Di fronte a quello che sta succedendo a seguito dell’invito rivolto al Papa a presiedere l’apertura dell’anno accademico all’Università La Sapienza di Roma, mi viene in mente solo il vecchio adagio di Gino Bartali: “Tutto sbagliato, tutto da rifare”. Purtroppo, nulla si può rifare e si rimane attoniti spettatori dell’ennesimo colpo inferto, da ogni parte, alla asfittica laicità del nostro paese. Le critiche all’iniziativa del rettore vengono – da destra e sinistra, da cattolici militanti e da chierichetti atei – stigmatizzate come violazione della libertà di parola. Tutti – compresi gli ex fascisti e gli ex-comunisti, dunque gli eredi delle culture non liberali – diventano profeti di liberalismo.Ritenere non opportuno un invito a tenere un discorso è cosa diversa dall’impedire a qualcuno di esprimere le proprie opinioni.
Il Papa non è un semplice accademico che sostiene tesi controverse o formula ipotesi non condivise da pochi o da molti. Il Papa parla di valori non negoziabili, non formula ipotesi; pretende di esplicitare la verità; si pronuncia non come esponente di una delle varie religioni e confessioni presenti sulla agorà, ma come esperto di umanità in grado di indicare i fondamenti dello Stato e i criteri di una corretta laicità. Il Papa pretende di sapere per tutti noi come si debbano rettamente coniugare fede e ragione. Se vogliamo, il Papa è anche l’ultimo sovrano assoluto per diritto divino.
Benedetto XVI bolla la ricerca del pensiero scientifico e filosofico della modernità “post-cristiana” come dittatura del relativismo. Cioè pronuncia una drastica censura nei confronti di quello che è lo spirito della ricerca libera e senza presupposti che spero presieda all’insegnamento nelle nostre università. Benedetto XVI persegue, con grande intelligenza, una strategia di rimonta nei confronti della società laica e pluralista.
Tutto questo andava ricordato nel momento in cui lo si invitava. Si doveva sapere che il Papa non viene a discutere o a confrontarsi, ma viene per essere ascoltato con reverenza ed eventualmente accolto con una genuflessione. Si doveva sapere che era legittimo dissentire dall’invito, non perché si è oscurantisti ma perché non si può né si vuole riconoscere la pretesa che egli statutariamente e quindi inevitabilmente porta con sé. Per queste ragioni io non l’avrei invitato a presiedere l’apertura dell’anno accademico. Lo inviterei però, domani stesso, a partecipare come uno dei relatori ad un dies academicus: si darebbe un bellissimo esempio di cosa può essere una università libera e laica e veramente plurale. Perché – sebbene gli italiani, in primis gli atei devoti, di destra come di sinistra, non lo sappiano – qualunque “capo religioso”, persino il Papa, nella democrazia discorsiva è “uno dei relatori”. Nulla di meno – e va detto con forza e io lo faccio con assoluta convinzione – ma neanche nulla di più.
Una volta che l’invito – inopportuno a mio avviso – era stato rivolto, il Papa doveva parlare. Il dissenso era legittimo; se il dissenso poneva problemi di ordine pubblico – in una università il dissenso si esprime con il dibattito delle idee e con un po’ di humour – essi dovevano essere risolti come ogni altro problema di ordine pubblico. Nessuno, tuttavia, può essere posto al riparo dal dissenso che si manifesta nelle forme legittime. Tra l’altro, giova ricordare che Gesù si espose sulla pubblica piazza, senza aver prima negoziato con l’autorità le condizioni consone alla sua visita. Anzi parlò senza essere invitato. Ci pensino quelli che nel Papa ravvisano il Vicario e che oggi vedono in lui la vittima di un sopruso.
Chi pensava che Benedetto XVI fosse meno capace di “comunicare” del suo predecessore, ha oggi una bella smentita. Non andando alla Sapienza, il Papa diventa una vittima dell’intolleranza laica, la nuova inquisizione lo sta portando al rogo. Bisogna vegliare per lui.
Me lo si lasci dire, visto che i miei antenati di inquisizione ne sapevano qualcosa: quando c’è l’inquisizione non si tratta di qualche sberleffo o magari di qualche insulto in mezzo ad un folla compunta e persino adorante.
Per giorni non si parlerà d’altro. E anche senza questo incidente, ogni giorno, dalla mattina alla sera, le televisioni italiane (l’Europa e il mondo sono un’altra cosa) parlano del Papa e dei suoi moniti e dei suoi rimbrotti e dei suoi non possumus che vogliono dire “non dovete”.
Ora tutti faranno a gara per riparare, per scusarsi, per far vedere che – per quanto atei – si sa dare alla chiesa e al papa il dovuto riconoscimento. Per fortuna le occasioni non mancheranno: c’è una legge sulla libertà religiosa da lasciar sepolta; la 194 da rivedere; il riconoscimento delle unioni civili da non prendere neppure in considerazione; la vita da tutelare. Forse si potrebbe anche porre qualche limite alla diffusione dei contraccettivi. E poi siamo italiani, la fantasia non ci manca, sapremo come farci perdonare.
D’altronde, se non abbiamo avuto Lutero, Kant e Jefferson non è colpa nostra.
Segnalazione estratto dell’articolo di Daniele Garrone, decano della Facoltà Valdese di Teologia, pervenuto a ultimissime
Il link dell’articolo (veramente bello) si trova in
http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/index_commenti.php?id=653
Se non sbaglio un antenato del prof. Garrone (valdese) fu bruciato sul rogo per eresia.
Da questo si capisce la frase “Me lo si lasci dire, visto che i miei antenati di inquisizione ne sapevano qualcosa”
come sempre, la chiesa Valdese si distingue dalle sue sorelle per essere la più rispettosa della laicità. I miei complimenti
La vicenda de La Sapienza è stata trasformata dai politici cattolici e dai ciellini in una telenovela fatta di piagnistei. I suddetti politici però stanno commettendo un errore immenso poichè, non solo gli atei, ma anche tutti gli altri appartenenti a culti diversi da quello cattolico, hanno in memoria un milione di occasioni da quando è stato eletto Ratzinger, in cui sono stati insultati ed a cui non è stato dato diritto di replica da chi ha diffuso gli insulti.
Il fatto che questi politici, per ergersi a difensori della Chiesa, si mettano ad offendere tutti coloro che la pensano diversamente attraverso ingiurie e diffamazioni, farà solo in modo di creare una guerra di religione in Italia. I cattolici praticanti sono il 20%della popolazione. Il resto è composto da altre fedi, dagli atei e da chi non glie ne frega niente e basta. Nonostante noi “altri” abbiamo esigenze molto diverse e contrapposte, una cosa in comune ce l’abbiamo: l’esigenza di essere rispettati e di non sentire una fazione che si arroga il diritto di imporre la sua visione del mondo a tutti!
Per favore, se il vostro commento non appare subito, aspettate con pazienza la sua pubblicazione, senza fare invii multipli.
Grazie .
non mi farà certo diventare cristiano, ma… chapeau!
Io focalizzerei la mia attenzione soprattutto sulla reazione avuta dalle frange laiche e non religiose, come viene fatto nell’articolo. Era il momento di parlare, invece si sono rifugiati tutti, in fin dei conti, in una forma di “collaborazionismo”; la pluralità dei punti di vista – proprio quella che il Papa tatticamente adesso esorta – è stata immolata sull’altare di una moderazione insulsa che mostra estremamente bene la fisionomia del nostro paese: una terra a forte tradizione umanistico-cattolica, più preoccupata che il Papa si offenda e meno che il Papa accusi la scienza di sudicio relativismo o conduca attacchi alla legge 194.
Presupposto direi abbastanza ben riassunto dai cartelli oggi mostrati in Piazza San Pietro: “Cristo è la vera Sapienza”.
Certo che se il corpo (politici, opinione pubblica, “intellettuali”), al primo minimo contatto con il virus del dissenso, reagisce con tale unanime convergenza di “fuoco immunitario”, la vedo decisamente dura per chiunque in questo paese speri di cambiare qualcosa.
Se Cristo è la vera Sapienza, allora i cristiani sono i veri sapienti, ma questo e’ notoriamente falso e disatteso dala bassezza intellettuale che chi regalano ogni giorno, quindi si deve smentire anche per assurdo la tesi iniziale.
Un articolo davvero bellissimo. Solo in fondo vedo che è di un valdese, cioè di un credente. Da non credere. Sono queste le parole che avremmo voluto sentire da un Mieli o da Mauro e da tanti altri agnostici o non credenti, viceversa tutti genuflessi. Scusate, ma l’Italia fa veramente schifo (almeno una buona parte). Ammirata in piazza S. Pietro la faccia espressiva di Pera (purtroppo sono agli atti i suoi scritti anticristiani nel Corriere in cui si definiva l’ultimo anticlericale d’Italia). E’ incredibile come il potere trasforme gli uomini (Rutelli, Pera, d’Alema).
Un grazie a Garrone, questo articolo me lo conservo (forse la cosa migliore che abbia letto in questi giorni).
Un articolo davvero bellissimo. Solo in fondo vedo che è di un valdese, cioè di un credente. Da non credere. Sono queste le parole che avremmo voluto sentire da un Mieli o da Mauro e da tanti altri agnostici o non credenti, viceversa tutti genuflessi. Scusate, ma l’Italia fa veramente schifo (almeno una buona parte). Ammirata in piazza S. Pietro la faccia espressiva di Pera (purtroppo sono agli atti i suoi scritti anticristiani nel Corriere in cui si definiva l’ultimo anticlericale d’Italia). E’ incredibile come il potere trasformi gli uomini (Rutelli, Pera, d’Alema).
Un grazie a Garrone, questo articolo me lo conservo (forse la cosa migliore che abbia letto in questi giorni).
Ho segnalato io l’articolo. Come vedete, quando si dice “cristiani”, non si deve pensare solo a “cattolici”. Ci sono cristiani che sanno ragionare con la propria testa e rispettare anche chi non crede (ovviamente aspettandosi ragionevolmente un pari rispetto dagli altri). Purtroppo quelle minoranze di cristiani con la testa a posto sono oscurati dai militanti cattolici, petulanti e ignoranti, che danneggiano l’immagine della fede di fronte all’opinione pubblica. Non mi stancherò mai di ripetere che il problema per una società civile non è la fede, ma come essa si incarna in una religione. Bravo Garrone, come al solito sai dire cose profonde con lucida ironia e libertà di pensiero.
Parole semplici e molto potenti. Grazie al prof. Garrone per uno scritto con un fondo di estrema umanita’ e profondo pensiero democratico. Inutile provare a descrivere l’amarezza di non vedere persone di questo calibro al posto di quel reazionario fascista che ci tocca vedere in tv tutti i giorni.
Mi aggiungo al coro di complimenti per Daniele Garrone: limpida dimostrazione che, quando brilla l’intelligenza e il rispetto, il dialogo è DAVVERO sempre possibile. Una briciola di serenità, per fortuna, di fronte allo spettacolo stomachevole che l’Italia tutta sta dando al mondo. Dove un ministro destituito d’autorità e (giustamente) inquisito si permette di definire “imbecilli” i suoi interlocutori (e noi come possiamo definirlo?); dove una pletora di genuflessi definiscono gli scritti di Ratzinger (senza ovviamente averli mai letti) “utili” (utili???? utili a che? nel senso del libretto delle istruzioni della lavatrice? utili a chi? ai repressori della libertà individuale?); dove isterici dalla pancia larga gridano alla “moratoria” per l’aborto (ma sa, il pachiderma, che significa “moratoria”?); dove postfascisti dalla fronte bassa chiedono ad alta voce il licenziamento dei docenti che hanno espresso il loro LEGITTIMO dissenso…
Non sono un ex comunista-neo bigotto, bensì ho ripensato le mie passate posizioni in senso più libertario che mai, ho letto l’articolo è mi è sembrato semplicemente ambiguo (come ogni “via di mezzo” di chi non sa schierarsi fra una ragione e un torto).
mi sembra un gran bell’articolo.
non disperiamo: leggete qui
cala dell’11%la fiducia nella CCAR , in un anno passano dal 60% al 49%, il baraccone mediatico forse non sortisce l’effetto voluto.
La CCAR sta cercando di occupare uno spazio colpevolmente lasciato disponibile dalla crisi della politica, tentano di arginare anche la loro crisi (non hanno più la DC), occorre partire all’attacco per conquistare nuovi spazi, non basta difendere le posizioni, e mi rallegra riconoscere nei teologi valdesi ottimi compagni di viaggio e di lotta.
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2848499.html?ref=hpsbdx1
un articolo interessante, però non concordo solo con una cosa , e cioè se si ritiene che un invito è inopportuno e incongruo allora è giusto e lecito chiedere che questo venga annullato, non vedo niente di scandaloso in questo.
Ottimo articolo. La Chiesa parla di verità e di dialogo poi afferma che solo in lei c’è salvezza!
I fatti degli ultimi giorni mi hanno spinto a convertirmi……all’ateismo!!!!
PS: sono un altro Massimo.Mi chiamerò Max da adesso in avanti