La presenza di un governo di coalizione guidato da un protestante (Peter Robinson) e da un cattolico (il suo vice, Martin McGuinness) ha stemperato l’attenzione per il conflitto religioso che da decenni insanguina l’Irlanda del Nord. Tuttavia, come nota il Guardian, i crimini riconducibili a odio religioso sono in crescita (almeno tre casi ogni giorno, in media), e il novanta per cento di essi resta insoluto: i politici di entrambe le fazioni si affrettano, davanti a episodi come il recente assassinio di un cattolico (cfr. Ultimissima del 26 maggio), a esprimere la propria condanna, ma nulla fanno per recidere il settarismo alla radice.
Ulster, crescono i crimini dovuti all’odio religioso
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Recidere il settarismo alla radice significherebbe combattere la religione stessa, e questo non se lo possono permettere.
ma essere tutti fratelli irlandesi in barba alle religioni, no eh?
La facciata è di lotta e condanna a questi crimini religiosi, ma sotto sotto ci godono e contano le vittime a loro favore ( 3 a 1 per me …. ) il fanatismo religioso abbinato alia sete di potere formano un mix esplosivo devastante che miete vittime di ogni ideologia e cultura.
Sì ma comunque le religioni uniscono… volevo sempre ricordarlo a scanso di equivoci.
temo che sotto la antica scusa religiosa di chi è più cristiano,(protestante o cattolico?) si vogliano continuare stillicidi continui genetici degli irlandesi tutti.
Non dovrebbero correre a farsi consolare e proteggere dalle chiese, ma i lutti li portano ad arrocarsi alla propria fazione cristiana. Questo aumenta il potere dei preti fino agli abusi…coi bimbi dei fedeli
“La facciata è di lotta e condanna a questi crimini religiosi, ma sotto sotto ci godono”
sotto le gonne nere ci godono
Ripeto una cosa che ho gia’ scritto in un altro post sullo stesso argomento.
Premetto che sono ateo, conosco l’Irlanda, e ritengo che alla chiesa cattolica irlandese si possano addossare crimini orrendi (dalla pedofilia alla riduzione in schiavitu’). Cio’ detto, per quanto riguarda l’Irlanda del Nord e i troubles:
per l’esperienza che ho, in questo contesto la religione e’ la SCUSA, non la CAUSA. “Protestanti” e “cattolici” sono due *comunita’* diverse. I primi sono, in maggioranza, trapiantati dalla Scozia per effetto di leggi inglesi nel 1600/1700, ed hanno avuto in gestione il potere, le terre (sottratte agli originari proprietari cattolici, etc.). Il tutto e’ stato parte di una strategia di “divide et impera” messa in atto dagli Inglesi nel corso dei secoli.
Il risultato sono due comunita’ separate, con odii secolari e faide reciproche che si trascinano da secoli. La religione e’ il collante delle due comunita’, non la causa dei troubles.
Anche recentemente (dal 1969 in poi), il governo inglese ha consapevolmente preferito fomentare l’odio tra le due comunita’ che affrontare il problema dei diritti civili e sociali in Irlanda del Nord.
I cattolici si sentono (giustamente) discriminati e schiacciati sotto il tallone del governo inglese e dei protestanti, che spadroneggiano a casa loro. I protestanti (molto meno giustamente) si nascondono dietro la scusa che, se i cattolici vanno al potere, saranno costretti ad obbedire al papa. Piu’ che altro si attaccano con le unghie e con i denti ai privilegi che sono stati loro garantiti nei secoli, e che non vogliono mollare. In questo non sono dissimili dai coloni israeliani, tanto per richiamare alla mente un concetto forse familiare ai piu’.
Un altro problema e’ che i cattolici, non trovando interlocutori “istituzionali”, si sono attaccati alla chiesa, che ha in molti casi agito quasi da “stato parallelo” in Irlanda del Nord, guadagnandosi un’influenza con la quale bisogna adesso fare i conti. Non risponde al vero, per quanto ne so, che la chiesa cattolica sia parte in causa nelle faide tra le due comunita’, ne’ che fomenti l’odio. Probabilmente lo stesso e’ vero per quella protestante, ma su questo ho meno notizie.
Non e’ che se in Irlanda del Nord diventassero di colpo tutti atei la smetterebbero di massacrarsi. Purtroppo.
E’ come se, tutto ad un tratto, l’Italia venisse occupata dalla Grecia. Il governo greco (fatto di gente di religione ortodossa) sta a sentire solo i greci (che sono anche ortodossi), ti espropria delle terre, che da’ a loro, ti fa fare la fame, non ti da’ lavoro. E’ ovvio che, in quelle circostanze, ti attacchi alla chiesa, che e’ l’unica che ti sta a sentire, e che ti rende differente dall’occupante. Ma cio’ non rende questa situazione un un problema religioso.
Spero di aver chiarito.
@ Gano.
Analisi particolareggiata e interessante.
Forse se diventassero tutti atei di colpo le faide non si interromperebbero all’istante, ma così facendo verrebbero a mancare i termini di divisione: se non ci si professasse più cattolici o protestanti non ci sarebbe l’istintiva reazione di astio nell’altro gruppo, e questo forse farebbe calare le violenze.
Inoltre nel lungo periodo ci sarebbero più unioni intercomunitarie (non più ostacolate dall’astio sopracitato e dalle diverse convinzioni) e le nuove generazioni non si potrebbero più appellare al loro retaggio per attaccare il gruppo opposto (che sarebbe anch’esso difficile da identificare).
Poi le persone potrebbero benissimo trovare altre fonti di divisione per darsele di santa ragione, ma quello sarebbe un altro discorso.
Oddio, magari il “tallone del governo inglese” (la cui repressione durante i Troubles, convengo, è stata feroce) avesse almeno esteso all’Irlanda del Nord l’Abortion Act del 1967, prima che l’autonomia locale entrasse totalmente in funzione: tutti i principali partiti nordirlandesi, compresi quelli che si dicono di sinistra, invece, si sono compattamente schierati contro questa ipotesi, ventilata tra i banchi laburisti.
Il nazionalismo delle due comunità etniche nordirlandesi è comunque sempre più ridicolo e anacronistico, in epoca di unità europea. Lo stesso pensare in termini di “occupazione” o “fedeltà alla corona” la situazione politica odierna dà la misura di quanto l’ideologismo sterile stia ottenebrando le menti. La violenza che rinasce ne è la logica conseguenza.
P.S. Come si fa a chiamare ancora “occupanti” e paragonare a “coloni” gente la cui comunità è lì da 300 anni??
[i]Il nazionalismo delle due comunità etniche nordirlandesi è comunque sempre più ridicolo e anacronistico, in epoca di unità europea. Lo stesso pensare in termini di “occupazione” o “fedeltà alla corona” la situazione politica odierna dà la misura di quanto l’ideologismo sterile stia ottenebrando le menti. La violenza che rinasce ne è la logica conseguenza.
P.S. Come si fa a chiamare ancora “occupanti” e paragonare a “coloni” gente la cui comunità è lì da 300 anni??[/i]
Infatti è quello che dico pure io. Sarebbe ora che i nordirlandesi tutti si svegliassero e si rendesero conto che non viviamo più nel 1700. I tempi sono cambiati e anche la società. Uccidersi per cose avvenute 300 anni fa è ridicolo.
Magar, altri:
precisazione: non ritengo che (quella parte dei) cattolici irlandesi che alimentano la faida siano persone di buonsenso. Di piu’: diversi di essi sono criminali, punto e basta. Pero’, credo fermamente che, se una parte non ha ragione, l’altra ha certamente torto marcio. E, come sempre, sto dalla parte dei piu’ poveri.
Cio’ detto, ti cito alcuni fatti storici:
– Margareth Thatcher diceva in televisione che “ci sono tanti bravi ragazzi protestanti a cui dare lavoro in Ulster”, sottintendendo che non se ne doveva dare ai cattolici. Questo poco piu’ di vent’anni fa, non trecento.
– in diverse zone cattoliche di Belfast non c’era neanche l’asfalto per la strada, non piu’ di trent’anni fa.
Non si tratta, quindi, di rivangare la battaglia del Boyne, o atti di 300 anni fa. Nel corso dei secoli, ma fino a non piu’ di 20 anni fa, il governo inglese ha oggettivamente discriminato i cattolici, mettendoli nelle condizioni di popolo occupato da una potenza coloniale.
Ti diro’ di piu’. E’ stato proprio il governo inglese a fomentare i troubles a partire dal 1969 (la famosa “bloody sunday”). Ha, infatti, messo in atto una precisa strategia volta a trasformare una situazione esplosiva dal punto di vista sociale in una faida “interetnica” (o, come si vuole far credere, addirittura interreligiosa), meglio gestibile dal punto di vista mediatico.
Detta piu’ alla spicciola: il governo inglese non vuole problemi di rivendicazioni sociali ne’ di diritti civili a casa propria, e quindi smonta sul nascere un movimento (questo si’, interreligioso, nel senso che coinvolgeva entrambe le comunita’) con forti rivendicazioni sociali, mettendo gli uni contro gli altri. Crea una faida religiosa, perche’ e’ una situazione che si gestisce meglio di fronte all’opinione pubblica locale e mondiale. La crea non dal nulla, visto che sono 300 anni che le due comunita’ si guardano male.
Il popolo, ovviamente, ci casca sempre.
Poi in mezzo a questo casino si incastrano altri mille filoni paralleli: quello economico, innanzitutto. Fino all’inizio degli anni 90 il nord era la parte ricca, il che dava motivo all’Eire di nutrire aspettative di tipo irredentistico. Poi, durante gli anni della “tigre celtica”, i rapporti economici si sono rovesciati (proprio mentre, curiosamente, nel nord la popolazione cattolica diventava maggioranza assoluta), e quindi ha sedato gli animi. Adesso la crisi e l’immigrazione dall’est stanno rimescolando le carte di nuovo.
Per quanto riguarda le nuove generazioni, per la stragrande maggioranza non ne possono piu’ di questa situazione. A prescindere dalla confessione. Questo ci da’ qualche speranza.
@ gano
Grazie dell’analisi, interessante.
IN generale, io penso che spessissimo le divisioni religiose siano pretesti a motivazioni molto diverse, economiche e territoriali, per esempio.
Siamo pur sempre animali gregari con precise logiche gerarchiche in tema di rapporti.
La discriminazione degli ebrei in europa, dal medioevo a Hitler, aveva solo motivazioni religiose? io non credo proprio. Non ci poteva stare la diffidenza verso il diverso, l’invidia verso una minoranza comunque colta e magari chiusa in se stessa, l’odio verso qualche ebreo ricco e prestatore di denaro? Nel nord est dell’Italia di oggi, come in gran parte dell’occidente, c’è una forte diffidenza, se non odio, verso i musulmani. Non credo sia colpa di Maometto. Questi sono visti come ‘invasori’, parlano altre lingue, a volte sono marginali e quindi legati ad ambienti poco legali, ‘rubano i posti di lavoro’ accontentandosi, spesso, di trattamenti inaccettabili ai nostri, e adesso portano tutti il marchio infamante dell’11 settembre (proprio fatto apposta per mantenere anni di guerra in tutto il medio Oriente, con le conseguenze geopolitiche del caso). Addirittura certa propaganda becera razzista e neonazista non nasconde il timore che questi ‘portino via le nostre donne’, con una logica da babbuino privato della femmina. I casi sono tanti…
Spesso sono anche le gerarchie religiose, che per brama di potere usano la loro influenza per fini politici, oppure le chiese sono usate per fini politici dai potenti di turno.
Questo non per ‘giustificare’ le religioni, ma perché trovo sia uno dei tanti modi per darsi importanza (in negativo, in questo caso… Ma l’influenza sulla mente umana può essere vitale per un manipolatore).
ammazzarsi per cose accadute 300 anni fa e` anacronistico, ma le logiche coloniali con il loro bagaglio di soprusi, discriminazioni e favoritismi sono attualissimi, purtroppo, e non c’e` bisogno di guardare all’irlanda del nord per vederle, ne abbiamo esempio ovunque
concordo con chi dice che la religione, in questi casi, e` un pretesto, non una causa; ma e` anche vero che combattendo il pretesto si aiuterebbe ad indebolire un potente strumento di controllo delle menti, e una delle leve che porta a rinfocolorare l’odio invece di stemperarlo
ma in casi come questi e` impossibile (e inutile) intervenire sugli strumenti se dietro non c’e` la volonta` di intervenire sulle motivazioni per cui vengono utilizzate
delle storie dove chiamano coloni e non autoctoni esseri umani anche dopo 300 e piu anni e pieno la storia e il presente del mondo
secondo me sono puramente giustificazioni e basta
Gli irlandesi si ammazzano per 300 anni di sopprusi, non perchè 300 anni fa gli scozzesi si sono trasferiti in irlanda. Con le dovute differenze, è come se lo stato di Israele esistesse da 300 anni e i palestinesi da 300 anni abbiano lottato per la loro indipendenza per tutto questo periodo. Il paragone non mi sembra così fuori dal mondo.
@gano
complimenti, ogni tanto qualcosa che va al di là delle pura ideologia e faziosità si trova perfino su questo sito. Bene!
“complimenti, ogni tanto qualcosa che va al di là delle pura ideologia e faziosità si trova perfino su questo sito”
Chissà se si può dire altrettanto del sito dell’ avvenire online e di zenit.
@Marco C
qualche volta persino di quelli…
Salve,
ho un commento in attesa di approvazione dalle 11.18. Magari potrebbe portare qualche contributo alla discussione che si sta sviluppando, e chiarire cosa penso.
Nel frattempo, mi permetto di dissentire da Bardhi. Nessun cattolico chiama “coloni” i protestanti, ne’ rivendica diritti di supremazia territoriale basati su “c’ero prima io”. Nessuno vuole espellere i protestanti e rimandarli in Scozia (tra parentesi: in Eire esistono protestanti, e nessuno li maltratta. Derek Bell dei Chieftains era protestante, e considerato una gloria della nazione. Eroi nazionali, tipo Parnell, erano protestanti).
Un conto e’ rivendicare la supremazia, un conto e’ chiedere l’uguaglianza. Si parla di territori in cui la legislazione antiterrorismo degli anni ’80 aveva sospeso l’habeas corpus e istituito il fermo illimitato senza giustificazione. 30 anni fa, non 300.
Mi ripeto: da una parte non c’e’ solo (ne’ prevalentemente) la ragione, ma dall’altra c’e’ solo il torto.
Ulster, crescono i crimini dovuti all’odio religioso.
Ma dai? E cosa dovrebbero fare? Diminuire?
Finchè c’è religione c’è odio.
@Magar ed Emanuela
In Ulster è in atto un vera e propria apartheid dei protestanti (al potere) verso gli irlandesi.Gli irlandesi non possono accedere alle scuole d’eccellenza (anche ufficialmente pubbliche), ricevono meno aiuti dal governo, lavorativamente sono discriminati. Come dovrebbero chiamare i parassiti che li sfruttano? Amici?
Con i vostro “sono lì da 300 anni” state sottointendendo che anche l’Eire (liberatasi nel ventesimo secolo da giogo inglese) avrebbe dovuto farsi sfruttare.
Presumo che a Mandela, in Sud Africa, avreste detto di star zitto e buono perchè i bianchi ormai erano lì da 100 anni e avevano il diritto di sfruttarli…..
Ottimo l’intervento di gano e di Asatan: si tratta di situazioni politiche imposte dagli invasori britannici all’Irlanda e solo come forma riguardano l’aspetto religioso. Tiochfaird ar là! Erinn go brach!
Bravo Asatan.
Sono comunque situazioni che affondano le radici nel tempo.
A proposito di radici cristiane…….
Uao, sempre meglio, adesso gli “irlandesi” sono soltanto i cattolici!
Mi sembrate un po’ troppo presi dalla propaganda nazionalista dello Sinn Fein: certo che i cattolici erano una minoranza discriminata, negli anni ’60, quando sorsero dei movimenti per i diritti civili, e certo che i governi britannici risposero malissimo a tale istanza, ma non si può far finta che gli Accordi di Pasqua, e più in generale trent’anni di riforme varie, non siano mai passati!
Peraltro non mi risulta che vi siano oggi leggi discriminatorie su base etno-religiosa in Irlanda del Nord: la segregazione – che c’è – è piuttosto il prodotto del reciproco odio interetnico, un caso di auto-apartheid voluto da ambo i lati. Basti pensare che le scuole non-settarie sono scelte solo dal 5% dei genitori nordirlandesi per i propri figli: gli altri preferiscono scuole etnicamente corrette…
In ogni caso trovo piuttosto disturbante pensare – nel III millennio! – come “invasori” quelli che semmai sono solo i discendenti di antichi invasori, e hanno perciò tutto il diritto di chiamarsi nordirlandesi. Un conto è rivendicare i diritti di una minoranza storicamente discriminata, un conto è impostare la questione in termini di “Siete occupanti abusivi!”.
A mio modesto parere è sbagliato “attenuare” la valenza in negativo che può avere una religione nell’alimentare nei secoli i dissidi e gli odi tra due gruppi di fede contrapposta. Non c’entra niente che ci si combatte in realtà per denaro, territorio, potere politico e tutti gli annessi e connessi. Questo lo si sa già. La religione è un elemento in parallelo che sfrutta in maniera ipocrita ed ingannevole gli attriti che si sono generati nei secoli tra i vari gruppi umani, oltre che le disperazioni, i disagi sociali ecc. ecc.. Li giostra con il lavaggio del cervello dalla nascita, li prepara ad un odio ammantato di valori di sacralità; acriticità, credere e basta in un essere assoluto e lontano. Tutto qui. La psicologia degli uomini reagisce in maniera molto proficua per coloro che ambiscono al potere ed al controllo delle masse. La religione (chiaramente con particolare riguardo alle monoteiste) quindi non è un “povero e candido” elemento che è sfruttato ahimè dai cattivoni di turno. Ma è essa stessa principale elemento di “gestione” di certe situazioni e di certi contesti storico-culturali. Non ne è strumento ma complice, fomentatrice, cardine senza la quale alcune comunità un pò più laiche guarda caso hanno abbandonato gli odi tribali dei secoli addietro. Chissà perchè!
Condivido parola per parola tutto cio che Gano ha esposto nei suoi interventi. In effetti quella che si combatte in Ulster non è una guerra religiosa, ma una guerra con precisi connotati sociali ed economici, in cui l’odio religioso è effettivamente una scusa e non una causa per lo scatenarsi di una violenza bestiale.
Gli home rulers irlandesi infatti, più di un secolo fa, volevano autodeterminazione e condizioni di vita migliore per gente che dal dominio britannico aveva ricevuto soltanto umiliazioni e fame, sicuramente della religione se ne infischiavano altamente; la religione infatti non aveva riempito la pancia degli irlandesi durante la carestia delle patate e non aveva salvato nessun irlandese testa calda dalla deportazione in Australia nel 700.
Al contrario i discendenti degli antichi coloni britannici volevano e vogliono continuare a vivere su quei pidocchiosi privilegi che hanno consentito loro di prosperare e bene per 300 anni.
Come ha detto Gano furono gli inglesi a fomentare i troubles del 69, furono loro a sospendere l’habeas corpus non più di trent’anni fa e a introdurre nei loro commissariati “the box”, una camera per interrogatori dove i fermati venivano e vengono regolarmente picchiati.
Furono i parà di sua maestà britannica a fare opera di cecchinaggio nei quartieri cattolici di Belfast e Derry e sicuramente non adoperavano proiettili di gomma ma di piombo.
Furono gli inglesi ad armare prima gli “Irish volunteers” e poi i loyalist, e a consentire loro di sfilare nei quartieri cattolici per ricordare le loro passate vittorie.
Furono gli inglesi nel 1915 a entrare nel Crok Park di Dublino e a uccidere spettatori e giocatori di una partita di footbal gaelico e furono sempre loro che fecero impiccare Roger Casement che cercava di portare armi tedesche ai rivoltosi di Dublino e a uccidere Michael Collins durante la guerra che portò alla creazione dell’Eire. Furono gli inglesi a creare in tempi non recenti i blocchi H nel carcere di Long Kesh, dove morì Bobby Sands ufficiale dell’I.R.A.
I governanti britannici quindi hanno numerose colpe sul groppone, così tante che Eamon de Valera primo capo di stato dell’Eire fu l’unico capo di stato europeo
a fare le condoglianze alla Germania per la morte di Hitler, tanto era l’odio che nutriva verso i Britannici (peccato che non odiasse abbastaanza quei preti a cui aveva lasciato in mano l’educazione del suo popolo, non meno perniciosi per i figli di Erinn che i Black and Tan).
In pratica quella che si combatte in Ulster è l’ultima guerra coloniale del mondo cosiddetto civile, una guerra in cui i combattenti si rivolgono a dio per trovare una giustificazione per i loro crimini e in cui a rimetterci sono i poveri fessi che credono di agire per la difesa della loro identità culturale e in realtà sono utili idioti al servizio di assassini e in certi casi di delinquenti(da ciò che sò I.R.A e Loyalist vanno molto d’accordo quando devono spartirsi il mercato della droga nelle principali città dell’Ulster).
Bene; la difesa della propria identità culturale e delle prorie tradizioni non deve passare attraverso attentati e omicidi, ma attraverso la discussione tra le parti e questo presuppone che siano i cittadini dell’Ulster a parlare tra di loro senza l’interposizione della corona britannica e delle gerarchie religiose, che se non responsabili dei troubles sono sicuramente responsabili di non aver mai stabilito strategie che di comune accordo potessero portare a una vera pace tra i membri di una stessa comunità.
Infatti, per quanto io possa ricordare, nella disgraziata storia dell’Ulster le voci contro i massacri perpetrati dalle due parti sono sempre state poche e isolate, sia da parte dei laici che dei credenti di ambedue gli schieramenti.
Magar e Fabrizio,
non vorrei essere frainteso. Siamo tutti d’accordo che in Irlanda del Nord ci sono stati anni di malversazioni ai danni dei cattolici, e che i protestanti e (soprattutto) il governo inglese abbiano avuto in questo ruoli attivi e colpe pesanti. E’ altresi’ chiaro che ora si sta meglio, grazie anche agli accordi del venerdi’ santo, ma per vincere la diffidenza reciproca ci vorranno generazioni, non anni. Non e’ colpa di nessuno, e’ cosi’ che vanno le cose in queste situazioni.
In ultima analisi, c’e’ molto di vero in quello che dite: senza religione si starebbe meglio (ma, nel dirlo, si sfonda una porta divelta). Forse, se l’attaccamento alle proprie chiese venisse meno, il processo di riconciliazione procederebbe piu’ speditamente. In genere le due cose vanno di pari passo: se c’e’ tranquillita’ (pace, uguaglianza, benessere) c’e’ meno bisogno di religione, se c’e’ meno religione c’e’ piu’ tranquillita’ (etc.). La secolarizzazione arrivera’ anche li’.
Quello che mi interessa ribadire, pero’, e’ che si compie una semplificazione colpevolmente grossolana nel ridurre i troubles a conflitto interreligioso. La situazione e’ infinitamente piu’ complessa.
Magar: lungi da me pensare che i protestanti nordirlandesi siano invasori da ricacciare. Ma mi tocca ripetermi: un conto e’ accettare la convivenza, un conto e’ sopportare il colonialismo (o suprematismo, fai te). La prima cosa e’ dovuta, la seconda no.
Fabrizio: anche qui (ma non vorrei dare a Fra Pallino di che ricamarci sopra), non mi risulta che la chiesa cattolica irlandese abbia fatto quello che dici nelle circostanze sopra citate. Continuo a ripetere che i preti cattolici irlandesi (del nord e del sud) sono colpevoli di crimini immondi, ma non mi risulta che la chiesa abbia avuto ruoli attivi nei troubles (posso ovviamente essere male informato), ne’ che fomenti l’odio tra le due comunita’. Quella protestante magari si’, a differenza di quanto ho scritto in precedenza. Mi e’ appena venuta in mente quella carogna di Ian Paisley, pastore protestante.
E’ totalmente irrilevante il buonismo di facciata. Tutti predichiamo amore e pace ecc. ecc. Troppo comodo così. Quello che conta è ciò che accade realmente e che ti aiuta nella vita a non essere ingannato con i frasoni ad effetto. Per quanto riguarda la religione come detto sopra, essa si basa su una programmazione acritica ed astratta sull’individuo sin dalla nascita ed il gioco è fatto. Poi nei secoli ci dobbiamo sorbire le retoriche buoniste con elementi divini astratti così si può dire tutto ed il contrario di tutto a seconda delle evenienze. Bisogna guardare la religione nei suoi effetti pratici. E’ l’unico modo per attingere alla verità senza menzogne. Quando due popoli si combattono per il castello, il predominio del territorio…… Lo sappiamo già. Qui il problema è cercare nei tempi a venire (spero!) di eliminare tutte quelle ideologie assolute preconfezionate ad arte (in primis chiaramente quelle religiose, perchè più pericolose in quanto originano direttamente dal nostro essere irrazionale e quindi meno controllabile) che non fanno altro che istigare ulteriormente e, soprattutto nei secoli, prolungare gli odi e i dissidi di vario tipo tra le comunità umane.
“Ma dai? E cosa dovrebbero fare? Diminuire?
Finchè c’è religione c’è odio.”
Quando manca invece….