Università di Bologna gratis ai membri permanenti di ordini religiosi

Continua la saga dei privilegi concessi alla Chiesa e ai membri del clero. L’ultimo capitolo riguarda l’Università di Bologna che ha deciso di applicare l’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie ai membri di ordini religiosi. Volete laurearvi gratis a Bologna? Iscrivetevi a una congregazione affiliata al Vaticano Spa e non dovrete pagare alcuna tassa. L’Alma Mater parrebbe essere l’unico ateneo pubblico in Italia a concedere esenzioni dalle tasse universitarie a chi è mantenuto da ordini religiosi. Una corsia preferenziale spuntata nel 2021 e da allora riproposta dal Cda dell’ateneo più antico d’Italia.

Secondo quanto previsto dal nuovo regolamento di Unibo, l’esonero totale dalle contribuzioni studentesche ai membri permanenti di ordini religiosi «avviene in analogia con quanto dispone Ergo [l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori] per le borse di studio, a prescindere dalla presentazione dell’Isee». Unibo sostiene infatti che l’Isee dell’iscritto non possa rappresentare correttamente la relativa condizione economica e consente quindi che l’esenzione possa essere concessa «sulla base di idonea documentazione atta a dimostrare che il richiedente è a totale carico dell’ordine religioso per quanto riguarda il proprio mantenimento». Per l’Università di Bologna, la soglia Isee per non pagare le tasse universitarie (esonero totale o no tax area) è stata elevata fino a 27 mila euro.

Le attenzioni speciali di Unibo alla Chiesa non si fermano all’esenzione per gli iscritti agli ordini religiosi. La Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna nell’anno accademico 2022/23 aveva attivato il corso interateneo di laurea magistrale in Religioni, Storie e Culture. Il corso, fortemente voluto dal cardinale Matteo Zuppi, è stato chiuso per carenza di iscritti, a quanto pare senza nemmeno avvisare il porporato.

Ma perché gli ordini religiosi non devono pagare anche le tasse universitarie a chi mantengono già con vitto e alloggio, così come fanno i genitori tirando la cinghia? A Bologna peraltro gli enti religiosi sembrano avere enormi possedimenti e ampie capacità economiche, con un impatto rilevante nel mercato immobiliare attraverso la proprietà di negozi, cinema, uffici e centinaia di appartamenti. Il criterio grazie al quale gli studenti che fanno parte di un ente ecclesiastico non debbano pagare le tasse non sembra pertanto essere giustificato.

«Sembra quasi – afferma Roberto Grendene, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti – che Unibo li ritenga poveri ripudiati senza nessuno che provveda a loro (mentre probabilmente hanno sia una famiglia d’origine che un ordine). In realtà si tratta di studenti privilegiati che, essendo a carico dell’ordine religioso, potrebbero benissimo pagare la tassa. E se non hanno possibilità economiche, potrebbero comunque trovarsi un lavoro».

«Si tratta – commenta Adele Orioli, responsabile delle iniziative legali dell’Uaar – di soggetti selezionati per la propria obbedienza a capi di strutture non democratiche e maschiliste, ovvero ordini religiosi influenti e con grandi disponibilità economiche. Non proprio un bel lasciapassare per concedere benefici da parte di un’università pubblica».

In totale sono 11 gli esoneri concessi dall’anno accademico 2021/2022 al 2024/2025, per un valore complessivo di circa 22 mila euro non incassati dall’Università di Bologna. Dopo la raccomandazione del vescovo per essere assunti dallo Stato come insegnanti di religione cattolica, arriva anche quella del priore per non pagare le tasse universitarie.

Comunicato stampa

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