120 persone, tra cui molti bambini, sono finiti ieri in ospedale per intossicazione di monossido di carbonio. Il fatto è avvenuto in una chiesa di Cassano, frazione di Ponte dell’Olio (PC), probabilmente in seguito al malfunzionamento delle stude a metano. 50 intossicati sono stati sottoposti a una o più sedute di camera iperbarica nella vicina Fidenza. In chiesa era in corso un raduno di scout cattolici con i rispettivi genitori.
Ponte dell’Olio (PC): monossido in chiesa, oltre cento intossicati
44 commenti
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Forse la bellezza di quella chiesa sarà la causa di tutto, ho tolto letteralmente il fiato.
Forse la bellezza di quella chiesa sarà la causa di tutto, ha tolto letteralmente il fiato.
Anche i luoghi di culto devono avere le misure di sicurezza, invece non si vede neppure un estintore, nè una uscita di emergenza o un segnale antincendio, correggetemi se sbaglio.
A riprova della cattiveria dell’UAAR chiederei misure di sicurezza minime anche nelle chiese, per proteggere chi le frequenta.
A riprova della bontà della CCAR, questa le misure di sicurezza obbligatorie non le vuole !
“Anche i luoghi di culto devono avere le misure di sicurezza”, mi permetto di farti un’osservazione.
Le misure di sicurezza sono richiestissime nei luoghi di culto ma solo se non sono di culto cattolico….
Ricordo al riguardo una moschea a cui è stata rifiutata l’agibilità perchè i tappeti non erano a norma…(confrontare ultimissime UAAR del 1 febbraio 2009 http://www.uaar.it/news/2009/02/01/parma-sgomberata-moschea-per-tappeto-rischio-incendio/ ).
Invece se il luogo di culto è cattolico è del tutto lecito far rischiare la vita a decine di ragazzi con stufette a gas acquistate con l’8×1000 e con i fondi per l’edilizia di culto(soldi spesi bene insomma).
Inoltre è lecito che dei giornalisti riguardo a un centro sociale nel quale scoppia un incendio intervistino la gente del luogo per chiedere se il rumore dava fastidio ma sarebbe molto disonesto fare lo stesso tipo di giornalismo se il luogo in questione è una chiesa.(ovvio no?).
Sono pretese blasfeme!
La sicurezza delle chiese e’ ovviamente delegata alla Divina Provvidenza!
Vogliamo forse dubitare della Divina Provvidenza?
oltre ad essere un luogo di culto è anche un posto di lavoro, ergo dovrebbe rientrare nella normativa. Chissà se i preti seguono i corsi antincendio…
no a giudicare dalla presenza di fiamme libere (candele) ad altezza uomo, che spesso fanno prender fuoco ai capelli o ai vestiti in sintetico.
per non parlare della presenza del legno come principale materiale d’arredamento… insomma, ce ne sarebbe da dire…
La camera iperbarica costa un casino di soldi….
Io maderei la fattura alla diocesi.
Sta bono che so capaci di mandarti loro la fattura a te per i danni morali subiti da questo chiaro attacco satanico/ateo
…Giusto per non parlare a vanvera, ho fatto una ricerchina. 😉
Il prezzo di una seduta nella camera iperbarica oscilla tra i 100 e i 600 Euro!
Nel caso dei prezzi piu’ bassi pero’, non vengono sostanzialmente contati i soldi che servono per pagare l’operatore…Altri 80/100 Euro!
gli stessi che affidano i figli ai pedofili, si affidano anche a locali privi di basilari requisiti di sicurezza.
l’ignoranza delle persone si vede anche dal valore che danno alla propria vita.
A chi si rivolgono tutti i commenti di cui sopra?
Povere persone comunque. Certo che a sistemi di sicurezza siamo messi bene, visto anche il garage bruciato con 4 vittime.
Va notato che la notizia arriva lo stesso giorno che muoiono 4 persone in un locale a Roma dove si svolge una festa privata per intossicazione.
Le prime indagini indicano nell’impianto elettrico/audio l’innesco
Dovendo per lavoro occuparmi spesso di impanti sonori sia di tali locali sia di chiese, stenderei un velo pietoso dello stato di sicurezza di questi ultimi, spesso affidati alle improvvisazioni del sagrestano…
Però al macedone gestore del locale a Roma arrivano subito le denunce, al parroco delle camere a gas vedremo…
io l’ho sempre detto che andare in chiesa fa male!!
scherzi a parte, ora vedremo se tutti sono uguali davanti alla legge o se alcuni sono più uguali degli altri: le basilari norme di sicurezza antincendio perchè non vengono rispettate in quei luoghi?? perchè i gonnelloni sono sempre al di sopra della legge, come nei vari casi di pedofilia, abusi e quant’altro? perchè??
Basterebbe segnalare di continuo tutte le mancanze in termini di sicurezza presenti nelle chiese.
Sono sicuro che tutti quelli che le frequentano non hanno mai neanche minimamente immaginato che essendo luoghi pubblici dovrebbero avere estintori ed uscite di emergenza.
Basterebbe aprire loro gli occhi almeno su questo. (si, lo so, aprire gli occhi ad un cristiano ah ah ah, bella battuta….)
il problema è che io in chiesa non ci capito mai ma se mi capita prenderò appunti e farò le segnalazioni del caso a chi di dovere.
Se non mi staranno a sentire avranno comunque l’obbligo di raccogliere la mia denuncia, ed io avrò l’obbligo di ricordagli che se succede qualcosa, io li avevo avvisati…..dite che almeno un pochino non ci pensano?
Pensate, la maggior parte delle chiese chiuse per inadeguatezza dei locali…che smacco per la chiesa 😀
Che sia per questo che in genere nelle chiese non scaldano quasi nulla l’ambiente?!?
Mi spiace dover leggere certi fatti di cronaca; sono eventi che, ahimé, possono accadere, però bisognerebbe fare di tutto per evitarli. Spesso invece sui servizi di cronaca si sente dire che è stata tralasciata questa o quella norma di sicurezza, oppure che non è stata fatta la manutenzione e via dicendo.
Spero vivamente per loro che questa vicenda non sia ascrivibile ad una di queste categorie e che si tratti di un “guasto imprevedibile”: non tanto per simpatia nei confronti della chiesa (giammai, dato che non mi ritengo credente), quanto perché la coscienza che si forse si sarebbe potuto evitare rende, se possibile, più triste e pesante la vicenda.
Se solo servisse da monito per tutte le situazioni simili (religiose, domestiche o quant’altro) al fine di evitare il ripetersi di simili eventi…
Esonero dalle norme di sicurezza per chiese cattoliche.
Se le chiese sono esonerate dall’osservanza delle norme sulla sicurezza e i visitatori o fedeli dovessero subire delle conseguenze per incendi o altra causa, potrebbero avanzare richiesta di danni ?
Non si dovrebbe apporre all’esterno delle chiese un cartello con l’avvertenza “Chi entra lo fa a suo rischio e pericolo e non può chiedere risarcimenti eventuali ” ?
Io ci farei una piccola campagna informativa.
sì concordo ma andrebbe fatta a tappeto.
per esempio i ragazzi che frequentano le discoteche e i locali… dovrebbero badare alla presenza di uscite di sicurezza, piani d’evacquazione e via dicendo, ad esempio.
concentrarsi solo sulle chiese cattoliche sarebbe riduttivo e avrebbe più l’aspetto di una crociata anticattolica, penalizzando così il messaggio che è importante.
però gli scout sono più che recidivi: vanno in montagna e poi arriva la valanga, fanno campeggi nei letti asciutti dei fiumi e poi arriva l’onda, vanno in chiesa e accendono i fuovhi.
tutto ciò conferma la mia personale opinione sugli scout, mutuata dal grande G.B. Shaw: “bambini vestiti da cretini, cretini vestiti da bambini”.
Riporto quanto avevo scritto nel post sopra richiamato (ultimissime UAAR del 1 febbraio 2009 http://www.uaar.it/news/2009/02/01/parma-sgomberata-moschea-per-tappeto-rischio-incendio/ ).
Le tipologie di attività per cui è necessario avere i CPI (certific@to di prevenzione incendi) sono 97; quelle che sembrano più vicine al caso in esame sono:
83 Locali di spettacolo e di trattenimento in genere con capienza superiore a 100 posti.
84 Alberghi, pensioni, motels, dormitori e simili con oltre 25 posti-letto.
85 Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie e simili per oltre 100 persone presenti.
Per quanto riguarda i luoghi di culto, mi risulta che gli edifici destinati al culto non sono locali di spettacolo e trattenimento secondo i chiarimenti contenuti nella circolare n. 52 del 20 novembre 1982 punto 4.1, e pertanto non sono compresi nel punto 83) sopra riportato. Sono comunque salve le altre disposizioni di legge (ad esempio il D.P.R. 29 luglio 1982, n. 577.)
Diverso il caso delle comunità religiose; le comunità religiose rientrano negli obblighi dell’attuale normativa di prevenzione incendi in tutti i casi in cui, da parte e nell’ambito della comunità, siano esercitate attività specifiche contemplate nell’elenco delle 97 attività cui accennavo
A titolo esemplificativo l’obbligo di osservanza delle norme di prevenzione incendi sussiste ove, nell’ambito della comunità religiosa, siano operanti scuole con più di 100 persone presenti oppure posti letto in numero maggiori di 25 utilizzati come albergo, pensione, dormitori e simili, oppure locali di spettacolo o trattenimento con capienza superiore a 100 posti letto oppure depositi di merci pericolose nonché impianti tecnologici e servizi (centrali termiche o di condizionamento, autorimesse, ecc.) aventi caratteristiche tali da rientrare tra le attività pure soggette al controllo di prevenzione incendi.
In conclusione, per le comunità religiose, in quanto tali, non si ravvisa alcuna necessità di prevedere una normativa specifica di prevenzione incendi, essendo estranea al problema la particolare qualificazione di chi esplica l’attività soggetta (estratto della Circolare n. 14 del 28.05.1986).
La chiesa come luogo è soggetta a specifiche norma di prevenzione incendi se presenti impianti che prevedano il C.P.I. (es. impianti termici x riscaldamento)………
Nel caso specifico sembrerebbe, leggendo la notizia, che siano presenti un certo numero di stufe a metano.
E’ possibile che ogni singola stufa abbia una portata termica sotto i requisiti per l’obbligo della richiesta del C.P.I., ma che la somma delle portate termiche dei singoli apparecchi lo renda necessario.
Recita infatti il DM del 28 aprile 2005: “Più apparecchi termici installati nello stesso locale o in locali direttamente comunicanti (cioè in assenza di separazioni almeno REI 30), sono considerati come facenti parte di un unico impianto, di portata termica pari alla somma delle portate termiche dei singoli apparecchi. (ad esempio due caldaie di 20 kW ciascuna formano un unico impianto da 40 kW a cui va quindi applicato il DM 28/04/05)”
Qualora effettivamente, come sembrerebbe dalla notizia riportata, questo fosse il caso, mi sembra che la responsabilità di chi ha messo le stufe sia indiscutibile.
Scusate la pedanteria, ma poichè queste cose sono regolate da norme tecniche e leggi ben precise è bene conoscerle per evitare di fare vittimismo o, al contrario, accusare per partito preso.
ottimo lavoro
Grazie mille.
Una quindicina di anni fa, al centro Luciani di Padova (Comunione e Liberazione e simili) in occasione della festa (pagana) del pan e vin (vigilia dell’epifania) c’è stata un’esplosione all’atto dell’accensione del falo (innescato con alcune taniche di benzina); due persone – fra cui una bambina di 9 anni – sono morte.
Don Giussani scrisse in tale occasione su un editoriale di non so quale giornale che si trattava di imprevedibile fatalità.
Non mi risulta ci siano stati strascichi legali. Di sicuro da allora il centro Luciani si è sviluppato ed ingrandito.
mario
A me sembra che il monossido di carbonio sia letale e non solamente tossico. Su 120 persone, e sono tante, il fatto (per fortuna!!) che nessuna ci abbia rimesso la vita, mi suona strano. Sarà forse stato biossido di carbonio oppure semplice carenza di ossigeno? Con il monossido di carbonio si perdono i sensi piuttosto in fretta, e non resta molto da fare…
Penso dipenda dalla concentrazione oltre che al tempo di esposizione.
Qui una tabella sugli effetti:
http://en.wikipedia.org/wiki/Carbon_monoxide_poisoning#Signs_and_symptoms
sì, suppongo fosse biossido di carbonio, anidride carbonica. O almeno voglio sperarlo.
In realtà il monossido di carbonio, che è pericolosissimo, provoca già disturbi quando è presente al 5% nella circolazione umana, non è letale subito.
Però capita che spesso le persone si accorgano di essere intossicate quando i tessuti sono già in ipossia, compreso quello muscolare, e questo li rende impossibilitati a muoversi.
Se fosse davvero monossido di carbonio, hanno avuto davvero la fortuna di accorgersi in tempo e di uscire all’aria. Ma sarebbe bastata un’affluenza superiore di persone, una porta chiusa o una maggiore rapidità di diffusione del CO per far mutare improvvisamente il bilancio dal disturbo sistemico alla morte di molti individui, bambini tra i primi, sia perchè hanno meno sangue in circolo sia perchè sono seduti di solito in prima fila.
Il monossido di carbonio è tossico.
A differenza della CO2 il CO si lega all’emoglobina in modo irreversibile(forma monossiemoglobina)diminuendo la capacità del sangue di trasportare ossigeno in misura proporzionale alla quantità di CO respirata(e quindi in rapporto alla percentuale di emoglobina non più funzionale). Se ci si accorge in tempo di cosa sta accadendo è possibilissimo che non muoia nessuno.
Credo che il monossido di carbonio sia un gas pesante(anche più della CO2) per cui sarebbe normale che i primi a svenire o ad accusare malori siano stati i più giovani perchè sono più bassi.
Effettivamente sarebbe stata improbabile un’intossicazione così veloce e massiccia da causare la morte di qualcuno in quelle circostanze.
Premesso che sono lieto che nessuno abbia perso la vita, mi domando… Ma possibile che la tragedia del cinema Statuto a Torino (1983), che provocò 64 (sessantaquattro) vittime tutte asfissiate e non carbonizzate per il fatto che le uscite di sicurezza era incatenate, non abbia insegnato nulla? Fior di locali, mi ricordo, dovettero adeguarsi oppure chiudere. Ma lo hanno fatto solo a Torino? A quanto ne so le normative di sicurezza valgono a livello nazionale.
E’ stata la volontà di Dio, dunque deve essere successo a fin di bene. (sottolineo, qualora fosse necessario, il tono ironico)