Ha ragione Massimo Cacciari quando fa notare che il termine “relativismo”, di per sé, non significa assolutamente nulla. E’ una parola buona per tutti gli usi. Gli italiani comuni la sentono pronunciare spesso, ma non sono in grado di afferrarne il senso, né associarla ad alcun simbolo valoriale. Gli intellettuali, per parte loro, ne discutono senza costrutto e senza neppure intendersi l’uno con l’altro. Se si parlasse di liberalismo (come fece Karol Wojtila nel 2002, durante il suo ultimo viaggio in Polonia) di illuminismo o di individualismo, forse le cose sarebbe più chiare.
Non è un caso, invece, se la Chiesa cattolica ha adottato questo termine, facendo della “lotta al relativismo” il fulcro della sua offensiva culturale e mediatica. Questa scelta le permette di lavorare alla riconquista dell’egemonia sulla società italiana e di smussare con abilità le punte della polemica. I religiosi possono così presentarsi nelle pacate vesti di un’autorità morale, invece che nei panni, ben più scomodi e impegnativi, di protagonisti di una battaglia di potere a tutti gli effetti.
Nel discorso di insediamento alla presidenza della Camera, anche Gianfranco Fini ha attaccato il relativismo culturale, omaggiando il Papa quale “guida spirituale della larghissima maggioranza del popolo italiano”. Fini sa bene che questa affermazione è assolutamente priva di fondamento, come dimostrano tutte le statistiche. Gli italiani (e Fini con loro) non vivono affatto secondo le indicazioni della Chiesa, fatta eccezione per una minoranza autenticamente cattolica.
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L’articolo completo di Alessandro Litta Modignani è consultabile sul sito dei Radicali
Immagino che fini non faccia parte della “larghissima maggioranza” che cita, date le sue vicissitudini private..
Nel discorso d’insediamento alla presidenza della Camera che necessità c’era di “omaggiare” il papa, abbiamo un governo o una parrocchia: di male in peggio.
“relativismo” è una parola buona soprattutto per un uso. Quello che Stalin e Mao facevano del termine “borghese”, Hitler di “ebreo”, McCarthy di “comunista”, B16 e i suoi predecessori del termine “eretico” ecc. ecc. Vale a dire per la caccia alle streghe. Non è tanto un termine che ha molti usi, è che qualsiasi termine può essere usato per questo uso particolare.
Apostasia subito!
“relativismo” mi ricorda un po’ “Emmanuel Goldstein” del romanzo 1984 di George Orwell: il nemico creato dal partito stesso per poter mantenere un’unità.
Relativismo è il contrario di assolutismo e sinonimo di libertà di pensiero, ecco perchè non piace a questi “campioni della democrazia”.
Ci sarebbe poi da discutere su cosa significhi essere “autentitamente cattolici”…
Il relativismo non conosce valori assoluti:
– la vita non lo è (alcuni preferiscono la salute, Catone la libertà)
– la libertà non lo è (gli ecclesiastici e i militari preferiscono l’obbedienza)
– i soldi non sono un valore assoluto (alcuni preferiscono dignità, onore e affini)…
e potrei continuare
Cacciari non capisce (vuole non capire) assolutamente nulla.
8 X 1000 AI VALDESI
5 X 1000 ALL’UAAR
Beh… diciamo che se misuriamo il valore della guida, dalla coerenza agli insegnamenti dei seguaci…. possiamo stare proprio tranquilli
In bocca alla Chiesa, lotta al relativismo è solo un modo “presentabile” di dire supporto all’assolutismo, quello clerical-cattolico naturalmente: infatti, chi è in realtà più relativista (nel senso deteriore del termine) di coloro che equiparano fede e ragione?
Nel suo discorso di insediamento come Presidente della Camera, Fini ha omaggiato b16 parlando contro il relativismo.
Poi un ragazzo a Verona è stato ammazzato da “figli di buona famiglia” (io direi semplicemente “figli di…”), ma lui ha detto che -E’ un evento più grave il rogo delle bandiere di Israele a Torino!-
Ponendo come presupposto che bruciare una bandiera mi sembra in ogni caso un atto idiota e intollerante… Quello che ha detto Fini non è forse relativismo?
Oltretutto sbagliando la classifica (bruciare una bandiera è idiota, ammazzare una persona è un crimine)…
ricordo che il contrario di RELATIVISMO è, dizionario alla mano, ASSOLUTISMO.
(relativo è il contrario di assoluto).
Come interpretare la posizione di chi si scaglia contro il relativismo, dunque? Come la posizione di chi vuole ripristinare l’Assolutismo, i valori assoluti, i poteri assoluti (= da non mettere in discussione).
L’arte del dire e non dire è comune a tutti i pataccari: da chi fa gli oroscopi ai preti.
Che, così giocando sul travisamento e sulla molteplicità delle interpretazioni possibili, lasciano intendere a ciascuno ciò che vuol intendere e, nel contempo, non rende mai responsabile chi parla di aver detto qualcosa di cui possa essere ritenuto chiaramente responsabile: più relativismo di questo (chè percorre tutta le storia della Chiesa cattolica nei periodi di vacche magre) dove mai si può andare a cercare.
Mentre al contrario “assolutismo” significa che la Chiesa cattolica (chi per essa) può parlare senza che nessuno possa permettersi di dire qualcosa a Lei contrario (per questo il papa ce l’ha tanto con “il relativismo” di chi è uso parlar chiaro, ma non in nome di un vago “assoluto”.
Probabilmente a Fini non va ancora bene il relativismo di poteri dello Stato che sono storicamente collaterali al fascismo “ma anche” all’antifascismo.
in bocca ai preti la parola relativismo è sinonimo di; comunismo, socialismo, anarchia, evoluzionismo, libera ricerca scientifica, riconoscimento delle coppie di fatto di etero gay lesbiche ecc. ( per questi ultimi 2 anche il libero matrimonio in chiesa è relativista), eutanasia… uan struttura monolitica e immutabile, sorda a tutti i tipi di cambiamento, senza una minima volontà di ascoltare e comprendere il “relativismo”, l’altro pensiero quindi di per se il pericolo, sempre e comunque
Fini è un laico – lo dimostra la sua vita privata e le sue scelte al referendum sulla legge 40. Sicuramente è uno che non si fa influenzare dalla Chiesa (più di tanto). Spiace solo che debba fare queste “leccatine” al Papa per guadagnare consensi tra i cattolici.
No fini e’ un ipocrita: fate come dico ma non fate come faccio: del resto il suo ispiratare e’mussolini, ateo dichiarato (resta famosa la sua prova dell’inesistenza di dio: “se dio esiste
mi fulmini in questo istante, siccome sono sempre vivo dio non esiste”) che firmo’ i famigerati
patti lateranensi decretando la fine del laicismo che aveva caratterizzato l’Italia liberale.
Non so quanto il “relativismo” sia una minaccia per la società ma sono sicuro che l’assolutismo lo è.
L’atteggiamento che reputo migliore è paradossalmente quello che viene criticato sia da una certa filosofia “relativista” postmoderna, di cui Cacciari è esponente, sia dall’irrazionalità assolutista della religione, in particolare della chiesa: è l’atteggiamento scientifico.
La scienza rifiuta sia un relativismo “ingenuo” (la scienza cerca delle verità che valgono per tutti gli uomini, a prescindere da tradizioni, religione, ecc.) sia un assolutismo dogmatico (attraverso la critica sistematica all’autorità e l’adozione di un relativismo di tipo pragmatico derivata dal riconoscimento dei propri limiti e quindi della perfettibilità delle proprie conoscenze).
In questa caccia alle streghe della scienza, Cacciari & C. e B16 sono alleati. Cacciari & C. incosapevolmente, mentre B16 consapevolmente (è molto più furbo, e critica la scienza facendo proprio leva sulle critiche dei relativisti ingenui). Sono tempi bui…
Io reputo che la dissoluzione della sinistra in Italia sia dovuta anche a livello culturale sostanzialmente dall’assunzione di punti di vista del relativismo “ingenuo”. Eliminando sistematicamente le idee “forti” proprie di una certa tradizione socialista si è arrivati all’estremo relativista del “ma anche” veltroniano. La sinistra quindi anche culturalmente ha offerto il fianco alla destra irrazionale e dogmatica che ha colpito senza esitazione. E credo che alla lunga il danno culturale sia molto più grave per la società Italiana che lo scacco politico delle elezioni recenti.
Farabutti, fascisti e clericali hanno una cosa in comune: vogliono dettere “la loro legge”, “dall’alto per chi sta in basso” ma non vogliono essere sottoposti alle leggi.
Perché “loro stanno in alto” e gli altri “in basso”.