Il cardinal Bagnasco non entri a scuola: gli atei italiani solidali con Pieve Ligure

La Uaar appoggia e ringrazia i genitori degli alunni della scuola media di Pieve Ligure, che hanno protestato per la visita pastorale del cardinal Bagnasco in orario scolastico. La vicenda, riportata oggi dal Corriere della Sera, non ha sorpreso gli atei italiani: «è l’ennesima volta che succede. – spiega Raffale Carcano, segretario nazionale della Uaar – Per questo mettiamo in rete moduli come quello scaricato dalle mamme di Pieve Ligure, che, ci teniamo a ribadirlo, sono tutti legali e basati su leggi e sentenze».
La Uaar ha già in corso diverse iniziative legali su casi simili a quello balzato oggi alle cronache: la visita pastorale (lo ammettono le stesse gerarchie ecclesiastiche) è finalizzata all’evangelizzazione e ogni atto di culto nella scuole è espressamente vietato dalla legge, in seguito alle intese stipulate con le confessioni religiose di minoranza dopo la revisione del Concordato del 1984. E poi, precisa Adele Orioli, responsabile delle iniziative legali della Uaar, «ci sarebbe l’articolo 97 della Costituzione, a ricordare che la pubblica amministrazione deve essere imparziale».
«La cosa è quasi ovvia: – conclude Carcano – gli atei hanno tutto il diritto di protestare perché le visite pastorali nelle scuole non vanno fatte, sono illegali e anticostituzionali». Tant’è che alcune diocesi italiane consigliano di non effettuarle.
Tutte le informazioni sulle visita pastorali alle scuole si trovano alla pagina: www.uaar.it/laicita/visite_pastorali/.

Comunicato stampa UAAR 

Archiviato in: Generale, UAAR

18 commenti

Giorgio Villella

Dopo la visita pastorale del vescovo di Padova a una scuola media pubblica, che avevamo diffidato da permetterla, abbiamo iniziato la trafila legale (Tar, Consiglio di Stato), poi eventualmente passeremo alla Corte di Giustizia d’Europa e fra diversi anni l’Italia sarà condannata.
Intanto più di 5 settimane fa ho chiesto a quella scuola pubblica di fare anche io una visita, ma naturalmente non mi hanno risposto.
Ecco il testo spedito:

Dopo la visita pastorale del vescovo, alcuni genitori mi hanno contattato e mi hanno chiesto di inoltrarvi questa domanda, come anche il vescovo mi ha suggerito di fare. Vedi: “Padova. Protesta UAAR contro visita pastorale” in internet http://www.uaar.it/news/2007/11/28.
L’Uaar è un’associazione che ha tra i suoi scopi sociali quello di “tutelare i diritti civili degli atei e degli agnostici, a livello nazionale e locale, opponendosi a ogni tipo di discriminazione, giuridica e di fatto, nei loro confronti, attraverso iniziative legali e campagne di sensibilizzazione”, nonché quello di “contribuire all’affermazione concreta del supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, delle scuole pubbliche e delle istituzioni, e ottenere il riconoscimento della piena uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini indipendentemente dalle loro convinzioni filosofiche e religiose” (art. 3 dello statuto dell’associazione). Non siamo quindi contro le Religioni, vogliamo solo che le Istituzioni pubbliche non siano clericali e discriminatorie e si attengano alle leggi e alla Costituzione.
In considerazione dei suddetti scopi sociali l’UAAR è stata qualificata come Associazione di Promozione Sociale (APS), ai sensi della legge 7 dicembre 2000, n. 383, ed iscritta col numero 141 nel relativo registro nazionale delle APS.
Sono stato segretario nazionale dell’associazione per otto anni e adesso faccio parte del Comitato di Coordinamento che ne è l’organo direttivo. Come dirigente dell’associazione sono stato invitato negli anni scorsi a fare conferenze o a partecipare a dibattiti in molte scuole pubbliche, anche in Piemonte, in Lombardia, in Toscana; a Padova ho fatto dibattiti al Liceo scientifico Curiel e all’ITIS Marconi, all’ISISS Magarotto ho fatto una conferenza, di cui allego il resoconto, agli studenti dell’ultimo anno, quindi, in quel caso, diciottenni o più.
Sono stato chiamato quattro volte in parlamento per essere “audito” da Commissioni parlamentari; una volta per la legge sulla cremazione e tre per quella sulla libertà religiosa.
Chiedo di fare una “visita culturale” alla scuola media da lei diretta per parlare con i ragazzi (e, se vogliono, anche genitori che potrebbero poi discutere a casa con i figli) sul valore della laicità delle istituzioni pubbliche. Spiegherei con esempi elementari e semplici come solo negli stati veramente laici, tutte le religioni e la libertà di coscienza siano realmente tutelate.
Padova, 13 marzo 2008
Giorgio Villella

stefano

mi sembra ovvio che Bagnasco NON DEVE ENTRARE in scuola pubblica mai, ne lui ne altri rappresentanti di qualsivoglia religione!

Giovanni Bosticco

Quando un professore potrà interrompere una messa
per una “visita didattica”, accetterò anche una “visita
pastorale” a scuola.
Prima no.

faidate

Credo che iniziative come quelle di Villella vadano moltiplicate nel maggior numero possibile di scuole, magari previo coordinamento centrale per unificare gli argomenti da trattare.

stefano

o meglio, QUANDO UN MEMBRO DELL’UAAR O ALTRA ASSOCIAZIONE LAICISTA O ATEA potrà spiegare le ragioni dell’ateismo, agnosticismo o scetticismo in una chiesa o scuola allora una visita “pastorale” in una scuola pubblica potrà essere accettata.
prima mai.

gigetta

gli atei hanno tutto il diritto di protestare?? ma quì hanno il sacrosanto diritto di protestare tutti!! è una vergogna! ma una dove deve mandarli a studiare i figli per evitare che glieli evangelizzino in svizzera? non voglio che chicchessia faccia lavaggi del cervello che non faccio neanche io alla mia amatissima prole!

ello

E invece Bagnasco ha iniziato il suo giro, stamattina era a Sori, conferma domani a Pieve. Interessante questa parte dell’articolo del SecoloXIX:
Dalla Curia non trapela nessun commento alla polemica innescatasi nei giorni scorsi. «Quella stessa mattina, un’ora prima, verranno i Lion’s a parlare di guida sicura ai ragazzi – spiega don Grilli – nessuno si è sognato di contestare questo incontro. È chiaro, dunque, che quello di criticare la visita del cardinale non è altro che un pretesto per esprimere una sorta di integralismo laicista, di un livello non capace di comprendere la differenza tra quello che è incontro culturale di ossequio e un’intromissione. Se non fosse stato invitato, il vescovo di sicuro non si sarebbe mai sognato di fissare un passaggio da quella scuola».
Incontro culturale di ossquio??!!!

paolida

Il TG3 della Liguria ha mandato in onda alle 14 un servizio sulla contestazione della visita di Bagnasco. Sebbene il 70% del servizio fosse dedicato a Bagnasco, tuttavia i genitori e gli insegnanti che si sono opposti non ne sono usciti male. Clamoroso AUTOGOL della preside che, temendo forse che si pensasse che la sua scuola era frequentata da anticristi, ci ha tenuto a precisare che non era stata solo la scuola di Pieve ad opporsi, bensì molte scuole e istituzioni del circondario. Cosa vogliamo di più ?

emmeesse

Benvenuti in Liguria.

Nella liguria cattoleghista che recupera le sue origini in qualsiasi forma e surrogato.

Traumatizzata come e’ dal rapido evolversi degli eventi.

Una popolazione tra le piu vecchie d’italia, stretta fra mare, monti e santuari.

Un ritratto attendibile del resto di Italia fra 5/6 anni…

Se l’UAAR riesce a farsi sentire in liguria, ce la puo fare anche in vaticano…

pietro

la vostra sentenza non è fonte di diritto, non è legge, non è vincolante e non riguarda la visita di un cardinale ad una scuola superiore. Non disturbate i carabinieri, Mr Bagnasco è il benvenuto.

Giol

Al Secolo XIX:

ma… non vorrete mica paragonare l’educazione stradale col proselitismo cattolico, vero?!?

enrico g.

“Una popolazione tra le piu vecchie d’italia, stretta fra mare, monti e santuari.

Un ritratto attendibile del resto di Italia fra 5/6 anni…”

Complimenti e auguri al resto d’Italia!!

Tra l’altro mi risulta che nei paesini dell’entroterra l’età media si sia abbassata notevolmente grazie alle numerose nascite di Turchi e Curdi… non disperate: tra un po’ invece che le visite dell’arcivescovo ci saranno quelle dell’imam!

Vash

Ho sentito la notizia di questa vista pastorale anche su Studio Aperto ma naturalmente nessuno ha detto che le visite pastorali sono vietate dalla legge!

Stefano Bottoni

Esiste la Costituzione, esistono leggi, esistono sentenze della Corte Costituzionale… tutta carta straccia per le gerarchie ecclesiastiche, naturalmente appoggiate dai soliti benpensanti che dicono: -Ma che fastidio vi da?- (stessa storia dei crocefissi in classe e negli uffici pubblici).
Non capisco poi perchè don Grilli si stupisca come nessuno abbia protestato per la lezione di guida sicura da parte dei Lion’s. Si tratta appunto di una lezione didattica tenuta da un’organizzazione laica (tale almeno mi risulta), su un argomento importante per tutti i ragazzi che un giorno vorranno avere la patente di guida o che già pilotano un motorino, dunque va benissimo. E non viola alcuna legge.

nicola

A Grosseto siamo attivamente impegnati contro il tour propagandistico del vescovo, che ha visitato e continua imperterrito a visitare le scuole di ogni ordine e grado. Abbiamo già presentato un ricorso al Tar e un ricorso al Presidente della Repubblica, abbiamo organizzato volantinaggi, scritto alle scuole e ai giornali, anche in forma piuttosto garbata. Ne è venuto fuori che gli integralisti-laicisti siamo noi. Ma guarda un po’.
Anch’io, tra l’altro, come Giorgio Vilella, ho proposto alla preside di un istituto superiore d’invitare tre rappresentanti dell’Uaar in concomitanza con la visita del vescovo, che la stessa preside aveva definito come “un’utile occasione d’incontro e di confronto”.
Ecco il testo della lettera, a cui, chiaramente, non è seguita nessuna risposta.

Gentile professoressa xxxxx,
la ringrazio per la sua risposta, ma sono rammaricato del fatto che lei non voglia considerare la valenza religiosa, cultuale della visita del vescovo Agostinelli, che, come tale, non può svolgersi all’interno delle istituzioni scolastiche pubbliche durante le ore di lezione. E guardi che la valenza religiosa non è opinabile, ma sancita dal diritto canonico.
Mi lascia inoltre piuttosto perplesso che lei consideri la semplice affermazione di un principio, sancito dal nostro ordinamento, come espressione di laicismo e dunque di limite alla libertà di espressione di un esponente della Chiesa cattolica. Segno che per lei è legittimo interrompere un servizio pubblico per dar modo al vescovo di svolgere il proprio lavoro, dato che negargli questa possibilità significherebbe sottrarsi al confronto democratico. Non capisco inoltre che cosa c’entri tutto questo con la didattica, ma prendo volentieri atto della sua disponibilità al confronto e pertanto le chiedo di permettere al presidente nazionale dell’Uaar, Raffaele Carcano, al sottoscritto e a Luciano Calì, referenti provinciali di tale associazione, di incontrare, lo stesso giorno e alla stessa ora in cui riceverete il vescovo, gli studenti del suo istituto, di modo che essi possano scegliere se ascoltare Sua Eminenza o tre esponenti di un’associazione che tutela i diritti civili degli atei e degli agnostici, difende la laicità dello Stato e valorizza il pensiero non religioso.
Non le chiediamo ovviamente l’uso dell’aula magna, che sarà già occupata dal vescovo. Ci basta una semplice aula o un qualunque spazio all’interno della scuola. L’importante è che gli studenti sappiano che saremo lì e che abbiano la possibilità di ascoltarci.
In attesa di una sua risposta, la ringrazio e la saluto cordialmente.

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