Le cremazioni triplicano i prezzi e in città scoppia nuovamente il caso del “caro estinto”. La protesta avanza da due fronti: da una parte c’è la polemica politica, sollevata dal consigliere dei Democratici di sinistra Giovanni Rolando; dall’altra c’è la polemica civica, agitata dalla Società provinciale per le cremazioni, presieduta da Emanuele Perici, che è anche a capo dell’impresa funebre Padovan. A monte del caso c’è una delibera della Giunta comunale con cui l’assessore agli Interventi sociali Davide Piazza ha proposto un aggiornamento delle tariffe per le cremazioni. In base al vecchio regime tariffario, infatti, c’era una profonda differenza fra i costi a carico di residenti e di non residenti: i primi pagavano 105 euro, i secondi 405. Con l’ultimo aggiornamento proposto, i residenti corrispondono 325 euro, i non residenti 420 euro. Dietro la manovra, ci sono gli alti costi di gestione dell’attuale forno crematorio e la necessità di provvedere al più presto alla costruzione di un nuovo impianto, il cui preventivo parla di oltre 900 mila euro di spesa. […]
L’articolo di G.M. Mancassola è stato pubblicato sul Giornale di Vicenza
Chissà perché non si riescono mai a trovare fondi per la cremazione, mentre gli oneri di urbanizzazione per costruire nuove chiese (sempre più vuote) non accennano minimamente a diminuire.