Global Peace Index: i paesi con più non credenti sono anche i più pacifici

Il Global Peace Index è una sorta di classifica dei paesi più pacifici del mondo. Ideato quest’anno da Vision of Humanity, si basa su 23 diversi indicatori, quali il livello dele spese militari, la conflittualità con le nazioni limitrofe e il rispetto dei diritti umani. Nei giorni scorsi sono stati diffusi i risultati, che vedono al primo posto la Nuova Zelanda, seguita da Danimarca e Norvegia. Tutti e dieci i paesi ai primi posti dell’indice sono caratterizzati da alte percentuali di increduli: un dato che trova conferma nell’analisi compiuta da Shahram Vahdany per Media with Conscience.

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76 commenti

Thomas

Gott Mit Uns!
E’ ovvio che con un Dio al tuo fianco, non c’è nulla di meglio che andare ad invadere qualche paese vicino!
Poi, qualsiasi porcata combini, la fai in nome di Dio e tutto si rimette a posto.
Bella la vita eh?

Dalila

Il genere di notizie che non passeranno MAI attraverso i canali italiani…
In ogni caso, noi su questo non avevamo alcun dubbio.

Bruno Gualerzi

Mi pare evidente che questa indagine è stata finanziata dalle tante lobbies atee che stanno allungando i loro viscidi tentacoli su tutto quanto di sano e di bello hanno conseguito le religioni.
(A scanso di equivoci… ^_^)

Kaworu

@bruno

dimentichi l’apporto poi delle lobbies gay, massone, komuniste… tutti grandi alleati contro i poveri orfanelli di santa madre chiesa 😉

Butchers

Possono esserci quindio 2 possibilità:
1) I non credenti aumentano la pace
2) La pace aumenta il numero di non credenti

Nel caso sia vera la seconda affermazione, siccome nella storia le società pacifiche sono state le più ricche, si potrebbe dedurre che le ricchezze materiali allontanano l’uomo da Dio.

Il che non è una novità per nessuno.

Vomitino

@Butchers

“si potrebbe dedurre che le ricchezze materiali allontanano l’uomo da Dio” o che l’uomo è vicino a Dio finchè non vede soddisfatti i suoi desideri che sono per l’appunto “ricchezze materiali”; per i valori evidentemente, come dimostra questa indagine, bisogna rivolgersi ai non credenti.

Saluti

Sailor-Sun

La scoperta dell’acqua calda.
Così come la fede, l’odio deve essere insegnato.

Viano di Vagli

Si. E il Vaticano ha commissionato una indagine da cui risulta che i Cattolici sono più intelligenti dei Testimoni di Genova e ce l’ hanno più lungo degli Atei.

Butchers

Hai perfettamente centrato il problema.
La differenza fra atei e credenti sta nel decidere se l’Uomo è riconducibile o no ad un insieme di bisogni materiali da soddisfare.

takeshi

Nel nord europa infatti, area più sviluppata al mondo per economia e diritti civili, le chiese contano come il due di picche. Anche meno. I corvi hanno capito che se ci fossero sviluppo economico e progresso civile qui la trippa per loro finirebbe nel giro di un quinquennio.

Kaworu

@viano

ti sfugge che questa ricerca non l’hanno commissionata gli atei…

l’avesse commissionata l’uaar, le tue perplessità sulla veridicità del risultato avrebbero potuto essere legittime.

così non direi.

mi sembrano tra le altre cose dati facilmente verificabili.

la danimarca a occhio mi sembra più pacifica dell’irlanda o dell’iran.

Bruno Gualerzi

@ Viano di Vagli
Ah, ma allora questa volta mi hai preso sul serio!
Questa la similitudne ironicamente proposta da te: come il vaticano potrebbe commissionare un’indagine da cui risulterebbe ovviamente che i cattolici sono meglio di tutti gli altri… allo stesso modo questa indagine, naturalmente commissionata dagli atei (agnostici, gay, massoni, comunisti ecc.), non può che confermare la superiorità dei non credenti rispetto ai credenti.

Viano di Vagli

@Cavour: hai verificato sul sito in base a quale tipo di ricerca è stato elaborato l’ indice? E hai notato che la vostra amica Spagna (dove i cattolici, notoriamente, sono una minoranza trascurabile) e il Giappone (dove gli atei sono almeno il 90% della popolazione) sono blu come l’ Australia, dove ha sede l’ organizzazione? Comunque, di esperti in statistica, ne avete tanti anche voi, quando c’è da esaminare una statistica favorevole ai credenti. Eventualmente interpellate Mannheimer.

Ivo Mezzena

Volendo dimostrare che l’etica non appartiene solo ai religiosi…

Andrea (Mi)

Non mi stupicso affatto, il comportamento di un ateo è dato u una morale che si basa su riflessioni personali sulla vita e rispetta le volontà altrui, non è un comportamento imposto da un libro “sacro” che si rispetta solo perchè si ha paura di dio.
secondo un’altra ricerca Nei quartiri con più atei avvengono anche meno omicidi che in quelli con più credenti, altra prova che la religione brucia la testa.

alfonsotoscano

Questa è opera del demonio. Il demonio mette, pace, istruzione e diritti umani nei paesi dove ci sono più atei. In modo che sempre più persone imitano questi paesi e cosi il demonio può battere Dio nel eterna lotta tra il male e il bene e aggiudicarsi il primo premio.

claudio285

Butcher@

Il che implica che gli atei pensino che gli uomini sono solo un cumulo di bisogni fisiologici, cosa che è da dimostrare.

la maggior parte delle nostre attività non soddisfano nessun bisogno, se non quello di renderci felici, soddisfatti e parte di un tutto (anche e soprattutto le pratiche religiose hanno questo scopo, indipendentemente dal fatto che si pensi che questa sia la loro unica finalità o meno).

Quei paesi sono pacifici evidentemente perchè le persone che li compongono si attengono con scrupolo all’etica della tolleranza e del rispeto reciproco, senza bisogno di religione.

Emanuela

Non avevo dubbi. Quando ci sbarazzeremo delle religioni, il mondo diverrà un paradiso (ateo!! 😉 ).

Stefano Bottoni

Alla faccia dei vari butchers o Viano di Vagli!!!
In Danimarca ci sono stato appena sei mesi fa, e a parte il “piccolo” particolare che è uno dei Paesi più cari del mondo, tutto il resto è fantastico. La gente sorride, è solare, gentilissima. Chiese? Ce ne sono di bellissime, tanto belle quanto vuote (essendo un amante dell’arte, certo entro nelle chiese ma per ammirarne i dipinti e le statue).
Mettetevelo bene in testa, miei cari credenti (di qualunque religione, mica ce l’abbiamo solo con la ccar): chi non ha fede religiosa vede nella persona che incontra semplicemente una persona simile a sè. E questo sega alla base ogni razzismo, ogni odio interreligioso. Su cui invece le religioni prosperano.
Ma le avete lette le ultime dichiarazioni di B(ossi) e B(erlusconi)? Eppure sono i campioni della difesa delle “radici cristiane” dell’Italia (l’Europa neppure la conoscono). Chi li vota o è un ladro (e almeno lo fa per proprio vantaggio, non lo giustifiko ma lo capisco) o è un cretino ignorante.
Devo con piacere confermare l’affermazione di Bruno Gualerzi: ateismo o barbarie!

puric

Considerando che tra gli indici di valutazione ci sono:

il numero di conflitti esterni ed interni combattuti nel periodo 2002-07;
il numero di morti in conflitti interni;
il livello di conflitto interno organizzato;
le relazioni con i paesi vicini;
la percezione della criminalità nella società;
l’instabilità politica;
il livello di rispetto dei diritti umani;
il livello del crimine violento;
il numero di forze dell’ordine per 100.000 abitanti;
la percentuale delle spese militari sul PIL;

considerando che gli interventi di peacekeeping possono essere onestamente considerati interventi bellici all’estero; considerando che mafia e camorra possono essere considerati conflitti interni; considerando il livello di importanza che ha acquisito nell’opinione pubblica il “problema sicurezza”; considerando il sempre latente sciovinismo italiano verso slovenia e croazia; considerando che la stabilità politica è data da un’evidente anomalia nel sistema democratico italiano (leggi: conflitto di interessi, tentativo di delegittimare il parlamento, utilizzo delle televisioni per propaganda unilaterale)

DEDUCO

che questa classifica in realtà non ha molta attendibilità.

fab

Piuttosto ovvio, ma non perché se si è atei si è pacifici. Secondo me, il punto è che se si è istruiti si è sia atei sia pacifici.

Macklaus71

L’equazione è perfetta:

Fede estremista=consapevolezza di detenere la verità=desiderio di imporla, anche con la forza. (Iran, Afghanistan, Israele (frange oltranziste), India (estremisti indu), USA (stati del sud)

Se la fede non è radicata=dubbi=voglia di conoscere=scoperte=passione, interesse amore.
(Norvegia,Danimarca, Svezia ecc.)

S.Lizard

Assolutamente nulla di cui stupirsi… Peccato che nessuno dica mai cose del genere sui media pubblici…

L.

capitano666

la cosa non mi sorprende, del resto era stata già dimostrata una correlazione tra scetticismo e quoziente intellettivo

marcigno

una bella notizia come questa meriterebbe almeno un manifesto 3×6 in ogni angolo d’Italia…

Lorenzo T.

Perchè don Alberto non commenta?
Sinceramente, vorrei sapere cosa ne pensi!

infiltrata

@ kAROWU

Hai dimenticato le lobby delle femministe,degli ambientalisti,dei terzomondisti,dei conviventi,dei pacifisti,dei vegetariani…;)

Kaworu

@infiltrata

eh cavolo si, hai ragione… ma sai, sono talmente tante e con talmente tanto potere che a volte me ne scordo qualcuna 😉

Viano di Vagli

Puric: vorrei ringraziarti e complimentarmi perché sei andato a leggere e ad approfondire. Ma non vorrei ti scambiassero per un cattotalebantrolldon. Quindi: ignorantello d’ un ateo!

Laurentia

Se facessimo una competizione tra credenti e non credenti su chi è più pacifico? Non potrebbe che venirne fuori qualcosa di buono.

Corrado Luciani

Un po’ di dati presi da Wikipedia.

DANIMARCA:Oltre il 90% della popolazione è di fede protestante e appartiene alla Chiesa evangelica luterana, la Chiesa del popolo danese (Den Danske Folkekirke) conosciuta anche come Chiesa di Danimarca,di cui il monarca è membro. I cattolici rappresentano una minoranza. Il resto della popolazione osserva per lo più culti cristiani di altro tipo ed esiste un 4% circa di musulmani composto da immigrati da paesi islamici. Circa il 7% dei danesi si dichiara ateo. In Danimarca vige la libertà di religione e, oltre alla chiesa ufficiale, esistono numerose altre piccole comunità e sette religiose.

NORVEGIA:Al giorno d’oggi l’86% dei norvegesi appartiene alla Chiesa di Norvegia[1], che si basa sulla religione evangelico-luterana ed è di Stato.
È comunque tutelata la libertà, per i cittadini, di professare la propria religione; tra quelle minoritarie, le più diffuse sono il cattolicesimo (4,5%) e l’Islam (1,5%). Altre piccolissime minoranze sono i buddhisti, i testimoni di Geova e gli ebrei. Gli atei e gli agnostici rappresentano invece il 6,2% della popolazione.

NUOVA ZELANDA:Il gruppo più diffuso è quello cattolico, seguito da quello anglicano.
Anglicani 24%, Presbiteriani 18%, animisti 12%, Cattolici 39%, buddisti 5%, Metodisti 22%.

Non è la religione o l’ateismo ma la cultura di un popolo che rispetta le idee altrui qualunque esse siano che fa la società ideale. La “fede” ideale è quella priva di dogmi e per questo più aperta: lo sono senz’altro di più i protestanti rispetto ai cattolici, così come gli agnostici rispetto agli atei.

Andrea B.

@Puric
Non capisco cosa intendi negare: la bontà dei fattori utilizzati per attribuire il livello di pacificità oppure la correlazione fra numero di atei e rank ottenuto nella classifica?

puric

la mia perplessità è sul criterio in base a cui sono stati dati le valutazioni ai singoli stati. Mi pare che l’Italia al trentaseiesimo posto nel livello di “pacificità” mondiale dimostri l’inconsistenza del Global Peace Index, che come ho detto ignora – ad esempio – la camorra e la mafia come conflitti interni.
Detto per inciso, se andate a vedere il “grado di importanza della religione nella vita nazionale” troverete che l’Italia ha il voto 2 su un massimo di 5, lo stesso voto che ottengono anche la Spagna e l’Austria. Cuba ha un 3 e l’Iran ha 5.
Mi pare che chi ha tratto queste valutazioni non conosca molto bene le varie realtà: mettere le ingerenze della chiesa cattolica in Italia sullo stesso piano di quelle in Spagna e Austria e addirittura considerare la religione meno condizionante che a Cuba mi pare decisamente irrealistico

stefano

senza religioni niente contrasti sui dogmi, sulla moralità, sui tabù sessuali e sociali in generale, ninete ostacoli per la ricerca scientifica quindi di conseguenza meno ignoranza.
non mi sorprende che i paesi meno religiosi siano i più pacifici, solo un religioso integralista senzan cervello può essere convinto del contrario.

alfonsotoscano

@PURIC
Se in cima alla classifica ci fosserò stati i paesi cattolici allora il sondaggio sarebbe stato attendibilissimo. Madonna santa! Non mi fate pensare a tutta la pubblicità che si sarebbe fatto il vaticano, i credenti che si sarebbero accaniti contro l’UAAR, qualche ateo sarebbe stato messo al rogo, meno male che è andata cosi.

roberta

non capisco perche’ sia stata fatta questa ricerca
lo sanno tutti che le guerre NON c’entrano mai con la religione! ^_^

Third Eye

Anche per italia dà “Importance of religion in national life 2”, come la CINA!!

Vabbè, avrei serie perplessità proprio vedendo paesi come questi, ma prendiamo atto…

Sarei più propenso a credere che il pacifismo porti laicismo, ma non viceversa…

strozzapreti

Credere sta alle guerre come non credere sta alla pace, la matematica non è un’ opinione

agnese l'apostata

@roberta
😀 e poi salta fuori bart che proclama:non sono stato io!

silvano

L’uomo si è inventato gli dei per avere qualcuno a cui chiedere beni materiali (buoni raccolti, salute ecc.) La faccenda poi si è evoluta ed alcuni più furbi (stregoni) cominciando a regolamentare il sopranaturale hanno assunto molto potere sulla gente, pensate che erano i papi ad incoronare i re.
Chiedere agli dei di vincere le guerre e sterminare i nemici è ancora attuale. Cosa che un ateo non si sogna certo……confidiamo nell’evoluzione. AMEN

roberta

secondo me la spiegazione e’ semplice :visto che i non credenti non sono
pienamente umani,non hanno le necessarie capacita’per sviluppare
l’arte della guerra…..
rassegnamoci,tra i non credenti non ci saranno mai guerrieri affascinanti
come i Templari….

Giol

Hanno scoperto l’acqua calda.

La cosa triste è che la maggior parte della popolazione mondiale non conosca l'”acqua calda”.

silvano

x roberta
una che chiama arte la guerra deve avere qualche problema…..puoi sempre arruolarti e stuprare i nemici vinti.

Magar

In effetti quell’indice di “Importanza della religione nella vita nazionale” suscita più di una perplessità: come minimo è un indicatore poco preciso, se classifica nella stessa categoria Spagna, Italia e Cina.

Dando poi per buona la correlazione fra “miscredenza” e vita pacifica, tendo ad appoggiare la terza interpretazione suggerita da Vahdany: un miscuglio di fattori sociali di vario tipo crea le condizioni affinché si abbassi il livello di conflittualità, e contestualmente incrementi la tendenza al razionalismo.

Federico

Germania e giappone non possono fare la guerra per ragioni storiche.
Gli latri paesi della graduatoria non mi sembra che siano nelle condizioni di permetterselo, e poi più in generale sono in una situazione geografica er cui non gli sarebbe di nessuna utilita.
L’austra o il belgio a che pro dovrebbero partecipare a guerre.
L’italia vi partecipa perchè ha una posizione geografica che richiede alleati, e un industria avanzata che richiede clienti.

Un semplice alto modo di interpretare la graduatoria.

Corollario: un popolo se ha la vita facile, tende all’ateismo.

gian NZ

sono felice di vivere in NZ (qua i cannoni sono ancora quelli dell’800 per difendersi dall’eventuale invasione russa, mai usati).
Pero’ voglio spezzare una lancia in favore degli ultimi, gli Iraqeni: Mica se la sono voluta loro, la guerra…

lindoro

Federico,
direi che è piuttosto il contrario: un popolo che cerca la vita facile, tende all’ateismo.
PS: naturalmente “vita facile” non va inteso come “ti piace vincere facile”.

roberta

@ silvano
il mio era un commento ironico se non si fosse capito

Asatan

@gian Nz

Ehm gli scontri fra sciiti, sunniti e curi sono vecchi secoli. Il periodo più “pacifico” è stato quando i sunniti hanno preso il potere con le armi e tacitavano ogni forma di opposizione col sarin. Non esiste il popolo iracheno, esistono 3 popoli diversi che si sono sempre odiati per motivi religiosi e che solo la bastardaggine di chi ha fatto le divisioni post-colonialiste (per rendere eternamente instabile l’area) ha potuto ficcare nello stesso stato immaginario. Curdi e Sciiti erano ben felici dell’invasione. I curdi, essendo in buona parte di fede yazida, sono stati perseguitati e massacrati per secoli e speravano finalmente nella tanto agonata indipendenza (e se la sono presa in quel posto), gli sciiti invece sognavano di far sparire i sunnitti e metter su un bel governo basato sulla sharia.
A tutto questo aggiungi sulla scacchiera due fanatismi in lotta da tempo: l’estremismo scitaa-farsi (iran e siria) e l’estremiso wahabita (di discendenza araba)…. entrrambi molto vgliosi di mettere le mani sul petrolio iraqeno per finanziare la loro visione della umma.

Ma che parlo a fare? Se c’è qui una sola persona che abbia anche solo una vaga idea di cosa significhino cose coe yazidismo, sciismo arabo e farsi, wahabismo, ecc è un miracolo.

Bruno Gualerzi

Al di là delle controversie, anche legittime, che può suscitare questa indagine (queste graduatorie di merito non piacciono nemmeno a me) viene comunque proposto il grande tema del rapporto tra religione e guerra.
Ebbene, a questo proposito penso di poter dire che TUTTE le guerre – oltre quelle che tali sono espressamente – sono GUERRE DI RELIGIONE. Ho cercato in altra sede (nel mio sito) di motivare con più argomenti possibile questa tesi che certamente, esposta così, può sembrare come minimo cervellotica. Provo ad accennare, sintetizzato al massimo, uno solo di questi argomenti, anche se, per essere più credibile, andrebbe molto più ampiamente sviluppato e comunque considerato in rapporto con tutti gli altri. Ci provo, ponendo come premessa di tutto un dato dal quale non si può prescindere: IN GUERRA SI MUORE.
Perché? Per che cosa? Prendiamo i casi limite, all’interno dei quali si possono collocare tutti gli altri: perchè si è costretti – da varie circostanze, ma in ogni caso costretti – ad affrontare questa prova estrema; perchè si ritiene il proprio eventuale sacrificio utile per affermare un principio nel quale si crede (non importa se in base a convinzioni profondamente maturare o perchè adescati da qualche pifferaio magico). Nel secondo caso il movente ideale lo si può abbastanza agevolmente assimilare alla religione intesa nel senso più ampio in quanto si confida in un ‘aldilà’ considerato in senso proprio (proprio di tante religioni) o in senso figurato (il mio sacrificio potrà rendere migliore il mondo che verrà dopo di me). Più arduo tirare in ballo la religione – sia pure sempre considerata nel significato più esteso possibile – nel primo caso. Si va in guerra perché costretti, quindi potendo, non ci andrei… ed è a questo punto che scatta il movente religioso. In questo senso: o perchè, anche cercando il più possibile di evitare l’evento, alla fine mi faccio coinvolgere nell’atmosfera eroica che si respira al punto di dare un senso alla morte (Gassman e Sordi, i due ‘eroi’ de ‘La grande guerra’ di Monicelli), o perchè, non potendomi ribellare (tanto morirei lo stesso) cerco di convincermi che la causa è giusta, rientrando così in qualche modo nel primo caso… oppure mi ribello, sapendo così che, se lo faccio individualmente l’eventualità della morte diventerà ancora più probabile, o cerco di inserirmi, nel caso si prospetti, in un contesto ‘politico’ rivoluzionario in cui finalmente troverò una ragione valida per morire (i soldati russi che durante il primo conflitto mondiale, guidati da un leader carismatico come Lenin, trasformano la guerra voluta dallo zar in una guerra di liberazione, modello per tante altre guerre di liberazione… con Spartaco come precedente storico più noto), rientrando anche qui in qualche modo nel primo caso: trovare un ‘ideale per morire’
In mezzo a questi due modelli estremi naturalmente se ne possono collocare tanti altri.
Concludendo – utilizzando questi pur parziali elementi – la guerra, se messa (come credo sia impossibile non fare) in relazione con la morte, sia prima del conflitto sia durante il conflitto, è sempre resa possibile solo facendo leva su un carica di natura religiosa. Come causa o come effetto.
In questo modo allora non esisterebbero mai ‘guerre giuste’? Se si considera il prezzo che esigono, NO! (ma qui si dovrebbe introdurre un altro tema che ora tralascio)

Bruno Gualerzi

All’affermazione di per sè ovvia che IN GUERRA SI MUORE, dovevo aggiungere (lo faccio adesso… anche se per un ateo lo davo per scontato) CHE QUANDO UN INDIVIDUO MUORE PER LUI TUTTO E’ FINITO… E LA GUERRA E’ SEMPRE PERSA.

MicheleB.

Solleverei anche un altro problema: la relazione diretta tra il riconoscimento della validità di una ricerca e la soddisfazione riguardo ai risultati della ricerca stessa.
Traduco: ogni volta che il sito parla d’una ricerca che conferma le nostre tesi, spunta fuori qualcuno in disaccordo con noi deciso a screditarne la validità.
Che squallido clichè!

Federico

@lindoro

Cosa intendi per vita facile?

Molti dicono che bisogna ottenere il massimo risultato per con il minimo sforzo. Ma pochi sanno che per molti il massimo risultato è un’onoreficenza.
Quindi per capire cosa dici, occorre che mi dici che intendi per vita facile.

Viano di Vagli

@Bruno Gualerzi: come (quasi)sempre gli argomenti che tiri fuori vanno al nocciolo. Ti sorprendi se Ti dò’ ragione? In senso umano, ovviamente: ragionando sullla Storia e con una filosofia a guidarci, possiamo arrivare a concludere che ogni guerra ha motivazioni mistico-religiose. Marx arrivò a concludere che ogni guerra ha motivazioni economiche. Entrambi avete ragione, però vedete solo una parte della Verità. Cioè avete ragione dal vostro differente punto di vista, letteralmente: se guardo una battaglia dalla prima linea, di quelle vecchie, corpo a corpo, mi sembra che tutti combattano spinti da un fuoco mistico. Se la guardo dalle retrovie, mi sembra che la maggior parte dei coinvolti combatta per soldi, perché vedo chi si occupa dei rifornimenti e della vendita di armi. Poi, se vuoi, ti spiego il punto di vista di Dio.

william

chissà in che posizione sarebbe stata l’URSS dell’ateismo di stato in questa classifica…

peppe

chissà in che posizione sarebbe stata l’URSS dell’ateismo di stato in questa classifica…

Ti sei perso un pezzo: si parla di paesi democratici, in cui l’ateismo non viene imposto.

D’altronde, sarebbe interessante chiedersi anche il posto in classifica del Vaticano ante-1870… quando ancora la gente moriva per mano del papa-re solo per aver pescato qualche anguilla.

puric

@ alfonso toscano:
guarda che la classifica secondo me non è attendibile PROPRIO perchè scrive che l’Italia è un paese in cui l’influenza della religione è limitata!!! Credo che in tutto l’occidente nessun paese abbia interferenze così pesanti della chiesa. Che attendibilità può avere una classifica in cui Cuba è considerata più cattolica dell’Italia?

Viano di Vagli

Peppereppé: ridi, ridi, che mamma ha fatto i gnocchi…

Andrea B.

@Viano
I tuoi interventi sono insulsi come al solito, ma perchè non vai a fare una passeggiata?

Viano di Vagli

Andrea Bus. Se è insulso un intervento, immaginati quanto è insulso un intervento su un intervento insulso.

don alberto

Viano, nelle “retrovie”, non è che per caso c’erano anche agguerriti plotoni per fucilare renitenti e codardi?
I quali combattevano (riempiti di grappa e di droghe più raffinate) non per sacro furore religosio -che non c’ntra un picchio-, ma perchè “costretti” nei modi più biechi e inumani?

peppe

Peppereppé: ridi, ridi, che mamma ha fatto i gnocchi…

Rido perchè sei ridicolo… non per altro.

Bruno Gualerzi

Don Alberto, se ti riferisci a quanto ho scritto io, e se leggerai con attenzione, vedrai che ho contemplato anche, e come, il caso dei ‘costretti’ e delle conseguenze. Proprio perchè i ‘renitenti’ sapevano cosa li aspettava, in qualche modo reagivano… ed è qui – senza pretendere che tu sia d’accordo, ci mancherebbe – che scatta, in un modo o nell’altro, anzi, in vari modi e tra i più diversi, compresi grappa e droga, la necessaria ‘carica’ per andare incontro alla morte. Perchè in un modo o nell’altro con questa si devono fare i conti. Non c’è niente di religioso? Non certo nel senso proprio di rifarsi ad una fede (nel qual caso, la morte, ancorchè non cercata, può essere accettata perché dio così ha deciso), ma nel senso che è la situazione di guerra – e proprio nel momento in cui la morte si fa più prossima e più probabile, che sia il nemico o il proprio superiore a minacciarla – che si cerca in tutti i modi di reagire. Ma come? Cercando un motivo per renderla ‘giustificabile’. Per morire cercando di esorcizzare la morte. La ragione stessa – ovviamente per come vedo le cose io, ateo – del sorgere delle religioni. Se così non fosse, se tutti o la maggior parte dei belligeranti non trovassero un motivo per ‘fare la guerra’ contro un nemico, magari anche contro chi li ha ‘costretti’, ma sempre con la prospettiva di morire in modo violento… le guerre non sarebbero possibili.

For all the gods

@ don alberto
c’erano, c’erano. Ho saputo che le vere retrovie sparavano sui nostri per incitarli a avanzare contro il nemico, mentre loro se ne stavano come raccomandati, menefreghisti anche contro il popolo. Mi pare, mi pare fossero i carabinieri nell’ultima guerra mondiale, mi hai fatto ricordare dicerie, spero di sbagliarmi, probabilmente hai ragione

popkorn

@viano&di.vagli
“poi se vuoi .ti spiego il punto di vista .di …IO…..
una …”D”….di troppo,,,,,

Bulk

@Viano
ci spieghi il punto di vista di dio??? minghia che umiltà!

Bulk

Dio nemmeno esiste e tu sei in grado di spiegare il suo punto di vista? strabiliante!

Paul M.666

@Viano
hai anche la pretesa di dare voce a Dio..?!Immaginavo che voi altri amici dei troll foste un po’ sciroccati, ma addirittura spiegare i pensieri di Dio (Qualora esistesse davvero!) mi sembra davvero una cosa da manicomio. Mi associo ad Andrea B. Vai a fare una passeggiata va’…che e’ meglio!
Ciao a tutti.
Paul

Bruno Gualerzi

Caro Viano, con quella affermazione (“Poi, se vuoi, ti spiego il punto di vista di Dio”) ti sei attirato tutte le repliche inevitabili da parte di chi frequenta il blog in quanto ateo-agnostico-razionalista. E io non posso che unirmi a loro.
Se tu invece avessi semplicemente proposto di spiegare il ‘tuo’ punto di vista, per quanto questo punto di vista ovviamente sia quello del credente, forse il tutto sarebbe apparso più accettabile.

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