Incautamente qualche clericale si è rallegrato del mancato successo elettorale della Rosa nel Pugno come del segnale del venir meno della rilevanza della questione della laicità nel nostro Paese. È un errore di valutazione perché la questione rimane. È in gioco l’etica pubblica che è di interesse generale e che forze politiche del centro-sinistra hanno eluso durante la campagna elettorale. […] Per affrontare la questione del riconoscimento giuridico delle unioni di fatto (etero e omosessuali); per sciogliere una volta per tutte in maniera univoca la questione dei simboli religiosi in luogo pubblico; per fare dell’ora facoltativa di religione nella scuola un contributo qualificato alla conoscenza del fenomeno religioso; perché si possa discutere serenamente sull’opportunità o meno di rinegoziare alcuni aspetti attuativi del Concordato. Per fare tutto questo occorre chiarezza di idee e coraggio istituzionale per ridare all’etica pubblica la pienezza della sua autonomia. L’etica pubblica si esprime laicamente in normative che non potranno soddisfare tutti i cittadini. Ma nessun cittadino deve trovarsi in posizione di svantaggio (o addirittura di sofferenza) perché non condivide le convinzioni di una presunta «maggioranza morale». […] Su tutto questo nell’Unione è mancata una riflessione programmatica all’altezza della situazione. È prevalsa la preoccupazione di sdrammatizzare, di assicurare senza mai veramente entrare a fondo nel merito dei problemi. Ciascun leader, maggiore o minore, si è preoccupato del proprio profilo – con un occhio più alla Cei che alla collettività dei cittadini diversamente credenti. L’Unione è divisa al suo interno su molti dei punti qualificanti elencati sopra. Ma se vuol governare deve cominciare a dare l’esempio di superare le proprie differenze interne. Essere laici (come tutti zelantemente dicono di essere) significa non proiettare la propria identità su quella degli altri ma accettarle tutte – e saperle governare saggiamente. È un compito difficile, naturalmente. Soprattutto perché i clericali sono maestri nell’approfittare delle divisioni interne all’Unione. La questione laica (o specularmente la questione clericale) potrebbe esplodere in modo incontrollabile e distruttivo più di quanto non sospetti.
Il testo integrale dell’editoriale di Gian Enrico Rusconi è stato pubblicato sul sito della Stampa