Walesa contro la nomina di un arcivescovo ultraconservatore a Danzica

«Per la Chiesa di Danzica sarebbe una disgrazia». L’ex leader di Solidarnosc ed ex presidente polacco (nonché Premio Nobel) Lech Walesa si schiera così in un’intervista tv contro la possibile – quasi certa, dicono i media polacchi – nomina di Slawoj Leszek Glodz ad arcivescovo di Danzica. Uno dei prelati più noti e controversi in Polonia, che ha dato la sua benedizione alla buia (ormai tramontata) epoca della democrazia monozigote dei gemelli Kaczynski.

Non è l’unico, Walesa, a pensarla così negli ambienti cattolici di Danzica, la città del sindacato che ha piegato il comunismo di Jaruzelski. Il malumore è diffuso. La Gazeta Wyborcza ha parlato di una lettera scritta da alcuni intellettuali, indirizzata a Benedetto XVI, che poi sarebbe stata ritirata all’ultimo momento: sembrava quasi una mozione di sfiducia all’indirizzo di un vescovo la cui nomina, a Varsavia, danno per sicura. Lo stesso arcivescovo di Danzica Tadeusz Goclowski, che sta per lasciare la sua carica per «limiti d’età» (75 anni), stimato per la sua visione europeista e aperta al dialogo avrebbe – sostengono alcune fonti polacche a Roma – scritto una lettera alla Santa Sede. Un’agitazione così forte che ieri sera i vescovi polacchi hanno richiamato – con una nota- tutti i fedeli «al rispetto delle decisioni del papa in materia delle nomine vescovili». Bacchettando i media: questa è ingerenza «negli affari interni della Chiesa».
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L’articolo completo di Mara Gergolet è consultabile sul sito del Corriere