglie povere, perché possono permetterseli. E’ ovvio che i paesi sviluppati ed emancipati consumano di più, ma anche i figli costano di più perché gli devi offrire molto di più.
In un paese povero i figli studiano poco e lavorano anche da bambini (non a caso la piaga del lavoro minorile c’è nei paesi poveri ed arretrati dove si fanno anche tanti figli), mentre in un paese ricco, sviluppato ed emancipato il livello di scolarizzazione dei figli è nettamente più elevato e restano a carico dei genitori molto più a lungo, addirittura anche fino a 30 anni ed oltre.
E nei paesi poveri ed arretrati sono le donne che vengono schiavizzate per accudire e gestire i figli, mentre nei paesi sviluppati ed emancipati c’è la genitorialità consapevole e le donne scelgono se avere dei figli e la loro vita non è limitata all’essere madri.
Però è vero che in un paese evoluto ed emancipato la speranza nel futuro può portare a leggeri incrementi della natalità: se i redditi sono adeguati, l’organizzazione sociale e lavorativa è adeguata ed i sostegni sono adeguati e le prospettive per i figli sono adeguate allora si può ottenere un leggero incremento della natalità, ma in nessun paese evoluto si raggiungono tassi di fecondità superiori a 2 figli per donna.
Ma non ci si deve illudere: per esempio il modello Ungheria che tanto piace a questo governo e ai clericali, nonostante spenda ben il 5 % del PIL in sostegno alla natalità, dopo un primo leggero incremento ha visto scendere i tassi di fecondità al di sotto di 1.4 nonostante la propaganda. Forse perché propongono un modello antiquato di famiglia (la donna a casa ad accudire i figli) e scarse prospettive per i giovani (e non solo) costretti ad emigrare?
Sottosctivo tutto. Aggiungerei anche la Palestina, fra i prolifici irresponsabili. Continuano a riprodursi, quando vivono di stenti in mezzo alle macerie.
L’unico motivo per incentivare la natalitá e’ lo schema Ponzi dell’economia che deve sempre crescere e vendere a tutti di tutto. Poi c’e’ un certo squilibrio fra i lavoratori che pagano le pensioni e altri tipi di sussidi agli ex lavoratori e a chi ne ha diritto. In generale la denatalitá e’ auspicabile e necessaria, per motivi ambientalistici e per il benessere generale.
Nel nostro paese ci sono milioni di lavoratori poveri e vorrei vedere a che serve produrne altri, se non per dare piú profitti a che giá me ha in abbondanza.
Però, la crescita dell’economia deve essere superiore a quella della natalità, altrimenti ottieni un impoverimento. E’ il problema per esempio della maggior parte dei paesi africani che ha una elevata crescita economica del PIL (anche perchè partono da valori bassi), a fronte di una elevata natalità e, quindi, più persone tra cui distribuire i nuovi beni. Oltre al problema della redistribuzione, perchè una crescita economica può avere effetti positivi solo sulla parte più ricca della popolazione, un po’ come succede in Italia, dove la parte ricca ha guadagnato negli ultimi anni, mentre gli altri hanno perso potere d’acquisto. Poi ci si meraviglia se la natalità continua a calare in Italia. E con le scarse prospettive non si motiva di certo a fare figli che poi se ne devono andare all’estero, sottraendo ulteriore ricchezza al paese, perchè contrariamente al passato quando le rimesse degli immigrati hanno contribuito al nostro boom economico, a fronte di bassi investimenti sui figli, oggi un figlio è un investimento molto costoso (oltre a richiedere un impegno genitoriale maggiore) che rischia di non ripagarsi mai.