La nuova Europa? Deve essere laica, suggerisce Giuliano Amato. Che attacca chi usa (ed ha usato) la scusa delle «ragioni cristiane» per escludere chi non è gradito. «Occorre includere, non escludere», sostiene, e guardare non ai nostri confini ma a quello che avviene fuori, attorno a noi. […] Il suo è un discorso molto appassionato, e la platea gli tributa applausi tra i più calorosi. «Occorre includere, non escludere – insiste -. Come del resto il messaggio cristiano nella sua universalità dovrebbe essere inteso da chiunque non ne faccia un uso personale e lo prenda per quello che dice da oltre duemila anni». Ed è anche per questo che dal nuovo governo italiano dice di aspettarsi «che cancelli al più presto il richiamo alla capacità di assorbimento come pre-requisito per l’ingresso di Paesi che stanno aspettando di entrare in Europa e che vorrebbero entrare e riprenda il cammino per il rafforzamento delle istituzioni europee». Si è perso tempo, ma non è il caso di «abbandonarsi a facili scetticismi o allarmismi». La lentezza della costruzione europea non lo spaventa. «Mi spaventa – dice – chi rivendica le radici cristiane dell’Europa, per escludere e non per includere chi chiede di farne parte; quando proprio l’inclusione è il messaggio universale del Cristianesimo», così come lo spaventano «quanti leggono il no franco-olandese alla Costituzione europea come giustificazione per la propria liberazione dalle responsabilità europee». Ma «molti di quei no – sottolinea l’ex vicepresidente della Convenzione europea – chiedono più Europa e non meno e la leadership dell’Ue deve consentire che i no si convertano in sì dando risposte efficaci». […]
Il testo integrale dell’articolo di Paolo Baroni è stato pubblicato sul sito della Stampa