I “falsi” scoop su Galileo

FIRENZE – L’ultimo scoop su Galileo? «Che gli scoop strillati da giornali e tv negli ultimi anni non erano tali: tutta roba già vista e conosciuta dagli addetti ai lavori». Galileo sui mezzi d’informazione? «Ridotto a mito di pronto impiego, a pettegolezzo nella speranza di un rialzo dell’audience. I grandi nomi, come il suo, vengono snocciolati ormai solo secondo ritmi televisivi e pubblicitari».
Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano recitava un fortunato libello scritto da Gino & Michele agli inizi degli anni’90. Ora tocca invece agli studiosi addetti ai lavori che dal «Giornale Critico della Filosofia Italiana» attaccano a testa bassa.

GALILEO MEDIATICO – Nell’ultimo numero dell’autorevole rivista fondata da Giovanni Gentile nel 1920 in uscita a fine aprile sarà pubblicato un articolo fortemente polemico dal titolo «Galileo mediatico». Lo ha scritto Sara Bonechi, 40enne, che da anni si dedica all’aggiornamento dell’edizione nazionale di Galileo, oltre a lavorare alla digitalizzazione del Fondo Galileiano della Biblioteca nazionale di Firenze (348 manoscritti, il cui catalogo è consultabile su www.bncf.firenze.sbn.it e su www.imss.fi.it) e a collaborare coll’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze a progetti di divulgazione ed edizione dell’opera di Galileo e della sua scuola.

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RICERCHE IN CRISI – Note da addetti ai lavori dunque ma che comunque non dovrebbero giustificare le inesattezze. «E infatti – prosegue Bonechi – quest’ultima vicenda di per sé non meriterebbe più che una nota erudita su una rivista di studi galileiani come ho scritto per il “Giornale Critico della Filosofia Italiana”. Ma questo modo di fare è solo il sintomo di una mancanza da attribuirsi più alla diffusa voglia di scoop che all’insipienza in tempi in cui purtroppo il “sensato” ha ormai poco galileianamente ceduto il passo al “sensazionale”». Talvolta i titoli si fanno più facilmente con il sensazionale che con il sensato. «Capisco. Anche se dico però che ci sarebbero dei problemi veri di cui parlare. Nei giorni della mancata visita di Benedetto XVI alla Sapienza, ho visto un servizio del Tg2 delle 13 su Galileo impressionante: veniva descritto come un poveretto! E come se fosse ancora in discussione chi avesse ragione e chi torto. Giornali e tv non sono interessati alla figura storica di Galileo ma lo usano strumentalmente. In più nessuno, e sottolineo nessuno, parla delle difficoltà in cui langue ormai da anni l’aggiornamento della monumentale edizione nazionale di Galileo. Dal 1909, data di pubblicazione dell’ultimo volume a ora, sono venute fuori tante cose. In Archivio di Stato a Firenze c’è ancora molto materiale da guardare. All’accademia dei Lincei ci sono carteggi acquisiti e mai studiati. Così come in archivi privati italiani e stranieri. Mancano i fondi per queste ricerche. Questo nessuno lo scrive».

Che manchino i fondi per questo tipo di ricerche e di studi non è uno scoop, neppure più una notizia purtroppo. «Nel 2009 verrà celebrato l’anniversario della scoperte celesti fatte nel 1609 grazie al cannocchiale: è stato creato un comitato, sono previste delle mostre, si parla di grandi nomi dello spettacolo per eventi su Galileo. Tutta roba ben spendibile. Ma ci sarà un sostegno ad altre iniziative di valore scientifico e di ricerca?».

L’articolo completo di Iacopo Gori è consultabile sul sito del Corriere 

Piccola testimonianza di come il nostro paese, a livello culturale, sia ormai in decadenza – soprattutto per quanto riguarda la diffusione e la percezione rispetto all’approccio scientifico. Tutto ad maiorem Dei gloriam, chiaramente…

10 commenti

Bruno Gualerzi

Mi permetto di dissentire (stamattina mi sono svegliato così) sia pure in parte, sia dall’articolo che dal commento.
Se per far sì che di Galileo si possa parlare solo sulla base di ciò che tanti studiosi vanno – non so da quanto tempo e con quali oggettive difficoltà per lo stato della ricerca in Italia – indagando con riferimento a documenti e testimonianze… saremmo tutti – tutti noi non addetti ai lavori – costretti al silenzio. In realtà ormai da tempo Galileo è entrato a far parte dell’immaginario collettivo, e, come sempre in questi casi, nel bene e nel male, per cui il Galileo ‘storico’ (come il Gesù ‘storico’) è ormai probabilmente irrecuperabile.
Detto in altro modo: Galileo è il simbolo di un conflitto tra scienza e fede che manterrà i suoi caratteri indipendentemente da eventuali nuove più aggiornate notizie sulla sua vicenda.
Ciò naturalmente non giustifica alcuno ‘scoop’ inventato o improprio… ma difficilmente si potrà impedire che Gelileo navighi su un mare dove ognuno gli farà prendere la rotta che più lo soddisfa.

luxio

mi permetto di dissentire dal suo dissenso… 🙂
il gesù storico è irrecuperabile per mancanza di fonti (se mai sia esistito), il galileo storico al limite può essere irrecuperabile per mancanza di volontà.

Francesco M.Palmieri

La figura e la soria di Galilei, è ovvio che siano diventati, ormai per sempre, l’emblema dell’ ottusità dei credi religiosi, talmente allucinati, da pretendere che testi più o meno sacri, dovessere essere considerati come testi scientifici.

Ma forse è sfuggito che qualcuno sta cercando di far passare Galieli come colpevole e non come vittima.

Per poter assolvere la Chiesa, sempre e comunque e non importa a quale prezzo !!

Massimo

Sante! Sante! Sante religioni!
Le religioni si appropriano, resuscitano e trasformano, dicendo di “rimanere uguali”, di “essere sempre state quelle” e fondando sull’oblio, su nuove ignoranze ciò che dicono, ma “non uccidono”. Sono sempre “altri, pugnatores” ad aver fatto il lavoro sporco per “loro, sacerdotes”. Anche oggi è così, e in proposito a questo, è vero, non è cambiato proprio nulla.

Bruno Gualerzi

E’ proprio questa serie di manovre per far passare Galileo da colpevole invece che da vittima che indica come ci si stia avvicinando pericolosamente a calpestare quelle sabbie mobili in cui ognuno può pensare di pescare impunito nel torbido. Per cui non so quanto sia utile puntare su documenti e testimonianze per ‘salvare’ Galileo, la sua vicenda storica, invece di puntare su ciò che Galileo ormai rappresenta: il simbolo dell’oscurantismo della chiesa nei confronti della scienza… indipendentemente dal riscontro ‘documentale’ di tutto ciò. Che ormai, come tale, difficilemente farà ricredere chi è partito lancia in resta armato dalla fede.
Se si pensa che sta prendendo sempre più piede ciò che sembrava nemmeno immaginabile di fronte alle tanto prove schiaccianti, cioè la convinzione crescente che l’olocausto sia stata un’invenzione! Tanto può la forza della fede!

Sergio

Una domanda irriverente e controcorrente e che susciterà sicuramente dissenso:

Ma è davvero così importante pubblicare tutti gli scritti di Galileo, anche le cose più insignificanti? Si dirà: di un classico, di un grande, ci interessa tutto, è giusto e doveroso che si salvi l’intero corpus.
Da qualche tempo comincio a dubitare dell’opportunità e dell’importanza di certe imprese editoriali.
Per dirne una: è in corso di pubblicazione da non so quanti anni l’edizione critica delle opere di Gottfried Keller. A chi interessa? Credo a nessuno, anche se questo scrittore gode ancora di una buona reputazione, essendo un classico delle lettere tedesche.
L’edizione critica sarà distribuita alle biblioteche e verrà consultata da qualche germanista (forse). Nessun altro la comprerà: mi sembra dunque che non valga la pena. E del resto queste imprese senza gli sponsor o l’intervento dello Stato non si realizzano.

A parte il fatto che stiamo forse entrando in un’epoca postletteraria. Un fine letterato come Raffaele La Capria non esclude che la letteratura possa scomparire.

Valentino Salvatore

D’accordo in parte con Bruno. Tra l’altro, non sono tipo da essere “fan” sfegatato di qualche personaggio in particolare. Il problema di fondo però è che si tenta di screditare un personaggio come Galileo il quale – al di là delle imprecisioni e delle cantonate che egli stesso ha preso – rappresenta uno dei primi passi dell’emancipazione della scienza rispetto alla religione. Ed è preoccupante che questo revisionismo cattolico e reazionario avvenga in maniera così massiccia, a livello politico, culturale, religioso e anche mediatico (ad esempio con quel “mitico” servizio apparso sul Tg2). Non voglio nemmeno immaginare cosa accadrà l’anno prossimo, per il bicentenario di Darwin…

lacrime e sangue

@Sergio
Qualsiasi scritto, anche minimo, anche contrario a quello che pensiamo, perfino il Mein Kampf, va conservato.

Va conservato perchè noi siamo ciò che siamo stati: è fondamentale permettere che anche un solo studioso possa leggere in futuro la lista della spesa di Italo Svevo. Da lì potrà sapere se era ricco o povero, se era vegetariano o un carnivo da cerne sanguinolenta mezza cruda, ricavando un ritratto della PERSONA. Un’impronta della sua vita, un fantasma il più completo possibile.
Una resurrezione…

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