La sorella della Orlandi: “Credo a Sabrina Minardi”


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Ci sono state resistenze anche negli ambienti del Vaticano?
“C’è stata molta solidarietà. Ma come in tutti gli ambienti c’è chi ci è stato vicino e chi ha scelto il silenzio”.

La magistratura ha avuto difficoltà, non sempre c’è stata collaborazione.
“Esistono degli accordi di procedura che vanno seguiti e rispettati. Ricordo che il pm Domenico Sica ha ottenuto la collaborazione della segreteria di Stato”.

E’ servito a poco.
“Chi aveva in mano mia sorella era in grado di controllare tutto”.

Tutto?
“Una volta il pm Sica chiese e ottenne di essere presente durante una delle telefonate dell’americano, quello che chiedeva il rilascio di Ali Agca in cambio di Emanuela. Si sistemò nella stanza del cardinale Agostino Casaroli e attesero insieme l’ora stabilita. L’uomo non si fece sentire. Ma appena Sica lasciò il Vaticano chiamò. Era seccato. Ci disse: ‘Volete fare i furbi, lasciate stare la magistratura'”.

La sua famiglia ha dato credito alla pista internazionale?
“Mio padre era convinto che mia sorella fosse vittima di un gioco più grande di noi. Quando chiamò, l’americano disse di essere amico di Mario e Pierluigi, quelli che si erano fatti sentire per primi. Era un modo di far capire che si trattava della stessa gente. Oggi, quando ci penso, il collegamento con la banda della Magliana è evidente. All’epoca era difficile, impossibile”.

Enrico De Pedis riposa a Sant’Apollinare. Sua sorella frequentava la scuola di musica della Basilica. Nella stessa Basilica doveva suonare il giorno la sua scomparsa per un concerto. E’ stata rapita a pochi metri da quel luogo. La tragedia di sua sorella è piena di simbologia.
“Emanuela è stata vittima e strumento di un ricatto”.

Suo padre aveva visto documenti compromettenti.
“Mio padre si occupava delle domande per le udienze pubbliche con il Papa”.

Era un caso che doveva fare rumore.
“Per mettere in difficoltà il Vaticano”.

Perché?
“Questo non lo so. Ma se è stata rapita dalla Banda della Magliana, con quello che significa questa Banda e per le implicazioni che ha avuto, forse si capisce anche il motivo”.

L’intervista integrale di Daniele Mastrogiacomo è consultabile sul sito di Repubblica

4 commenti

Stefano Grassino

La religione è una cosa, il Vaticano un’altra, d’accordo. Ma voi credenti come fate a dare l’8×1000 alla chiesa?

Massi

La religione è fatta di fede in cose futili e di misteri su fatti oggettivi.
Perciò in Vaticano ci casca a fagiolo.

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