Un cittadino che aveva fatto regolare domanda di sbattezzo si è visto recapitare dalla parrocchia a cui si era rivolto (Santa Maria Oltrebut di Tolmezzo, in provincia di Udine) una lettera in latino: “quod adnotatio in registrum Baptizatorum huius Paroeciae hodie a me adscripta est”. Il cittadino si è rivolto all’UAAR per una consulenza: e poiché la legge stabilisce che la conferma dell’avvenuta annotazione deve essere redatta in modo chiaro e comprensibile, d’intesa con l’associazione ha presentato ricorso. Il parroco ha sollecitamente inviato una traduzione, non mancando di evidenziare che “nell’ordinamento canonico della Chiesa cattolica di rito latino la lingua originale degli atti ufficiali è ovviamente la lingua latina”. Il vicario generale della diocesi si è lamentato con il cittadino perché “il latino non è lingua straniera, ma lingua madre, per la quale la legislazione non richiede la traduzione”, ma ciononostante ha invitato il parroco, “al fine di non dare occasione in futuro a gravami, che evidentemente hanno mero scopo di alimentare polemiche, a corrispondere a casi analoghi, in Italia, usando la lingua italiana”. Poiché il parroco aveva nel frattempo provveduto a quanto richiesto, il Garante della privacy ha dichiarato il “non luogo a procedere” sul primo, e probabilmente ultimo, caso di debaptismum.
Il primo caso di “debaptismum” è finito davanti al Garante
61 commenti
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ozzac id atset anu è ocorrap leuq.
Anche questa è lingua viva, anzi, ai miei tempi ci si divertiva un sacco…
Non capisco come si possa definire lingua madre in assoluto il latino. Ma prima ci sarà stata una lingua madre del latino che è quindi lingua madre della madre…e del padre. E ci mancherebbe altro che la legislazione avesse a chiedere la traduzione: ma nol se rende conto dea monada ch’el gà dito ch’el mona? Anca questo in piazzale Loreto!
Amen
che bravi,prendono pure per i fondelli
Il caso sembra più che altro divertente… ma poi nelle parole del vicario vi si adombra una tendenza neanche tanto strisciante dell’attuale pontificato. Tornare alla sacralità del medioevo! Tornare al ‘latinorum’, uno dei più spudorati mezzi per tenere nell’ignoranza intere popolazioni.
Non per colpa del latino, sia ben chiaro, che è una lingua stupenda.
Il latino è lingua nonna…
lingua madre di che?
semmai lingua morta da cui son derivate altre lingue.
(a sua volta il latino sarà derivato da altro)
la prossima volta? pescecani e cerchi di fuoco?
“Error, conditio, votum, cognatio, crimen,Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, Si sis affinis,…” – cominciava don Abbondio, contando sulla punta delle dita.
e perché invece non usare i tamburi e i corni da caccia?
perché limitarci al latino? perché non andare ancora più indietro?
Se una bella frase in latino è sacra, una in indoeuropeo lo sarà di più!
Figuriamoci se è un bell’urlo da caccia preistorico, con tanto di tamburi! Quella sarà sacrissima!
Latino lingua madre ? Semmai lingua nonna per noi italiani ed i nostri glottocugini francesi e spagnoli.
Se fosse come dice il parroco , allora perchè il papa all’ angelus non fa la sua predica in latino e così anche la cei e tutti i vescovi, le loro dichiarazioni ?
La Chiesa non sa più che inventarsi per finire nel ridicolo…
L’utilizzo di una lingua desueta come il latino è solo l’ennesimo giochino di potere da parte del clero. Danno a noi dei materialisti ma loro sono ciò che di peggio c’è, compratori d’anime.
E il latino, per essere lingua madre, dovrebbe essere la lingua parlata dalla maggior parte delle persone; praticamente i bambini come prima parola dovrebbero uscire con un “Rosa rosarum rosae!”… Casomai può essere considerata SECONDA lingua, o toh, tuttalpiù alla stregua del ladino… Lingua madre o no mi viene soltanto da citare “O tempora, o mores…”. Sì, perchè la corruzione sta nei mores, non nei non mores.
..infatti se i genitori dei bambini violentati dai preti pedofili avessero fatto le loro rimostranze in latino, sarebbero stati compresi e ascoltati prima… ?!?
Ecco dove vanno a finire i soldi dell’ 8×1000… In vocabolari Italiano-Latino….
Concordo e non concordo.
Il latino è sicuramente la lingua madre dell’italiano ed è altrettanto vero che è la lingua ufficiale della chiesa.
Però la legge stabilisce che la conferma dell’avvenuta annotazione deve essere redatta in modo chiaro e comprensibile ed altrettanto sicuramente in Italia (in vaticano il discorso è diverso) una lettera redatta in latino non può essere considerata chiara e comprensibile; ignoro se il registro dei battesimi è redatto in italiano o in latino, ma la cosa mi sembra ininfluente, in quanto dovevano rispondere ad una richiesta fatta in italiano.
Il comportartamento del vicario e del parroco mi sembrano ispirate dalla peggiore tradizione della chiesa che nel medioevo opponeva il latino al volgare della popolazione solo per non far capire nulla.
Comportamento inqualificabile che evidenzia supponenza e spocchia di chi lo attua.
L’italiano è la lingua ufficiale della Repubblica Italiana.
Stop.
Detto questo, detto tutto.
l’italiano discende in buona parte dal latino. ovvio.
il latino e’ un’altra lingua, distinta dall’italiano (lingua ufficiale in Italia)
cosi’ come non deve essere coinvolta mia madre e sostituirsi a me se io intrattengo rapporti con terzi, cosi’ non deve essere usato il latino quando deve essere usati l’italiano
La madre pero’ viene coinvolta quando il figlio non e’ capace (completamente) di intendere e di volere. Che sia questo il messaggio implicito?
Oh pbacco! Oh pbacco! Ora ci tocca imparare anche il latino!
Ma feti un pò tu cos mi tocc fare alla vecchiaia.
So Attla il flacello ti tio!!!!!!!
Ehehehehe se ne sentono di tutti i colori nelle casistiche.
Quel povero omuncolo ha voluto fare una meschina ripicca con ‘sta storia della risposta in latino. Lo sbattezzo ǝllɐd ǝl ǝɹɐɹıƃ oʇʇɐɟ ɐɥ ılƃ 😉
il latino è una lingua morta da almeno 1500 anni, da esso si sono sviluppati 6 dialetti (francese, spagnolo, italiano, portoghese, rumeno e dacorumeno parlato in parte dell’albania e in moldova).
la lingua parlata qui è l’italiano, si prega di usare questo per comunicare e non altro idioma, grazie.
Con le chiese vuote e il sostentamento diretto dello stato laico, è evidente che il clero ha un sacco di tempo libero per dilettarsi a scrivere lettere in latino.
Immagino che la risposta sia giunta su pergamena o addirittura su tavoletta di argilla…
Allora faremo la richiesta di sbattezzo in latino. tie
La prossima volta proveranno col sanscrito.
I preti fanno corsi appositi per mettere i bastoni tra le ruote a chiunque non accetti la loro autorità e la loro tracotanza.
ridicoli.
Stefano, escludendo i dialetti per limitarsi alle lingue neolatine parlate in Italia, all’elenco vanno aggiunti il catalano (Alghero), il provenzale (valli occitane del Piemonte), il ladino (BZ e BL), il friulano e il sardo. Quale poi sia la differenza tra lingua e dialetto è questione ancora discussa. Qualcuno ha detto che una lingua è un dialetto dotato di un esercito, ma forse era solo una battuta.
Una ne pensano e cento ne fanno. La prossima volta risponderanno in alfabeto farfallino.
“il latino non è lingua straniera, ma lingua madre”
Se il latino è lingua madre gli italiani dovrebbero, eventualmente, adorare i Penati e i Lari in sintonia con la loro storia. La realtà comunque è continua trasformazione, l’UAAR ed i suoi iscritti ne tengono conto, questo parroco no!
O tempora! O mores!
Quousque tandem abutere patientiae nostrae?
Omnia Gallia est divisa in partes tres!
Titire, tu patule recubans sub tegmine fagis…
Memento!
Cum in Africam venissem M. Manilio consuli ad quartam legionem tribunus, ut scitis, militum, nihil mihi fuit potius quam ut Masinissam convenirem, regem familiae nostrae iustis de causis amicissimus.
In parole povere, parroco…
Vatlapiiè’ntalcùl!!!
ma il documento è scritto a mano con la penna d’oca? se no non vale…
anche una bella miniatura non guasterebbe…
a me viene invece da pensare che dal suo punto di vista il prete ha dimostrato di riconoscere valore alla cosa (utilizzando la lingua della made chiesa) mentre ancora molti saccenti teologi affermano che lo sbattezzo non ha alcun senso per il loro dio.
e signor din don dan non si esprime
@ Stefano Bottoni
A parte l’uso che ne hanno fatto i preti e tutti i luoghi comuni sulla lingua ‘morta’ o ‘madre’, a scelta, secondo me il latino è una lingua straordinaria. Naturalmente, come per tante altre cose, rovinata in pieno e fatta odiare dalla scuola. Ma pensa a Lucrezio, a Orazio, a Giovenale, a Marziale, allo stesso Cesare (con la sua Gallia divisa in tre), allo stesso Virgilio, anche all’odioso Cicerone… Guarda caso, tra l’altro, tutti autori, almeno i primi citati, poco amati dalla chiesa,.
Grande Bruno. Lo studio del latino può aprire alla comprensione migliore di molti linguaggi, anche attuali… non ultimi molti termini scientifici.
Ben altra cosa è il latinorum alla don Abbondio… e altra ancora è la manifestazione, un po’ melanconica, di un’erudizione d’altri tempi, ultimo appiglio del parroco che si inventa il “debaptismum”.
Anziché fare ricorso sarebbe stato più divertente approntare un modulo di richiesta di debaptismum scritto in lingua latina. Questo a vantaggio dei parroci, che sicuramente avrebbero meno difficoltà a comprendere un documento scritto nella loro lingua madre.
@ crebs:
Latino, è redatto in latino!
Son curioso di sapere chi è il prete in questione visto che son di quelle parti.
L’ho già scritto una volta: devo essere uno dei pochi, se non l’unico, che ha ricevuto la risposta esattamente tre giorni dopo avere inviata la richiesta al parroco. Incredibile, condiderando a quante difficoltà molti vanno incontro per avere ciò che spetta loro di diritto.
Sarebbe più coerente allora direttamente l’aramaico…
Beati quelli che sanno distinguere un sasso da una montagna
Si risparmieranno un sacco di grattacapi.
(e anche la gastrite)
io la trovo una cosa divertente, evidentemente il prete doveva sentirsi un po’ irritato ma anche in una situazione un po’ surreale… e ha reagito così in modo tutto sommato non disprezzabile, ma comunque dando seguito alla giusta richiesta dello sbattezzando.
cerchiamo di prenderci un po’ meno sul serio dai, facciamo le nostre battaglie quotidianamente e anche per le piccolezze, ma cerchiamo anche di divertirci… e se lo facciamo noi, anche loro possono farlo a modo loro. questo mi pare davvero il modo più innocuo che poteva trovare (sarebbe stato molto peggio uno dei famosi “scherzi da prete” 😉 )
‘sto prete mi sta simpatico 😉 (e dire che non capisco il latino!)
Si prende gioco di me? Cosa vuole che me ne faccia del suo latinorum? Cosi diceva protestando Renzo a don Abbondio. Direi che questa sua posizione è valida ancora oggi, stando a questo caso. Il latino in Italia è lingua madre… si certo. In Inghilterra e in Germania invece le insegne dei negozi e le indicazioni stradali sono scritte in alfabeto cornico (celtico) oppure runico (le rune delle lingue paleogermaniche e scandinave).
Per secoli hanno tenuto in scacco i fedeli con la lingua latina che pochi conoscevano.
Loro ci fanno la figura degli eruditi, dei custodi della cultura classica, dei grandi saggi, ma per quanto affascinante il latino è una lingua morta, così come morta sarà la loro gerarchia fra un pò.
mi sembrerebbe elegante, per questioni così formali ricorrere all’aramaico lingua parlata in palestina ai tempi di cristo. Per tanto le prossime richieste di sbattezzo saranno inviate in tale lingua.
Il Latino è anche una lingua inadeguata all’espressione ed al linguaggio. Ve lo dice uno che se lo è dovuto sorbire per anni a scuola, senza, peraltro, riuscire mai ad afferrarene le raffinatezze espressive segnanti sottolineavano. Tutte le lingue moderne, Inglese per primo, hanno una struttura grammaticale che le accomuna e che fa sì che i concetti vengano espressi in modo adeguato ai tempi del discorso ed alle figure sintattiche. Parlare in Latino oggi signifikerebbe operare continue forzature nei termini e negli idiomi, senza scordarsi che l’uso dei casi renderebbe la costruzione del periodo farraginosa e inaderente ai concetti da esprimere. ERGO, il latinorum è morto e sepolto, oltre che come lingua parlata, anche come concetto culturale: la lingua Italiana è tanto più simile all’Inglese, di cui va condividendo sempre più termini ed espressioni che al Latino, da cui dista anni luce per struttura grammaticale e sintattica.
Lasciamo , pertanto, lo studio di questi reperti linguistici ai ricercatori delle lingue antiche e smettiamola una buona volta di asfissiare gli alunni con quello che è una vera e propria perdita di tempo.
In luogo del Latino proporrei che si studi il Cinese, nelle scuole.
Quakcuno fra i meno giovani ricorda il “vademecum tango” del simpatico Franco Nebbia, autore spessso tartassato dalla censura? Andrebbe ascoltato in musica…
Mutatis mutandis absit iniuria verbis
temporibus illis obtorto collo … tango!
Ubi maior minor cessat talis pater talis filius
motu proprio ad maiora
ahi, vademecum tango, ad usum Delphini.
Ubi maior minor cessat talis pater talis filius
motu proprio ad maiora
ahi, vademecum tango… sed alea iacta est!
Memento audere semper mala tempora currunt.
Per aspera ad astra parva sed apta mihi
horribile visu sed ex abrupto… tango!
Ubi maior minor cessat talis pater talis filius
motu proprio ad maiora
ahi, vademecum tango, ad usum Delphini.
Ubi maior minor cessat talis pater talis filius
motu proprio ad maiora
ahi, vademecum tango… sed alea iacta est!
Ubi maior minor cessat talis pater talis filius
motu proprio ad maiora
ahi, vademecum tango, ad usum Delphini.
Ubi maior minor cessat talis pater talis filius
motu proprio ad maiora
ahi, vademecum tango… sed alea iacta est!
Ipso facto magna pars!
Che volete? A me sembra molto un dispettino quale quello che si fanno i bambini della prima classe elementare. Se un personaggio così viene posto alla “guida” di una parrocchia…..poveri parrocchiani.
beh, almeno mi ha fatto ridere!!!!! io me lo immagino il prete in questione, che s’industria con IL (vocabolario italiano latino) e si circonda degli insegnanti del liceo classico del paese… vinsanto sulla scrivania e ostie non consacrate come snack…
Citazione ot:”dice niente il vaticano delle abitudini del cattolicissimo presidente? A quel che si sente la conoscenza della signorina napoletana (Noemi, quella che lo chiama papi, n.d.r.) risale a ben prima del compimento dei 18 anni…rischiamo la pedofilia???? ma qui siamo nel campo che il vaticano conosce molto bene….”
Ahahah! L’avessi ricevuta io in latino!!! Da incorniciare, magari incisa su una lapide in marmo!^^
>Beati quelli che sanno distinguere un sasso da una montagna
>Si risparmieranno un sacco di grattacapi.
Ormai gli aforismi scaduti abbondano… ma mai nelle discussioni in cui c’è da vergognarsi di appartenere al pretume (http://www.uaar.it/news/2009/04/30/canada-dolore-del-papa-per-gli-abusi-sui-bimbi-aborigeni) che coincidenza.
MANNL A FFANGUL (lingua napoletana ma dal significato chiaro e comprensibile) 🙂
@mac
IL mitico Castiglioni-Mariotti!
C’è stata anche una religione madre, la religione pagana che venera la terra, il mare, il cielo, il fuoco, le stelle…mica un fantasmino che poi si traveste con la barba!
@ Maxalber
Eccome se lo ricordo quel capolavoro del nonsense! 🙂
Ci mancava pure la barzelletta del latino?
Questo è un chiaro segno che vi ritrovati in “CROCE!”
Inoltre, sapete cosa vi dico?
Saluti dolci a don din dan…
Ahahahahah!
Ridicoli.
@ Leo55
D’accordo per quanto riguarda il latino nella scuola (ma se è per questo non solo il latino), per non parlare della sua strumentalizzazione da parte della chiesa, e lasciamo perdere anche le ‘radici’, la lingua madre e cose di questo genere ma – tralasciando di parlare dei grandi scrittori latini – il periodare tipico di quella lingua è di una articolazione tale che impone un’attenzione continua ai legami, ai nessi, tra le varie proposizioni, ed obbliga a ragionare non superficialmente. Se proprio vogliamo, il linguaggio prossimo all’afasia, al verso inarticolato, di tanti giovani d’oggi, con un retroterra di pratica del latino (ancora una volta, non quello subito a scuola) forse avrebbe uno spessore un pò più consistente. Il fatto che abbia abituato intere generazione alla retorica più bolsa non credo dipenda dal latino come lingua, perché se lo si fosse acquisito attraverso l’incontro coi grandi esponenti di quella letteratura, invece del ‘latinorum’ avremmo a disposizione un patrimonio culturale, certamente non spendibile in termini di comunicazione corrente, ma altrettanto certamente in grado di arricchire qualsiasi discorso.
Il parroco al quale ho inviato la mia richiesta di sbattezzo invece ha completamente ignorato la mia prima istanza, secondo lui cercando di fare finta di nulla. Come se mettere la testa sotto la sabbia faccia allontanare il pericolo. Il signor struzzo vestito da corvo!
Ora gli do la seconda sveglia ricordandogli che ricorrerò al garante e che si sbrighi il furbone. La faccia tosta di questi è assolutamente incredibile.
Dolce SAL, vuoi dire che “stiamo da Dio”?
voglio invitare il papa e tutto il suo seguito ad esprimersi sempre in latino, quando predica, quando chiede agli italiano l’8 x mille, all’angelus (titolo già in latino) in modo che tutti i suoi veri figli della lingua madre comprendano meglio
@Bruno
Sarebbe raccomandabile e sufficiente anche, semplicemente, il ricorso ad un uso corretto ed appropriato della lingua italiana, per tanti giovani d’oggi.
gli darei l’8 x mille in sesterzi, và…
“Sarebbe raccomandabile e sufficiente anche, semplicemente, il ricorso ad un uso corretto ed appropriato della lingua italiana, per tanti giovani d’oggi.”
D’accordissimo.
Infatti sta per uscire la terza edizione del Messale, tradotta non solo dal latino all’italiano, ma anche dall’italiano all’italiano.